06/06/2023
𝐋’𝐚𝐫𝐜𝐡𝐢𝐯𝐢𝐨 𝐬𝐭𝐨𝐫𝐢𝐜𝐨 𝐝𝐢 𝐏𝐢𝐭𝐢𝐠𝐥𝐢𝐚𝐧𝐨, 𝐮𝐧 𝐠𝐢𝐨𝐢𝐞𝐥𝐥𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐢𝐥 𝐂𝐨𝐦𝐮𝐧𝐞 𝐢𝐧𝐭𝐞𝐧𝐝𝐞 𝐯𝐚𝐥𝐨𝐫𝐢𝐳𝐳𝐚𝐫𝐞. 𝐑𝐞𝐚𝐥𝐢𝐳𝐳𝐚𝐭𝐨 𝐥’𝐢𝐧𝐯𝐞𝐧𝐭𝐚𝐫𝐢𝐨: 𝐥𝐚 “𝐛𝐮𝐬𝐬𝐨𝐥𝐚” 𝐜𝐡𝐞 𝐠𝐮𝐢𝐝𝐚 𝐧𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐜𝐨𝐧𝐬𝐮𝐥𝐭𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞.
𝘛𝘳𝘢 𝘪 𝘥𝘰𝘤𝘶𝘮𝘦𝘯𝘵𝘪 𝘤𝘰𝘯𝘴𝘦𝘳𝘷𝘢𝘵𝘪, 𝘦̀ 𝘱𝘳𝘦𝘴𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘶𝘯𝘢 𝘭𝘦𝘵𝘵𝘦𝘳𝘢 𝘢𝘶𝘵𝘰𝘨𝘳𝘢𝘧𝘢 𝘥𝘪 𝘔𝘢𝘴𝘴𝘪𝘮𝘰 𝘥’𝘈𝘻𝘦𝘨𝘭𝘪𝘰 𝘦 𝘭𝘦 𝘮𝘢𝘱𝘱𝘦 𝘴𝘶𝘭𝘭𝘦 𝘱𝘳𝘰𝘱𝘳𝘪𝘦𝘵𝘢̀ 𝘥𝘦𝘭𝘭’𝘰𝘳𝘥𝘪𝘯𝘦 𝘤𝘢𝘷𝘢𝘭𝘭𝘦𝘳𝘦𝘴𝘤𝘰 𝘨𝘦𝘳𝘰𝘴𝘰𝘭𝘪𝘮𝘪𝘵𝘢𝘯𝘰.
Garantire una migliore fruizione del ricco e complesso patrimonio di documenti, alcuni dei quali antichissimi, che compongono l’archivio storico di Pitigliano, considerato un unicum in provincia di Grosseto.
È questo l’obiettivo che si è data l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Giovanni Gentili, che ha investito risorse per portare a termine un lungo lavoro di schedatura e riordino di tutta la documentazione archivistica, arrivando alla pubblicazione di un inventario. L’inventario è stato curato dalla bibliotecaria Elisabetta Peri e dall'archivista Stefania Ulivieri.
“L’archivio storico di Pitigliano è un vero e proprio gioiello che il Comune intende valorizzare – afferma Irene Lauretti, assessore comunale alla Cultura – e l’inventario è il punto di partenza indispensabile per renderlo consultabile, in quanto è un vero e proprio strumento di ricerca, che descrive in maniera analitica e puntuale le unità archivistiche del fondo ordinato. È una sorta di bussola che guida nella consultazione e rende possibile la piena comprensione dell’archivio a tutti, anche ai non addetti ai lavori. L’archivio diventa dunque un mondo di conoscenza a disposizione non solo di ricercatori e studiosi ma anche dei cittadini, per riscoprire le proprie radici, gli elementi identitari e conservare la memoria storica. Con l’inventario portiamo a termine un lavoro avviato nel 2005 dall’amministrazione Brozzi, poi interrotto per tutti questi anni e adesso completato. Ringrazio in primis la bibliotecaria Elisabetta Peri che ha reso possibile tutto questo insieme all’archivista Stefania Ulivieri, il Comune di Pitigliano e gli uffici competenti per l’attenzione riposta nella procedura di pubblicazione, lo storico Angelo Biondi, la soprintendenza e la Regione, il sindaco Giovanni Gentili e tutta la Giunta per averne compreso il valore e la rilevanza ai fini delle ricerche inerenti la nostra comunità”.
Fanno parte dell’archivio storico di Pitigliano 1164 documenti tra i quali registri, filze e buste. L’archivio è diviso per enti produttori: la contea e la comunità di Pitigliano contengono i documenti più antichi, poi c’è la cancelleria e la mairie, corrispondente al periodo di dominazione napoleonica. A questi si aggiungono i documenti aggregati, come la documentazione prodotta dall’ingegnere del circondario di acque e strade di Pitigliano, Sorano e Manciano, relativa al periodo 1816 -1860 e anche la documentazione dell’ospedale della Misericordia di Pitigliano che va dal 1780 al 1939.
“L’inventario appena pubblicato riguarda il periodo pre-unitario – spiega la bibliotecaria Elisabetta Peri – il passo successivo sarà quello di riordinare il materiale del post unitario. Il documento più antico risale al 1515 ed è l’inventario dei beni dei pupilli, ovvero dei bambini che non avevano genitori. L’archivio custodisce anche una lettera autografa di Massimo d’Azeglio in cui ringrazia l’Accademia scientifica letteraria che lo aveva nominato membro onorario. C’è poi la documentazione sulla storia della comunità ebraica come i capitoli di istituzione del ghetto, le norme che lo regolavano del 1622. Tra i documenti degli enti diversi ci sono quelli dell’Accademia scientifica letteraria pitiglianese e la Precettoria di Santa Maria in Carbonara di Viterbo, dell’ordine cavalleresco gerosolimitano, che contengono gli atti con cui si identificavano le proprietà dei templari di questo ordine ,nel territorio di Pitigliano, con tanto di mappe.”
Nella foto da sinistra: Elisabetta Peri - bibliotecaria; Stefania Ulivieri - archivista; l'assessore Irene Lauretti; il prof. Angelo Biondi - storico; Davide Bisconti - Editrice Laurum.
Biblioteca F. Zuccarelli Pitigliano