Il Fuori Coro - Caduti della Polizia Locale

Il Fuori Coro - Caduti della Polizia Locale Il Fuori Coro nasce dall'unione spontanea di colleghi appartenenti alla Polizia Locale di vari Comuni

CARMINE GUZZOCOSENZA17-12-2024      17-01-2025Oggi ricorre il trigesimo della scomparsa improvvisa di Carmine Guzzo.Iniz...
22/01/2025

CARMINE GUZZO
COSENZA
17-12-2024 17-01-2025

Oggi ricorre il trigesimo della scomparsa improvvisa di Carmine Guzzo.
Inizio servizio di una giornata come le altre. Il Luogotente Carmine Guzzo e’ in servizio presso il Comando quando viene colto da malore . A nulla sono valsi i tentativi di rianimarlo da parte, prima dei colleghi e poi dai soccorsi intervenuti sul posto. Profonda commozione ha destato la sua precoce morte. Vari attestati di stima sono giunti a ricordare il collega.
"Un gran lavoratore, una persona perbene, ben voluta da tutti, dalla grande disponibilità e sempre sorridente. Carmine (Michele) Guzzo – ha detto il primo cittadino- è stato un uomo pieno di grandi attenzioni sia nei confronti della famiglia – è stato padre e marito esemplare – ma anche verso i colleghi, nei confronti dei quali era di una generosità infinita”.
l cordoglio del Presidente del Consiglio comunale Giuseppe Mazzuca :
“Esprimo, a nome di tutto il Consiglio comunale, i sentimenti del più profondo cordoglio per la scomparsa del luogotenente della Polizia Municipale Carmine Guzzo, uomo di grandi virtù e di particolare attaccamento alla famiglia e al lavoro”.
La notizia della sua scomparsa ha scosso profondamente tutta la famiglia del Comune di Cosenza, i colleghi del suo ufficio e tutti gli appartenenti al Corpo della Polizia Municipale.
La memoria è un pezzo di storia e per questo è un onore per noi mantenerla sempre viva. Colleghi come lui, meritano di entrare a far parte della Memoria Storica degli appartenenti alla Polizia Locale di tutt'Italia perché rappresentano motivo di orgoglio per la Polizia Locale di Cosenza e per tutti noi.
ONORE A CARMINE GUZZO
ONORE AI CADUTI DELLA POLIZIA LOCALE
IL FUORI CORO

PAOLO RUGGERI – PADERNO DUGNANO (MI)22 gennaio 1977 – 22 gennaio 2025È sabato 22 gennaio 1977, manca poco alle 20:00, or...
22/01/2025

PAOLO RUGGERI – PADERNO DUGNANO (MI)
22 gennaio 1977 – 22 gennaio 2025
È sabato 22 gennaio 1977, manca poco alle 20:00, ora in cui Paolo Ruggeri inizierà a lavorare. Paolo ha 47 anni, viene dalla polizia di stato e da 14 anni è nella polizia locale di Paderno Dugnano, un comune a nord di Milano.
È in divisa, saluta moglie e figli e si avvia a piedi verso Viale della Repubblica dove deve passare a prenderlo il pulmino del Comando. In quel momento sopraggiunge a forte velocità una BMW grigia metallizzata che frena bruscamente davanti a lui; dal finestrino spunta un mitra e partono due raffiche. Ben otto colpi raggiungono Paolo che muore sul colpo, senza nemmeno il tempo di provare ad estrarre la pi***la d’ordinanza. I posti di blocco istituiti subito dopo in tutta la Brianza non riescono a intercettare l'auto. I colpevoli di questo efferato delitto non sono mai stati trovati e il caso è stato archiviato senza che nessuno abbia pagato per la sua morte. Una brutale esecuzione dal movente ancora oggi sconosciuto.
Da un articolo del 2009 abbiamo appreso che furono i colleghi di Paolo ad organizzare i funerali e pagarne le spese, gli stessi che ancora lo ricordano e che lamentano il fatto che negli anni non ci sia stato alcun riconoscimento ufficiale, né da parte dell’amministrazione comunale né da parte di altra istituzione, né sia mai stato fatto niente in memoria di Paolo.
I colleghi lo ricordano come “un incorruttibile”, pronto a rischiare la vita per far rispettare la legge. Chiedono che Paolo non sia dimenticato. Vero è che il ricordo di un uomo che si è impegnato per la sua città rimane nel cuore di chi l’ha conosciuto e condividerlo potrebbe essere d’esempio. Lo merita Paolo Ruggeri, lo merita la sua famiglia. A distanza di 48 anni lo meriterebbe anche la sua città.
La memoria è un pezzo di storia e per questo è un onore per noi mantenerla sempre viva.
Personaggi di questo spessore morale e professionale meritano di entrare a far parte della Memoria Storica degli appartenenti alla Polizia Locale di tutta Italia perché rappresentano motivo di orgoglio per la Polizia Locale di Paderno Dugnano e per tutti noi.
ONORE A PAOLO RUGGERI!
ONORE AI CADUTI DELLA POLIZIA LOCALE!
Il Fuori Coro

