19/05/2023
SCRITTO 4 anni fa in occasione di un disastro ambientale simile a questo.
I DUE MITI DA SFATARE:
IL TURISMO E’ IL PETROLIO DELL’ITALIA E CHE L’ITALIA E’ IL PAESE PIU’ BELLO DEL MONDO.
Di Daniele Brocchi
Parla Daniele Brocchi, storico dell’arte, presidente del CRATEC – centro ricerca arte turismo e cultura e Coordinatore del turismo della Confesercenti di Roma e del Lazio, sulla situazione in cui verte la nostra Italia sotto il profilo ambientale ed estetico anche in riferimento alle ultime situazioni di dissesto idrogeologico.
Un' Italia messa in ginocchio non dalle condizioni meteorologiche ma da decenni di politiche sbagliate e di finanziamenti per le opere pubbliche ingoiati da delinquenti senza scrupoli. Oggi verrebbe da dire “che si corre ai ripari” , la frase fa sorridere visto che piove da un mese. Ma quale ripari, oggi si corre per scappare da aree ormai finite e che solo il tempo potrà far tornare alla normalità.
Così Brocchi, voce fuori dal coro commenta: “sono amareggiato per tutto quello che succede nel nostro paese a livello ambientale, per come è stato ridotto, con la conseguenza del disagio alle persone, al commercio, al turismo. La notizia in voga in questi giorni è l’acqua alta a Venezia, che bello si è scoperto l’acqua alta a Venezia! È una cosa incredibile. Sono disgustato da tutto il sistema paese. Inizio dagli italiani che sono i veri responsabili dei vari disastri ed espressione della politica nazionale. Quella parte di italiani che fino a che tutto va bene tirano a “campà” in caso contrario vorrebbero essere risarciti o fare le barricate di protesta. Dove erano quando si costruivano interi quartieri a ridosso di aree idrologicamente pericolose, perché hanno acquistato abitazioni in luoghi a rischio e perché non sono scesi in piazza al primo campanello d’allarme? Bene la risposta è perché siamo Italiani. Poi c’è la politica, ma come dicevo quella è il prodotto del popolo, basta pensare a quello che ha prodotto una certa parte politica con il piano casa negli anni passati per capire il livello d’istruzione dei nostri politicanti.” Brocchi va giù ancora più duro: “ Io vivo a Roma, una città abbandonata dal DIO … Opss scusate il lapsus, abbandonata dai romani in primis e poi dalla politica. Qui vedo il degrado e il dramma. Una semplice pioggia e un vento forte, mettono in ginocchio una città che ha dominato il mondo. Palazzi che si piegano, strade che sprofondano, tunnel della metropolitana che piangono acqua ma potrei continuare per mesi. Quindi come si può poi parlare di turismo, commercio, rilancio del paese in una situazione generale così complicata?”.
IL PRIMO MITO DA SFATARE
In Italia ci sono tanti esperti di turismo quanti allenatori di pallone. Tutti ripetono la grande bugia colossale: L’Italia è il paese più bello del Mondo! Un mantra che si ripete in conferenze, in dibattiti, che si scrive nelle guide e invece non è altro che la classica frasetta fatta senza tenere conto di dove è andato a finire il nostro paese. Casomai possiamo dire che è uno dei paesi più belli del mondo.
