28/12/2024
I PIPISTRELLI DI HI**ER, E NO
Arriva al Teatro dell’Opera di Roma, il balletto ‘Il Pipistrello’ che riprende l’omonima operetta di Johann Strauss nel bicentenario della nascita del celebre compositore. Ma forse pochi sanno che fu grazie ad Adolf Hi**er se questo piccolo capolavoro conservò il proprio nome.
In piena Campagna di Russia, Hi**er era infatti intervenuto con forza per impedire che la parola Fledermäus (topo volante, e cioè pipistrello) fosse cambiata dagli zoologi tedeschi semplicemente in Fleder. Gli scienziati ritenevano infatti che non avesse senso che lo straordinario e misterioso mammifero notturno fosse impropriamente accostato, in virtù del termine 'maus', ai roditori, non avendo nulla a che fare con essi. Ma se ciò fosse accaduto, anche l’operetta di Strauss, adorata da Hi**er e intitolata appunto ‘Fledermaus’ non avrebbe più potuto chiamarsi così. E il Führer, che quando poteva assisteva a una rappresentazione del ‘Pipistrello’, riteneva che questa commedia musicale fosse un importante elemento della ‘identità culturale tedesca’. Oltre al fatto che in Oriente il piccolo volatile notturno è considerato messaggero della vita eterna e associato alla svastika.
Hi**er fece dunque scrivere una dura lettera alla Società tedesca di Mammalogia dal suo segretario, Martin Bormann, nella quale minacciava apertamente di inviare i responsabili sul fronte russo se non avessero annullato immediatamente la decisione, che comprendeva per le stesse ragioni anche il mutamento del nome di un altro animale, lo Spitzmaus, il topo ragno, che, al pari del pipistrello, scientificamente non ha nulla a che vedere con la specie dei roditori.
Gli zoologi tedeschi si piegarono naturalmente al volere di Hi**er, grazie al cui intervento è stato tramandata con il suo titolo originale non solo l’operetta di Strauss ma anche l’antologia di racconti di Meyrink, ora pubblicata integralmente in Italia da Tre Editori, e il cui titolo fu in parte dovuto al fascino che anche sull’autore esercitava l’operetta di Strauss. E sulla copertina della prima edizione di 'Fledermäuse’ (Pipistrelli), pubblicata nel 1916, campeggiava una grande svastica diabolica, ma non hitleriana.
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(L'immagine: copertina della prima edizione di 'Pipistrelli' di Gustav Meyrink)