Sono nato lo stesso giorno in cui usciva The Times They Are a-Changin’ di Bob Dylan. L’amore per la radio dentro di me ha radici profonde: Alto Gradimento e RaiStereoNotte sono state le trasmissioni guida nella mia vita. A 10 anni passavo interi pomeriggi a trasmettere «per finta» nella mia camera, a 13 ho aperto una radio libera vera e propria, «Radio Five», nel 1995 sono arrivato a Radio Icaro e qui, dopo essermi espresso sui fronti più disparati, nel 1996 ha piano piano preso vita il progetto Backstreets!
In un panorama radiofonico che lascia poco all’immaginazione ho voluto proporre un programma dove il solo protagonista sono le emozioni, quelle che solo la musica è in grado di regalare.
Le strade secondarie della musica, con gli anni, sono passate da una trasmissione settimanale ad un appuntamento quotidiano nella fascia del «driving time».
La musica «Americana» è quella con la quale ho iniziato e anche se, in questi venti e passa anni mi sono ritrovato a programmare dischi di un ben più vasto panorama musicale, alla fine le emozioni che suscitano i due generi «il country ed il western» hanno avuto il sopravvento su tutto il resto, così sono ritornato alle origini e dal 2 di Settembre 2019 è incominciato: Backstreets Country Bunker (un omaggio sfacciato al Bob’s Country Bunker del film The Blues Brothers).
Nuovo nome e nuova sigla con al suo interno un accenno di The good old boys (sigla del telefilm: The Dukes of Hazzard), un riferimento culturale imprescindibile per chi ama i due generi e la cultura americana.
Ci sono dialoghi di Jake ed Elwood che danno sempre un tono alle sigle e le rubriche: Alcoholic Corner (c’è sempre più di una canzone dedicata al Whiskey o alla birra in un album country), Front Porch (canzoni di questo secolo) , Back Porch (canzoni dell’altro secolo) e Moonshine (canzoni delle radici) fanno parte integrante della trasmissione.
La musica Folk racconta storia di un popolo, non esisterebbero il rock, il blues e tutti i loro derivati se su quelle montagne (Appalachi) vicino alla costa Est degli Stati Uniti, i primi coloni non avessero incominciato a fare musica. Il termine Country & Western è stata una invenzione di Bilboard (storica rivista di classifiche musicali) del 1949 per identificare la musica del popolo che oramai era diventata un fenomeno nazionale, sotto una unica denominazione (Country & Western sono sostanzialmente la stessa cosa ma la prima si intende suonata ad est e la seconda ad ovest… tutto qui).
Con gli anni le Backstreets si sono costruite un pubblico ben preciso, ampliatosi in seguito grazie al podcast (backstreets.it), c’è chi è andato, chi è venuto e chi in questi anni è sempre restato un fedele ascoltatore. Vorrei ringraziare tutti per l’affetto che mi avete dimostrato in questi anni e, bontà vostra, per quelli a ve**re.
Ringrazio Radio Icaro perché ha sempre avuto un occhio di riguardo per me e per la trasmissione, lasciando che, uno degli spazi orari più ambiti, fosse occupato da musica… la meno commerciale. Ringrazio con affetto Max Alberici (voce storica delle sigle delle Backstreets) e Matteo Munaretto per il supporto e il sostegno quotidiano che da sempre mi elargiscono a piene mani. Credo che le Backstreets siano un’isola a parte, un momento della giornata nel quale il rumore di fondo del monotono «flusso» radiofonico viene interrotto da canzoni che lasciano un segno, rilasciano un benessere fisico e mentale e ci portano dentro un mondo fatto ancora di cose semplici, di storie semplici e di accordi semplici.
Magari provate ad ascoltarla, anche solo per cinque minuti. Sono in onda dal Lunedì al Sabato ore 18.20 (la repliche alle ore 0.20) su Radio Icaro (anche in streaming www.radioicaro.com e in Podcast www.backstreets.it)
That’all folks!
Lele Guerra
(Renzo Arbore ha detto di me: «’e chi cazz’è?»)