Termini TV

Termini TV Storie da luoghi di transito. Stories from places of transit. Domenica 19.30 cena gratuita a Termini Raccontiamo e viviamo le stazioni, a partire da Termini.

How many times do you see somebody and wonder what story they have? We go up to them and ask. We interview people who live, work, transit by the main train station of Rome, one of the most crowded in Europe. Their stories help us reproduce the fabric of reality, made of memories, life episodes linked especially to traveling, migration and intimate experiences.

25/12/2023

Buon Natale così e così

Io l’ho sempre visto come uno dei re Magi perso lungo la strada. Vive in stazione a Termini da almeno 9 anni, quando l’h...
23/12/2023

Io l’ho sempre visto come uno dei re Magi perso lungo la strada. Vive in stazione a Termini da almeno 9 anni, quando l’ho incontrato la prima volta, raccontandomi che lavorava come aiuto cuoco in Friuli Venezia Giulia. Con gli anni, giorno dopo giorno, si è chiuso in un mutismo sempre più impermeabile al mondo esterno. È una presenza fissa e silenziosa su via Giolitti, un testimone muto in mezzo alle 500.000 persone che passano per ogni giorno. Termini per lui è come l’isola di Robinson Crusoe, conta le sue giornate a forza di si*****te, con un passato sempre più lontano e un futuro senza orizzonte, solo quel marciapiede che lo accoglie ogni sera. Per chi chiede “più decoro”, uno come lui è solo “degrado”, non lo vedrete mai intervistato nei video dei giustizieri urbani, non lo vedrete testimonial per chiedere l’8 per mille, non lo vedrete in fila per chiedere qualcosa. Lui sta lì, nella completa solitudine, in un bagno di folla che si dirada poco a poco, fino alla notte, quando gli occhi dei senzatetto più esperti restano aperti, per non essere derubati. Quando pensate di dare un aiuto per Natale, non pensate solo a donare un panettone, ma anche e soprattutto ad aprire gli occhi, a domandarvi cosa si può imparare da chi troppo spesso viene guardato solo dall’alto in basso. Sarà matto, sarà sporco, ma è un maestro di sopravvivenza, dopo migliaia di notti passate in strada è ancora lì, senza infastidire nessuno, nel suo mondo, come una performance artistica davanti a un pubblico inconsapevole della sua forza, della tenacia della sopravvivenza di un uomo senza nulla da perdere, né da guadagnare. La mancanza di un tetto ti rende senzatetto, ma essere senzatutto è un’altra cosa. Per questo non può esistere una soluzione per tutte le persone in strada, ognuna è una storia a parte, e come individui devono essere trattati, non come un gregge da sfamare per rincuorarci di essere persone buone. Su una cosa però si può veramente riflettere, ovvero la totale insipienza di chi ci governa da decenni e che forza all’invisibilita’ chi non ha i documenti. Il problema dei senzatetto stranieri si risolve soprattutto aiutando coi documenti.

Sono arrivato a Roma a dicembre 2012, innamorandomi di Termini e di tutti gli incontri che si potevano fare lì. All’iniz...
19/12/2023

Sono arrivato a Roma a dicembre 2012, innamorandomi di Termini e di tutti gli incontri che si potevano fare lì. All’inizio era come rincorrere le ombre, perché ogni persona correva, chi pendolare, chi per turismo, chi perché non sa fare altro che correre. Poi ho iniziato a scavare un solco, una trincea pacifica e surreale, in cui far depositare i detriti di umanità presenti a Termini. Musica, teatro, poesia, e da 3 anni e mezzo, vere e proprie cene, con perché non è solo degrado, come invece dice l’algoritmo, che vi vuole far indignare invece che agire. Il degrado vero è la nostra indifferenza. Che quando arriva natale si trasforma in una presa di coscienza simile alla necessità di dieta prima dell’estate per la prova costume. Quest’anno domenica cade il 24 dicembre poi, anche se chi viene a mangiare solitamente non è cristiano, sarà una domenica come tante altre, perché il Natale a Termini lo celebriamo ogni settimana. Lo sappiamo che le buone notizie sono stucchevoli e che le cattive notizie sono clickbait, vorremmo semplicemente che le persone oltre che guardare agissero. Meglio 10 mani e cuori all’opera, che 1000 like. Daje a chi c’è, chi c’era e chi ci sarà.

Non sono le luminarie in Puglia, è Fotonika, un festival di live music e immagini, a due passi da Termini. È gratuito, f...
09/12/2023

Non sono le luminarie in Puglia, è Fotonika, un festival di live music e immagini, a due passi da Termini. È gratuito, fino a mezzanotte ancora stasera e domani.

