Il Magnifico Press

Il Magnifico Press Il Magnifico Press è nato da un'ispirazione fortuita, quando Mimì desiderava creare una pagina personale per condividere arte, cultura, storia e riflessioni.

La scelta del nome richiama la bellezza dell'Italia attraverso la figura di Lorenzo il Magnifico❤

La Misteriosa Eredità di Maria MaddalenaImmergetevi con noi in un viaggio attraverso i secoli, dove storia, leggenda e s...
05/01/2025

La Misteriosa Eredità di Maria Maddalena

Immergetevi con noi in un viaggio attraverso i secoli, dove storia, leggenda e spiritualità si intrecciano attorno alla figura enigmatica di Maria Maddalena.

Secondo la tradizione provenzale, dopo la crocifissione di Gesù, Maria Maddalena avrebbe trovato rifugio sulle coste della Provenza, in Francia, vivendo una vita di penitenza e contemplazione. La sua tomba, sepolta nel silenzio della natura, sarebbe stata riscoperta nel 1279 per volere di Carlo II d'Angiò, rivelando al mondo reliquie che da allora sono custodite nella Basilica di Santa Maria Maddalena a Saint-Maximin-la-Sainte-Baume.

Ma cosa rimane di questa donna che ha ispirato arte, letteratura, e innumerevoli dibattiti? Non ci sono prove di una "mummia" nel senso classico del termine, bensì frammenti ossei, tra cui un teschio venerato come quello di Maria Maddalena. Queste reliquie, più che un corpo conservato, sono testimonianze di una vita vissuta intensamente tra il sacro e il profano.

L'arte ha cercato di catturare l'essenza di questo mistero. Pensate alla "Maddalena penitente" di Donatello, un capolavoro che non ritrae una mummia, ma evoca un'immagine di penitenza così intensa che quasi sembra eternare il corpo umano nel tempo.

E poi ci sono le leggende, quelle storie che ci portano oltre i testi sacri: Maria Maddalena come la sposa segreta di Gesù, come custode del Santo Graal, come simbolo di un femminino sacro perduto. Questi racconti, più che storia, sono racconti di una cultura che cerca di comprendere il ruolo di questa donna in un mondo che cambia.

Oggi, mentre guardiamo a queste reliquie, non vediamo solo ossa o frammenti, ma un invito a riflettere sulla complessità della fede, sull'interpretazione della storia e su come il passato parla al nostro presente.

Questo post è un omaggio alla ricerca della verità, alla bellezza dell'arte e alla profondità della fede.

Il Magnifico Press

" Tutti pensano che il romanzo sia stato scritto al computer, o con la macchina da scrivere, in realtà la prima stesura ...
05/01/2025

" Tutti pensano che il romanzo sia stato scritto al computer, o con la macchina da scrivere, in realtà la prima stesura fu fatta a penna. Però ricordo di aver passato un anno intero senza scrivere un rigo. Leggevo, facevo disegni, diagrammi, inventavo un mondo. Ho disegnato centinaia di labirinti e piante di abbazie, basandomi su altri disegni, e su luoghi che visitavo".

In seguito aggiunse: Perché ha scelto quel titolo, "Il nome della rosa"?
"Era l'ultimo di una lista che comprendeva tra gli altri L'abbazia del delitto, Adso da Melk eccetera. Chiunque leggeva quella lista diceva che Il nome della rosa era il più bello.

È anche la chiusa del romanzo, la citazione latina.
"Che io ho inserito per depistare il lettore. Invece il lettore ha inseguito tutti i valori simbolici della rosa, che sono tanti".

Umberto Eco in un 'intervista di Repubblica

-La Befana poesia di Giovanni Pascoli-Viene viene la Befanavien dai monti a notte fonda.Come è stanca! La circondaneve, ...
05/01/2025

-La Befana poesia di Giovanni Pascoli-

Viene viene la Befana
vien dai monti a notte fonda.
Come è stanca! La circonda
neve, gelo e tramontana.
Viene viene la Befana.

Ha le mani al petto in croce,
e la neve è il suo mantello
ed il gelo il suo pannello
ed il vento la sua voce.
Ha le mani al petto in croce.

E s’accosta piano piano
alla villa, al casolare,
a guardare, ad ascoltare
or più presso, or più lontano.
Piano, piano, piano, piano.

