03/01/2025
SCOPERTE 200 FORME FOSSILI DI DINOSAURI
Nel giugno scorso, in una cava dell'Oxfordshire, Inghilterra, sono state scoperte 200 orme fossili di dinosauri risalenti a 166 milioni di anni fa. Le impronte, lasciate da un Megalosaurus carnivoro e da erbivori Cetiosaurus, formano cinque piste, la più lunga delle quali è di 150 metri. La pista del Megalosaurus è facilmente riconoscibile grazie alle sue zampe tridattili, con tre dita artigliate. La scoperta è avvenuta grazie a un operaio che ha notato irregolarità nel terreno. Più di cento persone hanno contribuito agli scavi e alla documentazione delle orme, creando modelli 3D per future ricerche. La zona potrebbe nascondere altre piste fossili, come quelle già trovate nel 1997. Si ipotizza che una tempesta possa aver preservato le orme, depositando sedimenti sulle tracce fresche. Anche in Italia sono stati trovati fossili di orme, come quelli risalenti a 280 milioni di anni fa in Valtellina.
MUNCH: IL GRIDO INTERIORE A PALAZZO BONAPARTE
Dal 18 febbraio 2025, Palazzo Bonaparte a Roma ospiterà la mostra “MUNCH. Il grido interiore”, una straordinaria retrospettiva dedicata a Edvard Munch. Con cento opere, tra cui l’iconica versione litografica de L’Urlo, la mostra, curata da Patricia G. Berman, offre una panoramica completa del tormentato universo artistico del pittore norvegese. Saranno esposti capolavori come La morte di Marat, Notte stellata, Le ragazze sul ponte, Malinconia e Danza sulla spiaggia, che raccontano le emozioni e le inquietudini che hanno segnato la sua carriera. L’evento, che segna l’inizio di una nuova stagione espositiva a Palazzo Bonaparte in occasione del Giubileo e del 25° anniversario di Arthemisia, è realizzato con il patrocinio della Reale Ambasciata di Norvegia a Roma e la collaborazione con il Museo Munch di Oslo. La mostra offre un’occasione unica per scoprire uno dei maggiori esponenti dell’Espressionismo e simbolista dell’Ottocento.
TROVATA DELL'AMBRA IN ANTARTIDE
L’ambra, resina fossile che spesso contiene tracce di forme di vita risalenti a milioni di anni fa, si trova in tutto il mondo tranne che in Antartide. La spiegazione più ovvia sembra essere che l’ambra venga prodotta dagli alberi, che oggi non crescono in Antartide. Tuttavia, milioni di anni fa, il continente era ricoperto di vegetazione, come dimostra una scoperta recente. Un team dell’Alfred Wegener Institute di Bremerhaven, in Germania, ha infatti trovato un pezzo di ambra risalente a 90 milioni di anni fa, contenente tracce dell’albero da cui proviene. Il fossile è stato rinvenuto nel 2017 nel mare di Amundsen, a una profondità di 946 metri, nella Baia di Pine Island. Analizzato al microscopio, il campione ha rivelato frammenti della corteccia dell’albero e ha suggerito che la resina fosse stata prodotta per riparare una ferita nella corteccia, probabilmente causata da un parassita. Questo ritrovamento conferma che, durante il periodo cretaceo, l'Antartide era una zona paludosa e temperata, ricoperta principalmente da foreste di conifere. La scoperta dell’ambra è un passo importante per comprendere meglio l’ecosistema dell'epoca e il suo funzionamento.