Termini è un cantiere senza guardoni. Non essendo un quartiere residenziale, lo spazio cambia senza nessun umarell che p...
23/11/2023

Termini è un cantiere senza guardoni. Non essendo un quartiere residenziale, lo spazio cambia senza nessun umarell che possa testimoniare la graduale erosione di quello che ora è passato, e in quanto tale, solo memorabile, ma non reale. Perché quando una stazione cambia, e cambia ogni giorno, non abbiamo il tempo per realizzare, che già la pallina è sotto un altro bicchiere. E così viviamo la realtà, un inganno ottico, che segue una direzione, lo sviluppo, occupando spazi, invece che liberarli. Speriamo quindi che il restyling di la renda davvero piazza, lasciando dei vuoti che saranno riempiti dalle persone.
Una piazza non è un centro commerciale, dove tutto deve essere funzionale. Basti pensare alla natura, un residuo irrecuperabile, un buco nel contesto. Questo per dire, la nuova piazza sarà un’occasione per una città migliore - ma dateci i bagni pubblici gratuiti! Ormai chiedono un euro persino dentro Mercato centrale (per i non clienti). Servono spazi interstiziali, autogestiti, e se non ci saranno, il degrado sarà inevitabile. Perché il degrado è pianificare spazi pubblici sperando di tagliare fuori parte del pubblico. A proposito, proprio ieri hanno buttato coperte e vestiti ai senzatetto davanti a Termini. Ce n’era bisogno? Risolve qualcosa? Eppure si continua a fare..

Termini sta cambiando, venite a vedere come, stasera dalle 18.30 ci incontriamo davanti alla stazione, e poi dalle 19.30...
29/10/2023

Termini sta cambiando, venite a vedere come, stasera dalle 18.30 ci incontriamo davanti alla stazione, e poi dalle 19.30 cena con Mama Termini e musica. Viviamo piazza dei cinquecento come una piazza, perché c’è tanto da imparare qui. Non è solo un non luogo, uno spazio di transito, bensì anche un teatro umano costante, che riflette la realtà di tante persone marginalizzate e mai ascoltate.
Ci vediamo davanti all’ingresso, dove stanno le piante che hanno messo per non far dormire le persone. Evento qui https://facebook.com/events/s/la-gentilezza-e-la-vera-sicure/1527910654632944/

Tutto questo un giorno potrebbe essere tuo. Di te residente a Roma, che hai visto   sempre e solo come luogo di passaggi...
26/10/2023

Tutto questo un giorno potrebbe essere tuo. Di te residente a Roma, che hai visto sempre e solo come luogo di passaggio e di attesa, e piazza dei 500 come un gran capolinea dei bus con quella statua br**ta in fondo. Nessuno pensa a quella piazza come una piazza, se non chi a Termini ci vive, ci bazzica, ci campa. I lavori di restyling danno una grande occasione di cambiamento, meno auto, più spazi per le persone. Persone, non solo clienti come dentro la stazione. Un suggerimento non richiesto all’amministrazione comunale, fate bagni pubblici, non quelli super tecnologici che tanto nessuno ci va, i buoni vecchi vespasiani.. perché se fate le aiuole e gli alberi, state sicuri che diventeranno gabinetti quelli, se non ci sono bagni gratuiti. L’appuntamento per chi vuole vivere questo luogo e dare il suo contributo, è ogni domenica alle 19.30 con per le nostre cene allegre in piazza, e questa domenica faremo anche una festa particolare.. scrivete se avete curiosità di partecipare 🦦🏴‍☠️

Il Giubileo significa grandi lavori a Roma. Ci sono cantieri dappertutto, e per questo forse stanno passando inosservati...
24/10/2023

Il Giubileo significa grandi lavori a Roma. Ci sono cantieri dappertutto, e per questo forse stanno passando inosservati i grandi cambiamenti in corso davanti alla stazione Termini.
Eppure mezzo milione di persone passa ogni giorno per Roma Termini, onnipresente punto di riferimento per una costante narrativa sul degrado.

Attorno a Termini infatti si rifugiano centinaia di persone, che dormono in strada e vengono mano a mano cacciate da transenne e azioni ostili.
L'ultima, un mese fa, l'apposizione di piante davanti all'ingresso della stazione. Enormi vasi messi per non far sdraiare le persone sul marciapiede. Piante che prendono il posto di persone, che a loro volta non sanno dove andare.
Sono oltre 20.000 le persone senzatetto a Roma, la popolazione di una piccola cittadina, formata da chi è in attesa di documenti, o non riesce a permettersi di pagare l'affitto, o a cui semplicemente nessuno affitterebbe mai casa per via di avere un nome straniero.