OVUNQUE PROTEGGICIS. Sebastiano, nostro protettore e patrono, comandante della legione e protezione della città e dei su...
20/01/2025

OVUNQUE PROTEGGICI
S. Sebastiano, nostro protettore e patrono, comandante della legione e protezione della città e dei suoi abitanti, tu che spinto da una forza superiore e sostenuto da una incrollabile fede hai protetto chi si affidava a te e ti accordava fiducia, concedi a noi tutti la tua stessa determinata volontà di portare ausilio ai bisognosi, sicurezza ai timorosi e serenità agli sfiduciati.
Concedi a noi tuoi epigoni la potenza della legge e la forza di un ideale che hai sostenuto con tutto te stesso,
concedici la stessa forza e perseveranza proprie della tua carica e della tua stessa indole ed ovunque proteggici.
Proteggici S. Sebastiano, proteggi noi e le nostre famiglie, concedici un'agile mente per capire e prevenire, un forte braccio per intervenire e difendere ed un forte volere per non recedere mai dai nostri intenti.
Proteggici patrono nostro, proteggi i tuoi soldati che eredi delle tue coorti ti invocano ed in te confidano. Ovunque, proteggici.
❤️

MICHELE BOVA – ROMA20 gennaio 1954 – 20 gennaio 2025È la notte di mercoledì 20 gennaio 1954, notte fonda, quando Michele...
20/01/2025