Chi c’è dentro questa villa?
Uno stropiccìo leggero.
Tutto è cheto, tutto è nero.
Un lumino passa e brilla.
Chi c’è dentro questa villa?

Guarda e guarda… Tre lettini
con tre bimbi a nanna, buoni.
guarda e guarda… Ai capitoni
c’è tre calze lunghe e fini.
Oh! Tre calze e tre lettini…

Il lumino brilla e scende,
e ne scricchiolano le scale;
il lumino brilla e sale,
e ne palpitano le tende.
Chi mai sale? Chi mai scende?

Co’ suoi doni mamma è scesa,
sale con il suo sorriso.
Il lumino le arde in viso
come lampada di chiesa.
Co’ suoi doni mamma è scesa.

La Befana alla finestra
sente e vede, e s’allontana.
Passa con la tramontana,
passa per la via maestra:
trema ogni uscio, ogni finestra.

E che c’è nel casolare?
Un sospiro lungo e fioco.
Qualche lucciola di fuoco
brilla ancor nel focolare.
Ma che c’è nel casolare?

Guarda e guarda… Tre strapunti
con tre bimbi a nanna, buoni.
Tra la cenere e i carboni
c’è tre zoccoli consunti.
Oh! tre scarpe e tre strapunti…

E la mamma veglia e fila
sospirando e singhiozzando,
e rimira a quando a quando
oh! quei tre zoccoli in fila…
Veglia e piange, piange e fila.

La Befana vede e sente;
fugge al monte, ch’è l’aurora.
Quella mamma piange ancora
su quei bimbi senza niente.
La Befana vede e sente.

La Befana va sul monte.
Ciò che vede e ciò che vide:
c’è chi piange e c’è chi ride;
essa ha nuvoli alla fronte,
mentre sta sul bianco monte.

Giovanni Pascoli

Peppino Impastato: Una Voce Contro la MafiaOggi vogliamo ricordare una figura che ha incarnato il coraggio e la resisten...
05/01/2025

Peppino Impastato: Una Voce Contro la Mafia

Oggi vogliamo ricordare una figura che ha incarnato il coraggio e la resistenza contro una delle piaghe più profonde dell'Italia: la mafia. Parliamo di Peppino Impastato, nato a Cinisi, in Sicilia, il 5 gennaio 1948.

Peppino non era un personaggio ordinario; era un attivista, giornalista e conduttore radiofonico che ha scelto di combattere la mafia con l'arma della parola. Fondò "Radio Aut", una emittente attraverso la quale denunciava le attività criminali della mafia locale, spesso prendendo di mira direttamente il boss mafioso Gaetano Badalamenti, che chiamava sarcasticamente "Tano Seduto".

La sua lotta non si limitava solo alle onde radiofoniche; organizzava manifestazioni, scriveva articoli, e si impegnava in iniziative culturali per sensibilizzare i giovani e la comunità. La sua voce era chiara, forte e senza paura, un faro di speranza in un ambiente dominato dall'omertà.

Il 9 maggio 1978, Peppino Impastato fu barbaramente ucciso dalla mafia. Il suo corpo fu trovato sui binari della ferrovia, in un tentativo di inscenare un suicidio. Ma il suo messaggio non morì con lui; anzi, la sua storia continua a ispirare generazioni.

Oggi, ricordiamo Peppino non solo per il suo coraggio, ma anche per il suo insegnamento: che con la cultura, l'educazione e il coraggio si può combattere anche il male più oscuro. La sua memoria vive in ogni iniziativa antimafia, in ogni giovane che sceglie di alzare la voce contro l'ingiustizia.

Invitiamo tutti a conoscere la storia di Peppino Impastato, a riflettere sul suo lascito e a ricordare che ogni piccolo atto di resistenza alla mafia è un omaggio alla sua memoria.