Non c'è nessuna attività seria per cercare di aiutare queste persone a realizzare se stesse e a contribuire alla società, a modo loro, perchè banalmente queste persone sono considerate solo problemi. Assistenzialismo, cibo, qualche posto letto - pochissimi - per chi si comporta bene. Metadone per chi ha problemi di dipendenza. Un po' di riduzione del danno e basta, questo fa chi si impegna per aiutare queste persone. Gli altri - compresi le istituzioni - incrociano le dita e sperano che vada tutto bene.
Ma non va tutto bene. I tso si moltiplicano, e la situazione geopolitica ha riflessi sulla rabbia di chi è in strada, dimenticato da tutti. Con il bombardamento di Gaza infatti, molte persone non bianche si stanno rendendo conto di quanto la nostra società utilizzi due pesi e due misure nel raccontare - e capire - quello che succede nel mondo.

Perchè a Termini c'è tutto il mondo. Persone scappate dai propri paesi per questioni politiche, vittime della burocrazia, di daspo infiniti. Persone con problemi mentali, reduci da cpr, dei lager che il Governo vorrebbe moltiplicare.
Per molte persone in strada, esistere è già un crimine.
In questo clima si pensa bene di ricorrere a forme di architettura ostile per ricacciare dal centro chi non può permettersi di consumare. Tutto in nome di una festa cristiana, il Giubileo, che per Roma significa soldi, investimenti, lavori, ma in cui il cristianesimo c'entra ben poco.
D'altronde sono quasi tutte cristiane le associazioni che si occupano di senzatetto, in una continua delega da parte delle amministrazioni pubbliche affinché siano le organizzazioni cattoliche a occuparsi della povertà.

Lavarsi le mani di quello che succede in stazione, lasciando che grandi stazioni cerchi in tutti i modi di sbarazzarsi dei senzatetto, è un leitmotiv che in questi anni abbiamo sentito ripetere allo sfinimento.
Ciò che succede dentro il perimetro della stazione è affare di grandi stazioni. Che non vuole rinunciare agli affari appunto, e per questo ha sostituito i bar con i negozi di moda - perchè anche un povero si poteva permettere un caffè. Un'ottica chiara, quella di grandi stazioni, ineccepibile. Trasformare la stazione in un centro commerciale, e le persone in clienti.

Dal 2015, ogni fine ottobre, cerchiamo di portare una piccola festa che almeno per un'ora raccolga tutte le energie creative anche di chi in stazione trova un rimedio alla solitudine, delle tante persone che a Termini fanno parte di una comunità che non ha soldi per consumare, ma ha voglia di vivere.
Cacciare le persone dalla stazione significa condannarle a una marginalità ancora più estrema, decoro agli occhi delle persone perbene, che però dovrebbero anche chiedersi dove finiranno le persone una volta cacciate dalla strada?

Perchè ogni persona che verrà cacciata, detenuta, schifata, sarà un nemico in più di questa società ipocrita, che prende sempre le parti di chi ha i soldi per pagare. Sarebbe perfino nell'interesse di chi comanda cercare di assicurarsi che ciascuna persona abbia diritto a un alloggio, a un minimo di dignità. A bagni pubblici aperti, come c'erano una volta i vespasiani. A docce gratuite giornaliere, perchè anche chi è in strada vorrebbe lavarsi, e se lo fa alle fontanelle finisce su welcome to favelas.

Un popolo di guardoni è pronto a giudicare chi è in strada, ma mai pronto a mettersi nei panni di chi ha lavorato per decenni e si ritrova senza contributi pagati, o nella mente di chi ha perso parenti in incidenti stradali, e si ritrova per strada perchè non sa più come continuare. Ci sono storie infinite, ognuna diversa, perchè ogni persona senzatetto è diversa. Trattare tutti come una categoria psicologica, i barboni, non rende giustizia all'intelligenza umana, e non rende più sicure le città. Le rende solo più ostili, e quindi più conflittuali.
Se poi la scelta è coscientemente quella del conflitto con chi non ha nulla da perdere, beh, buona fortuna. Noi una parte l'abbiamo presa. La parte di chi è abbandonato dalle istituzioni, sbeffeggiato o usato dai media, la parte di chi deve ringraziare con un sorriso se riceve un panino, di chi deve dimostrare di essere buono per essere accolto e "integrato".