Brocchi racconta: “Tutto comincia nel finire degli anni 50 quando la fame di case per tutti era lo slogan di alcuni partiti politici. Campagne elettorali fatte sulla speculazione edilizia, su piani urbanistici inesistenti, su colate di cemento dietro accordi di programma elettorale. Quel cemento, che trenta anni dopo, attraverso test e studi si è rivelato fragile, garantito per non più di 90 anni e che oggi sta mettendo in ginocchio l’Italia. Gli antichi romani e gli etruschi dall’aldilà se la ridono. Le loro strutture resistono anche ai terremoti mentre intere città vengo giù come biscotti. Da quegli anni ad oggi sono state tante le nefandezze cementizie autorizzate e abusive, tutte con il benestare della politica nazionale e locale. Uno scempio incessante che ancora oggi corrompe il territorio, lo devasta e lo deturpa. I fattori che fanno si che l’Italia non sia più il paese più bello del mondo sono tanti. Cominciamo dalla dislocazione delle costruzioni, avvenute senza un criterio ragionato ed organico. Dal materiale utilizzato e dai progettisti dalla creatività nulla. Infatti è proprio l’estetica uno dei nodi cruciali della questione. A parte qualche sprazzo di luce derivato da architetti lungimiranti, da dopo il periodo Fasciata, con il “razionalismo” in Italia non si è mai più visto uno stile chiaro, una rifinitura, una riflessione sugli spazi urbani. Il triste stile degli anni 60/70 ha imperversato fino ad oggi, ovvero quello dello “scatolone”. Un quadrato o un rettangolo con fori per respirare. Lo stile delle caserme color giallino o delle villette a schiera stile ghetto. Il pensiero architettonico più orrido va subito alle grandi periferie delle città italiane come il quartiere Tuscolano o Corviale giusto per ricordare quelli più vicini a me. Ma le aree abitate d’Italia sono tante e passano anche per i capoluoghi di provincia, per i paesini di pianura dove sono sorte lungo le strade principali abitazioni a lombrico che di conseguenza hanno intasato le arterie di scorrimento rapido. Le pianure sono quelle che hanno subito lo sfregio più alto, per la semplicità costruttiva di superficie, impossibile da trovare in regioni erte e morfologicamente più complesse. Quanto appena detto trova le sue eccezioni anche nella difficoltà di costruzione. Prendiamo due esempi eclatanti, Perugia ed Assisi in Umbria, due città le quali si trovano a pochissimi km l’una dall’altra. Nella prima la città medievale è stata mimetizzata dall’urbanizzazione moderna che è arrivata fino alla pianura, presentando oggi un agglomerato di colori, cubature, luci, come in un quadro cubista. La seconda, Assisi, invece con la sua politica di salvaguardia presenta ancora il grande centro storico, isolato, ieratico ed imperiale che domina la collina intatta. Le due scuole di pensiero che si sono bilanciate per tutto lo stivale, a metà tra il conservato (bellezza) e il costruito in questo caso (deturpato). Ecco così che perdono di valore molti centri storici di eccellenza, offuscati dal ceco profitto della costruzione di caserme per tutti. A Fumone nel Lazio, accanto allo storico castello, anni fa si è installata un' antenna ripetitore, verrei sapere dov’era la soprintendenza. Ma gli esempi si sprecano come nelll’ isola di Ischia fatta di case fantasma, gli scheletri di scempi incompiuti in Calabria, ecc ecc. Ma l’Italia ha le bellezze naturali più belle del mondo….. quali? Le coste italiane cementate ed erose, le villette abusive tra le pinete, gli sversamenti a mare di interi centri urbani, una nazione ancora restia ai depuratori. Ma salendo verso la montagna la situazione non migliora. Si comincia dalle strade montane non mantenute ed abbandonate, torrenti ristretti e occlusi per la costruzione di Residence, opere inutili ed invasive per finti contenimenti del terreno. Oppure abbiamo le colline, sempre più ricoperte da distese di pannelli solari o pale eoliche sempre ferme. Insomma proprio un bel paese il nostro. Ma come si è fatto ad autorizzare o a non vedere tutto questo scempio. Comuni, Province, Regioni, Stato e surrogati, dove erano quando si stava distruggendo il territorio e la storia? Allora mi chiedo ma il Colosseo, Palazzo Vecchio, il Ponte di Rialto e le bellezze più accattivanti d’Italia, quanto potranno durare ancora? E Quanto potranno attrarre ancora? Se immaginassimo per un momento un Italia senza i suoi cavalli di battaglia, cosa ci rimarrebbe? Del resto questo non importerà alle generazioni future visto che la storia dell’arte nelle scuole si sta eliminando progressivamente”.
IL SECONDO MITO DA SFATARE: il turismo è il petrolio dell’Italia.
Anche questa una frase ricorrente ed abusata da tutti.
Conclude Brocchi: “Questa è una scemenza inaudita. Il petrolio è un elemento naturale destinato a finire mentre il turismo no, se ben gestito e se il nostro territorio fosse ben governato e mantenuto. Ma tristemente mi viene da pensare che invece la frase è vera, e cioè che il turismo nel nostro paese si stia esaurendo come il petrolio. Quando i politici e i media sparano cifre da capogiro per numero di presenze o arrivi, bisognerebbe capire quali territori ne sono esclusi da questa gara del mordi e fuggi. La concorrenza ormai è tantissima di paesi emergenti, che offrono solo divertimento e non necessariamente storia e cultura. Oggi c’è l’urgenza di recuperare, riqualificare, abbattere, depurare, rieducare, copiare. C’è bisogno urgentemente di salvare questa Italia sfregiata e sempre più sorpassata dalla concorrenza globale. La politica dell’accoglienza non passa solo da servizi di qualità ma anche attraverso un territorio protetto, elegante, curato, ecosostenibile.
Abbiamo bisogno di riscatto sociale dal nord al sud allora ce la faremo.