04/08/2024
Concludiamo la rassegna delle compagnie con il Circ'Hulon con una presentazione di un noto giornalista
Ce la farò a convincervi di andare a vedere questo spettacolo, che sarà a Placanica il 7 e 8 agosto?
Vorrei riuscirci, ma senza apparire imbonitore e venditore di sogni…..
“Strampalati” è un racconto che pur con tutti i cliché messi a n**o (religione,
superstizioni, ruolo della donna,...) con humor e agile leggerezza, deride questi stessi cliché
permettendo allo spettatore di andare oltre e scoprire l’essenza di una verità che è in fondo
semplice come la vita: l’amore che vince tutto….
Il gioco teatrale è riuscitissimo.
Antoine Hulon ha l’estro circense e la mimica teatrale di un Eduardo De Filippo. Non esagero. Posso al limite essere più modesto nei complimenti, ma mi viene in mente un Benigni circense. La scena gli appartiene o forse è più giusto dire che la scena è felice di assecondarlo nelle sue iperboli linguistiche e nelle evoluzioni circensi. E poi come non sottolineare il talento di questo francese, figlio d’arte, che non solo padroneggia come vuole la lingua italiana, ma addirittura il dialetto calabrese. È la prova provata che anche i francesi, quando vogliono, possono essere cosmopoliti
Lucia Pennini è una storia tutta a sé. In questo spettacolo incarna in lei il Sud: i suoi “neri
d’ombra” e le sue “luci luminose”. Passione e generosità per un’artista dai tratti forti che è
approdata al teatro dopo studi universitari linguistici. Una terra interiore, la sua, amara eppure
gioiosa.
E poi, ma non ultimo per niente, il fisarmonicista Florian Demonsant. Dire che è necessario allo
spettacolo è un pleonasmo. C’è qualcosa di felliniano in questo fisarmonicista di grande talento,
vero trait d’union del racconto.
Senza di lui mancherebbe qualcosa. Genio musicale e sregolatezza teatrale fanno il miracolo,
creando lo spirito del circo e la parola teatralizzata.
Dall’alto del suo metro e novanta, Florian Demonsant e la sua amata fisarmonica, brillano di
quell’umiltà scenica indispensabile per fare di uno spettacolo una perla preziosa.
Questo Trio è da vedere assolutamente, questo lo avete capito.
E poi è uno spettacolo che apre chiavi di lettura sulle terre del Sud, che fanno bene all’anima.
Di quale Sud direte voi? Del mio, del vostro, del Sud di ciascuno. In fondo siamo tutti al Sud di
qualcosa… (Rocco Femia direttore di Radici)