23/12/2024
NATALE 2024 - "FUORI POSTO"
Natale è il divino che nasce dove non l’aspettiamo, non negli spazi ben arredati dalle nostre “confessioni” ma sulle macerie delle nostre riconciliazioni, dove accettiamo di essere amati nonostante i tradimenti alla vita, dentro quei tradimenti, dove accogliamo con compassione i crolli delle nostre illusioni, dove ci riconciliamo con le verità dei nostri limiti e delle nostre fobie. Dio nasce dove la perfezione lascia posto alla riconciliazione. È danza sulle macerie.
Natale è imparare a “dare alla luce” cioè a sottrarre all’ombra tutto ciò che abbiamo paura di mostrare. È smettere di nasconderci, è incamminarci incontro alle nostre ombre, interiorizzarle amarle e lì, conoscersi. Questo è divino.
Maria e Giuseppe riescono ad accogliere l’evento, proprio perché fuori posto loro lo sono: per la legge, per il potere, per la tradizione. E così mettono alla luce questa vita, la vita di Gesù, si fidano, curiosi di vedere dove li porterà un evento che non lascerà certo le cose come le ha trovate. Avvolgono in fasce, si prendono cura, decidono di dare credito a questa vita nascente.
Natale è avvicinarsi a quella parte nascente di noi che ci svela chi siamo e che insieme racconta di una vita ancora inedita. Nuova. Quella che Gesù sapeva raccontare a chi giaceva sfinito ai bordi dell’esistenza.
Natale è chinarci con gesti di cura sul bambino fragile che siamo e avvolgerlo in fasce, curare la parte più impaurita e tremante di noi, quella che soffre di più, quella che chiede cura. Il male che teniamo dentro magari non guarisce ma può sempre essere curato. Sarà lo stile di quel bambino una volta diventato adulto, esperto nel miracolo della cura più che della guarigione.
Fuori posto sono anche i pastori, fuori dai posti che contano, fuori dalle trame del potere, fuori dalla città ma soprattutto sono fuori perché all’aperto, senza protezione. Non aspettano nulla, non si sono preparati a nulla, solo vegliano e fanno la guardia, ma lo fanno fuori dalle mura, esposti agli eventi. Come a dire, se vuoi continuare il cammino, se vuoi leggere il Vangelo accetta di lasciarti ferire, non proteggerti, accogli la possibilità di stare male, un eccesso di protezione disinnescherebbe il mistero. E poi, mettere alla luce se stessi, inevitabilmente fa male. Scoprirai il segno, ti scoprirai con la tua vita tra le mani e, stupito, ti accorgerai che non ha nulla da offrirti ma molto da chiederti, credevi di andare a vedere un Dio che nasce e ti scopri a iniziare un cammino in cui quello che nasce, e rinasce, sei solo tu.
GRAZIE PER QUESTI AUGURI "INQUIETI A DON ALESSANDRO DEHO'