Non si può denunciare la violenza in strada senza guardare anche le violenze che gli stessi violenti hanno subito. Essere guardati male costantemente, schifati, fermati, multati, con un foglio di via in mano, ma senza biglietto. Un’ipocrisia che persino quelli di destra non faticano a capire. Volete fare i rimpatri? E fateli dei tanti che vorrebbero tornare, ma non possono. Date loro qualcosa, per fare un piccolo investimento nel loro paese. Difendete i loro diritti quando perdono il lavoro, perché è pieno di stranieri senzatetto a Termini che hanno lavorato, e sono stati sfruttati senza pietà da datori di lavoro anche italiani. È il paradosso della democrazia, avere bisogno di schiavi.

E quando si ribellano, quando perdono la testa non si può denunciare la violenza “loro” senza capire la “nostra”. L’impossibilità di avere visti, di entrare regolarmente, l’inefficienza dei nostri consolati che servono solo agli affari di Eni e soci, e sono inaccessibili ai cittadini locali.
Non si può dire che difendiamo lo Stato di diritto, se alcuni i diritti non ce l’hanno. Chi vorrà puntare il dito contro gli ultimi di turno, può ben farlo, ma sappia che gli ultimi sono sempre di più, e sempre più - giustamente - arrabbiati.
Quello che stiamo vedendo in questi giorni con la narrazione dei media sul conflitto israelo-palestinese ne è una prova. Come si fa a non essere arrabbiati di fronte a questa parzialità? Come si fa ad accettare la vendetta di Israele come normale, e poi chiedere agli altri di non serbare rancore?

Oggi ho messo l’ultimo sticker di TerminiTv, e con l’ultimo di 2000 sticker si chiude un ciclo, quello dell’improvvisazi...
15/10/2023

Oggi ho messo l’ultimo sticker di TerminiTv, e con l’ultimo di 2000 sticker si chiude un ciclo, quello dell’improvvisazione a tutti i costi, e si apre quello dell’esperienza, dell’organizzazione, ma speriamo sempre con la spontaneità e la libertà che ha caratterizzato questo progetto dall’inizio, grazie alle tante persone che vi hanno collaborato.
Stasera sarò di nuovo a Termini per la cena di - di certo non finisce l’impegno a Termini - e c’è una bella brace di ingredienti cotti a fuoco lento, che finalmente faranno un pasto completo per chi avrà fame di sapere cos’è successo in questi dieci anni di TerminiTv. Questo sarà un documentario per il quale sono stato quest’anno al Cairo, a Tunisi, e ora a Londra, una delle città più internazionali io abbia mai visto. Così vicina a noi, ci ha trascinato verso il globalismo economico, ma non ancora verso un multietnico efficiente, visto che non esistono soltanto le origini, ma soprattutto esistono le destinazioni. Come nel tabellone degli orari in stazione. Siamo venuti da 10 anni di video, e finiremo questo decennio con un lungometraggio, autoprodotto e libero, ma che avrà bisogno dell’aiuto delle tante persone che stimano questo progetto per poter essere distribuito e visto, offline, perché sono più importanti 50 persone in una stanza che 50.000 views su YouTube.
L’impegno è sempre stato mostrare che la nostra società è molto più variegata di quanto le ossessioni identitarie ci facciano pensare. Dopo dieci anni di ricerca, anche l’Italia è cambiata, e finalmente posso aggiungere all’identità ereditata dalla famiglia, quella dell’esperienza, dell’apprendimento, e quella generazionale, di chi ha visto le città cambiare, e ha cercato di documentare, ma anche intervenire, sempre dalla parte di chi ha un’identità complessa e non riesce a non essere ghettizzato per la propria origine - e classe sociale. L’appuntamento per festeggiare questo nuovo percorso è il 29 ottobre alle 18 a Termini, prima della nostra cena domenicale davanti alla stazione. Come ogni ottobre, diremo arrivederci all’ora legale, ai tardi tramonti estivi, e daremo il benvenuto a un autunno di riflessione e creazione

Ci ha lasciati Milko, il barbiere di strada a Termini. Una persona generosa, che non ha mai voluto mettersi in mostra e ...
31/07/2023

