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La violenza contro le donne nella nostra società: alcune riflessioni di classe👉leggi l'articolo completo qui: https://sh...
26/11/2024

La violenza contro le donne nella nostra società: alcune riflessioni di classe

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Il 25 novembre è la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne: una giornata simbolica importante che dovrebbe servire a rinnovare lo spirito della lotta per una vita libera dallo sfruttamento e dalla violenza, nello specifico di questa data, quella che subiscono le donne in quanto tali. Essere una donna significa subire alcune delle peggiori forme di oppressione, violenza, disparità e discriminazione. Ancora oggi, nonostante ultimamente nel nostro paese si stiano facendo dei passi in avanti, come ad esempio l’aumento di consapevolezza nell’ultimo anno a causa dello scalpore riguardo il caso del femminicidio di Giulia Cecchettin, spesso questa realtà viene sistematicamente banalizzata, strumentalizzata e messa in discussione, anche a livello dell’opinione pubblica. Recentissimo è il commento del ministro Valditara che, proprio a pochi giorni dal 25 novembre e alla presentazione della Fondazione Cecchettin, ha dichiarato che “Occorre non fare finta di non vedere che l’incremento dei fenomeni di violenza sessuale è legato anche a forme di marginalità e di devianza in qualche modo discendenti da una immigrazione illegale”. Un perfetto esempio di strumentalizzazione, banale e misero cavallo di battaglia della destra, che però continua a essere impiegato per svilire la lotta alla violenza di genere e per nascondere le responsabilità politiche nell’insufficienza al suo contrasto. E a nulla servono le successive dichiarazioni del ministro che tentano invano di giustificare questo bieco, vile e vergognoso commento, prontamente poi difeso dalla premier Giorgia Meloni.

Il 31 ottobre 2024 è previsto uno sciopero di tutti i lavoratori del pubblico impiego e della scuola. In occasione di qu...
26/10/2024

Il 31 ottobre 2024 è previsto uno sciopero di tutti i lavoratori del pubblico impiego e della scuola. In occasione di questa data di mobilitazione nazionale proponiamo un articolo di analisi sulla condizione di precarietà lavorativa che affligge gli aspiranti insegnanti.

La scuola e il business del precariato

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L’ennesimo record di supplenze e l’attesa messianica del fatidico concorso docenti 2024 stanno mettendo in chiarissima luce la natura estremamente classista che caratterizza, ormai da trent’anni, il mondo delle assunzioni nella scuola. Il sistema di reclutamento dei docenti sembra somigliare sempre di più a un meccanismo per produrre precariato e fatturati per i privati, mentre, sempre di più, solo chi ha denaro da investire può permettersi di andare avanti nelle graduatorie. Per l’anno scolastico 2024/2025, il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha ricevuto l’autorizzazione ad assumere un totale di 56.500 insegnanti e altro personale. A fronte di questo, però, quest’anno sono state assegnate circa 234.000 supplenze, una quantità persino maggiore rispetto agli anni precedenti, ovvero più del 25% del corpo docente in Italia. La volontà politica di scaricare i tagli della finanza pubblica sulla qualità dell’istruzione e sulla vita dei lavoratori pubblici è evidente da questi numeri. Si tratta di un trend che va avanti, naturalmente, da diversi anni e ha tra i suoi responsabili i diversi governi succedutisi.

A un anno dal 7 ottobre👉 leggi l'articolo completo qui: https://shorturl.at/4fGb0Il 7 ottobre 2023 non è “iniziato tutto...
11/10/2024