Il Magnifico Press

Vi lascio con una sua citazione:

"Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un'arma contro la rassegnazione, la paura e l'omertà. All'esistenza di orrendi palazzi sorti all'improvviso, con tutto il loro squallore, da operazioni speculative, ci si abitua con pronta facilità, si mettono le tendine alle finestre, le piante sul davanzale, e presto ci si dimentica di come erano quei luoghi prima, ed ogni cosa, per il solo fatto che è così, pare dover essere così da sempre e per sempre. È per questo che bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l'abitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore.“

-Peppino Impastato -

In foto: il Murales dedicato a Peppino Impastato
Genova- Vico della Rosa - photo credits: web

" Dicono che in questo periodo di crisi del libro vendono bene i classici. E non solo quelli a mille lire, ma anche quel...
05/01/2025

" Dicono che in questo periodo di crisi del libro vendono bene i classici. E non solo quelli a mille lire, ma anche quelli in cofanetto. E non solo quelli del girone A come Platone, ma anche quelli del girone B come Cicerone; e siccome vengono letti materialisti come Epicuro e panteisti come Plotino, qui non c'entra né la rinascita delle destre né l'avanzata delle sinistre. Diciamo che gli editori, annusando gli umori del pubblico, si sono resi conto che in un momento di crollo e ristrutturazione di tutti i valori, i lettori cercano qualche cosa di sicuro. Perché i classici danno sicurezza? Perché un classico è un autore che, specie in periodi in cui si copiava a mano, ha indotto molti a ricopiarlo, e lungo i secoli ha sconfitto l'inerzia del tempo e le sirene dell'oblio. Si sono anche salvati autori che non valevano il costo della pergamena, mentre altri, forse grandissimi, sono stati condannati alla dimenticanza perpetua; ma statisticamente la comunità degli uomini ha reagito sulle basi di un sano buon senso, e ci sono forti probabilità che un autore diventato classico abbia ancora qualcosa di buono da dirci".

UMBERTO ECO, La bustina di Minerva, (Milano, Bompiani 2000 ✍️

Umberto Eco(5 gennaio 1932 – 19 febbraio 2016) è stato uno dei più influenti intellettuali italiani del XX secolo. Nato ad Alessandria, in Piemonte, Eco ha abbracciato numerose discipline, tra cui la semiotica, la filosofia, la letteratura e la linguistica. Il suo romanzo più celebre, "Il nome della rosa" (1980), ha ottenuto un successo internazionale, venendo tradotto in oltre 40 lingue e adattato sia per il cinema che per la televisione.

Eco ha conseguito la laurea in filosofia presso l'Università di Torino nel 1954 e ha dedicato gran parte della sua carriera accademica all'insegnamento in diverse università italiane, tra cui Torino, Firenze, Milano e Bologna. A Bologna, ha ricoperto la cattedra di Semiotica fino alla sua morte.

Oltre ai suoi romanzi, Eco ha scritto numerosi saggi su semiotica, estetica medievale, linguistica e filosofia. Tra i suoi lavori più noti si annoverano "Opera aperta" (1962), "A Theory of Semiotics" (1976) e "Kant e l'ornitorinco"(1997). Ha anche curato opere illustrate come "Storia della bellezza"(2004) e "Storia della bruttezza" (2007).

Eco è stato un pensatore prolifico, il cui lavoro ha lasciato un'impronta duratura su generazioni di studiosi e lettori in tutto il mondo. La sua eredità intellettuale continua a vivere attraverso le sue opere, che esplorano la complessità del linguaggio, della cultura e della comunicazione.

Seguimi 👉 Il Magnifico Press

«S'agapò tora ke tha s'agapò pantote».«Cosa significa?»«Significa: ti amo ora e ti amerò per sempre».«Ripetilo.» (Lo rip...
04/01/2025

«S'agapò tora ke tha s'agapò pantote».
«Cosa significa?»
«Significa: ti amo ora e ti amerò per sempre».
«Ripetilo.» (Lo ripete sottovoce)
«E se non fosse così?»
«Sarà così».
Tento un ultima vana difesa: «Niente dura per sempre, Alekos. Quando tu sarai vecchio e...»
«Io non sarò mai vecchio»
«Si che lo sarai, un celebre vecchio con i baffi bianchi»
«Io non avrò mai i baffi bianchi. Nemmeno grigi».
«Li tingerai?»
«No, morirò molto prima. E allora sì che dovrai amarmi per sempre».