Ci ha lasciati Milko, il barbiere di strada a Termini. Una persona generosa, che non ha mai voluto mettersi in mostra e farsi bello del suo impegno. Quando lo sentivi arrivare con la sua bici, era come quando da bambini arrivava il gelataio. Grazie Milko per non esserti mai fatto strumentalizzare dai narratori del degrado, media e youtuber che hanno sempre cercato di filmarti, ma tu hai sempre rifiutato, per non essere manipolato. Довиждане 💔

È morto Marc Augé, conosciuto per la teoria del “non luogo” che sempre viene associata alle stazioni. “spazi anonimi, sp...
27/07/2023

È morto Marc Augé, conosciuto per la teoria del “non luogo” che sempre viene associata alle stazioni. “spazi anonimi, spersonalizzati, dove le persone transitano senza mai incontrarsi veramente, dove le relazioni sono momentanee e niente si ferma se non per il tempo di un passaggio”. Ecco, in questa descrizione c’è tutto il limite di una teoria: non poter prevedere e considerare L’imprevisto. Ad esempio, i senzatetto, o senzatutto come li chiamiamo a che intessono relazioni quotidiane e durature in luoghi che non sono solo di transito. Per questo sono sia “non luogo” che “iper luogo”, perché riescono a essere sia posto di transito che casa per chi trasforma un marciapiede nel suo pianerottolo, per chi trova nella stazione l’unico luogo di incontro. Una considerazione ulteriore sarebbe interessante da fare riguardo la presenza in questi luoghi di una sensazione di riparo dal “maltempo”, parola molto controversa in questo periodo. In stazione, in teoria, c’è sempre l’aria condizionata, e siamo protetti dalla pioggia - al netto dei fiumi in metro 😅. Le stazioni, come gli aeroporti, come i centri commerciali creano un mondo - che consuma e si consuma - in cui si sfugge al freddo e al caldo. Un luogo di riparo ultimo baluardo della città impenetrabile al cambiamento climatico. Per questo le scene dell’aeroporto in fiamme a Catania - come quelle dell’aeroporto di Fukushima anni fa - ci sorprendono. Questi sono luoghi che dovrebbero resistere a tutto, nel nostro immaginario antropocentrico. E intanto quante buste di monnezza escono da questi leviatani? Quanto greenwashing nei templi del consumo? Solo la consapevolezza che nel non luogo dei negozi, ci sarà sempre qualcun che cerca una conversazione, e che non ha i soldi per comprare niente - visti i prezzi sempre più alti in luoghi come stazioni e aeroporti. A differenza degli ultimi però, le stazioni sono spesso al centro, e quindi lo schiaffo del prezzo alto in mezzo alla città si nota di più 😅

Hanno ancora i loro vestiti - così sentono l’odore dei propri figli scomparsi. Hanno gli ultimi video e foto nel cellula...
04/07/2023

Hanno ancora i loro vestiti - così sentono l’odore dei propri figli scomparsi. Hanno gli ultimi video e foto nel cellulare, e messaggi dall’Italia, dove sono scomparsi, morti o in prigione. Spesso non sanno se i loro figli siano morti, oppure siano troppo imbarazzati per chiamare, perché sono finiti a essere “ghorba” anche loro. In questi giorni in cui migliaia di giovani protestano in Francia per la morte di un ragazzo, ormai in Tunisia è rimasto solo il pianto privato, l’ostinazione di madri e sorelle, mentre i fratellini degli scomparsi dormono, con un buco dentro al cuore, e quel mare davanti che ha inghiottito tanti loro fratelli.

Tutta Termini lo conosce come l’egiziano, anche se di egiziani che lavorano a   ce ne sono decine. Lui però, da anni, si...
16/06/2023

Tutta Termini lo conosce come l’egiziano, anche se di egiziani che lavorano a ce ne sono decine. Lui però, da anni, si è guadagnato la fiducia di centinaia di persone, di “senzatutto”, come li chiama, in uno dei suoi frequenti neologismi. è un sindaco di strada, se la politica fosse una cosa alta, un servizio per gli altri. E il fatto che ancora creda nella politica, nonostante il fallimento della rivoluzione in Egitto, e il muro di gomma in Italia, dimostra la sua grandezza. è nata grazie alla sua idea, ed è continuata soprattutto grazie al suo impegno. È venuto a Roma che conosceva poche persone, soprattutto giornalisti, ora lo riconoscono in tutta Roma est. Ma non fa like, non fa l’influenzer, e campa con due soldi, di cui immancabilmente almeno uno finisce per sfamare chi non ha nemmeno le tasche. Grazie sempre faraone 🫶🏽 Maaty è una delle voci che sentirete su “Ghorba”, di cui uscirà un mini doc a settembre. Foto di

