L'Italia Chiamò

L'Italia Chiamò Informazioni di contatto, mappa e indicazioni stradali, modulo di contatto, orari di apertura, servizi, valutazioni, foto, video e annunci di L'Italia Chiamò, Via gregorio VII 160, Rome.

09/10/2018

Tra poco in diretta per la prima puntata della nuova stagione. Seguiteci numerosi e intervenite in diretta! Come sempre sul canale One tv sul 897 della piattaforma Sky (oppure sui canali 86 e 71 del digitale terrestre per il territorio del Lazio).

27/02/2018

Non perdete l'appuntamento con il nostro programma questa sera alle 21,30 in diretta Facebook, oltre che sul canale One tv all'897 della piattaforma Sky (oppure sui canali 86 e 71 del digitale terrestre per il territorio del Lazio).

In studio l'editore Luciano Lucarini, il direttore degli "Italiani" Giuseppe Sanzotta e il direttore del "Candido" Alessio Di Mauro per discutere insieme le prossime elezioni. Per chiudere satira e anticipazioni dal prossimo numero della gloriosa rivista fondata da Giovannino Guareschi.

Seguiteci e soprattutto intervenite in diretta, anche qui sulla nostra pagina Facebook.
Le vostre domande saranno girate direttamente agli ospiti

Non perdete l'appuntamento con il nostro programma questa sera alle 21,30 in diretta Facebook, oltre che sul canale One ...
20/02/2018

Non perdete l'appuntamento con il nostro programma questa sera alle 21,30 in diretta Facebook, oltre che sul canale One tv all'897 della piattaforma Sky (oppure sui canali 86 e 71 del digitale terrestre per il territorio del Lazio).

Con il sindacalista Nazareno Mollicone si parlerà dell'imminente congresso dell'UGL e dei temi principali di attualità politica dibattuti nella campagna elettorale in corso. Ospiti anche De Angelis e Orsomando per discutere dei problemi relativi al depuratore di Cerveteri.

In studio l'editore Luciano Lucarini, il direttore degli "Italiani" Giuseppe Sanzotta e il direttore del "Candido" Alessio Di Mauro. A chiudere satira e anticipazioni dal prossimo numero della gloriosa rivista fondata da Giovannino Guareschi.

Seguiteci e soprattutto intervenite in diretta, anche qui sulla nostra pagina Facebook.
Le vostre domande saranno girate direttamente agli ospiti in studio.

Non perdete l'appuntamento con il nostro programma questa sera alle 21,30 in diretta Facebook, oltre che sul canale One ...
13/02/2018

Non perdete l'appuntamento con il nostro programma questa sera alle 21,30 in diretta Facebook, oltre che sul canale One tv all'897 della piattaforma Sky (oppure sui canali 86 e 71 del digitale terrestre per il territorio del Lazio).

Con il responsabile della comunicazione di FdI Federico Mollicone, il presidente dell'Associazione Nazionale Dalmata Guido Cace e l'ex senatore di An Domenico Gramazio, si parlerà della memoria dei martiri delle Foibe, recentemente infangata nei cortei della sinistra di qualche giorno fa.

In studio l'editore Luciano Lucarini, il direttore degli "Italiani" Giuseppe Sanzotta e il direttore del "Candido" Alessio Di Mauro. A chiudere satira e anticipazioni dal prossimo numero della gloriosa rivista fondata da Giovannino Guareschi.

Seguiteci e soprattutto intervenite in diretta, anche qui sulla nostra pagina Facebook.
Le vostre domande saranno girate direttamente agli ospiti in studio.

13/02/2018

Un vero spasso la sinistra in maschera...
Ecco la vignetta di apertura del numero di Febbraio
con relativo editoriale del nostro direttore

