Heliopolis Edizioni

Heliopolis Edizioni Edizioni di particolare pregio sullo stile greco/romano, (Volumina, Tabulae, Pagillares, e tante altre idee...)

Nata nel 1985 con l'idea di rivitalizzare antiche forme (rotoli, tavolette, pagillari) della nostra antica tradizione scrittoria greco-romana, ha allargato la sua azione all'editoriale ed al paraeditoriale pregiato ed al multimediale... con una sezione principale dedicata al PARAEDITORIALE ed una, del tutto secondaria, all'EDITORIALE, con libri "normali".

Appena pubblicato su  www.heliopolisedizioni.com  nella sezione  “Scuola Romana di Filosofia politica” articolo di Teodo...
26/03/2024

Appena pubblicato su www.heliopolisedizioni.com nella sezione “Scuola Romana di Filosofia politica” articolo di Teodoro Klitsche de la Grange: “LA LEGITTIMITÁ DI PUTIN”. Buona lettura...

Appena pubblicata su  www.heliopolisedizioni.com  nella sezione  “Scuola Romana di Filosofia politica” recensione di Gio...
22/03/2024

Appena pubblicata su www.heliopolisedizioni.com nella sezione “Scuola Romana di Filosofia politica” recensione di Giovanni Sessa al libro di NUCCIO D’ANNA: “SIMBOLI E MISTERI DELL’ETRURIA ANTICA”. IDUNA Edizioni. BUONA LETTURA.

Appena pubblicata su  www.heliopolisedizioni.com  nella sezione  “Scuola Romana di Filosofia politica” recensione di Gio...
20/03/2024

Appena pubblicata su www.heliopolisedizioni.com nella sezione “Scuola Romana di Filosofia politica” recensione di Giovanni Sessa al libro di JEAN HAUPT: “PROCESSO ALLA DEMOCRAZIA”, OAKS edizioni. BUONA LETTURA.

Appena pubblicato su  www.heliopolisedizioni.com  nella sezione  “Scuola Romana di Filosofia politica” articolo di Teodo...
17/03/2024

Appena pubblicato su www.heliopolisedizioni.com nella sezione “Scuola Romana di Filosofia politica” articolo di Teodoro Klitsche de la Grange: “IL PAPA E LA BANDIERA BIANCA”... BUONA LETTURA.

IL PAPA E LA BANDIERA BIANCA  di Teodoro Klitsche de la Grange Dopo il discorso del Papa sulla “bandiera bianca” (ossia sull’esigenza di negoziati) c’è stata una copiosa produzione di articoli, asserenti in sostanza che, essendo Putin un aggressore era doveroso, lecito e necessario che fo...

La cosiddetta "narrazione" e l’inveramento degli opposti..¿La cosiddetta “narrazione” vince su ogni altra dimensione?  E...
16/03/2024