A un anno dal 7 ottobre

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Il 7 ottobre 2023 non è “iniziato tutto”: la narrazione dei media borghesi che lo definisce come un“fulmine a ciel sereno”, il “male assoluto”, “un pezzo di Shoah in Terra santa” cerca di imporre retrospettivamente una lettura degli eventi astratta dal contesto storico e con l’obiettivo, quindi, di rovesciare il rapporto tra oppressori e oppressi, tra il colonialismo di insediamento di Israele e la giusta e legittima lotta di liberazione della resistenza palestinese.
Quello che è successo il 7 ottobre, e che sta succedendo da un anno grazie alle azioni della resistenza palestinese, è il ritorno dirompente sulla scena mediatica, e quindi nelle coscienze dei popoli, dell’irrisolta questione nazionale e coloniale palestinese, la sua ultra-decennale storia di resistenza all’occupazione, rompendo lo schema che vedeva oramai sempre più normalizzati i rapporti tra i paesi arabi e Israele, come abbiamo raccontato nel precedente articolo sul tema. L’unità delle fazioni della resistenza palestinese, abbattendo la recinzione che trasforma Gaza in una prigione a cielo aperto, ha smentito l’invincibilità e la perfetta organizzazione della macchina bellica sionista, e ha scatenato un’ondata di solidarietà senza precedenti nella maggioranza dei paesi del mondo, con un movimento di protesta – specialmente a partire dalle università – che è vivo tutt’oggi. Questo articolo vuole fare un breve punto della situazione, ad un anno dall’inizio della recrudescenza del conflitto, presentando alcuni aspetti rilevanti per la lotta in sostegno della Palestina ma rinviando per gli approfondimenti a riferimenti specifici pubblicati in precedenza.

"Eco dell'invisibile": un evento per rilanciare l'arte militante👉leggi l'articolo completo qui: https://shorturl.at/r4my...
08/10/2024

"Eco dell'invisibile": un evento per rilanciare l'arte militante

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“L’arte non è uno specchio su cui riflettere il mondo, ma un martello con cui scolpirlo” (Vladimir Majakovskij)

Ha avuto luogo tra il 30 settembre e il 3 ottobre, nella palazzina delle esposizioni al centro di Catanzaro, la mostra artistica “Eco dell’Invisibile – ritratti dell’oppressione”, dedicata allo sfruttamento dei lavoratori, a cura dell’artista Eva Fruci e organizzata dalla federazione locale del Fronte Comunista. All’inaugurazione dell’evento, oltre molti degli artisti scelti per partecipare all’esposizione e molti altri legati alla locale Accademia delle Belle Arti, tanti militanti tra cui, in particolare, i referenti della federazione cittadina dell’Unione Sindacale di Base.

Il DDL Sicurezza e la repressione come soluzione dei problemi sociali👉 leggi l'articolo completo qui: https://shorturl.a...
30/09/2024

Il DDL Sicurezza e la repressione come soluzione dei problemi sociali

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È in attesa di essere approvato dal Senato ed essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Ddl 1660, il cosiddetto “Ddl Sicurezza”, un atto legislativo che coincide con un aggravamento della spirale discendente verso lo Stato di polizia che mira a reprimere le lotte sociali. In ottemperanza con la tendenza, tipica di tutti i più recenti esecutivi, di affrontare ogni forma di problematica sociale come se fosse un problema di ordine pubblico, infatti, questo insieme di misure ha come obiettivo politico quello di rendere reato o inasprire le pene per molte delle forme più combattive di conflitto di classe e, in generale, di lotta per i diritti di base come quello alla salute, al lavoro ben retribuito, alla casa e all’istruzione pubblica e gratuita. Che l’impianto del disegno di legge sia deliberatamente diretto a tutelare la violenza padronale e gli interessi degli sfruttatori è confermato anche dalle dichiarazioni di Piantedosi alla Camera. Non tutte le misure che elencheremo appaiono “a primo impatto” avere una rilevanza repressiva nei confronti delle lotte sociali: andremo a spiegare in questo articolo la ragione per cui è invece questo il caso. Ci proponiamo di analizzare le maggiori disposizioni del Disegno di legge distinguendo, dentro di esso, sei aree di intervento, illustrando le conseguenze che tali disposizioni provocheranno sulle lotte per i diritti sociali e il diritto al dissenso in generale. Per ogni punto andiamo dunque ad indicare il fine politico nascosto dietro le norme approvate.