08/06/2023

Cosa significa “tornare a casa”, quando non puoi tornare?
Dopo 10 anni di storie raccontate dal basso, a partire dalla stazione Termini di Roma, TerminiTv sta realizzando un documentario dal titolo “Ghorba”, che in arabo indica il senso di estraniamento di una persona lontana dalle proprie radici, da parenti, amici. È una parola, un’idea, che cercheremo di tradurre in immagini, in storie, grazie alla comunità nata con l’associazione Mama Termini, che ogni domenica serve una grande cena davanti alla stazione.
“Ghorba” sarà realizzato con il montaggio di Xavier Plágaro, spagnolo a lungo residente a Roma, e ora di ritorno a Madrid. Molte delle immagini sono state filmate da Ruben Lagattolla, di base a Bologna, ma anche lui con trascorsi romani.
Poi c’è la firma musicale di una serie di nuovi romani, soprattutto di origine tunisina, conosciuti tramite Thameur Jabberi e al Kif Kif bar, al Pigneto.
Musica originale e post-produzione audio prodotta da WeTune. Composizione di Afif Ben Fekih e Mubin Dunen. Scopri di più sul loro lavoro su www.WeTune.Art. ".
Romani e italiani di origine diversa, come anche Katrina Tan e Kandeesha (Ibtifada), che hanno disegnato la parola “Ghorba”, che speriamo possa diventare patrimonio comune di altre lingue oltre l’arabo.
Un grazie speciale va anche ad alcuni dei protagonisti del teaser, in particolare Maaty Elsandoubi, Mohamed Dihani e Ismail, di cui abbiamo inscenato un funerale simbolico. È lui che appare nel video, all’inizio più o meno in forma, e alla fine del video, pochi giorni prima di morire, a dicembre 2021.
La ricerca del luogo dove è sepolto sarà uno dei fili conduttori del cortometraggio, per il quale saremo in Tunisia tra pochi giorni.
Tutto è autofinanziato, realizzato con la passione di andare oltre l’ennesimo documentario di denuncia sociale. C’è bisogno di parlare in un modo nuovo di cosa significhi essere se stessi altrove.
Ognuno con la propria irriducibile identità, troppo spesso annacquata da nazionalismi e conformismi retorici.
“Ghorba” è frutto di incontri romani, di riflessioni comuni e di azione condivisa. Grazie a tutte le persone che in qualche modo hanno contribuito e contribuiranno. Un grazie particolare va a Imed Radhouani che per primo ha premuto l’acceleratore su questo progetto, un fiume carsico che si appresta a uscire nel mare magnum delle nostre bolle social.
Grazie شكرا 🫶🏽❤️‍🔥🏴‍☠️

Io mi fiderei solo di un sindaco che prende il bus notturno, perché lì c’è la realtà dei lavoratori sottopagati, dei pen...
26/05/2023

Io mi fiderei solo di un sindaco che prende il bus notturno, perché lì c’è la realtà dei lavoratori sottopagati, dei pendolari stanchi, di un’Italia multicolore che non trova spazio sui media o in politica.

Ogni volta che c’è un giubileo, rimettiamo in pratica il famoso detto del Gattopardo: cambiare tutto affinché non cambi ...
22/05/2023

Ogni volta che c’è un giubileo, rimettiamo in pratica il famoso detto del Gattopardo: cambiare tutto affinché non cambi niente, perché sono dei cambiamenti sempre in una direzione, rendere la città più fruibile per i turisti. però vive un imminente giubileo permanente, e infatti cambia sempre, e sempre nella stessa direzione: più servizi per i clienti, più ostacoli per chi non ha soldi per consumare. D’altronde si sa, Roma è la città delle transenne, dei lavori costanti, che chissà perché non migliorano la vita della comunità - con le dovute, poche eccezioni, come la metro c (dopo enormi ritardi) o il parco a ponte Marconi, uno dei pochi segnali positivi in questi anni a Roma. Per il resto, è tutta una gran preparazione per un evento effimero, e per un profitto costante dei grandi gruppi che smuovono il mondo, come a Termini appunto. Un microcosmo che mostra cosa significa globalizzazione nella concretezza di ogni giorno. Significa più negozi, più consumi (il 70% del pil americano viene dai consumi, per dire) e più marginalizzati a rovistare tra l’immondizia. E sono proprio questi ultimi a essere considerati un pericolo per la società? Cornuti e mazziati..

