Giuseppe: uomo del dialogo

Giuseppe: uomo del dialogo Corresponsabilità

1 Gennaio 2025 - Giornata Mondiale della Pace“Forse per non restare ogni volta delusi, bisognerebbe cambiare la prospett...
01/01/2025

1 Gennaio 2025 - Giornata Mondiale della Pace

“Forse per non restare ogni volta delusi, bisognerebbe cambiare la prospettiva, e anziché fare gli auguri, essere auguri, farsi augurio per gli altri, non chiedendo cosa l’anno nuovo possa donare, ma impegnandosi a portare qualcosa per renderlo più bello, più umano…”.

𝘽𝙪𝙤𝙣𝙖 𝙛𝙞𝙣𝙚 𝙙'𝙖𝙣𝙣𝙤...𝙂𝙡𝙞 𝙪𝙡𝙩𝙞𝙢𝙞 𝙜𝙞𝙤𝙧𝙣𝙞 𝙙𝙚𝙡𝙡'𝙖𝙣𝙣𝙤 𝙥𝙖𝙨𝙨𝙖𝙣𝙤 𝙨𝙚𝙢𝙥𝙧𝙚 𝙘𝙤𝙣 𝙪𝙣 𝙫𝙚𝙡𝙤 𝙙𝙞 𝙢𝙖𝙡𝙞𝙣𝙘𝙤𝙣𝙞𝙖 𝙥𝙚𝙧 𝙞𝙡 𝙩𝙚𝙢𝙥𝙤 𝙘𝙝𝙚 𝙞𝙣𝙚𝙨𝙤𝙧𝙖𝙗𝙞𝙡𝙚, 𝙣...
29/12/2024