L’autonomia differenziata: come dividere il paese per aumentare il potere dei padroni👉 leggi l'articolo completo qui: ht...
20/09/2024

L’autonomia differenziata: come dividere il paese per aumentare il potere dei padroni

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La legge Calderoli – Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione – è entrata in vigore il 13 luglio 2024 e sta, giustamente, conquistando sempre più spazio nel dibattito nazionale, anche grazie al grande successo della raccolta firme per il suo referendum abrogativo, che in poche settimane ha superato addirittura le 500.000 adesioni. Si tratta di una legge che, ricordiamo, è l’applicazione della riforma costituzionale del 2001 del Titolo V della Carta, voluta e fatta approvare dal centro-sinistra, e tuttavia sta diventando opportunisticamente oggetto di contestazione da parte dell’intera opposizione parlamentare, nonostante fino a poco tempo fa fossero gli stessi maggiori esponenti del PD a promuovere nelle loro regioni di pertinenza accordi per delle maggiori autonomie. In questo articolo non vogliamo comunque dilungarci sul tema di chi detiene le maggiori responsabilità politiche dello stato dei fatti quanto mostrare che l’applicazione della legge sull’autonomia differenziata coinciderebbe con un grave attacco ai diritti delle fasce popolari sia del meridione che del settentrione. Al di là della narrativa di stampo più marcatamente meridionalista che, a ragione, punta il dito soprattutto sulle disparità già esistenti tra le aree del Paese e alle potenziali nuove disparità che la norma favorirebbe, c’è da dire, infatti, che i maggiori beneficiari del provvedimento sarebbero costituiti dai monopoli capitalistici operanti al sud come al nord, favoriti dallo smantellamento dei servizi pubblici e dalla riduzione dell’agibilità democratica delle istituzioni. Questo punto di vista si ripercuote in maniera decisiva sulla comprensione di quale classe sociale (ovvero la classe lavoratrice) abbia, invece, degli interessi oggettivi a lottare contro la riforma.

Sulla Guerra in Medio OrienteArticolo a cura della sezione rapporti internazionali del Comitato Centrale del Partito Com...
10/09/2024

Sulla Guerra in Medio Oriente

Articolo a cura della sezione rapporti internazionali del Comitato Centrale del Partito Comunista di Grecia (KKE)

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Negli ultimi mesi, il mondo intero ha assistito a un attacco generalizzato da parte della macchina politico-militare dello Stato israeliano contro il popolo palestinese, soprattutto nella Striscia di Gaza. La maggior parte dei media borghesi, che sostengono Israele, cerca invano di convincere il popolo che tutto è iniziato il 7 ottobre 2023, quando Hamas ha lanciato un attacco contro Israele, uccidendo e catturando degli ostaggi israeliani. La stragrande maggioranza dei popoli sa che lo Stato borghese israeliano, con la connivenza degli Stati Uniti e degli altri alleati euro-atlantici, opprime il popolo palestinese e occupa da sette decenni i territori dove, secondo le risoluzioni delle Nazioni Unite, dovrebbe sorgere lo Stato di Palestina.
Il vorace appetito dello Stato borghese israeliano per i territori palestinesi è iniziato con la spartizione della terra palestinese nel 1947-1948, attraverso una risoluzione delle Nazioni Unite che ha istituito lo Stato di Israele e ha aperto la strada alla graduale fagocitazione dei territori palestinesi. Da allora, milioni di palestinesi sono stati cacciati dalla loro terra. Stiamo parlando di un vero e proprio sradicamento, di un’appropriazione pianificata della terra e dello spostamento di oltre sei milioni di persone dalla loro terra. Israele ha preso il controllo di 774 città e villaggi palestinesi, di cui 531 sono stati completamente distrutti e gli altri sono stati consegnati allo Stato occupante. Milioni di persone rimaste sulla loro terra, sia in Cisgiordania, dove ha sede l’Autorità Palestinese, sia nella Striscia di Gaza, hanno vissuto per generazioni sotto un regime di embargo, gravi privazioni, discriminazioni e umiliazioni; in una parola, di apartheid.