IL CARNEVALE DI RENZI
di Alessio Di Mauro

Informazione di servizio per il nostro lettorato più gaudente: mettetevi comodi che adesso viene il bello. L’esilarante spettacolo cui avete assistito finora ha appena raggiunto il suo momento clou. Ma capiamoci bene fin da subito: il clima di Carnevale che si respira in questo periodo non c’entra nulla ed è solo una tragicomica coincidenza. Febbraio, infatti, quest’anno si porta appresso un appuntamento al cospetto del quale la samba di Rio e le maschere di Venezia sono più pallosi di un dibattito sul cinema di Kawalerowicz.
Siamo nel rush finale della campagna elettorale per il voto che il mese prossimo porterà gli italiani alle urne con il Rosatellum bis. E se finora gli onorevoli Pulcinella si sono tenuti sul repertorio tipico ma comunque divertente delle boutade pre-elettorali (si va dal classico taglio delle tasse, sempre buono per tutte le stagioni e tutte le età, alla più creativa abolizione dei vaccini, per l’elettorato più al passo con l’attualità) in questi ultimi trenta giorni potrebbe succedere di tutto.
Qualcuno, preso dalla sindrome del tracollo nei sondaggi – nel disperato tentativo di recuperare qualche punto in percentuale – potrebbe innescare irresistibili reazioni di puttanante a catena con impennate tipo “Un vitalizio per tutti”, “Un auto blu per ogni neopatentato” e via a chi la spara più grossa. Per ora la palma d’oro dell’originalità se l’aggiudica Di Maio che da quanto emerge sui social sarebbe in procinto d’inserire nel programma di governo la soppressione del congiuntivo, insidiato però dai creativi di Publitalia che a breve dovrebbero fornire al Cav lo slogan per mobilitare gli indecisi: “Con Silvio anche tu Rubi!”. Una genialata capace di colpire al cuore il traversale target delle partite iva e quello dei puttanieri che ancora sognano un invito fuori tempo massimo al bunga bunga con la leggendaria nipotina di Mubarak.
Ma i veri mattatori del Carnevale di Montecitorio stanno tutti alla sinistra del boccascena. Lì l’irresistibile capocomico Matteo Renzi, a onor del vero nei panni del clown fin da tempi non sospetti, è riuscito nel più incredibile camouflage della commedia dell’arte: rianimare dei perdenti cronici seppelliti dalla storia, come Pierluigi Bersani e Pippa, ops! – lapsus freudiano – Pippo Civati, trasformandoli in una sorta di novelli Che Guevara che ora insidiano lo stesso leader del Pd e rischiano di scippargli fino all’ultimo voto dell’elettorato di sinistra.
Come è riuscito, il nostro, in una tale autolesionistica performance da far impallidire un servo sciocco del calibro di Arlecchino? La ricetta è semplice: prendete l’eredità del principale partito della sinistra italiana e trasformarlo nella succursale di Arcore, ricordandovi di trescare con gli avanzi del berlusconismo più deteriore come Denis Verdini e Angelino Alfano; aggiungete provvedimenti che nemmeno il governo più neo-liberista oserebbe mai adottare, come il Jobs Act e il taglio dell’articolo 18; provvedete alla riforma costituzionale più invisa di sempre, non a caso poi bocciata dal referendum; ostinatevi nella difesa a oltranza di Maria Elena Etruria in odore d’intrallazzi con la banca del papà. Eppoi, dulcis in fundo, procedete a una riforma elettorale che premia tutti gli altri schieramenti tranne il vostro e non dimenticatevi di metterci sopra la fiducia. Finezza, quest’ultima, che vi costerà la perdita di un big come Pietro Grasso, il quale poi andrà a fare il candidato dei vostri competitor. Ora mettete tutto insieme e vedrete che il vostro carro inizierà a perdere i pezzi proprio come quello del Pd. A marzo il disastro è assicurato, però sai a Viareggio che figurone?

04/02/2018

Non perdete l'appuntamento di Martedi' 6 febbraio dalle ore 21.30 alle 22.30 in diretta Facebook e sul Canale 828 di Sky. Ospiti in studio:

Rachele Mussolini e L'Onorevole Federico Mollicone.

30/01/2018

Tra venti minuti inizia la diretta. Tenetevi pronti con i vostri interventi e le vostre domande. Potete chiamare al numero in sovraimpressione sullo schermo oppure inviare messaggi nella chat di questa pagina Facebook 😊

29/01/2018

L'apertura del numero di Dicembre è sulla fine del Nazareno:
più che una notizia un auspicio.
Ecco la vignetta e l'editoriale del direttore