𝘽𝙪𝙤𝙣𝙖 𝙛𝙞𝙣𝙚 𝙙'𝙖𝙣𝙣𝙤...
𝙂𝙡𝙞 𝙪𝙡𝙩𝙞𝙢𝙞 𝙜𝙞𝙤𝙧𝙣𝙞 𝙙𝙚𝙡𝙡'𝙖𝙣𝙣𝙤 𝙥𝙖𝙨𝙨𝙖𝙣𝙤 𝙨𝙚𝙢𝙥𝙧𝙚 𝙘𝙤𝙣 𝙪𝙣 𝙫𝙚𝙡𝙤 𝙙𝙞 𝙢𝙖𝙡𝙞𝙣𝙘𝙤𝙣𝙞𝙖 𝙥𝙚𝙧 𝙞𝙡 𝙩𝙚𝙢𝙥𝙤 𝙘𝙝𝙚 𝙞𝙣𝙚𝙨𝙤𝙧𝙖𝙗𝙞𝙡𝙚, 𝙣𝙤𝙣 𝙘𝙪𝙧𝙖𝙣𝙩𝙚, 𝙨𝙘𝙤𝙧𝙧𝙚. 𝙎𝙖𝙧𝙖̀ 𝙥𝙚𝙧 𝙚𝙨𝙤𝙧𝙘𝙞𝙯𝙯𝙖𝙧𝙚 𝙦𝙪𝙚𝙨𝙩𝙖 𝙨𝙚𝙣𝙨𝙖𝙯𝙞𝙤𝙣𝙚 𝙘𝙝𝙚 𝙨𝙞 𝙨𝙚𝙣𝙩𝙚 𝙗𝙞𝙨𝙤𝙜𝙣𝙤 𝙙𝙞 𝙖𝙩𝙩𝙖𝙘𝙘𝙖𝙢𝙚𝙣𝙩𝙤 𝙖𝙡𝙡𝙖 𝙛𝙚𝙨𝙩𝙖. 𝙀 𝙙𝙤𝙫𝙚 𝙢𝙖𝙜𝙜𝙞𝙤𝙧𝙚 𝙚̀ 𝙡'𝙚𝙛𝙛𝙞𝙢𝙚𝙧𝙤 𝙢𝙖𝙜𝙜𝙞𝙤𝙧𝙚 𝙨𝙞 𝙨𝙚𝙣𝙩𝙚 𝙦𝙪𝙚𝙨𝙩𝙤 𝙗𝙞𝙨𝙤𝙜𝙣𝙤.
𝘾'𝙚̀ 𝙪𝙣 𝙩𝙚𝙢𝙥𝙤 𝙘𝙝𝙚 𝙥𝙖𝙨𝙨𝙖, 𝙞𝙡 𝙘𝙧𝙤𝙣𝙤𝙨, 𝙘𝙝𝙚 𝙣𝙤𝙞 𝙨𝙪𝙗𝙞𝙖𝙢𝙤, 𝙘𝙝𝙚 𝙘𝙞 𝙨𝙤𝙫𝙧𝙖𝙨𝙩𝙖, 𝙘𝙝𝙚 𝙧𝙞𝙩𝙢𝙖 𝙡𝙖 𝙫𝙞𝙩𝙖. 𝘾'𝙚̀ 𝙪𝙣 𝙖𝙡𝙩𝙧𝙤 𝙩𝙚𝙢𝙥𝙤, 𝙞𝙡 𝙠𝙖𝙞𝙧𝙤𝙨, 𝙦𝙪𝙚𝙡𝙡𝙤 𝙘𝙝𝙚 𝙥𝙖𝙧𝙡𝙖 𝙖𝙡 𝙘𝙪𝙤𝙧𝙚 𝙚 𝙙𝙖𝙡 𝙘𝙪𝙤𝙧𝙚 𝙥𝙪𝙡𝙨𝙖. 𝙌𝙪𝙚𝙡𝙡𝙤 𝙙𝙚𝙡 𝙙𝙤𝙡𝙤𝙧𝙚 𝙚 𝙙𝙚𝙡𝙡𝙖 𝙥𝙖𝙨𝙨𝙞𝙤𝙣𝙚, 𝙙𝙚𝙞 𝙥𝙧𝙤𝙜𝙚𝙩𝙩𝙞 𝙚 𝙙𝙚𝙡𝙡𝙚 𝙛𝙖𝙩𝙞𝙘𝙝𝙚. 𝙀̀ 𝙩𝙚𝙢𝙥𝙤 𝙖𝙗𝙞𝙩𝙖𝙩𝙤 𝙙𝙞 𝙫𝙞𝙩𝙖.
𝙄𝙡 𝙥𝙧𝙞𝙢𝙤, 𝙞𝙡 𝙘𝙧𝙤𝙣𝙤𝙨, 𝙚̀ 𝙡𝙞̀ 𝙞𝙢𝙢𝙪𝙩𝙖𝙗𝙞𝙡𝙚 𝙢𝙖 𝙣𝙤𝙣 𝙩𝙧𝙖𝙨𝙢𝙚𝙩𝙩𝙚 𝙚𝙣𝙚𝙧𝙜𝙞𝙖. 𝙄𝙡 𝙨𝙚𝙘𝙤𝙣𝙙𝙤, 𝙞𝙡 𝙠𝙖𝙞𝙧𝙤𝙨, 𝙦𝙪𝙚𝙡𝙡𝙤 𝙨𝙞 𝙚̀ 𝙣𝙚𝙡𝙡𝙚 𝙣𝙤𝙨𝙩𝙧𝙚 𝙢𝙖𝙣𝙞 𝙚 𝙣𝙚𝙡 𝙣𝙤𝙨𝙩𝙧𝙤 𝙘𝙪𝙤𝙧𝙚, 𝙜𝙧𝙤𝙣𝙙𝙖 𝙙𝙞 𝙚𝙣𝙚𝙧𝙜𝙞𝙖.
𝙌𝙪𝙚𝙨𝙩𝙤 𝙚̀ 𝙞𝙡 𝙩𝙚𝙢𝙥𝙤 𝙘𝙝𝙚 𝙣𝙤𝙣 𝙨𝙘𝙤𝙧𝙧𝙚 𝙢𝙖𝙞 𝙥𝙚𝙧𝙘𝙝𝙚́ 𝙞𝙣𝙩𝙧𝙞𝙨𝙤 𝙙𝙞 𝙞𝙣𝙘𝙤𝙧𝙧𝙪𝙩𝙩𝙞𝙗𝙞𝙡𝙞𝙩𝙖̀. 𝙀 𝙥𝙞𝙪̀ 𝙚̀ 𝙙𝙤𝙣𝙖𝙩𝙤 𝙥𝙞𝙪̀ 𝙙𝙞𝙫𝙚𝙣𝙩𝙖 𝙚𝙩𝙚𝙧𝙣𝙤.
𝘽𝙪𝙤𝙣𝙖 𝙛𝙞𝙣𝙚 𝙙𝙞 𝙖𝙣𝙣𝙤 𝙖 𝙩𝙪𝙩𝙩𝙞...