La cosiddetta "narrazione" e l’inveramento degli opposti..
¿La cosiddetta “narrazione” vince su ogni altra dimensione? E’ la conclusione a cui giungono, per vie pur molto diverse, tanti che s’interrogano oggi, anche in un’apparente sfida contro la stessa renitenza a mettersi in un gioco spietato che pur deve affrontare il problema del rapporto tra cosiddetta 'verità' e cosiddetta 'falsificazione'. Riluttanza forte perché la mentalità prevalente tra i più preferisce ancora - a livelli associativi e quindi massivi - non rischiare mai di mettere minimamente in forse una sedicente superiorità etica del sistema 'demo-liberal-capitalista', beninteso, qui, non in senso assoluto o filosofico, ma per come esso oggi è realmente e concretamente si registra. Apparente sfida, diciamo, perché al fine, ciò che conta - in estrema sintesi - è affermare, comunque, che chi possiede una 'narrazione' più sofisticata e/o meno rozza è... superiore sempre e quasi in continuità naturalmente vincente, e che quindi, pur ormai essendo e pur forse raramente persino con temerarietà crescente considerandosi consapevolmente un truffatore o al meglio un manipolatore di coscienze proprie ed altrui, soddisfa profonde e quasi insondabili linee d’autocompiacimento e comprensibilmente persino una vendicativa rivalsa di molti per ogni supposta o declamata perdita d’influenza passata o presente, nelle cose sottili dell’intelligenza operante. Soddisfa quindi sia l’ineliminabile sete di riassicurazione che i più desiderano sempre ricevere per non essere messi realmente di fronte ad una responsabilità intuita come insopportabile, sia quei pochi della élite dominante che reputano indispensabile tale sottomissione della massa, possibilmente senza residuo. Ma è comunque - indipendentemente dalla sempre cosiddetta liceità etica - quell’intelligenza strutturata, esplicata e pervasiva che prima o poi, avendone i mezzi, cambia il reale percepito, crea e distrugge stati ed imperi, modifica le portanti visioni del mondo, travolgendo - anche irragionevolmente - i destini dei più e che è comunque bagaglio quasi insopprimibile delle più combinate intellettualità di ogni tempo ordine e grado. Veri apparatčik al servizio, parziale o totale, camuffato o sfacciato, del potere epocalmente costituito. Le illusioni delle indipendenze, operate autenticamente, si giocano quindi su numeri ancor più ridotti e sostanzialmente messi in condizione di minorità pericolosa per sé e come spauracchio ben appercepibile ai più. Non accenniamo ai disseminati nevro-estetici a varia qualificazione, probabilmente reputati non influenti o quasi funzionali, ma di coloro che possano costituire una preoccupazione reale per gli insiemi dominanti. ..
"Essere o non essere Hollywood", non è solo la nostra battuta furbetta d’anni fa, ma una impietosa ed inquietante coscienza di strutture ordinanti di potere. Chi riesce persino a creare - quasi dal nulla - presidenti ed a determinarne poi iter e status internazionale, con conseguenze macroscopiche, può permetterselo perché, in decenni di prevalenza, è riuscito a muovere miliardi di leve grosse e sottili, che come tutti sappiamo aiutano a sollevare questo mondo assurdo e feroce ove prevaricazioni senza limiti, sempre diversamente straripano e tra i soccombenti si può programmaticamente creare a tal punto, nelle ex 'società dello spettacolo' ora società delle 'ritenzioni terziarie', in casi non più sorprendentemente estremi, la beatitudine testarda della propria squisita irrilevanza o della propria compiaciuta servilità. ..
Appagata, per i motivi del soddisfacimento di cui sopra e per la speranza comunque di permanere, con minore rischio, accanto - magari anche infedelmente e con molte riserve mentali - al più forte di turno o di ciclo...
Sappiamo anche però in molti che il problema della 'hybris', trattato a fondo, ovvero non ridotto senza prescrizione a verità 'supposte', implicherebbe confrontarsi con ciò che è più umano nell’uomo, ovvero l’orgoglio costitutivo della propria 'artificialità' creativamente e con immenso dispendio energetico, anche per sé oltreché per altri, operata nella storia. 'Artificialità' che fa rima quindi con la consapevolezza della sempre constatata centralità della 'forza' nella storia, per la legge insuperabile di azione e reazione. 'Forza' ed 'artificialità' si danno sempre lo stimolo concorrente perché innervano l’ortoprassi e l’ortodossia, ed ora, nella società senza stile ma con immensa capacità di condizionamento, ancor più la liturgia del vivente come epifania della forza e della relativa spinta alla sempre più necessaria artificialità. Al concorso innegabile delle due, a dritto od a rovescio, come nemico o come prossimo soccorrevole, si pone, da sempre, il 'phármakon', a doppia valenza, dell’amore (in tutte le infinite versioni ed in ogni fede e pratica) visto come potenzialità velante, svelante, trasformante, entro la Māhāṃāyā, la divina energia primordiale, Śakti che è contestualmente anche Durgā, la dea madre della natura, la Physis, in parallela evidenza. Specularità rovescia(te)bili. Che si rispecchiano, doppiandosi, negli opposti. ..
Avere quindi una dolente consapevolezza delle infinite e quasi insondabili prospettive dell’avventura conoscitiva e trasformante a proprio rischio, sulla scorta dell’esempio artistico antico e sommo della tragedia greca, sarebbe utile se potessimo viverne la contestualità uscendo dal bla bla sulle parole che non corrispondono più alle cose, ormai in pochade od in burlesque, riscoprendone la serietà estrema dell’odissea paradigmatica, come avviene nelle migliori e più appartate ricerche di qualche serio studioso ed artista, magari molto laterale, che ancor oggi si dà pensiero di questo. Non solo 'parola' o 'cosa' ma operazione di ben laboriosamente progressiva paideia. Una traccia, spesso drammaticamente interrotta ma sempre rintracciabile, per un rinnovato cammino.