Oriana Fallaci ✍️

La Crinolina: Un Viaggio nel Tempo e nello Spazio della Moda📜 Origini e Struttura:La crinolina, termine che deriva dal f...
04/01/2025

La Crinolina: Un Viaggio nel Tempo e nello Spazio della Moda

📜 Origini e Struttura:

La crinolina, termine che deriva dal francese "crin" (crine di cavallo) e "lin" (lino), ha le sue radici nella metà del XIX secolo. Prima di diventare sinonimo di un particolare tipo di sottogonna, la crinolina era un tessuto rigido usato per conferire volume agli abiti. Ma la vera rivoluzione avvenne intorno agli anni '50 del XIX secolo, quando viene introdotta una nuova concezione della crinolina: una struttura a gabbia fatta di cerchi di metallo (di solito acciaio) collegati da nastri o tessuto. Questa invenzione mirava a sostituire le pesanti sottogonne di stoffa inamidata, offrendo a chi la indossava una maggiore libertà di movimento e un peso decisamente ridotto.

🕰️ Periodo Storico:

La crinolina raggiunse la sua massima popolarità durante l'epoca vittoriana, precisamente dal 1850 fino alla fine degli anni '60 del XIX secolo. Questo periodo è noto per la sua moda esagerata e ornamentale, dove il volume della gonna diventava un simbolo di status sociale e di eleganza. La crinolina non solo modellava la silhouette delle donne in modo nuovo e drammatico ma rifletteva anche i cambiamenti sociali, economici e tecnologici dell'epoca.

👗 Funzione e Impatto:

La funzione principale della crinolina era quella di sostenere le gonne, creando una silhouette ampia e voluminosa che era molto in voga all'epoca. Questo permise alle donne di ridurre il numero di sottogonne, quindi di alleggerire il peso e migliorare la mobilità. Tuttavia, la crinolina non era priva di critiche e pericoli; le donne rischiavano spesso di incastrarsi in porte, sedie, o peggio, di avvicinarsi troppo a fonti di calore come camini o candele, con conseguenze potenzialmente disastrose.

🌟 Figure Famosissime:

Imperatrice Eugenia di Francia: Conosciuta per il suo ruolo nel promuovere la moda della crinolina, Eugenia divenne un'icona di stile dell'epoca.
Alessandra di Danimarca: Dopo aver sposato il futuro re Edoardo VII, la sua influenza sulla moda britannica fu significativa, inclusa la popolarità della crinolina.
Elizabeth Cady Stanton: Anche se critica verso molti aspetti della moda femminile, la Stanton non poté evitare di commentare l'impatto sociale e pratico della crinolina nei suoi scritti.

🔄 Evoluzione e Declino:

La moda è ciclica, e con l'avvento della moda più sobria e pratica alla fine degli anni '60 del XIX secolo, la crinolina iniziò a perdere popolarità. Venne sostituita dal "bustle" o tournure, che spostava il volume della gonna dalla circonferenza alle natiche. Tuttavia, la crinolina ha lasciato un'impronta indelebile nel mondo della moda, tanto che oggi vediamo richiami al suo design in molti abiti da sposa o da ballo, sebbene con materiali e tecniche moderni.

La crinolina non è solo una testimonianza della moda del passato ma un simbolo di come l'innovazione nel vestiario può riflettere e influenzare i cambiamenti sociali e culturali di un'epoca.

Il Magnifico Press

“Non mi sono mai chiesta perché proprio io, la vita mi ha dato tanto. Sono fatalista e accetto ciò che arriva. Ho impara...
04/01/2025

“Non mi sono mai chiesta perché proprio io, la vita mi ha dato tanto. Sono fatalista e accetto ciò che arriva. Ho imparato a concentrarmi sull’amore che ricevo e sull’empatia che provo per gli altri, che è cresciuta in modo incredibile… Abbiamo provato tutto ciò che i protocolli ci permettevano. Purtroppo mi sono ammalata prima che nuovi trattamenti, che ora sono efficaci, possano fare la loro comparsa. Quello che posso fare è pregare affinché questi farmaci arrivino presto per tutti”.

Massimo Ciavarro, oltre a esserle a suo fianco in questo momento doloroso, le ha fatto un dolce dono durante una cena natalizia in famiglia. “Nel bel mezzo del caos della cena, si è accorto che non riuscivo a mangiare le lasagne, così si è alzato, è andato in cucina e mi ha preparato degli spaghetti al sugo. È stato un gesto che mi ha toccato profondamente”, ha raccontato Eleonora. “Mi fa piacere averlo accanto in questo periodo, è un rifugio per me. Lui è sempre presente, nonostante il nostro passato.”
Un legame che, pur essendo stato segnato dalla distanza in passato, oggi è più forte che mai: “Dopo aver ricevuto la notizia della mia malattia, ho capito subito che lui ci sarebbe stato. È come 30 anni fa, sempre al mio fianco.”