DOMENICA 29 DICEMBRE ORE 1830 PIAZZA MARINA GRANDE
28/12/2024

DOMENICA 29 DICEMBRE ORE 1830 PIAZZA MARINA GRANDE

Da leggere per le feste natalizie...“Il canto di Natale” narra la storia fantastica di Scrooge, un uomo d'affari della C...
26/12/2024

Da leggere per le feste natalizie...

“Il canto di Natale” narra la storia fantastica di Scrooge, un uomo d'affari della City, cattivo ed egoista, burbero e taccagno, ingrato alla vita e che, in quanto tale, si rifiuta di celebrare il Natale pensando che tale giorno sia come tutti gli altri, anzi, peggiore perché non conclude affari e perde solo tempo.

https://www.youtube.com/watch?v=2CIa1XYvfBA&t=780s

26/12/2024
NATALE 2024 - "FUORI POSTO"Natale è il divino che nasce dove non l’aspettiamo, non negli spazi ben arredati dalle nostre...
23/12/2024

NATALE 2024 - "FUORI POSTO"

Natale è il divino che nasce dove non l’aspettiamo, non negli spazi ben arredati dalle nostre “confessioni” ma sulle macerie delle nostre riconciliazioni, dove accettiamo di essere amati nonostante i tradimenti alla vita, dentro quei tradimenti, dove accogliamo con compassione i crolli delle nostre illusioni, dove ci riconciliamo con le verità dei nostri limiti e delle nostre fobie. Dio nasce dove la perfezione lascia posto alla riconciliazione. È danza sulle macerie.

Natale è imparare a “dare alla luce” cioè a sottrarre all’ombra tutto ciò che abbiamo paura di mostrare. È smettere di nasconderci, è incamminarci incontro alle nostre ombre, interiorizzarle amarle e lì, conoscersi. Questo è divino.

Maria e Giuseppe riescono ad accogliere l’evento, proprio perché fuori posto loro lo sono: per la legge, per il potere, per la tradizione. E così mettono alla luce questa vita, la vita di Gesù, si fidano, curiosi di vedere dove li porterà un evento che non lascerà certo le cose come le ha trovate. Avvolgono in fasce, si prendono cura, decidono di dare credito a questa vita nascente.
Natale è avvicinarsi a quella parte nascente di noi che ci svela chi siamo e che insieme racconta di una vita ancora inedita. Nuova. Quella che Gesù sapeva raccontare a chi giaceva sfinito ai bordi dell’esistenza.

Natale è chinarci con gesti di cura sul bambino fragile che siamo e avvolgerlo in fasce, curare la parte più impaurita e tremante di noi, quella che soffre di più, quella che chiede cura. Il male che teniamo dentro magari non guarisce ma può sempre essere curato. Sarà lo stile di quel bambino una volta diventato adulto, esperto nel miracolo della cura più che della guarigione.

Fuori posto sono anche i pastori, fuori dai posti che contano, fuori dalle trame del potere, fuori dalla città ma soprattutto sono fuori perché all’aperto, senza protezione. Non aspettano nulla, non si sono preparati a nulla, solo vegliano e fanno la guardia, ma lo fanno fuori dalle mura, esposti agli eventi. Come a dire, se vuoi continuare il cammino, se vuoi leggere il Vangelo accetta di lasciarti ferire, non proteggerti, accogli la possibilità di stare male, un eccesso di protezione disinnescherebbe il mistero. E poi, mettere alla luce se stessi, inevitabilmente fa male. Scoprirai il segno, ti scoprirai con la tua vita tra le mani e, stupito, ti accorgerai che non ha nulla da offrirti ma molto da chiederti, credevi di andare a vedere un Dio che nasce e ti scopri a iniziare un cammino in cui quello che nasce, e rinasce, sei solo tu.