Appena pubblicato su  www.heliopolisedizioni.com  nella sezione: “Altri scritti di altri autori...”  saggio  di Sandro G...
13/03/2024

Appena pubblicato su www.heliopolisedizioni.com nella sezione: “Altri scritti di altri autori...” saggio di Sandro Giovannini: “Passare (per “forza”) dal negativo?”. BUONA LETTURA.

Appena pubblicata su  www.heliopolisedizioni.com  nella sezione  “Scuola Romana di Filosofia politica” recensione di Gio...
10/03/2024

Appena pubblicata su www.heliopolisedizioni.com nella sezione “Scuola Romana di Filosofia politica” recensione di Giovanni Sessa al libro di CARLO DIANO: “COMMENTO A LEOPARDI” a cura di Francesca Diano e Gaspare Polizzi, MIMESIS Edizioni.
BUONA LETTURA.

GALLERIA BIFFI ARTE    PIACENZA    SABATO 16 MARZO 2024...per KARL EVVER. Presentazione  Associazione Amici Di Karl Evve...
09/03/2024

GALLERIA BIFFI ARTE PIACENZA SABATO 16 MARZO 2024...
per KARL EVVER. Presentazione Associazione Amici Di Karl Evver

Appena pubblicata su www.heliopolisedizioni.com  nella “Rivista online Heliopolis”, sezione “Scuola Romana di Filosofia ...
06/03/2024

Appena pubblicata su www.heliopolisedizioni.com nella “Rivista online Heliopolis”, sezione “Scuola Romana di Filosofia politica”: "INTRODUZIONE" di Andrea Scarabelli e Giovanni Sessa al libro di AA.VV.: “Gianfranco de Turris, uomo di espressioni varie e tradizione una”, OAKS Editrice.

Appena pubblicata su  www.heliopolisedizioni.com  nella “Rivista online Heliopolis”, sezione “Scuola Romana di Filosofia...
03/03/2024

Appena pubblicata su www.heliopolisedizioni.com nella “Rivista online Heliopolis”, sezione “Scuola Romana di Filosofia politica”, recensione di GIOVANNI SESSA al libro di ANDREA SCARABELLI: “VITA AVVENTUROSA DI JULIUS EVOLA”, BIETTI Ediz.. Buona lettura...

Appena pubblicata su www.heliopolisedizioni.com  nella “Rivista online Heliopolis”, sezione “Scuola Romana di Filosofia ...
01/03/2024

Appena pubblicata su www.heliopolisedizioni.com nella “Rivista online Heliopolis”, sezione “Scuola Romana di Filosofia politica”, recensione di Teodoro Klitsche de la Grange al libro di LORENZO CASTELLANI: “EMINENZE GRIGIE. Uomini all’ombra del potere”, LIBERI LIBRI. Buona lettura.

Appena pubblicato  su  www.heliopolisedizioni.com  nella “Rivista online Heliopolis”, sezione “Scuola Romana di Filosofi...
27/02/2024

Appena pubblicato su www.heliopolisedizioni.com nella “Rivista online Heliopolis”, sezione “Scuola Romana di Filosofia politica”, articolo di TEODORO KLITSCHE DE LA GRANGE: “MEGLIO FOUCHE’”... BUONA LETTURA.

22/02/2024

Appena pubblicato, nella “Rivista online Heliopolis” www.heliopolisedizioni.com nella sezione “Scuola Romana di Filosofia politica”, saggio di GABRIELE BUX: “UN INEVITABILE DESTINO: escatologia e pitagorismo romano nella vita politica e statale di Roma nel I sec. a,C,, tra religiosità popolare, sfera apollinea, astrologia e pratiche divinatorie"
BUONA LETTURA...

Nata nel 1985 con l'idea di rivitalizzare antiche forme (rotoli, tavolette, pagillari) della nostra

Appena pubblicata nella “Rivista online Heliopolis”  www.heliopolisedizioni.com   nella sezione “Scuola Romana di Filoso...
20/02/2024

Appena pubblicata nella “Rivista online Heliopolis” www.heliopolisedizioni.com nella sezione “Scuola Romana di Filosofia politica”, recensione di GIOVANNI SESSA al libro di ANNA FERRANDO: “ADELPHI. Le origini di una casa editrice. (1938-1994). CAROCCI Editore. BUONA LETTURA...