Ascesa della destra e miseria  del riformismo: un’analisi critica delle elezioni francesi👉 leggi l'articolo completo qui...
05/08/2024

Ascesa della destra e miseria del riformismo: un’analisi critica delle elezioni francesi

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La sconfitta della destra alle recenti elezioni legislative francesi, l’aver scongiurato la possibilità dell’insediamento di un governo apertamente razzista e sciovinista, ha riacceso, in Francia e in Italia, un genuino entusiasmo e la convinzione che l’avanzata delle destre più radicali, sancita dalle elezioni europee, possa essere fermata. C’è da rilevare come il risultato elettorale sia espressione di una sana presa di coscienza antifascista che ha portato al voto anche parte dei settori popolari francesi: migliaia di giovani, di immigrati e di proletari che hanno espresso la propria voce non unicamente tramite il voto, occupando le piazze e saldando le lotte di questi ultimi anni con la giusta battaglia contro la destra rappresentata dal Rassemblement National.

Tuttavia, il risultato francese del Nouveau Front Populaire (NFP) non rappresenta, a nostro avviso, una vittoria per quelle masse popolari, né una strategia vincente per contrastare, sul lungo periodo, l’avanzata delle destre scioviniste e fasciste. Alla prospettiva di replicare in Italia, contro il governo reazionario di Giorgia Meloni, un fronte popolare come quello francese ci opponiamo pur non rimanendo indifferenti di fronte alle genuine richieste di chi sente oggi la necessità di un processo di ricomposizione a sinistra che possa rappresentare un’alternativa ai partiti dello schieramento borghese. Ad ogni modo, se a capeggiare questa proposta di unità sono il Partito Democratico e le forze politiche ad esso contigue attraverso l’appello all’“unità antifascista contro le destre”, riteniamo opportuno chiarire il nostro dissenso, dicendo apertamente che questa prospettiva è controproducente, dannosa e ha già dimostrato la capacità di generare pericolose illusioni, distruttivi riflussi e arretramenti per la classe operaia e le masse popolari, in Italia e altrove.

Il sostegno alla causa palestinese sotto attacco anche in Danimarcaleggi l'articolo completo qui: https://shorturl.at/Zp...
11/07/2024

Il sostegno alla causa palestinese sotto attacco anche in Danimarca

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Il 25 giugno scorso, con l’eccitazione politica suscitata dalle elezioni europee ormai svanita e gran parte del paese avviato verso le ferie estive, il governo e il parlamento danese (Folketing) hanno raggiunto un accordo per “intensificare gli sforzi contro l’antisemitismo”. L’accordo prevede una serie di 12 misure che saranno implementate tra l’autunno del 2024 e l’inizio del 2025 ed è stato sottoscritto da tutti i partiti rappresentati in parlamento, dalla destra conservatrice e razzista del Dansk Folkeparti (membro a livello europeo del gruppo Patrioti per l’Europa assieme ad esempio a Lega e Rassemblement National francese) ai socialisti e ai socialdemocratici della prima ministra Mette Frederiksen. Tra i firmatari dell’accordo non manca neanche l’Enhedslisten, il partito di sinistra radicale membro a Strasburgo del gruppo La Sinistra Europea[1] e che aveva incentrato gran parte della campagna elettorale europea[2] sui temi dell’autodeterminazione del popolo palestinese e del rifiuto del massacro israeliano a Gaza. I punti proposti sono tra loro molto diversificati e accanto a interventi come ad esempio il finanziamento ai viaggi di istruzione scolastici negli ex-campi di concentramento nazisti si trovano misure del tutto discutibili come l’incremento del monitoraggio dei social network e delle piattaforme online e l’aumento delle pene per i “crimini d’odio”. In particolare, secondo l’accordo appena approvato, la polizia avrà il potere di aumentare le pene connesse ai crimini d’odio (contro gli ebrei), tanto in specifiche aree geografiche[3] (si può ad esempio immaginare nei pressi di sinagoghe o centri culturali ebraici) quanto sull’intero territorio nazionale, per una durata “fino a 6 mesi e con possibilità di estensione”.