LA FINE DEL NAZARENO
di Alessio Di Mauro

Dal Vangelo secondo Matteo (quello della
Lega in via di depadanizzazione, ex discepolo del dio
Po e novello patrono del popolo della destra sovranista e identitaria). In quei giorni – segnatamente quelli che seguirono la catastrofica sciagura elettorale siciliana del Pd – il sempiterno unto dal Signore, alias San Silvio da Arcore, stazionava disperato sull’uscio del Sepolcro nel quale Fabrizio Micari, Davide Faraone e tutto il manipolo dei fedelissimi discepoli del giglio magico, avevano tumulato il corpo del primo Matteo. Quello del Pd debersanizzato e in perenne via di berlusconizzazione, meglio conosciuto, da amici e detrattori, come il Nazareno.
Malgrado la netta affermazione del centrodestra in Sicilia, si
narra che San Silvio non riuscisse a provare gioia alcuna per quel favorevole esito elettorale. E che anzi
il suo cuore fosse pieno di dolore e di grande apprensione
per le sorti del sopracitato Nazareno. Il cruccio che lo assillava era sostanzialmente uno: come avrebbe potuto Sua Emittenza assurgere nell’alto dei cieli di Palazzo Chigi – subito
dopo le politiche ormai imminenti – assieme al proprio figlioccio prediletto del Pd, se proprio quest’ultimo
giaceva ormai spacciato sotto una pietra tombale?
Così, sorretto da un Angelino di nome Alfano che in questo
modo sperava di ritrovare un posto all’ombra dell’inciucione,
attendeva trepidante anche il più piccolo segnale di vita e di
ripresa. Del resto, di momenti drammatici e clamorose cadute
nel cammino di Matteo da Pontassieve ce n’erano già stati a
profusione, tanto che negli ultimi tempi il di lui percorso politico si era trasformato in un’autentica Via Crucis: dagli scivoloni del Jobs Act al ruzzolone della Buona Scuola, per non parlare del crollo rovinoso rappresentato dalla bocciatura a furor di popolo della riforma costituzionale, che già aveva lasciato presagire un definitivo de profundis. E invece anche
quella volta Matteo Renzi era riuscito miracolosamente a risollevarsi, a riprendere quota nei sondaggi e persino ad essere rieletto alle primarie del Pd segretario
del partito per un secondo mandato. Misteri della fede
masochistica degli elettori dem. A tenere viva la speranza del
Papi Silvio erano proprio questi prodigiosi precedenti. Perché
lui a qull’ex enfant prodige, capace un tempo di camminare
allegramente sulle acque dell’Arno, ci aveva sempre tenuto più che a tutte le olgettine messe insieme. Sarà perché gli ricordava il buon Mike e i tempi andati della gloriosa Ruota della Fortuna. Sarà perché aveva molestato più comunisti lui dentro il Pd che attrici ad Hollywood quel maialone di Weinstein. Ma la cosa certa è che il Cav, al suo Matteo, lo aveva sempre amato e desiderato disperatamente, con buona
pace dei propri alleati ufficiali. E l’idea di un altro
bunga bunga con lui in un nuovo Nazareno lo
eccitava ancora molto più di quello, memorabile,
con la Minetti travestita da Boccassini.
Così, mentre tutto il centrodestra già si organizzava
per esportare quel modello siciliano di destra vincente
sul piano nazionale, lui se ne stava fisso davanti a quel Sepolcro. Solo e malinconico con il Foglio di Cerasa in mano.
Le scritture riportano che Silvio rimase lì fino alla Pasqua successiva, sognando Verdini con la sua Ala planare dall’alto dell’urna subito dopo le politiche: “Signore – asseriva solenne ilcanuto intrallazone dopo aver fatto rotolare la sacra pietra –,
so che cercate il Nazareno 2.0. Non è qui. è risorto e vi aspetta baldanzoso a Palazzo Chigi.
Alla faccia del sovranismo, di Musumeci, di Pirozzi, di Salvini,
della Meloni e di tutta la destra identitaria”.
Per pietà, qualcuno lo svegli! Mettiamo fine a quest’incubo una volta per tutte. Facciamoci questo regalo di Natale.

28/01/2018

Dal prossimo numero di Candido appena chiuso in redazione.

Una vignetta del nostro direttore sulla famigerata porcata in diretta del duo Gnocchi-Floris. Una delle anticipazioni cui teniamo di più...

26/01/2018

Sul numero speciale 2018 ci occupiamo del regalino del Cav per i piccoli Giorgia e Matteo.
Ecco il vignettone d'apertura del direttore con relativo editoriale