C’era una volta il cinema che portava masse di gente a Cinecittà per fare le comparse, la sera per vedere i divi a via V...
15/05/2023

C’era una volta il cinema che portava masse di gente a Cinecittà per fare le comparse, la sera per vedere i divi a via Veneto. C’era una volta il cinema quando ancora ricchi e poveri condividevano un marciapiede, qualche chiacchiera, un caffè. C’è ancora quel cinema? C’è qualcun capace di filmare in strada, di investire sulla gente della strada, capace di riportare il quotidiano al cinema? Il quotidiano di chi lotta ogni giorno, come Rita, una vita passata nei campi Rom, una vita fatta di sacrifici, di accrocchi e di acciacchi. Lei vorrebbe fare l’attrice, come altre persone a avrebbero il physique du role, ma l’unica parte che viene loro affibbiata - dalla società e di riflesso dalla maggioranza delle persone - è quella delle persone povere. Ci accontentiamo di così poco? Di relegare una persona alla propria origine? Alla propria disabilità? Come se non ci fosse null’altro nell’ identità di una persona. Questo è lo sforzo che facciamo da anni, vivere una stazione come un quartiere di chi non ha quartiere. E Rita, in quel quartiere, è quantomeno assessora 😜

Arnaldo vive in strada da una vita, e chi non lo conosce può pensare che sia cattivo. E invece è una delle persone più d...
10/05/2023

Arnaldo vive in strada da una vita, e chi non lo conosce può pensare che sia cattivo. E invece è una delle persone più dolci e rispettose a Termini, a parte per una certa sua propensione ad avercela con chi indossa divise e uniformi 😅 la settimana prossima esce una video intervista con lui, girata da Francesco Conte e Francesco Boscarol.

“Con tutti i problemi che abbiamo noi, mi spieghi perché non ti occupi di dietro casa tua, invece di andare a fare i via...
05/05/2023

“Con tutti i problemi che abbiamo noi, mi spieghi perché non ti occupi di dietro casa tua, invece di andare a fare i viaggi?” È proprio questo il punto, se uno non viaggia, non capisce i problemi di casa sua, perché non si vede dall’esterno. E infatti la classe politica si distingue sempre per un estremo provincialismo: devi restare a casa tua per coltivare l’elettorato, le famiglie, i clan che ti sorreggono al potere. La gente che viaggia, che sperimenta nuovi luoghi, lingue e culture, non conta mai niente nella politica, perché non rappresenta qualche territorio in particolare. I “cittadini del mondo”, cosiddetti, sono solo stranieri che si possono permettere di viaggiare, mentre gli altri muoiono in silenzio nei loro paesi, o cercando di scappare. Cosa fare quindi? Conoscere, conoscere, conoscere. Non prenderemo mai il potere, ma cerchiamo di non farci neanche prendere noi dal potere. L’unico potere che vogliamo è la libertà di movimento, l’unica arma, la curiosità.

Dal lutto sprigiona nuova crescita, scriveva Rilke, e così con questo funerale simbolico, salutiamo un’idea, per accogli...
26/04/2023

Dal lutto sprigiona nuova crescita, scriveva Rilke, e così con questo funerale simbolico, salutiamo un’idea, per accoglierne un’altra, forse più piccola, ma più concreta. Dal sogno della primavera araba, a un lungo autunno autoritario, prima in Egitto, ora anche in Tunisia. Ma molte persone ancora lottano, nel loro piccolo. La bara di cartone dedicata all’amico Ismail, e con lui a chi viaggia per migliorare la propria vita, si è sciolta in acqua al tramonto, e con essa omaggiamo il viaggio di chi è forzat a rischiare la vita per la propria libertà di movimento. Anche di questo parla “Ghorba”, presto il teaser 🎬

Il 25 aprile TerminiTv compie 8 anni, visto che il sito andò online il 25 aprile del 2015, grazie all’aiuto del creatore...
24/04/2023

Il 25 aprile TerminiTv compie 8 anni, visto che il sito andò online il 25 aprile del 2015, grazie all’aiuto del creatore del sito Emiliano Pecis. Sono passati anni, e non è diventato un progetto di successo, ma continua ancora.. come fa a continuare, visto che non ha supporto di istituzioni o di sponsor? Perché è frutto della libertà, della passione, e dell’amicizia. Grazie a tutte le persone che hanno contribuito in questi anni, e buon 25 aprile per tuttie ❤️‍🔥 in foto, un’immagine di Ghorba, un documentario che stiamo realizzando, sull’essere stranieri altrove, sul senso di solitudine e isolamento di chi viene visto solo per la sua presunta identità nazionale. I primi di maggio vedrete il teaser di Ghorba 🎥