MICHELE BOVA – ROMA
20 gennaio 1954 – 20 gennaio 2025
È la notte di mercoledì 20 gennaio 1954, notte fonda, quando Michele Bova, vigile urbano 36enne originario di Guardavalle, paese in provincia di Catanzaro, ma in servizio a Roma, dove vive col fratello, mentre si trova a due passi da casa sua, a Piazza Vittorio, vede arrivare a f***e velocità un’auto di grossa cilindrata. Pur essendo in borghese e fuori servizio non esita a porsi in mezzo alla strada e gli intima l’alt. Ma chi è alla guida è un delinquente, quella macchina l’ha rubata, e non ha nessuna intenzione di fermarsi, per cui investe in pieno Michele, trascinandolo per una trentina di metri e lasciando il suo corpo straziato, senza vita, sull’asfalto, in una pozza di sangue. Alcuni passanti cercano di soccorrerlo, ma nulla possono. L’urto causa la perdita di controllo del veicolo, costretto a fermarsi. Il passeggero ne approfitta per scendere e scappare a piedi, mentre il conducente riprende la sua f***e corsa e si dilegua.
Tutto era iniziato una manciata di minuti prima a Piazza dei Cinquecento, quando l’addetto al parcheggio ACI aveva notato un’auto ferma con a bordo due persone sospette. L’aveva quindi segnalata ai poliziotti in bicicletta in servizio di pattugliamento che passano poco dopo. Gli agenti si avvicinano, i due all’interno se ne avvedono e si allontanano a forte velocità. Impossibile ipotizzare un inseguimento a bordo della bicicletta, per cui fermano una macchina di passaggio, il cui conducente si mette a disposizione, e insieme a uno dei due poliziotti si pone all’inseguimento.
Inseguimento che si rivela problematico sia per il vantaggio dei fuggitivi sia perché la macchina inseguitrice è meno potente. Arrivano quindi a Piazza Vittorio, dove la tragedia si è appena consumata. Dopo aver appurato che per Michele non c’è ormai più nulla da fare, aver sentito i testimoni, e aver avvisato la questura, il poliziotto insieme al suo “autista” riprende l’inseguimento alla ricerca della macchina fuggiasca. Dopo aver acquisito informazioni strada facendo, il veicolo viene rintracciato alla borgata Gordiani, dove era stato abbandonato. All’interno viene rinvenuta della refurtiva, restituita poi ai legittimi proprietari, e anche il veicolo risulta essere stato rubato qualche giorno prima.
La notizia della tragica fine di Michele Bova suscita ovunque vivissima impressione. La camera ardente, per disposizione della Giunta Comunale, viene allestita nella sede del Comando generale dei Vigili Urbani in Via della Consolazione, dove viene piantonata dai colleghi in alta uniforme. La prima persona a visitare la salma del povero Michele è la madre, arrivata da Guardavalle subito dopo la tragedia, accompagnata dai figli, dalla fidanzata di Michele e dal Sindaco del paese; si sussegue per tutta la giornata un vero pellegrinaggio da parte dei vigili urbani, delle rappresentanze dei corpi delle polizie della capitale e da una folla di cittadini.
Anche il Sindaco di Roma, Salvatore Rebecchini, si reca a rendere omaggio alla salma del valoroso vigile, unitamente ai componenti della Giunta. Nell’occasione comunica che i funerali si svolgeranno in forma solenne, a spese del Comune. È questo un doveroso atto di omaggio che l’Amministrazione capitolina rende ad un componente del Corpo dei Vigili Urbani vittima della protervia di due malviventi che, per sfuggire ad una macchina che li inseguiva con a bordo gli agenti, non hanno esitato a sacrificare il Bova che, attratto dall’ululato del clacson della macchina inseguitrice si era posto in mezzo alla strada nell’audace tentativo di costringere il veicolo a fermarsi, dimostrando spirito di abnegazione e di sacrificio.
Il funerale si svolge il venerdì mattina. Il feretro, portato a spalla da sei vigili in alta uniforme, viene deposto sul carro funebre. Si forma quindi il corteo, aperto dalle numerose corone di fiori offerte dal Comune di Roma, dal Comando dei Vigili, dalle varie ripartizioni, nonché dai parenti e da enti pubblici e privati. Seguono un plotone di carabinieri, uno di agenti di PS e una compagnia di vigili urbani, quindi il clero e il carro funebre, attorniato da due agenti di PS e da quattro vigili in alta uniforme. Dietro il carro i familiari di Michele; in seconda fila numerose autorità, tra cui il Sindaco di Roma e il Sindaco di Guardavalle. Il mesto corteo, chiuso da una folla numerosa, percorre Via dei Fienili e raggiunge la Chiesa della Consolazione, dove viene celebrato l’ufficio funebre. All’uscita della chiesa viene esaltato il sacrificio di Michele, caduto nell’adempimento del dovere. Il feretro verrà poi tumulato nel paese natio. Non sappiamo se, nonostante le indagini serrate della polizia, gli assassini di Michele siano poi stati arrestati, e abbiano pagato per le loro colpe.
La memoria è un pezzo di storia e per questo è un onore per noi mantenerla sempre viva.
Personaggi di questo spessore morale e professionale meritano di entrare a far parte della Memoria Storica degli appartenenti alla Polizia Locale di tutta Italia perché rappresentano motivo di orgoglio per la Polizia Locale di Roma e per tutti noi.
ONORE A MICHELE BOVA
ONORE AI CADUTI DELLA POLIZIA LOCALE!
Il Fuori Coro

MICHELE LIGUORI - ACERRA (NA)19 gennaio 2014 – 19 gennaio 2025Ricorre oggi l’undicesimo anniversario della morte del col...
19/01/2025

MICHELE LIGUORI - ACERRA (NA)