BEFANA AMARA
di Alessio Di Mauro

"Epifania, tutte le feste si porta via!”. Ogni anno, in questo periodo, sembra quasi di risentire quel vecchio tormentone popolare scandito dalle nostre nonne per far capire a noi bambini – ancora sovraeccitati per la sbornia natalizia di dolci e di regali – che erano finiti i giochi e bisognava tornare agli impegni di sempre. Diciamocelo: il mese di gennaio per i più piccoli è sempre stato un mese infausto e in particolare il giorno della befana finiva per assumere già dalla mattina forti tinte malinconiche: non si faceva nemmeno in tempo a mettere le mani nella calza che già dovevi far sparire tutto perché il giorno dopo ripartiva l’incubo delle levatacce mattutine, della campanella e dell’interrogazione di matematica. Eppoi, ancora, i compiti di pomeriggio, un po’ di cartoni, o per i più fortunati la partitella di pallone, e a letto subito dopo cena per ripartire allo stesso modo il giorno successivo, almeno fino alle vacanze di Pasqua.
La befana, insomma, era arcigna e perfida non tanto perché ti portava il carbone, ma perché ti riportava alla quotidianità, mettendo bruscamente fine alla magia del Natale.
C’era persino chi quella sera smontava l’albero e rimetteva nella scatola tutti i personaggi del Presepe. Un affronto da fanatici del fondamentalismo di matrice islamico-boldriniana, talmente insopportabile da spingere ogni anno il sottoscritto a fare le barricate nel soggiorno per ottenere una proroga di una settimana prima di sgomberare la grotta con tutto il bambinello.
Sì, ok, il giorno della befana c’era la sorpresa nella calza, ma anche quell’ apparente consolazione si rivelava ben presto una delusione cocente, per il semplice fatto che mamma e papà avevano già dilapidato tutta la tredicesima per Natale e Capodanno, e da mettere lì dentro c’era rimasto poco. Ma è pensando alla sorte dei Re Magi che ci è venuto in mente di condividere con voi questi frammenti di memorie infantili. Perché il loro tragicomico destino che si compie il giorno dell’Epifania nel Presepe, sembra la perfetta metafora di quello che da un po’ di tempo accade nel Centrodestra. Tradizione vuole, infatti, che le statuette di Melchiorre, Gaspare e Baldassarre vengano collocate proprio il sei gennaio. In pratica nemmeno il tempo di un brindisi e via di nuovo in soffitta per un altro interminabile anno.
Sembra la storia recente della Meloni e di Salvini: questi due poveretti, proprio come i Re Magi, si fanno il mazzo nel deserto dell’antipolitica, portando in dote alla coalizione un rinnovato (miracoloso) entusiasmo dell’elettorato di destra. Poi, non appena si iniziano ad intravedere i risultati di tanto sacrificio, arriva puntualmente la befana di Arcore a chiudere bruscamente i giochi. Addio suggestioni di sovranismo e identità. Addio coerenza, chiarezza e scelte condivise. Nelle calze, rigorosamente a rete, di Villa San Martino, ci sono porzioni di zucchero e miele solo per gli avversari (sempre più presunti) del Pd di Renzi, con tanto di aperture a nuove ipotesi di inciucio fondate addirittura su un Gentiloni-bis.
Gli alleati, invece, non sono riusciti a godersi neanche il trionfo siciliano (guarda caso ottenuto da un candidato espresso da Fratelli d’Italia e inizialmente accolto da Berlusconi con la consueta freddezza) che subito sono stati travolti dal solito bastimento di carbone.
Eh sì, cari bambini, una grossa fregatura questa befana. Però non lamentiamoci troppo: se siamo delusi noi pensate come possano stare i piccoli Giorgia e Matteo..

Da oggi è attiva la pagina del magazine televisivo settimanale “L’iItalia Chiamò”. Seguiteci, segnalateci gli argomenti ...
25/01/2018

Da oggi è attiva la pagina del magazine televisivo settimanale “L’iItalia Chiamò”.

Seguiteci, segnalateci gli argomenti da trattare e soprattutto non perdetevi ogni martedì alle 21,30 l’appuntamento in diretta con "il Borghese", "il Candido" e "gli Italiani"
che sarà trasmesso anche in streaming oltre che – come sempre – sul canale One tv sul 897 della piattaforma Sky (oppure sui canali 86 e 71 del digitale terrestre per il territorio del Lazio).

Ogni settimana l’editore Luciano Lucarini, il direttore degli “Italiani” Giuseppe Sanzotta e quello del “Candido" Alessio Di Mauro, si confronteranno con i protagonisti della politica e del giornalismo sui principali temi d’attualità. A chiudere ogni puntata,la satira, le vignette e le anticipazioni dalla storica rivista fondata da Giovannino Guareschi.

Durante la diretta è attivo un filo diretto social per darvi modo di intervenire in tempo reale anche via Facebook oltre che telefonicamente.

"L’Italia chiamò”! Ora anche in streaming, tutti i martedì alle 21,30

Indirizzo

Via Gregorio VII 160
Rome

Telefono

0645468600

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