“Ma non sarà un’altra cosa sui ‘barboni’ vero?” - chiedeva un’amica ieri -  “Non proprio, c’è anche una scena con uno st...
18/04/2023

“Ma non sarà un’altra cosa sui ‘barboni’ vero?” - chiedeva un’amica ieri - “Non proprio, c’è anche una scena con uno stupendo tramonto”. Ieri con Imed, e la sapiente mano di .lagattolla abbiamo fatto un funerale simbolico per Ismail, uno dei tanti che ha varcato il mare in cerca di un futuro, e invece si è ritrovato trascinato dalla corrente, fino alla morte, a Termini, dopo anni di tribolazioni. Ci sarà anche la sua storia nel documentario Ghorba, cui stanno contribuendo in modo diverso tante persone amiche di TerminiTv in questi anni, come Aldo Biazzetti, che ha costruito una bara di cartone per il funerale (grande scompiglio nel paese dove abbiamo girato, indovinate dov’è?). E poi un grazie a Lorenzo di Stalker che ci ha fatto conoscere Luca, che last minute è diventato un attore per noi. I primi di maggio uscirà un teaser del documentario, ma l’avventura è già iniziata. E continua ogni domenica a Termini con la cena di davanti alla stazione a Roma. Perché non siamo giornalisti che raccontano gli “ultimi”, siamo parte di una comunità, in cui ognun mette del suo per creare qualcosa di profondo e significativo, nel mare magnum delle notizie in scadenza.

Da anni Mohamed sta lottando per un popolo senza Stato, il suo popolo, quello   che se vi devo spiegare io cos’è, vuol d...
06/04/2023

Da anni Mohamed sta lottando per un popolo senza Stato, il suo popolo, quello che se vi devo spiegare io cos’è, vuol dire che già c’è un problema. Una storia legata al colonialismo non solo europeo, gli spagnoli, ma anche di Marocco e Mauritania. Per molti marocchini, i Saharawi sono marocchini, e questo non aiuta. Sono pochi, e sparpagliati per il mondo. Come Mohamed, che è a Roma, dopo anni di torture e rapimenti da parte dei servizi segreti di paesi molto influenti nelle politiche europee. La storia di Mohamed ci riguarda, perché in quello che dovrebbe essere il suo paese, ci sono anche aziende italiane, specialmente perché il Sahara Occidentale è ricco di fosfati. Che servono all’industria chimica europea. Mohamed sarà uno dei protagonisti di un documentario che stiamo realizzando, e che si chiama “Ghorba”. Se volete saperne di più, stay qua, che arriveranno novità. Intanto buona Pasqua per i cristiani, Ramadan Kareem per i musulmani, e buon ponte per chi segue un altro calendario. foto: Katrina Tan

Una persona in stazione è più piccola di una mattonella. A   ci sono centinaia di persone sole che vanno in stazione anc...
30/03/2023

Una persona in stazione è più piccola di una mattonella. A ci sono centinaia di persone sole che vanno in stazione anche solo per stare in un posto pulito e caldo. Sono i primi ad amare la stazione. Al netto dei matti che sbarellano e le guardie si nascondono per non intervenire. A c’è di tutto, come nella vita, stronz di ogni categoria, e persone carine, che in stazione trovano un palcoscenico, o almeno un foyer nell’interruzione di un nuovo spettacolo da cominciare. Perché c’è poesia nello stare in strada, c’è bellezza nel dolore, autenticità. Incredibilmente per molte persone, c’è anche chi in strada ci vuole restare.

Indirizzo

Piazza Dei Cinquecento
Rome

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La stazione Termini è il centro di Roma, l’unico luogo dove poter incontrare persone di tutti i tipi e le provenienze: dai pendolari ai migranti, da chi ha bisogno di aiuto, a chi va lì per offrirlo. A Termini è nata TerminiTV, ma da lì è partita per ogni luogo di passaggio o di transito dove.. sia reperibile il mondo, e noi con esso. I punti di transito sono i luoghi dove praticare la democrazia, non dove distruggerla, come tante istanze securitarie tendono a prescrivere.

How many times do you see somebody and wonder what story they have? We go up to them and ask. We interview people who live, work, transit by the main train station of Rome, one of the most crowded in Europe. Their stories help us reproduce the fabric of reality, made of memories, life episodes linked especially to traveling, migration and intimate experiences.


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