19 gennaio 2014 – 19 gennaio 2025

Ricorre oggi l’undicesimo anniversario della morte del collega Michele Liguori della Polizia Locale di Acerra.
Michele è un eroe del nostro tempo, un moderno Don Chisciotte, un uomo mite ma dalla forte tempra e dalla risoluta volontà di adempiere al proprio dovere. Un integerrimo collega che ha anteposto l'amore per il suo lavoro e per la sua terra martoriata, alla sua salute ed integrità fisica.
Michele, la “sentinella dell’ambiente” come lo chiamavano, è diventato il simbolo della lotta contro lo sversamento dei rifiuti, le ecomafie ed il business delle discariche abusive, nella città della Campania diventata la capitale della Terra dei Fuochi. Era un uomo scomodo Michele, inviso ai clan che mal lo tolleravano e che lo ostacolavano nella sua attività investigativa; tanto scomodo che perfino nell'apparato burocratico c'era chi non apprezzava le sue doti e la sua abnegazione. La “sentinella troppo zelante” che eccedeva nel fare il proprio dovere nonostante fosse isolato dai più, respirando miasmi mefitici e letali, caparbiamente ha proseguito la sua strada che lo ha condotto alla sua triste e dolorosa fine. “Lui non ha mai offerto coperture” ha dichiarato il pentito Pasquale Di Fiore. Per sette anni è andato a scrutare le campagne brulle, i terreni invasi dalle sterpaglie e le discariche camuffate per segnalare, indagare e sequestrare. Conosceva ogni centimetro quadrato dell'area ammorbata dai fumi densi e scuri che si levavano come colonne al cielo. La sua è stata un'azione di contrasto senza tregua; andava avanti, perché quello era il suo dovere di uomo che ogni mattina si svegliava ed indossava una divisa. Michele era l'unico componente del nucleo ambientale del Comando della Polizia Locale di Acerra e grazie a lui, erano state scoperte decine e decine di discariche a cielo aperto sul territorio, colme di qualsiasi tipo di rifiuto: camion di veleni e fossi riempiti con amianto, scarti della concia delle pelli, coloranti e detriti tossici vari. Roba che ti divora il corpo.
Questo era il teatro operativo di Michele, ucciso non da un mitra, ma da un'arma della camorra ancora più potente e letale: i rifiuti.

La moglie Maria, che lo ha assistito fino all'ultimo, ricorda uno dei suoi tanti giorni di lavoro: "Un giorno è tornato con le suole che si squagliavano sul pavimento della cucina, non so dove avesse camminato, ma le scarpe erano letteralmente in decomposizione. Un’altra volta ha perso la voce all’improvviso. Certe notti lo annusavo sconcertata, trasudava odore chimico, puzzava di pneumatici bruciati. Fuori servizio prendeva la macchina e di notte, usciva seguendo quelle strisce di morte alte nel cielo, cercando di portare avanti la sua piccola guerra contro il male. I vestiti si bruciavano, la pelle giorno dopo giorno diventava gialla.”

Michele Liguori è morto a 59 anni per due forme cancerogene alle vie biliari e alla colecisti, riscontrategli pochi mesi prima. Nel sangue di Liguori i medici hanno trovato diossina e ritardante di fiamma, una componente usata nelle vernici dei mobili e riscontrata nel sangue di molti cittadini che vivono a ridosso della ormai tristemente nota “Terra dei Fuochi”; hanno trovato quei veleni che con tanta abnegazione, giorno dopo giorno, Michele aveva cercato, raccolto, campionato e fatto analizzare.
Anche quando ha scoperto di essere condannato a morte certa, Michele non ha smesso mai di lottare: cercava soprattutto i ragazzi, i più giovani, instancabilmente, per insegnare loro l'importanza di difendere la propria terra, quella stessa terra che lui aveva ereditato dai suoi genitori e che si vergognava di lasciare così com'era, stuprata e moribonda, a suo figlio. “Questa è la terra di mio padre e di mio figlio” diceva “non potevo far finta di non vedere. A me i vigliacchi non sono mai piaciuti”.

A marzo del 2015 l’INAIL ha riconosciuto il nesso causale fra i due tumori che hanno ucciso Michele Liguori e la sua attività lavorativa, ammettendo che si è trattato di malattia professionale. Colpa della diossina, PCB 118 e PCB 126. Con il riconoscimento della malattia professionale l'INAIL, ha confermato pertanto l’esistenza di un legame tra la grave forma di tumore e il rischio ambientale. "È un'amara vittoria, nessuno ci restituirà mio padre, ma almeno gli è stata resa giustizia. È stato riconosciuto il suo operato, il suo lavoro che lo ha portato a sacrificare la sua vita e a perdere i suoi affetti" ha spiegato con composta amarezza il figlio Emiliano.

