23/12/2024
Review: Deus Mortem Official * Thanatos* ( 2024)
English/Italiano
English
On November 15th of this year, from frozen Poland the third chapter of one of the most interesting discography of the current scene was released.
Today we talk about "Thanatos" latest release of the "Deus Mortem" project; In Ancient Greek mythology, Thanatos is the personification of death, and the death drive in the human psyche.
But let's start talking about music. The album begins with "Krwawy Swit": Right away we are overwhelmed by a perfect mix between extremely melodic sounds and a raw and cold Black Metal accompanied by an incessant Blast Beat dominated by Pavulon. About halfway through the track we arrive at a pre-solo with Rock/Heavy appearances, which introduces us to a wonderful solo devoted to the old school in the most absolute way. Exceptional start.
Now we come to "Slow Death"; As the title suggests, the song is immediately decidedly slower and more rhythmic than the Opening track. However, it gradually grows leaving room for double pedal rides, Blast Beat and more dissonant riffing. At the end we find a solo again, perfectly in line with the previous one.
"Resurrecting the Pillars of Fire" is pure violence; The drums are extremely fast and the guitars are like a punch in the face even in the slowest riffs. The composition is anything but predictable; we notice several changes in tempo and pattern; wonderful.
"A Lamb in the Arms of a Wolf" immediately offers a decidedly darker and more melancholic sound, much more cadenced and martial than the previous ones. Although it is less articulated than the previous ones, this track is extremely effective and well done, also thanks to the acoustic closing, which opens the doors to the next track;
"W serce płomiennej gnozy" kicks off the second half of this work. Cold, fast, Old School, are the 3 key words that identify this track. Although it is Black Metal in all respects, this great Heavy / Rock influence continues to be present, intelligently inserting itself with short interludes that are absolutely spot on. Halfway through the track, a very symphonic clear break directed by beautiful strings and choirs leads us to the closing that picks up speed and returns to embrace an almost atmospheric Black Metal.
"Czarny kruk" is the third to last track of this journey; the rhythms return to being martial in the first part of the song, but, as before, they soon leave room for speed and sound assault. However, another sudden break gives us a beautiful, cleaner and slower riff. Really interesting.
One step away from the end we arrive at "When the Creation Tastes of Dionysian Wine". At first glance it seems very dissonant and direct compared to the one heard previously, in fact until halfway through the track, the distorted guitars and Pavulon's snare drum dominate. From the halfway point onwards everything seems more rhythmic, moreover, more orchestral sounds take over and act as a background to this dark symphony, and close the song opening the doors to the last track that personally left me speechless.
"Noesis", in fact, collects the incipit of the previous one, with a beautiful acoustic intro bordering on Folk/Symphonic. The song is melodic on all fronts, even if the Blast Beat and the exceptional voices of Necrosodom keep it anchored to the most violent Black Metal. Noesis keeps the attention high from the beginning to the end, it is extremely articulated, with different changes of pattern and speed, I would define it almost experimental. Absolutely the track that I preferred, it is the perfect closure of a perfectly executed Album.
In conclusion, I consider this album a pearl of extremely high quality. In fact, Deus Mortem have managed to differentiate the style offered with "Kosmocide" (2019) by inserting overwhelming and perfectly calculated influences and melodies. As far as I'm concerned, each individual member has done an exceptional job, from the impeccable voices of Necrosodom, the sharp guitars of Tom Hermies to the bass of L.Th that I would have liked to hear emerge further in this work. The drums of Pavulon obviously deserve a mention, not only thanks to the difficulty due to the high speeds, but above all for how extremely articulated each song is. The more Rock/Heavy influences present are, in my opinion, those that give an added value to the whole. It doesn't happen every day to find such a perfect synergy and balance between two very different genres. Wanting to make an analogy (which will surely be criticized by many), this mix of genres moved me like only a project like Jön Nodtveidt's Dissection has managed to do.
An absolutely due mention goes to Luciana Nedelea, an exceptional artist with dozens of works behind her who gave life to the artwork that Thanatos proudly transmits.
The album was produced on CD (Jewel case and Digipack) by Profane Spirits Productions, directed by Necrosodom himself.
Italiano
Il 15 di Novembre dell'anno corrente, dalla gelida Polonia è stato rilasciato il terzo capitolo di una discografia tra le più interessanti della scena attuale.
Oggi parliamo di "Thanatos" ultima uscita del progetto "Deus Mortem";
Nella mitologia della Grecia Antica, il Thanatos è la personificazione della morte, e la pulsione di morte nella psiche umana.
Ma iniziamo a parlare di musica.
L'album inizia con "Krwawy Swit":
Da subito veniamo travolti da un mix perfetto tra sonorità estremamente melodiche e un Black Metal crudo e gelido accompagnato da un Blast Beat incessante dominato da Pavulon.