GRAZIE PER QUESTI AUGURI "INQUIETI A DON ALESSANDRO DEHO'

Buonanotte Maria...E te ne vai, Maria, fra l'altra genteChe si raccoglie intorno al tuo passareSiepe di sguardi che non ...
08/12/2024

Buonanotte Maria...

E te ne vai, Maria, fra l'altra gente
Che si raccoglie intorno al tuo passare
Siepe di sguardi che non fanno male
Nella stagione di essere madre
Sai che fra un'ora forse piangerai
Poi la tua mano nasconderà un sorriso
Gioia e dolore hanno il confine incerto
Nella stagione che illumina il viso
Ave Maria, adesso che sei donna
Ave alle donne come te, Maria
Femmine un giorno per un nuovo amore
Povero o ricco, umile o Messia.
Femmine un giorno e poi madri per sempre
Nella stagione che stagioni non sente.

Fabrizio De Andrè

Provided to YouTube by RicordiAve Maria · Fabrizio De AndréLa Buona Novella℗ 1970 SONY BMG MUSIC ENTERTAINMENT (Italy) S.p.A.Released on: 1970-10-17Composer,...

8 DICEMBRE FESTA DEL "SI"“L’anima è sempre vergine, saperlo e vivere di conseguenza è ciò che chiamiamo spiritualità” (P...
07/12/2024

8 DICEMBRE FESTA DEL "SI"
“L’anima è sempre vergine, saperlo e vivere di conseguenza è ciò che chiamiamo spiritualità” (P. d’Ors).
La questione è che non lo sappiamo, o se vogliamo, ce ne siamo dimenticati.
Dovremmo dedicarci del tempo – il tempo del silenzio – per prendere coscienza che dentro di noi vi è un luogo immacolato e vergine, puro e originale. Un luogo sacro, incontaminato, dove siamo pienamente noi stessi, autentici, dove non abbiamo bisogno di giustificarci o vivere di prestazioni per essere riconosciuti e accolti.
Un luogo sacro dove non può entrare il giudizio altrui e le parole degli altri non possono ferirci.
Un luogo immacolato e vergine, puro e originale dove non è dato vivere sensi di colpa, perché al nostro giudice interiore che sempre ci giudica non è dato entrarvi.
Abbiamo bisogno di qualcuno, d’un ‘angelo’ che come a Maria, ci faccia memoria di essere pieni di grazia, ossia di essere abitati da questo spazio ‘altro’ dove ‘la grazia accade senza sforzo (S. Weil).
Maria dice sì – s’affida – a ciò che capita al di là del suo com-prendere, del suo capire.
«Cominceremo a vivere quando rinunceremo a voler capire» (Ch. Candiani). La vita comincerà a farsi carne in noi nella misura in cui cesseremo di commentarla.
Se incomincerò ad amare, illuminando chi sta nelle tenebre e nell’ombra di morte mi costruirò pian piano come persona bella, e vera, in ultima analisi ‘immacolato’, perché, in fondo, il volto bello è solo quello che ama.

Anche il nostro “sì” può cambiare il mondo; tutti noi possiamo segnare nascite sul libro della vita, e tracciare arcobaleni sul calendario della storia.
DON PAOLO SQUIZZATO
www.paolosquizzato.it

Avvento, tempo d’attesa. Con “uno sguardo attento, in cui l’anima si svuota di contenuto proprio per accogliere in sé qu...
30/11/2024

Avvento, tempo d’attesa.
Con “uno sguardo attento, in cui l’anima si svuota di contenuto proprio per accogliere in sé quella realtà che solo così essa vede nel suo aspetto vero” (Simone Weil).

‘Vivere da ubriachi’ significa consumare i giorni nell’inconsapevolezza, lasciar accadere le cose senza viverle veramente, mai ‘in sé’, non da protagonisti avendo delegato ad altri il mestiere di vivere.

L’Avvento è invito a fermarsi, o perlomeno a rallentare.
La tradizione orientale ci ricorda: «Rimani fermo, e ciò che è destinato a te ti raggiungerà»; «Quando vai nello spazio del nulla, tutto diventa noto».