In occasione del quarto anno dalla morte di Michele Liguori, 19 gennaio 2018, il Fuori Coro ha ritenuto importante organizzare ad Acerra, una Commemorazione ufficiale per rendere giustizia ed onore a questo eccezionale collega, al suo operato ed al suo sacrificio. Acerra quel giorno, era gremita di uomini in divisa, di autorità cittadine di rappresentanti dello Stato e delle istituzioni, di tanti famigliari ed amici di Michele ma anche di tanta gente comune, cittadini di Nola e del contorno. La folla, i colleghi con i gonfaloni dei vari Comuni presenti, i palloncini bianchi lasciti librare in cielo, uno striscione dedicato alla figura di Michele ed il tricolore italiano con sovrimpresso il Pegaso simbolo della Polizia Locale d'Italia, hanno fatto da degno scenario ad una toccante cerimonia in Chiesa e ad una non meno commovente omelia da parte del Vescovo Mons. Di Donna che ha condannato apertamente tutti coloro che hanno violentato ed avvelenato il territorio acerrano ricordando però anche come Michele sia stato lasciato solo a condurre questa guerra impari contro le ecomafie.
A concludere una giornata di grandi sentimenti e commozione, la notizia che il Comune di Nola, l'anno successivo, avrebbe intitolato la sede del proprio Comando di Polizia Locale proprio a Michele Liguori. Ed ogni promessa è debito come recita una famosissima locuzione perché ad esattamente a distanza di un anno, il 19 gennaio 2019, al Comando di Polizia Locale di Nola è stata apposta la targa che, portando il nome del nostro collega Caduto sul campo del Dovere, ne perpetuerà il ricordo e il sacrificio. Infaticabili promotori di questa iniziativa il comandante della Polizia Locale nolana, Luigi Maiello ed il commissario straordinario del Comune di Nola Anna Manganelli.
Anche in questa occasione, la presenza del Fuori Coro è stata massiccia come la presenza delle più alte cariche dello Stato e delle istituzioni civili e militari. Molto apprezzata e sentita, la presenza del Ministro Costa che in maniera composta ma molto commossa, ha reso gli onori a Michele ed all'alto valore simbolico del lavoro di quest'ultimo. Una partecipazione quella del Ministro Costa che va aldilà della semplice figura istituzionale avendo questi, conosciuto personalmente ed apprezzato l'uomo e l'Agente Michele Liguori.
Il Ministro Costa, dunque, affiancato da Onorevoli e Senatori della Repubblica, uomini e donne della Polizia Locale italiana e tanta, tantissima gente presente, ha fatto sì che questa cerimonia fosse commovente e carica di pathos per la quale il Fuori Coro ha avuto una parte attiva fondamentale con i suoi rappresentanti sempre in prima linea e giunti da ogni parte d’Italia per suggellare quei vincoli di sangue e di amicizia che ci uniscono e che ci rappresentano nell’uniforme che indossiamo con dignità tutti i giorni.
A Nola abbiamo portato il nostro cuore e la solida e gioiosa commozione che caratterizza certi importantissimi eventi. A Nola siamo intervenuti per abbracciare e stringere a noi Maria ed Emiliano, moglie e figlio di Michele con i quali, in questi ultimi anni, abbiamo cementato amicizia ed affetto, le imprescindibili doti che contraddistinguono una vera e grande famiglia quale è la nostra, la famiglia Fuori Coro.

Michele Liguori nel 2018, non senza fatica e grazie anche al Fuori Coro ed all'avvocato Guerra del Foro di Roma, è stato riconosciuto Vittima del Dovere e questo a maggior gloria del suo nome e per la sua famiglia che ha visto riconosciuto il valore di questo uomo di forti ed assoluti principi, al quale sono stati dedicati articoli, libri, poesie ed anche un breve documentario dove vengono esaltati l'amore per la terra e per il lavoro da parte di un uomo che ha compiuto il proprio Dovere in silenzio e con un raro spirito di sacrificio. Un’esistenza vissuta con il rigore ed il cuore di chi affronta la quotidianità con una moralità sempre più rara. Sono già 11 anni che Michele ci ha lasciato ma il suo esempio, il suo monito e la sua presenza, sono più forti che mai.
Michele Liguori, un uomo, un eroe il cui sacrificio viene riconosciuto da istituzioni politiche e da uomini dello Stato come l'ex Ministro Costa che a Roma, ha insignito Michele Liguori di un attestato di benemerenza e con la medaglia d'oro del Ministero dell'ambiente e come Pomigliano D'Arco che ha voluto ricordare Michele Liguori con la proiezione di un documentario titolato “Veleno: non potevo far finta di niente”, docufilm che descrive e denuncia il difficile lavoro di Liguori lasciato solo a combattere una battaglia difficile e mortale, osteggiato e dileggiato da chi invece avrebbe dovuto sostenerlo ed appoggiarlo, come raccontato da Alessandro Cannavacciuolo, ecologista che ha raccolto il testimone lasciato da Michele e come evidenziato e ribadito da Biagio Chiariello, comandante della polizia municipale di Arzano, sotto scorta per le minacce subite dalla camorra, da Alessandra Cioffi, poliziotto municipale e sindacalista della Cigl Funzione Pubblica e da Luigi Maiello, comandante della municipale di Pomigliano che ha messo in evidenza come sia difficile anche soltanto provare a ricordare Michele Liguori ed il suo eroico sacrificio; un sacrificio che però verrà continuato ad essere ricordato per fare si che le coscienze si smuovano e gli occhi si aprano davanti a cotanto scempio e delitto per l'ambiente e per tutti coloro che vivono e lavorano nella cosī tristemente detta "Terra dei fuochi".
Grazie Michele!