Eleonora Giorgi e Massimo Ciavarro: un esempio di amore e resilienza. Di fronte alla malattia, Eleonora trova forza nell'affetto ricevuto e nella cura di Massimo, che con un gesto semplice durante il Natale, mostra quanto il loro legame, pur segnato dal tempo, rimanga forte e consolatorio. L'amore di Massimo, come una luce in una notte buia, ha offerto a Eleonora un faro di speranza e conforto contro le avversità. Una storia che eleva il discorso su amore e supporto nelle prove della vita.

Il Magnifico Press

📅 𝗣𝗿𝗼𝘃𝗲𝗿𝗯𝗶𝗼 𝗱𝗲𝗹 𝗚𝗶𝗼𝗿𝗻𝗼:Gennaio, il mese che inaugura l'anno nuovo! C'è un proverbio che dice: "Gennaio inganna, chi non ...
04/01/2025

📅 𝗣𝗿𝗼𝘃𝗲𝗿𝗯𝗶𝗼 𝗱𝗲𝗹 𝗚𝗶𝗼𝗿𝗻𝗼:

Gennaio, il mese che inaugura l'anno nuovo! C'è un proverbio che dice: "Gennaio inganna, chi non ha scarpe se le calza; chi ce le ha, le lascia." Questo antico detto italiano sottolinea come il tempo in gennaio possa essere imprevedibile. A volte freddo pungente, altre volte più mite, ingannando chi si affida troppo alle apparenze.

Il Magnifico Press


𝗦𝗮𝗻𝘁𝗮 𝗱𝗲𝗹 𝗚𝗶𝗼𝗿𝗻𝗼: 𝟰 𝗚𝗲𝗻𝗻𝗮𝗶𝗼 📅Santa Angela da Foligno nacque nel 1248 a Foligno, in Umbria, Italia. Inizialmente visse un...
04/01/2025

𝗦𝗮𝗻𝘁𝗮 𝗱𝗲𝗹 𝗚𝗶𝗼𝗿𝗻𝗼: 𝟰 𝗚𝗲𝗻𝗻𝗮𝗶𝗼 📅

Santa Angela da Foligno nacque nel 1248 a Foligno, in Umbria, Italia. Inizialmente visse una vita mondana e sregolata, ma dopo una profonda crisi spirituale, si convertì al cristianesimo e divenne terziaria francescana. Questa scelta segnò l'inizio di un intenso cammino spirituale che la portò a sperimentare visioni mistiche e a sviluppare un profondo legame con Dio.

Angela è particolarmente conosciuta per il suo Memoriale, un'autobiografia spirituale in cui descrive il suo percorso di conversione e la sua ricerca dell'unione con Dio. Questo testo è stato scritto sotto la guida del suo confessore e costituisce una delle testimonianze più significative della spiritualità medievale.

Pur non essendo identificata come la protettrice di una particolare categoria o gruppo, Santa Angela da Foligno è molto venerata nell'Ordine Francescano e nella Chiesa cattolica per la sua dedizione e il suo esempio di vita ascetica. È stata canonizzata da Papa Francesco il 9 ottobre 2013.

La sua festa liturgica è celebrata il 4 gennaio, giorno in cui la Chiesa commemora la sua vita e il suo contributo alla spiritualità.

"Sono passati molti anni, pieni di guerra, e di quello che si usa chiamare la Storia. Spinto qua e là alla ventura, non ...
04/01/2025

