06/10/2024
La fragilità è una risorsa.
Scomoda, ma (a quanto pare) lo è.
Cosí come l'imbarazzo, la timidezza, il disagio, il senso di incapacità.
Il ridicolo.
Il sentirsi idioti, spennati, impreparati o bizzarri.
E magari pure immancabilmente spaiati in un mondo di muffole che hanno tutte felicemente la propria compagna coccolosa, calda e morbidosa.
Il non saper che fare e che pesci prendere.
Il sentirsi come un asparago verde cresciuto da solo nel solco di peperoni gialli come il sole.
La via del clown poggia i piedonzoli su questi principi ed è stato bello continuare a camminarne i passi grazie a un bel seminario spalmato su tre giorni condotto a Torino da e organizzato da Cecilia Caprettini di .edizioni.
Sono felice di aver avuto il coraggio di mettermi in gioco, di aver scorto un nuovo step e di esserci zompata sopra per proseguire la mia avventura creativa ed espressiva tra risate, pittura, parola corale, mimo, danza, esercitazioni in coppia e da soli, arte improvvisata all'aperto.
Ci sono anche stati una piovra abbracciatutti con un cappello vintage, una cicogna multicolor, un vaffangufo, una donna con un neo di muschio, le ditate di alcuni bambini, una stella che cade con il sorriso, un ragazzotto con la faccia di copertone e una simpatica venditrice di erbe africane dai nomi irripetibili ed esilaranti.
Senza dimenticare Gilgamesh, Euripide, gli Dei immortali, un giullare, una donna buffa che sclera alle prese con il gas, un cuore di mamma, una spassosa cleaner super affaccendata, un barista pelato e, last but not least, una spacciatrice di uva per volpi basse, che viene da Barriera di Milano.