A ricordo il giorno 19 gennaio sara’ celebrata una messa da Don Maurizio Patriciello alle ore 10 nella chiesa di San Paolo Apostolo a Caivano

La memoria è un pezzo di storia e per questo è un onore per noi mantenerla sempre viva. Personaggi di questo spessore morale e professionale meritano di entrare a far parte della Memoria Storica degli appartenenti alla Polizia Locale di tutt’Italia, perché rappresentano motivo di orgoglio per la Polizia Municipale di Acerra e per tutti noi.

ONORE A MICHELE LIGUORI!

ONORE A TUTTI I CADUTI DELLA POLIZIA LOCALE!

Il Fuori Coro

NICOLÒ SAVARINO12 gennaio 2012 - 12 gennaio 2025NICOLÒ SAVARINO, PRESENTE!Sono trascorsi 13 anni da quella tragica giorn...
12/01/2025

NICOLÒ SAVARINO

12 gennaio 2012 - 12 gennaio 2025

NICOLÒ SAVARINO, PRESENTE!

Sono trascorsi 13 anni da quella tragica giornata, quando il lavoro, la vita ed i sogni di Nicolò Savarino, Agente di Polizia Locale del Comune di Milano, sono stati spazzati via. Milano, 12.02.2012 zona Bovisa, una zona ed un giorno che al di là della toponomastica e dei lunari, saranno ricordati come il momento ed il luogo dell'orrore, del disprezzo e del rifiuto di ogni valore morale ed etico e di ogni umanità. Una morte, quella del collega Nicolò Savarino che puntualmente, ad ogni ricorrenza, porta con sé quegli interrogativi da sempre inevasi e quel senso di rabbia impotente e muta perché troppe parole sono state spese ma poche di queste, hanno saputo rendere giustizia a questo ragazzo figlio della terra di Sicilia e fiero di essere un Agente della Polizia Locale meneghina, travolto intenzionalmente da un rom che alla guida di un suv, dopo averlo colpito, ha ingranato poi la retromarcia per travolgerlo nuovamente, uccidendolo sul colpo e trascinandone il corpo per più di 200 metri. Una tragedia efferata e brutale che ha visto l'autore di tanto delitto darsi alla fuga per poi essere, in Ungheria arrestato ed estradato in Italia. Un rom giovanissimo, minorenne, al momento del delitto, fatto questo che nel tempo, tra appelli, revisioni, concessioni di attenuanti e vari appigli legali e pandette, ha drasticamente ridotto la pena a questo inqualificabile individuo, beneficiato da un sistema giudiziario, proprio lui che di pietà per il collega Savarino non ne ha avuta per niente. Non c'è stata giustizia per Nicolò Savarino un poliziotto locale che tutti ricordano per essere sempre stato buono, disponibile e dal temperamento molto calmo; un collega posato, corretto, competente e riservato al punto da nascondere ai più, il suo impegno nel sociale in attività di volontariato in favore dei disabili. Una persona splendida e stimata da tutti coloro che hanno avuto il privilegio di conoscerne il carattere e la professionalità e che dopo 13 anni e sentenze discutibili, hanno soltanto potuto masticare sgomento e rabbia. Una storia che vede coinvolto anche un complice nei confronti del quale la macchina giudiziaria si è espressa alimentando perplessità e delusione tra i parenti, gli amici ed i colleghi di Nicolò. Ma la Legge è Legge e non saremo certo noi con la nostra dialettica spicciola ad alimentare pregiudizi nei confronti della Legge stessa ma se in dialettica il pregiudizio non è una posizione legittima, legittimo è però il dubbio ed in merito al "caso" Savarino, al di là di ogni triste ricordo, di ogni delusione e di ogni muta rabbia, il dubbio resta, anzi, restano i tanti dubbi che ognuno di noi, ogni Agente, sa cercare e trovare in questa tragedia che ogni anno si perpetua nei ricordi e nel cuore di tutti coloro legati per tanti aspetti a Nicolò. Ed i dubbi, nel tempo, non sono andati scemando, non si sono sopiti così come non sì è sopito il dolore ed il ricordo di questo collega assassinato, ma anzi si rinnova con la lettura dell'ultima sentenza che assolve il complice che quel maledetto giorno, era in compagnia del rom che ha travolto Nicolò. Legge è Legge, come abbiamo già avuto modo di dire ma, quando questa è messa in discussione dal dubbio, allora la sfiducia, conduce alla rassegnazione e la rassegnazione, quando si indossa una divisa e si opera sulla strada e tra la gente , non è il miglior viatico come la vicenda Savarino insegna. Nicolò Savarino, Vittima del Dovere, lascia un vuoto in ogni cittadino onesto che crede nella legalità e nelle ragioni della convivenza pacifica e civile, in tutti noi suoi colleghi, ma in particolare nei suoi cari che tutti gli anni ed anche quest'anno, si troveranno nel parco di Via Livigno 9 a Nicolò dedicato, ricordano con una sentita e partecipata cerimonia, la sua scomparsa. Chi potrà partecipare, voglia portare un forte abbraccio anche da parte di coloro che saranno impossibilitati a farlo; un abbraccio che anche se virtuale, sarà testimonianza di solidarietà, rispetto ed affetto per questo sfortunato collega, un eroe facente parte di una categoria di eroi non riconosciuti, esclusi da tutele di ogni tipo ma non dal sacrificio anche estremo. Siamo certi di una presenza compatta e commossa di Agenti e di autorità cittadine, ad ulteriore dimostrazione di come la memoria di un collega, di un amico, di un fratello in divisa, non sbiadisca fino a divenire un'ombra e di come un ricordo non venga stemperato dal tempo quando il ricordo è vero e sentito nel cuore e sulla pelle. E Nicolò Savarino verrà ricordato perché la memoria è un pezzo di storia e per questo è un onore per noi mantenerla sempre viva.
Personaggi di questo spessore morale e professionale meritano di entrare a far parte della Memoria Storica degli appartenenti alla Polizia Locale di tutt’Italia, perché rappresentano motivo di orgoglio per la Polizia Locale di Milano e per tutti noi.
NICOLÒ Savarino, PRESENTE !