L’approvazione della “Ley Bases” e la situazione nell’Argentina di Milei👉leggi l'articolo completo qui: https://shorturl...
10/07/2024

L’approvazione della “Ley Bases” e la situazione nell’Argentina di Milei

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L’elezione di Milei alla Presidenza della Repubblica nel dicembre 2023 ha significato l’affermazione in Argentina di un governo di chiara connotazione antipopolare: di fronte alla situazione sociale ed economica molto difficile (più della metà degli argentini vive in povertà) gli obiettivi dichiarati dal governo sono l’accelerazione delle privatizzazioni e la flessibilizzazione del mercato del lavoro. Le riforme economiche promesse in campagna elettorale da Milei prendono forma nella “Ley Bases”, riduzione del bocciato progetto di legge precedente “Ley Omnibus”: il 12 giugno, giorno dell’approvazione del provvedimento al Senato, è stato caratterizzato da violenti scontri a Buenos Aires tra la polizia e i manifestanti anti-governativi, con decine di feriti e arresti.

Per comprendere meglio le implicazioni di questa strategia del governo argentino riportiamo di seguito una risoluzione del Comitato Centrale del Partito Comunista Argentino, che ne analizza i punti principali rispetto agli effetti sui lavoratori e sulle classi popolari. Buona lettura.

Da Suviana a Casteldaccia: la sicurezza sul lavoro resta una chimera👉Leggi l'articolo completo qui: https://www.lordinen...
04/06/2024

Da Suviana a Casteldaccia: la sicurezza sul lavoro resta una chimera

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È una sequenza tragica, che si ripete ogni giorno, quella delle morti sul lavoro in Italia. Le statistiche dell’INAIL a questo proposito sono impietose: le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale presentate all’Istituto nel 2023 sono state 1.041. Le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale presentate all’Istituto nel primo trimestre 2024 sono state 191.
Non si è ancora spenta l’eco della strage della centrale idroelettrica di Suviana avvenuta il 9 aprile scorso, in cui hanno perso la vita 7 persone e prima ancora quella della strage avvenuta a Firenze il 16 febbraio, con il crollo del cantiere della EsseLunga e in cui erano a loro volta morti 5 operai, che le cronache dei giornali si riempiono nuovamente della notizia di un’ennesima tragedia, avvenuta il 6 maggio a Casteldaccia in Provincia di Palermo. E che ha visto morire 5 operai, per le esalazioni provenienti dalle vasche di sollevamento della rete fognaria, in cui gli operai si erano calati durante lo svolgimento del loro lavoro di manutenzione della rete stessa.
Perché oramai le singole morti sul lavoro, in media 3 al giorno in Italia, non fanno più notizia. Solo numeri così elevati, come quelli delle stragi citate, sollevano ondate di indignazione nell’opinione pubblica e solo in questi casi ci si interroga sulle cause, derubricate troppo spesso nei casi di singolo decesso come fatalità, con la colpevole complicità degli organi di informazione mainstream.
Ma le morti sul lavoro non sono mai l’esito di fatalità. Piuttosto l’inevitabile conseguenza della corsa al massimo profitto a cui sacrificare senza problemi dell’elemento benessere, salute e sicurezza sui posti di lavoro.

Fallout: la guerra e le contraddizioni del capitalismo👉 Leggi l'articolo completo qui: https://www.lordinenuovo.it/2024/...
29/04/2024

Fallout: la guerra e le contraddizioni del capitalismo

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Ha debuttato nei giorni scorsi in streaming online la nuova serie televisiva Fallout. Basata sulla saga di videogiochi omonimi, che vanta di 4 capitoli principali tra il 1997 e il 2015 nonché numerosi spin-off, la serie è sviluppata da Jonathan Nolan e Lisa Joy e vede come principali interpreti Ella Purnell, Aaron Moten, Kyle MacLachlan, Moisés Arias, Xelia Mendes-Jones e Walton Goggins.
Ambientata nel 2296, in un futuro post-apocalittico segnato dalla guerra atomica tra USA e Cina comunista (presumibilmente ancora legata al maoismo) scoppiata nel 2077 per il controllo delle ultime fonti energetiche di un pianeta ormai allo stremo, la storia narra le vicende di alcuni personaggi costretti a sopravvivere in una California in preda all’anarchia e alla violenza di bande di selvaggi predoni e criminali. La serie ha l’indubbio merito di coniugare la rappresentazione di un mondo devastato dai bombardamenti atomici e l’estetica retrofuturistica, quella pre-bellica, di una società che, complici la mancata invenzione del transistore e l’enorme sviluppo delle tecnologie nucleari, è rimasta ancorata alla moda e alla cultura statunitense degli anni 1950, in un singolare mix tra progresso scientifico e gusto novecentesco. Tra gli elementi positivi vi è la coerenza con i videogiochi, di cui gli episodi riportano citazioni evidenti.
L’obiettivo di questa breve recensione non è fornire elementi di trama ai lettori, per i quali si consiglia la visione della serie o l’approfondimento della storia introdotta dai videogiochi, ma analizzare una serie di elementi che Fallout fornisce agli spettatori, specialmente nella fase storica attuale in cui lo scontro tra potenze imperialiste rende la guerra, anche atomica, un rischio per tutti i popoli del mondo.