A circa metà traccia arriviamo ad un pre-solo dalle parvenze Rock/Heavy, che ci introduce ad un meraviglioso assolo devoto all'old school nella maniera più assoluta. Inizio eccezionale.
Arriviamo ora a "Slow Death";
Come suggerisce il titolo, il brano risulta da subito decisamente più lento e cadenzato della Opening track.
Tuttavia, cresce gradualmente lasciando spazio a cavalcate di doppio pedale, Blast Beat e riffing più dissonanti.
In chiusura ritroviamo nuovamente un assolo, perfettamente in linea con il precedente.
"Resurrecting the Pillars of Fire" è violenza pura; La batteria risulta estremamente veloce e le chitarre sono come un pugno in faccia anche nei riff più lenti.
La composizione è tutto tranne che scontata; notiamo diversi cambi di tempo e di pattern;
meravigliosa.
"A Lamb in the Arms of a Wolf" offre da subito sonorità decisamente più oscure e malinconiche, molto più cadenzata e marziale rispetto alle precedenti. Per quanto sia meno articolata rispetto alle precedenti, questa traccia risulta estremamente efficace e ben riuscita, anche grazie alla chiusura in acustico, che apre le porte del brano successivo;
"W serce płomiennej gnozy" dá il via alla seconda metà di questo lavoro.
Fredda, veloce, Old School, sono le 3 parole chiave che identificano questa traccia. Per quanto sia Black Metal a tutti gli effetti, questa grande influenza Heavy/Rock, continua ad essere presente inserendosi intelligentemente con brevi intermezzi assolutamente azzeccati.
A metà traccia uno stacco netto molto sinfonico diretto da bellissime strings e cori ci porta alla chiusura che riprende velocità e torna ad abbracciare un Black Metal quasi atmosferico.
"Czarny kruk" è la terzultima traccia di questo percorso; i ritmi ritornano ad essere marziali nella prima parte del brano, ma, come in precedenza, lasciano presto spazio alla velocità e all'assalto sonoro.
Tuttavia un altro stacco repentino ci regala un bellissimo riff più pulito e lento.
Davvero interessante.
Ad un passo dalla fine arriviamo a "When the Creation Tastes of Dionysian Wine".
Ad una prima impressione risulta molto dissonante e diretto rispetto al quello ascoltato in precedenza, infatti fino a metà traccia, a dominare sono le chitarre distorte e il rullante di Pavulon.
Dalla metà in poi tutto risulta più ritmato, in più, subentrano sonorità più orchestrali e fare da sottofondo a questa sinfonia oscura, e chiudono il brano aprendo le porte all'ultima traccia che personalmente mi ha lasciato a bocca aperta.
"Noesis", infatti, raccoglie l'incipit della precedente, con un bellissimo intro acustico al limite del Folk/Symphonic.
Il brano è melodico su tutti i fronti, anche se il Blast Beat e le voci eccezionali di Necrosodom lo tengono ancorato al Black Metal più violento.
Noesis tiene alta l'attenzione dall'inizio alla fine, risulta estremamente articolato, con diversi cambi di pattern e di velocità, lo definirei quasi sperimentale.
In assoluto la traccia che ho preferito, è chiusura perfetta di un Album perfettamente eseguito.
Concludendo, reputo quest'album una perla di qualità estremamente alta.
I Deus Mortem, infatti, sono riusciti a differenziare lo stile offerto con "Kosmocide" (2019) inserendo influenze e melodie travolgenti, e perfettamente calcolate.
Per quanto mi riguarda ogni singolo membro ha svolto un lavoro a dir poco eccezionale, dalle voci impeccabili di Necrosodom, le chitarre taglienti di Tom Hermies fino al basso di L.Th che mi sarebbe piaciuto sentirlo emergere ulteriormente in questo lavoro.
Le batterie di Pavulon ovviamente meritano una menzione, non solo grazie alla difficoltà dovuta alle alte velocità, ma soprattutto per quanto ogni brano sia estremamente articolato.
Le influenze più Rock/Heavy presenti, sono secondo me quelle che danno un valore aggiunto al tutto. Non succede tutti i giorni di trovare una sinergia e un equilibrio così perfetti tra due generi molto diversi.
Volendo fare un'analogia (che sarà sicuramente criticata da molti), questo mix di generi mi ha emozionato come solo un progetto come i Dissection di Jön Nodtveidt è riuscito a fare.
Una menzione assolutamente doverosa va a Luciana Nedelea, artista eccezionale con decine di lavori alle spalle che ha dato vita all'artwork che Thanatos trasmette con fierezza.
L'album è stato prodotto in Cd (Jewel case e Digipack) dalla Profane Spirits Productions, diretta dallo stesso Necrosodom.
Assolutamente consigliato, disco meraviglioso.
Luciana Nedelea - Artworks