"Sono passati molti anni, pieni di guerra, e di quello che si usa chiamare la Storia. Spinto qua e là alla ventura, non ho potuto finora mantenere la promessa fatta, lasciandoli, ai miei contadini, di tornare fra loro, e non so davvero se e quando potrò mai mantenerla. Ma, chiuso in una stanza, e in un mondo chiuso, mi è grato riandare con la memoria a quell'altro mondo, serrato nel dolore e negli usi, negato alla Storia e allo Stato, eternamente paziente; a quella mia terra senza conforto e dolcezza, dove il contadino vive, nella miseria e nella lontananza, la sua immobile civiltà, su un suolo arido, nella presenza della morte.
– Noi non siamo cristiani, – essi dicono, – Cristo si è fermato a Eboli –. Cristiano vuol dire, nel loro linguaggio, uomo: e la frase proverbiale che ho sentito tante volte ripetere, nelle loro bocche non è forse nulla piú che l'espressione di uno sconsolato complesso di inferiorità. Noi non siamo cristiani, non siamo uomini, non siamo considerati come uomini, ma bestie, bestie da soma, e ancora meno che le bestie, i fruschi, i frusculicchi, che vivono la loro libera vita diabolica o angelica, perché noi dobbiamo invece subire il mondo dei cristiani, che sono di là dall'orizzonte, e sopportarne il peso e il confronto. Ma la frase ha un senso molto piú profondo, che, come sempre, nei modi simbolici, è quello letterale. Cristo si è davvero fermato a Eboli, dove la strada e il treno abbandonano la costa di Salerno e il mare, e si addentrano nelle desolate terre di Lucania. Cristo non è mai arrivato qui, né vi è arrivato il tempo, né l'anima individuale, né la speranza, né il legame tra le cause e gli effetti, la ragione e la Storia. Cristo non è arrivato, come non erano arrivati i romani, che presidiavano le grandi strade e non entravano fra i monti e nelle foreste, né i greci, che fiorivano sul mare di Metaponto e di Sibari: nessuno degli arditi uomini di occidente ha portato quaggiú il suo senso del tempo che si muove, né la sua teocrazia statale, né la sua perenne attività che cresce su se stessa. Nessuno ha toccato questa terra se non come un conquistatore o un nemico o un visitatore incomprensivo. Le stagioni scorrono sulla fatica contadina, oggi come tremila anni prima di Cristo: nessun messaggio umano o divino si è rivolto a questa povertà refrattaria. Parliamo un diverso linguaggio: la nostra lingua è qui incomprensibile. I grandi viaggiatori non sono andati di là dai confini del proprio mondo; e hanno percorso i sentieri della propria anima e quelli del bene e del male, della moralità e della redenzione. Cristo è sceso nell'inferno sotterraneo del moralismo ebraico per romperne le porte nel tempo e sigillarle nell'eternità. Ma in questa terra oscura, senza peccato e senza redenzione, dove il male non è morale, ma è un dolore terrestre, che sta per sempre nelle cose, Cristo non è disceso. Cristo si è fermato a Eboli".

Cristo si è fermato a Eboli di Carlo Levi ✍️

Carlo Levi, nato il 29 novembre 1902 a Torino, è stato un noto scrittore, pittore e attivista politico italiano. È famoso soprattutto per il suo romanzo "Cristo si è fermato a Eboli" (1945), che racconta la sua esperienza di confino in Basilicata durante il regime fascista. Attraverso le sue opere, Levi ha messo in luce le difficoltà e le ingiustizie della vita dei contadini meridionali, contribuendo a sensibilizzare l'opinione pubblica sulle condizioni del Sud Italia. Levi è morto il 4 gennaio 1975 a Roma, lasciando un'impronta indelebile nella cultura italiana.

Segui 👉 Il Magnifico Press

C'è un'Europa borghese, individualista, quella che pensa al proprio frigorifero, ai propri ristoranti di lusso, che dice...
04/01/2025

C'è un'Europa borghese, individualista, quella che pensa al proprio frigorifero, ai propri ristoranti di lusso, che dice "io non voto", è l'Europa borghese, è vero. È quella che non vuole vivere. Forse lo dice, di voler vivere, ma ha collocato la vita a un livello così basso che questa ha ben poche probabilità di perpetuarsi nella storia, e perciò vegeta, e nessuna società ha mai potuto vegetare a lungo. Qui però non vedo nulla che sia espressione della misura classica. Vedo solo un nichilismo individualista, quello che consiste nel dire "non vogliamo né romanticismo né eccesso, non vogliamo vivere sul confine, né conoscere la lacerazione". Se non volete vivere sul confine né conoscere la lacerazione, non vivrete e soprattutto non vivrà la vostra società.