Avvento come tempo di attesa dunque ma soprattutto di purificazione. Purificarsi soprattutto dalle immagini di Dio che ci portiamo dentro, perché egli è e sarà sempre al di là di ciò che possiamo immaginare e pensare, e potrà farci visita nella misura in cui cessiamo di immaginarlo e cercarlo.
«Dio è una negazione della negazione», dice Meister Eckhart. Va negato come oggetto ‘altro da noi’, perché possa manifestarsi come lo Spirito vivente in noi.
Don Paolo Squizzato

Per non dimenticare...Dall’omelia di Don Michele Ambrosino all’inizio della Novena dell’Immacolata Santuario di S. Giuse...
29/11/2024

Per non dimenticare...
Dall’omelia di Don Michele Ambrosino all’inizio della Novena dell’Immacolata Santuario di S. Giuseppe alla Chiaiolella- 29 Novembre 2002
Sulla porta della nostra chiesa troviamo Maria. Ci attende. È lì per condurci per mano verso il Natale.
È da Lei che dobbiamo imparare l’arte di mettere Dio al primo posto. È questa la sola e unica garanzia per vivere pienamente questo tempo di Avvento.

01/11/2024

Novembre, è il mese dei morti, non della morte. Ci educa a fare memoria, ci chiede di ripercorrere la trama della nostra vita a partire dalle relazioni e dagli affetti. Coloro che non ci sono più, ci sono stati e, soprattutto, ci sono stati per noi. Anche la nostalgia che nasce dalla loro assenza ci ricorda che ci sono stati, hanno fatto parte della nostra vita. Forse, non andremo più a trovare i nostri morti nei cimiteri, ma dovremo fare della memoria il luogo del nuovo culto dei morti. Dovremo imparare a curarla, anzi, anche a socializzarla. Le messe “offerte per l’anima di un defunto” di cui si dice a mezza voce il nome sono ben poca cosa. Dovremmo inventare occasioni, nei nostri luoghi di aggregazione, per elaborare insieme la memoria dei nostri morti. Luoghi in cui celebriamo la vita, non quella astratta, ma quella “nostra”. Perché la memoria dei nostri morti ci aiuta a rendere grazie per ciò che abbiamo avuto e a prendere sulle spalle i pesi gli uni degli altri per quanto, a volte, ci è stato tolto troppo presto. Ciascuno dei nostri morti è stato per noi, nella buona e nella cattiva sorte, presenza, appello, dono.

18/10/2024

Alberto Maggi

ERO STRANIERO… E MI AVETE DEPORTATO
“Via, lontano da me, maledetti…” (Mt 25,41).
L’unica volta in Matteo in cui appare il termine maledetti la maledizione non proviene da Dio che benedice (“benedetti del Padre mio”), ma chi si chiude alla vita si auto-maledice. Questi maledetti richiamano la maledizione del primo assassino della Bibbia, il fratricida Caino: “Ora sii maledetto” (Gen 4,11). La tremenda invettiva è infatti per coloro che sono sordi ai più elementari bisogni degli esseri umani. Negare l’aiuto all’altro è come ucciderlo. Se la risposta è un fattore di vita, la mancata risposta è causa di morte.

Fraternità di Romena   Quando tu curi, quando ti assumi le domande di cura degli altri, sei più uomo o meno uomo? Cosa h...
13/10/2024

Fraternità di Romena


Quando tu curi, quando ti assumi le domande di cura degli altri, sei più uomo o meno uomo? Cosa ha a che fare la logica della cura con quella dell’umanità?
Quando curiamo mettiamo in pratica la logica della relazione, dell’armonia, dell'amore, cioè la ricetta dell’umanità.
Occorre allora riconoscere e smantellare le trappole che attanagliano le nostre vite e aprirci a un'esistenza più autentica, fino a sperimentare la gioia profonda di vivere. Approdando a questa consapevolezza saremo in grado di trovare equilibrio e generare limpida energia mentale, il più efficace strumento per la serenità e per la sorgente della gioia. Noi siamo fatti per la gioia e per la speranza.
Vito Mancuso filosofo e teologo

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