I settemila passi: morire di lavoro accanto a una passarella elettorale👉 Leggi l'articolo completo qui: https://www.lord...
01/02/2024

I settemila passi: morire di lavoro accanto a una passarella elettorale

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Alle 9:30 del 26 gennaio 2024, nell’area Grendi del Porto Canale di Cagliari, mentre lavorava allo scarico dei container sulla nave finlandese “Estraden”, Raffaele Massa, un operaio cinquantenne di Quartu Sant’Elena, ha perso la vita, schiacciato tra due rimorchi. I compagni di lavoro ricordano solo un urlo lancinante, lanciato da quel gigante buono (così lo definisce il cugino Roberto, suo collega) dall’esperienza consumata, tanto impassibile e competente sul lavoro quanto generoso e disponibile con chiunque lo avvicinasse. Poi è stato il turno dei tecnici dello Spresal, specializzati nel ramo, degli agenti della squadra volante, della polizia scientifica e della capitaneria di porto, infine del magistrato competente a coordinare le indagini. E ancora, sullo sfondo, i genitori, i due fratelli, la compagna, ad attendere il corpo requisito per gli adempimenti autoptici. Niente di nuovo, del resto. Una storia come tante. Proprio in questi giorni, dopo ben diciassette anni, è giunta la condanna per i sette imputati della morte di Fausto Simbalu, anch’egli all’opera sul molo di Cagliari, mentre è del 30 dicembre scorso la notizia di un’altra vittima portuale a Bari.
[...] Alle 11:00 dello stesso giorno, a 5,5 km di distanza (settemila passi, appunto), presso l’Hotel “Regina Margherita”, ha avuto inizio, davanti a una platea di amministratori e imprenditori, l’intervento di Matteo Salvini, ministro delle infrastrutture e dei trasporti, nell’ambito dell’iniziativa “L’Italia dei sì 2023-2032. Progetti e grandi opere in Italia e in Sardegna”, nel corso del quale è stata rilanciata l’agenda di ammodernamento strutturale e di snellimento normativo approntata dal dicastero ad uso e consumo dei capitani d’industria. Un evento che si iscrive a pieno titolo, dopo lo sfilamento dalla prospettiva infrastrutturale della nuova Via della seta, nel tentativo di rilanciare, in chiave euroatlantica, il sistema connettivo e logistico a suon di resilienza e protezionismo.

La vergognosa strumentalizzazione del Giorno della Memoria👉leggi l'articolo completo qui: https://www.lordinenuovo.it/20...
27/01/2024