Albert Camus 🗣

🌟 Albert Camus🌟

Albert Camus, nato il 7 novembre 1913 a Mondovi, in Algeria, è stato uno dei più grandi scrittori e filosofi del XX secolo. Conosciuto per le sue opere che esplorano la condizione umana e l'assurdo, Camus ha influenzato profondamente la letteratura e il pensiero contemporaneo. Tra i suoi lavori più celebri ci sono "Lo straniero" e "La peste", romanzi che hanno lasciato un'impronta indelebile nella cultura mondiale.

Camus ha vinto il Premio Nobel per la Letteratura nel 1957 per il suo contributo alla letteratura moderna. La sua filosofia, spesso definita come esistenzialista, si concentra sulla ricerca di senso in un mondo privo di significato intrinseco. Nonostante questa visione dell'assurdo, Camus ha sempre sostenuto l'importanza della libertà e della giustizia.

Albert Camus ci ha lasciato il 4 gennaio 1960, ma il suo pensiero e le sue opere continuano a ispirare e a provocare riflessioni profonde su cosa significhi essere umani.

Segui 👉 Il Magnifico Press


Louis Braille, nato il 4 gennaio 1809 a Coupvray, un piccolo villaggio nella regione dell'Île-de-France, ha rivoluzionat...
04/01/2025

Louis Braille, nato il 4 gennaio 1809 a Coupvray, un piccolo villaggio nella regione dell'Île-de-France, ha rivoluzionato la comunicazione per i non vedenti con il suo sistema di scrittura e lettura basato su punti in rilievo. Figlio di Simon-René Braille, un sellaio, e Monique Baron, Louis aveva tre fratelli. Perdendo la vista a soli tre anni a causa di un incidente, Braille ha sviluppato il suo metodo innovativo durante l'adolescenza, ispirandosi a un sistema di lettura tattile ideato da Charles Barbier. Pubblicato nel 1829, il Braille permette di rappresentare lettere, numeri e note musicali, offrendo autonomia e dignità a milioni di persone con disabilità visive.

Grazie al supporto della sua famiglia, Louis frequentò l'Istituto dei Giovani Ciechi di Parigi, dove ebbe l'opportunità di esplorare vari metodi di lettura tattile. Determinato a migliorare le condizioni di apprendimento per i non vedenti, Louis si dedicò allo sviluppo del nuovo sistema, perfezionandolo e rendendolo il metodo standard di scrittura e lettura per i non vedenti in tutto il mondo. L'eredità di Braille continua a vivere in tutto il mondo, simbolo di inclusione e progresso, trasformando la vita di innumerevoli individui.

Louis Braille morì il 6 gennaio 1852 a soli 43 anni, ma la sua eredità continua grazie al suo straordinario contributo alla comunicazione e all'inclusione delle persone con disabilità visive. La sua storia è un esempio di ingegno umano e perseveranza, ricordandoci che, di fronte a grandi sfide, si possono compiere imprese straordinarie.

Il Magnifico Press

"La sera è il momento in cui tutte le cose belle e misteriose si risvegliano." — Antoine de Saint-Exupéry, Il Piccolo Pr...
03/01/2025

"La sera è il momento in cui tutte le cose belle e misteriose si risvegliano."

— Antoine de Saint-Exupéry, Il Piccolo Principe✍️

"Si usa dire: ”Ho preso freddo”. Pure se il verbo è all’attivo, l’effetto è passivo, fa sentire freddo.Dico per me: ”Ho ...
03/01/2025

"Si usa dire: ”Ho preso freddo”. Pure se il verbo è all’attivo, l’effetto è passivo, fa sentire freddo.
Dico per me: ”Ho preso il freddo”, nel senso di averlo preso volontariamente, perché è inverno e il corpo reagisce coprendosi, non aumentando i gradi di riscaldamento della casa.
Mi sono abituato, scaldo un solo ambiente, la cucina, dove passo il giorno.
Niente zanzare, mosche, visite di formiche, il freddo è pausa, riposo e custodia della terra.
Si usa d’inverno rientrando in casa togliersi il soprabito, il cappotto, il berretto di lana. L’appartamento è tiepido. Il mio no, perciò resto vestito come per l’esterno.
Intanto il giorno prolunga la parabola del sole, tramonta un po’ più in là e già questo pensiero mi scalda un sorriso.
Nella casa lontana nel tempo di Montedidio a Napoli non c’era riscaldamento, come in quasi tutti gli alloggi di allora. Un paio di stufette elettriche addomesticavano la temperatura. Non si dovevano accostare le mani intirizzite altrimenti venivano i geloni.
Nelle case più povere un braciere a carbonella mandava più fumo che tepore, oltre al micidiale monossido, che uccideva nel sonno.
L’inverno non era una stagione, ma un attraversamento. I vecchi che doppiavano il Capo Horn di febbraio si erano guadagnati un altro anno.
Sono rimasto in buoni rapporti con il freddo, non lo butto fuori di casa. Coperto a dovere, lo prendo, lo respiro. Quello che non prendo è il raffreddore."