“...¿Dire cose, dire parole?...”“...Quasi come se – per dirla con Berni – ei dicesse cose,mentre gli altri dicevano paro...
16/02/2024

“...¿Dire cose, dire parole?...”

“...Quasi come se – per dirla con Berni – ei dicesse cose,
mentre gli altri dicevano parole e di queste, spesso, si accontentassero...”
(Leopardi, Zibaldone di pensieri)

¿Ammesso e non concesso che Leopardi abbia ragione (e ho forte sospetto che abbia ragione) quale sarebbe il meccanismo logico per avvicinarsi a comprendere il rapporto cose/parole?..
Appena pubblicato su www.heliopolisedizioni.com un testo di Sandro Giovannini: "DIRE COSE, DIRE PAROLE?"...

“...¿Dire cose, dire parole?...” di Sandro Giovannini   “...Quasi come se – per dirla con Berni – ei dicesse cose, mentre gli altri dicevano parole e di queste, spesso, si accontentassero...” (Leopardi, Zibaldone di pensieri) ¿Ammesso e non concesso che Leopardi abbia ragione (e ho fo...

Appena pubblicato su  www.heliopolisedizioni.com  nella “Rivista online Heliopolis”, sezione “Altri autori DIVERSI dalla...
13/02/2024

Appena pubblicato su www.heliopolisedizioni.com nella “Rivista online Heliopolis”, sezione “Altri autori DIVERSI dalla Scuola Romana”: “MARGINALIA (NON è una dichiarazione di poetica) + “IL GIOCO SUPERIORE” (In margine ad una recensione di Giovanni Sessa, sul libro di Koyré), ambedue di Sandro Giovannini. QUESTO è un ampliamento (speriamo esplicativo) del precedente mio post.

Appena pubblicata su  www.heliopolisedizioni.com  nella “Rivista online Heliopolis”, sezione “Scuola Romana di Filosofia...
12/02/2024

Appena pubblicata su www.heliopolisedizioni.com nella “Rivista online Heliopolis”, sezione “Scuola Romana di Filosofia politica”, recensione di GIOVANNI SESSA al libro di ALEXANDRE KOYRE’: “LA FILOSOFIA DI JAKOB BOHME” a cura di Francesco Novelli. MIMESIS...
AGGIUNGO qui una mia nota alla recensione di Sessa:..
“Il gioco superiore”

