21/01/2024
Salvo Pogliese, 51 anni, è attualmente Senatore di Fratelli d’Italia per la XIX Legislatura, mentre sino al...
Giornale socialista
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Rome
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Il socialismo è una corrente di pensiero legata ai movimenti politici che, a partire dal XIX secolo, lottarono per modificare la vita sociale ed economica delle classi meno abbienti e in particolare del proletariato. Il movimento operaio da cui scaturì il socialismo pose per la prima volta il problema della giustizia sociale. In una prospettiva di analisi teorica storica, quindi, mentre si vede il periodo feudale come caratterizzato dal predominio dell’aristocrazia e del clero, e il periodo post-rivoluzioni francese ed americana come caratterizzato dall’ascesa al potere sociale della borghesia (e quindi del liberalismo e del capitalismo), il socialismo dovrebbe essere lo stadio successivo, caratterizzato dal predominio delle classi popolari che detengono il potere economico e asserviscono, o addirittura annullano, lo Stato.
Henri de Saint-Simon, considerato il fondatore del socialismo francese delle origini, o sansimonismo. Partecipò alla guerra d’indipendenza americana, combattendo agli ordini di La Fayette. Il socialismo si oppone inizialmente al liberalismo classico, che postula il liberismo in economia, chiedendo invece la nazionalizzazione o la socializzazione di tutte o parte delle attività economiche e dei mezzi di produzione. Il criterio economico socialista di gestione delle risorse e di produzione non è quello del profitto individuale ma quello della ricerca del bene comune collettivo. Il socialismo contesta inoltre l’idea delle neutralità delle istituzioni statali rispetto alla lotta di classe e si batte per un mutamento del ruolo dello Stato o, addirittura, nelle versione avanzata dall’anarchismo, per la sua eliminazione.
Sul piano internazionale il movimento socialista nasce come un movimento favorevole all’autodeterminazione dei popoli, contrapponendosi al nazionalismo e all’imperialismo occidentali. Nell’ala riformista e della socialdemocrazia la linea politica è spesso pacifista, mentre storicamente i socialisti rivoluzionari hanno auspicato una rivoluzione violenta. Nella prassi tuttavia, soprattutto durante il periodo della prima guerra mondiale, molti partiti socialisti o correnti di essi finiscono per abbandonare il pacifismo e l’internazionalismo, appoggiando le imprese belliche dei loro paesi con motivazioni patriottiche. Un esempio è il nazionalismo dell’Unione Sovietica che scaturì dalla politica di Stalin del Socialismo in un solo paese prima e dalla Grande Guerra Patriottica poi (anche se per i più ortodossi ciò che si instaurò nella Russia post-rivoluzionaria non si può definire esattamente “socialismo”).
Partiti e movimenti estremamente diversi fra loro si sono definiti socialisti: molti di essi sopravvivono ancora oggi e formano una delle più importanti correnti politiche in Europa, nonché la principale componente della sinistra europea, con la definizione di socialdemocrazia. Il movimento socialista conosce numerosissime scissioni, accuse reciproche di aver tradito gli ideali originari asservendosi allo Stato borghese, ecc. La scissione più importante è probabilmente quella verificatasi all’indomani della rivoluzione d’ottobre, che vede una larga fetta della sinistra dei partiti socialisti staccarsi e scegliere la denominazione comunista, già utilizzata in passato da alcuni teorici socialisti come Karl Marx. Per informazioni sul comunismo e su altre particolari correnti del socialismo si rimanda alle pagine relative, così come per l’illustrazione dettagliata delle dottrine dei vari pensatori socialisti.