12/01/2025
Grazie a Gian Ruggero Manzoni per la sua recensione del volumetto di Ana María Navales «La casa di Bath», a cura e traduzione di Anna Sammartino, Edizioni Via del Vento.
Ana María Navales nacque a Saragozza, in Aragona, nel 1939. Studiò e si laureò in Lettere e Filosofia presso l’Università della sua città e, in quell’ateneo, in seguito, insegnò letteratura ispano-americana. Oltre che scrittrice e docente fu anche direttrice di importanti riviste letterarie fra cui «Albaida», nonché divenne collaboratrice di quotidiani e periodici e membro di giurie di premi letterari. Numerose le sue opere poetiche, i romanzi e le raccolte di racconti, tra questi ultimi “Cuentos de Bloomsbury” (Edhasa, 1991), dal quale sono tratti quelli presentati nel volumetto in questione. Molti i saggi letterari e le antologie di narrativa sp****la nelle quali i suoi testi sono (ancora) presenti. Molti i premi letterari ricevuti in Spagna e all’estero. Le sue opere sono state tradotte in inglese, francese, italiano, maltese, ceco, russo, svedese, albanese, arabo, ebraico, ladino e bulgaro. Nel 2000 le Edizioni Via del Vento hanno pubblicato il suo volumetto di poesie “Quel lungo albeggiare”. Ana María Navales è morta a Borja (di Saragozza) nel 2009.
Così ha scritto di questa edizione Daniela Domenici: «In questo volumetto sono presenti tre prose tratte dalla raccolta “Cuentos de Bloomsbury” liberamente ispirate ai personaggi e ai fatti del gruppo di Bloomsbury fondato da Virginia Woolf e da suo marito Leonard nell’omonimo quartiere londinese. I titoli dei tre racconti sono “La casa di Bath”, “I vecchi tempi” e “Il mio cuore è con te”; quest’ultimo è una lettera che Navales immagina di scrivere, impersonandosi in Virginia, a Ethel Smith, compositrice, scrittrice e attiva femminista con la quale Virginia ebbe una relazione. Il secondo racconto ha per protagonisti Vanessa Bell, chiamata Nessa, sorella di Virginia, e Duncan Grant, pittore scozzese, di cui s’innamorò dopo la separazione dal critico d’arte Clive Bell, con cui visse fino alla fine della sua vita, nonostante la sua dichiarata omosessualità, e dal quale ebbe una figlia, Angelica. Molto originale la scelta di Navales di vestire i panni di Virginia Woolf divenendone, così, l’io narrante perché forte fu l’empatia con il suo vissuto così come ha dichiarato la Navales che ha trattato, nella maggior parte dei suoi racconti scritti tra il 1975 e il 1982, tematiche come la rottura di tabù morali, la demistificazione del matrimonio, l’emarginazione sociale e il femminismo».
Ana María Navales ci ha avvicinato alla letteratura femminile del XX secolo non a partire da un discorso teorico, che impone norme e canoni, ma dalla realtà della scrittura stessa, che inevitabilmente nasce legata all'esperienza esistenziale. Letteratura e vita percorrono assieme queste pagine sempre nel tentativo di rendere comprensibile l'atto creativo… un atto creativo rivolto al rompere certi schemi e ad aprire nuove strade, e ciò, soprattutto, dopo la morte di Franco, cioè caduta la censura voluta dalla dittatura franchista. Sotto l'ombra tutelare di Virginia Woolf - di cui Ana María Navales è stata una grande conoscitrice - questi racconti hanno dato una nuova e forte voce all'arte letteraria che ha visto come muse Katherine Mansfield, Jean Rhys, Vita Sackville-West, Djuna Barnes, Dora Carrington, Anaïs Nin, Dorothy Parker, Mary McCarthy, Iris Murdock, Clarice Lispector, Sylvia Plath, Nadine Gordimer e infinite altre paladine.