ONORE A TUTTI I CADUTI DELLA POLIZIA LOCALE!

Il Fuori Coro

2025 inizia un nuovo anno . Sara' colmo di salute, am❤️re , e speranza . Ecco il miglior augurio che porge a tutti IL FU...
31/12/2024

2025 inizia un nuovo anno .
Sara' colmo di salute, am❤️re , e speranza .
Ecco il miglior augurio che porge a tutti IL FUORI CORO
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GIUSEPPE RATTA’ – CATANZARO24 dicembre 1986 – 24 dicembre 2024E’ la mattina del 24 dicembre 1986 quando Giuseppe Rattà, ...
24/12/2024

GIUSEPPE RATTA’ – CATANZARO
24 dicembre 1986 – 24 dicembre 2024
E’ la mattina del 24 dicembre 1986 quando Giuseppe Rattà, uscendo da casa per andare in servizio, saluta la moglie concordando di trovarsi la sera per festeggiare il Natale. Non sa che il destino ha altro in serbo per lui. Un pregiudicato, residente a Milano ma in vacanza a Catanzaro presso i parenti della moglie, tenta un furto in una gioielleria, ma viene costretto alla fuga. Trova sulla sua strada un primo vigile urbano che tenta di fermarlo, inutilmente. Si impossessa di una macchina in transito e fugge con quella. E’ a quel punto che si trova di fronte Giuseppe Rattà, che non esita a intimargli l’ALT. Il malvivente, forse sentendosi braccato, spara, colpendolo al torace. Giuseppe, seppur ferito, risponde al fuoco, uccidendo il rapinatore. Nonostante venga subito soccorso, trasportato in ospedale e sottoposto a intervento chirurgico, Giuseppe muore poco dopo.
Tutta la città, sconvolta, esprime solidarietà e si stringe intorno alla famiglia Rattà e alle due figlie. Almeno cinquemila persone rendono l’ultimo saluto al vigile urbano, tra cui le massime autorità regionali, i sindaci delle tre città capoluogo della Calabria, i rappresentanti dei partiti, delle organizzazioni sindacali, delle forze dell’ordine. Viene proclamato il lutto cittadino, e i funerali si svolgono il 26 dicembre sotto un sole gelido e una cappa di silenzio quasi spettrale. Apre il corteo funebre la corona di fiori inviata dal Presidente della Repubblica. Forti le parole che il vescovo pronuncia: “La città piange per la scomparsa di un giovane tutore dell’ordine che ha pagato con la vita l’attaccamento al dovere e alla divisa. Una morte ingiusta, violenta, capitata quasi per caso in un giorno di pace e di festa per tutti. Quando a cadere sotto i colpi di una pi***la nemica è un servitore dello Stato, la morte acquista un significato diverso, è il segno che il prezzo da pagare alla tenuta delle istituzioni e della democrazia è ancora un prezzo troppo alto”.
A distanza di tanti anni il ricordo di Giuseppe Rattà è ancora vivo nella memoria dei cittadini di Catanzaro. A lui è stata riconosciuta la Medaglia d’Oro al Valor Civile, in quanto caduto nell’adempimento del proprio dovere.