[Erri De Luca - "Il freddo", gennaio 2023]

📅𝗦𝗮𝗻𝘁𝗼 𝗱𝗲𝗹 𝗚𝗶𝗼𝗿𝗻𝗼: Santa Genoveffa, venerata il 3 gennaio, è una figura molto importante nella storia della Chiesa catto...
03/01/2025

📅𝗦𝗮𝗻𝘁𝗼 𝗱𝗲𝗹 𝗚𝗶𝗼𝗿𝗻𝗼:

Santa Genoveffa, venerata il 3 gennaio, è una figura molto importante nella storia della Chiesa cattolica. Nata intorno al 422 a Nanterre, vicino Parigi, Genoveffa proveniva da una famiglia modesta ed è nota per la sua profonda devozione e le opere di ca**tà.

Alla giovane età di 15 anni, dopo la perdita dei genitori, si consacrò a Dio e visse una vita di penitenza e preghiera, nutrendosi solo di legumi e dormendo sul suolo. Durante l'invasione degli Unni guidati da Attila nel 451, persuase i parigini a rimanere in città e a pregare, e Parigi fu miracolosamente risparmiata.

Morì il 3 gennaio 512 e oggi è considerata la patrona di Parigi. La sua tomba divenne un luogo di pellegrinaggio e fu successivamente eretta una basilica in suo onore.

📅 𝗣𝗿𝗼𝘃𝗲𝗿𝗯𝗶𝗼 𝗱𝗲𝗹 𝗚𝗶𝗼𝗿𝗻𝗼: "Polvere di Gennaio, carica il granaio".Il proverbio "Polvere di Gennaio, carica il granaio" fa ...
03/01/2025

📅 𝗣𝗿𝗼𝘃𝗲𝗿𝗯𝗶𝗼 𝗱𝗲𝗹 𝗚𝗶𝗼𝗿𝗻𝗼:

"Polvere di Gennaio, carica il granaio".

Il proverbio "Polvere di Gennaio, carica il granaio" fa riferimento alle previsioni agricole basate sul clima di gennaio. Significa che se il mese di gennaio è secco, senza molta pioggia (da cui la "polvere"), si prevede un'abbondanza di raccolti nell'anno successivo, riempiendo così i granai con il raccolto.

In generale, molti proverbi italiani legati all'agricoltura riflettono osservazioni antiche sulle condizioni climatiche e i loro effetti sulle colture.

Seguimi 👉 Il Magnifico Press

# ❣️ ❣️👀

"Il cinema deve essere spettacolo, è questo che il pubblico vuole. E per me lo spettacolo più bello è quello del mito. I...
03/01/2025

"Il cinema deve essere spettacolo, è questo che il pubblico vuole. E per me lo spettacolo più bello è quello del mito. Il cinema è mito"

Sergio Leone

Sergio Leone (nato il 3 gennaio 1929 e deceduto il 30 aprile 1989 a Roma) è stato un rinomato regista, sceneggiatore e produttore cinematografico italiano. È noto per aver trasformato il genere western con i suoi film "spaghetti-western", tra cui "Per un pugno di dollari", "Il buono, il brutto, il cattivo" e "C'era una volta il West".

Leone è acclamato a livello globale come uno dei migliori registi di tutti i tempi. Ha anche innovato il genere dei gangster movie con opere come "C'era una volta in America". Oggi lo celebriamo come un ' icona senza tempo ❤️

⌛️ ⌛ ⌛nel 🎬

Indirizzo

Rome

Notifiche

Lasciando la tua email puoi essere il primo a sapere quando Il Magnifico Press pubblica notizie e promozioni. Il tuo indirizzo email non verrà utilizzato per nessun altro scopo e potrai annullare l'iscrizione in qualsiasi momento.

Video

Condividi