
07/01/2025
𝗜𝗟 𝗕𝗗𝗦𝗠, 𝗦𝗖𝗔𝗡𝗗𝗔𝗟𝗢 𝗗𝗜 𝗨𝗡𝗔 𝗡𝗔𝗥𝗥𝗔𝗧𝗜𝗩𝗔 𝗗'𝗔𝗠𝗢𝗥𝗘
𝐝𝐢 𝐄𝐝𝐢𝐥𝐛𝐞𝐫𝐭𝐨 𝐒𝐭𝐞𝐟𝐚𝐧𝐨 𝐒𝐚𝐜𝐜𝐡𝐢
𝐶𝑜𝑢𝑛𝑠𝑒𝑙𝑜𝑟 𝑎𝑑 𝑎𝑝𝑝𝑟𝑜𝑐𝑐𝑖𝑜 𝑝𝑙𝑢𝑟𝑎𝑙𝑖𝑠𝑡𝑖𝑐𝑜 𝑖𝑛𝑡𝑒𝑔𝑟𝑎𝑡𝑜, 𝑐𝑜𝑢𝑛𝑠𝑒𝑙𝑜𝑟 𝑎𝑧𝑖𝑒𝑛𝑑𝑎𝑙𝑒, 𝑎𝑔𝑒𝑣𝑜𝑙𝑎𝑡𝑜𝑟𝑒 𝐵𝐷𝑆𝑀 𝑒 𝑁𝑀𝐸 𝑓𝑟𝑖𝑒𝑛𝑑𝑙𝑦 (𝑅𝑜𝑚𝑎, 𝑡𝑒𝑙. 3926286649, 𝑠𝑎𝑐𝑐ℎ𝑖𝑒𝑑𝑖𝑙𝑏𝑒𝑟𝑡𝑜@𝑔𝑚𝑎𝑖𝑙.𝑐𝑜𝑚)
Le pratiche B**M, storicamente oggetto di censura e condanna sociale, hanno dovuto a lungo sopportare lo stigma dell’anormalità e dell’amoralità. Lussuriosi, lascivi, perversi, i praticanti hanno cominciato ad affermare la propria identità e a ribaltare questa narrazione solo negli ultimi decenni, partecipando e accompagnando importanti fenomeni di cambiamento sociale e culturale. Ma in che modo l’immaginario B**M è arrivato a rappresentare una minaccia culturale tale da essere estromesso dalla piena legittimità sociale, prima come peccato, poi come malattia? In questo breve articolo proveremo a ipotizzare una possibile chiave di lettura, facendoci ispirare da una celebre teoria esposta dell’antropologa Mary Douglas.
Le narrazioni cosmologiche, religiose, scientifiche e sociali tentano di spiegare la natura delle cose, difficilmente esauribile in un ordine elaborato secondo criteri univoci e inoppugnabili, al fine di renderla comprensibile, coerente e vivibile all’interno di un certo ordinamento culturale. Per farlo le società elaborano valori e categorie interpretative in base alle quali orientano i propri comportamenti e la propria esperienza del mondo. La studiosa britannica individua nella necessità di rapportarsi alle anomalie, che minano la sicurezza di una precisa visione del mondo, l’insorgere della percezione di pericolo e il dispiegamento dei fenomeni di tabuizzazione. Nell’Antico Testamento ad esempio, spiega Douglas, il concetto stesso di bene e santità appare legato, prima che a bontà, giustizia e onestà morale, all’idea di completezza, integrità, conformità alla classe prototipica, privo di mescolii con elementi contraddittori. In questo senso, la santità è perfezione: gli animali kasher, ovvero quelli ritenuti puri e commestibili dal Levitico, corrispondono di fatto alla forma prototipica delle specie relative ai diversi ambienti di riferimento, aria, acqua, terra: essendo animali terrestri puri solo i quadrupedi ruminanti, con lo zoccolo fesso, il maiale, che è sì un quadrupede dotato di zoccolo biforcuto, ma non è un ruminante, è considerato “taref”, “impuro”. La stessa parola “tebhel” (“mescolanza, confusione”) è stata spesso tradotta nei secoli come “perversione”: ogni tentativo di creare ordine è facilmente destinato a rimanere frustrato, generando elementi di disordine che verranno estromessi come sporchi e impuri.