La vergognosa strumentalizzazione del Giorno della Memoria

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Il 27 gennaio 1945 è una data fondamentale, una ricorrenza che non va dimenticata e il cui significato è necessario tramandare alle nuove generazioni. Quello che è stato internazionalmente istituito come Giorno della Memoria commemora la liberazione da parte dell’Armata Rossa del campo di concentramento di Auschwitz, nei pressi della città polacca di Oświęcim, il cui complesso di campi di concentramento e di sterminio fu il più grande realizzato dalla Germania e in cui si stima persero la vita oltre un milione di persone. La celebrazione della giornata fu stabilita dalle Nazioni Unite nel 2005, in occasione del sessantesimo anniversario della liberazione del campo, per commemorare le vittime dell’Olocausto, lo sterminio di due terzi della popolazione ebraica europea, oltre che di una serie di minoranze considerate inferiori dall’ideologia hitleriana.
[...]
Purtroppo, la celebrazione della giornata è oggetto, ormai da diversi anni ma tanto più oggi, di un attacco ideologico da parte dei governi che mira, nel migliore dei casi, a decontestualizzarla dalla storia del XX secolo, svuotandola di ogni significato politico, oppure a piegarla secondo la strategia delle borghesie nei diversi paesi (come fanno oggi i sionisti israeliani per giustificare il massacro che stanno conducendo in Palestina). È importante oggi analizzare queste tendenze al fine di contrastare ogni strumentalizzazione di una fase storica di grande importanza per lo sviluppo della società in cui viviamo.

Investimenti in crescita e interdipendenza: gli interessi del capitale italiano in Israele👉leggi l'articolo completo qui...
26/01/2024

Investimenti in crescita e interdipendenza: gli interessi del capitale italiano in Israele

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Quando si parla delle ragioni alla radice del supporto allo stato ebraico da parte dei governi italiani bisogna innanzitutto sgomberare il campo da spiegazioni giornalistiche o di tono moralista. Il motivo per cui l’Italia sostiene Israele non è da ricercare nel fatto che questo costituisca “l’unica democrazia del Medio Oriente”, non solo perchè numerosi fattori – come l’assenza di una Costituzione, l’ambiguità sulla questione del laicismo e l’apartheid inflitto ai palestinesi, riconosciuto internazionalmente – rendono contraddittorio parlare di “democrazia” con riferimento a Israele ma anche perchè l’Italia coltiva regolarmente rapporti anche con nazioni che hanno un approccio discutibile sul tema dei diritti umani e politici, come l’Arabia Saudita, il Qatar o l’Algeria.

Nasce l'Azione Comunista Europea: un importante avanzamento nella ricostruzione del movimento comunista internazionale 👉...
07/01/2024

Nasce l'Azione Comunista Europea: un importante avanzamento nella ricostruzione del movimento comunista internazionale

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La crisi generale del capitalismo monopolistico e l’incremento esponenziale dello scontro interimperialista, anche sul piano militare, acuiscono le divisioni e il confronto ideologico-politico all’interno del Movimento Comunista Internazionale e dei singoli partiti che ne fanno parte. Il superamento della crisi del movimento comunista è ancora un obiettivo lontano, ma i segnali positivi non mancano e, tra questi, vi è sicuramente la fondazione il 18 novembre 2023 ad Atene dell’Azione Comunista Europea, una nuova forma di collaborazione coordinata a livello politico e organizzativo tra partiti comunisti e operai del continente europeo, appartenenti o meno all’Unione Europea e di paesi geograficamente prossimi, avente per obiettivo il rafforzamento dell’attività rivoluzionaria.

Mobbing, sfruttamento e arroganza padronale: una panoramica su "Palazina LAF"👉leggi l'articolo completo qui: https://www...
23/12/2023

Mobbing, sfruttamento e arroganza padronale: una panoramica su "Palazina LAF"

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A partire dallo scorso 30 novembre è disponibile nelle sale cinematografiche italiane il film “Palazzina LAF”. Con la regia di Michele Riondino, alla sua prima esperienza da regista, e la partecipazione di attori quali lo stesso Riondino, Elio Germano e Vanessa Scalera, questo film è tratto dal libro “Fumo sulla città” dello scrittore Alessandro Leogrande. Ambientato nel 1997, ripercorre una delle prime vicende riconosciute in Italia come mobbing, nel quadro di uno fra i maggiori casi di speculazione, danni a salute della popolazione e ambiente nel nostro paese: quello dell’ILVA di Taranto (oggi denominata Acciaierie d’Italia). Le vicende narrate testimoniano la fase immediatamente successiva alla privatizzazione avvenuta nel 1995 dell’ILVA stessa, in precedenza Italsider e di proprietà statale, e in quegli anni acquisita dalla famiglia Riva.

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