Nel dicembre 2013, alla presenza dei familiari, in occasione dell’inaugurazione del primo museo dedicato alla Polizia Locale in Italia, la sede del Comando di Catanzaro viene intitolata alla memoria di Giuseppe Rattà e di Paolo Procopio, caduto in servizio nel 2009.
Il coraggio di Giuseppe, impresso nella memoria di tutti noi, ci rende orgogliosi e onorati di essere oggi poliziotti locali.
La memoria è un pezzo di storia e per questo è un onore per noi mantenerla sempre viva.
Personaggi di questo spessore morale e professionale meritano di entrare a far parte della Memoria Storica degli appartenenti alla Polizia Locale di tutta Italia perché rappresentano motivo di orgoglio per la Polizia Municipale di Catanzaro e per tutti noi.
ONORE A GIUSEPPE RATTA'!
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Il Fuori Coro

Che questo Natale porti salute e amore , che in tutte le sue forme e' alla base della serenita' di ogni famiglia.IL FUOR...
24/12/2024

Che questo Natale porti salute e amore , che in tutte le sue forme e' alla base della serenita' di ogni famiglia.
IL FUORI CORO
🎅🎄🎅🎄🎅🎄🎅🎄💙

CARMINE GUZZO COSENZA17-12-2024Inizio servizio di una giornata come le altre. Il Luogotente Carmine Guzzo e’ in servizio...
23/12/2024

CARMINE GUZZO
COSENZA
17-12-2024
Inizio servizio di una giornata come le altre. Il Luogotente Carmine Guzzo e’ in servizio presso il Comando quando viene colto da malore . A nulla sono valsi i tentativi di rianimarlo da parte, prima dei colleghi e poi dai soccorsi intervenuti sul posto. Profonda commozione ha destato la sua precoce morte. Vari attestati di stima sono giunti a ricordare il collega.
"Un gran lavoratore, una persona perbene, ben voluta da tutti, dalla grande disponibilità e sempre sorridente. Carmine (Michele) Guzzo – ha detto il primo cittadino- è stato un uomo pieno di grandi attenzioni sia nei confronti della famiglia – è stato padre e marito esemplare – ma anche verso i colleghi, nei confronti dei quali era di una generosità infinita”.
l cordoglio del Presidente del Consiglio comunale Giuseppe Mazzuca :
“Esprimo, a nome di tutto il Consiglio comunale, i sentimenti del più profondo cordoglio per la scomparsa del luogotenente della Polizia Municipale Carmine Guzzo, uomo di grandi virtù e di particolare attaccamento alla famiglia e al lavoro”.
La notizia della sua scomparsa ha scosso profondamente tutta la famiglia del Comune di Cosenza, i colleghi del suo ufficio e tutti gli appartenenti al Corpo della Polizia Municipale.
La memoria è un pezzo di storia e per questo è un onore per noi mantenerla sempre viva. Colleghi come lui, meritano di entrare a far parte della Memoria Storica degli appartenenti alla Polizia Locale di tutt'Italia perché rappresentano motivo di orgoglio per la Polizia Locale di Cosenza e per tutti noi.
ONORE A CARMINE GUZZO
ONORE AI CADUTI DELLA POLIZIA LOCALE
IL FUORI CORO

Indirizzo

Rome

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