Non sarà difficile, a questo punto, immaginare come l’imposizione di un preciso ordine all’erotismo, ai costumi sessuali, per non parlare delle distinzioni e delle prerogative di genere, sia inevitabilmente uno degli aspetti in cui la cultura si esprime e opera tenacemente. Nei rapporti fondati sullo scambio di potere, tuttavia, è presente un ulteriore elemento di potenziale destabilizzazione. Chi conosce questo mondo sa bene come ciò che viene “messo in discussione” nel B**M non siano le emozioni o i sentimenti, né tantomeno le spinte motivazionali (la seduzione, il piacere reciproco, l’amore stesso) o i valori di cura e rispetto alla base di ogni altro genere di rapporto; ciò che le relazioni fondate sullo scambio di potere rielaborano e, in qualche modo, “tradiscono” sono le cornici prototipiche attraverso cui le spinte e i bisogni erotico-affettivi vengono intesi, espressi e soddisfatti.
Nel B**M i confini tra dolore e piacere, tra libertà e privazione, pur restando ben chiari sul piano cognitivo, sembrano confrontarsi e rimodularsi nell’esperienza del corpo, dell’immaginazione e dei sensi, per dare vita a una relazione in cui vengono sovvertite alcune associazioni comuni, sia in relazione alla sfera erotica che a quella affettiva, come accoglienza/carezza, desiderio/soddisfazione, amore/tenerezza, intimità/vicinanza, rispetto/gentilezza. Valori come il potere, la gerarchia, l’autorità, la stessa aggressività, vengono insieme rinforzati e celebrati, fino all’estremo, mentre implicitamente soddisfano bisogni fondamentali dell’intimità, quali il sentirsi accolti, il riconoscimento di sé, la possibilità di abbandonarsi all’altro, sublimandosi entrambi, i primi nella sostanza, i secondi nella forma: il dominio, infliggendo pena, accoglie; l’autorità padronale, imponendo la sua volontà, riconosce la presenza dell’altro; la gerarchia dei ruoli, nella sua inflessibilità, diventa occasione di abbandono al partner; la privazione, anche reiterata e prolungata, soddisfa.
Proviamo a fare un esempio. Una delle associazioni che lo scambio di potere sembra rivisitare, rispetto all’immaginario erotico-affettivo tradizionale, è quella che lega l’intimità alla vicinanza. Ebbene, nell’esperienza B**M, è proprio il suo opposto, la lontananza, tra le posizioni (schiavo/padrone, sottomesso/dominatore, torturato/torturatore) e talvolta tra i corpi (come avviene ad esempio nel bo***ge), che sembra aprire spazio all’intimità: gli amanti, lontani nei ruoli o nel contatto, vivono la profondità del proprio cercarsi e incontrarsi attraverso la complicità mentale che sottende il loro gioco. L’immaginario, la rappresentazione di un confine netto, l’accordo partecipe dominano l’esperienza e definiscono qualità dello scambio e piacere dei corpi.
Ciò che il B**M mette in discussione in sostanza non è solo la forma dell’amore, è la sua stessa narrazione, ponendolo in costante rapporto dialettico con la dinamica di potere. E cosa, pensandoci bene, può essere più pericoloso ed eversivo della ridiscussione di un sentimento tra i più potenti e carismatici nella vita di ciascuno?
𝐓𝐮𝐭𝐭𝐢 𝐠𝐥𝐢 𝐚𝐫𝐭𝐢𝐜𝐨𝐥𝐢 𝐝𝐢 𝐀𝐒𝐏𝐈𝐂 𝐑𝐞𝐈𝐍: https://www.facebook.com/1142051912985133/posts/1801135857076732/