Interessante come sia nato e poi sviluppatosi il rapporto Kojève/Koyré. Che, allora, un 31ne (Kojève) esoticamente franco-russo e ben appartato, dal 1933 al 1939, in sostituzione dell’amico e quasi parente Koyré, incaricato al Cairo, già hegeliano sui generis e titolare di lezioni su Hegel all’École Pratique des Hautes Études, riuscisse con ben celata noncuranza ad affascinare magicamente un parterre in cui si confondevano Lacan, Bataille, Merlau-Ponty, Quenau, Fessard, E.Weil, Gurvisch, Caillois, Hyppolite, Aron, Marjolin e Breton e tanti altri ascoltatori di genio, ha dell’unico. ..
A distanza ancora di anni (nel 1954) Bataille in “Hegel la morte e il sacrificio” presenta il proprio testo come un sostanziale estratto dallo studio sul pensiero hegeliano di Kojève: ..
«...Questo pensiero vuole essere, nella misura in cui ciò è possibile il pensiero di Hegel come potrebbe essere contenuto e sviluppato da uno spirito attuale, sapendo quel che Hegel non ha saputo (conoscendo ad esempio, gli eventi accaduti dopo il 1917, e altrettanto bene, la filosofia di Heidegger). L’originalità e il coraggio, va detto, di Alexandre Kojève, è di aver colto l’impossibilità di andare oltre e, di conseguenza, la necessità di rinunciare, a fare una filosofia originale, la necessità dunque di un ricominciamento interminabile che è l’ammissione della vanità del pensiero...» (G. Bataille, Hegel, la mort et le sacrifice, in ‘Deucalion’, 5, ‘Études Hégéliennes’, 1955, pag. 21)..
«...Da un lato abbiamo la generazione delle “3 H”, come si diceva nel 1945; dall’altro abbiamo la generazione dei “tre maestri del sospetto”, come si diceva nel 1960. Le tre H sono Hegel, Husserl e Heidegger, i tre maestri del sospetto sono Marx, Nietzsche e Freud. Hegel è il punto di partenza ed al contempo figura chiave per comprendere il passaggio fra le due generazioni. Ma un certo Hegel, quell’Hegel cioè scoperto da Kojève nel suo seminario parigino al quale parteciparono tutti i protagonisti della prima generazione...» (Marco Filoni, “L’azione politica del filosofo. La vita e il pensiero di Alexandre Kojève”, pagg.14-15, Bollati Boringhieri, 2008-2021)...
La sottolineatura di Bataille sulla condizionalità di tempo ('l’air du temps', “virtute duce comite fortuna”... oppure 'l’esprit du temps', in sorta di 'vulgate pathétique' come suggerirebbe Edgard Morin) e che comunque non è mai solo una condizionalità del soggetto nel suo contesto referenziale, ma una somma insuperabilmente intricata di rimandi e "ritenzioni primarie, secondarie e terziarie" ('alla' Stiegler) di tutti coloro cioè che prima assorbono e dopo si confrontano, e magari pure rifiutano, sarebbe forse fuorviante, addirittura ingenua se non del tutto scontata se non si riferisse ad una 'mente invasiva' come quella di Hegel, capace come poche altre d’informare di sé epoche coeve e ben successive. Mi viene il sospetto però di essermi liberato di quell’incubo (o “sospetto” ...della 'redenzione dal contesto') di Bataille, io stesso, a gran fatica, dato che per decenni ho sempre calcolato molto apprensivamente, anche se forse comprensibilmente, date e coincidenze temporali per opere e climi di riferimento. In tal senso la saggezza sarebbe quella di un Kojève che riferisce maliziosamente che la sua prima opera forzatamente pubblicata è per spinta ed in curatela “di un comico” (Quenau; che infatti fece poi di Kojève un eteronimo di alcuni suoi personaggi romanzeschi, nel “...sottosuolo della saggezza”)... secondo l’assunto che il meglio dell’intelligenza umana possa offrire proprio in quanto a saggezza: “...la vie humaine est una comédie. Il faut la jouer sérieusement”. ..
Ma se molti testimoniano il vero terrore che i negoziatori esteri statunitensi avevano di trovarsi troppo spesso nella delegazione francese Kojève, nelle sua terza vita d’alto consigliere del Quai D’Orsay, allora tutto torna. ..
O forse, ripensandoci al proposito e confessandolo per la prima volta... di un Filippani Ronconi, somma sprezzatura, che - me sgomento - impose che il primo editoriale dei suoi due Speciali per i numeri di “L-T”, da lui diretti, lo scrivessi io... a firma sua.
..
Premetto che nulla di ciò di cui sopra è farina del mio sacco... una 15 d’anni fa fui proprio folgorato da un testo dell’amico Federico Gizzi che scrisse per l’ultimo numero (43) della nostra “Letteratura-Tradizione”, “L’evocazione del sacro perduto: dal George Kreis al College de Sociologie”, che mi aprì forse ulteriormente le porte della percezione, almeno sull’intricatezza vitale delle consonanze e delle differenze, ambedue abissali (opposte negli esiti ma simili nelle esigenze del dispendio improduttivo e sacrificale) e quindi molto potenti sul piano evocativo se non operativo. Tutte sostanzialmente rimaste però ad un livello teorico, anche per la “soluzione dall’esterno” sopravvenuta nel quadro referenziale. Poco studiate, sino a non molti anni fa anche per le imbarazzanti implicazioni operative, con poi i non molti ma decisivi testi al proposito degli innegabili tentativi di “politicizzazione del sacro” e di “sacralizzazione della politica”. ..
Da lì persino il mio libro “BORGES ET ALII. Una diversa avventura dell’elitismo” trasse uno spunto convincente per uscire dall’eliodromo di decenni di ruminazione inconseguente... direi logocentrica e conquistarsi almeno un minimo di giustificabile legittimità interna...
Invece è del tutto mia la sottolineatura ed il grassetto di cui sopra: “...l’ammissione della vanità del pensiero”, ovviamente non come certezza acquisita ma come vivificante “sospetto”. Qui vi è il collegamento con la precedente esperienza del religioso nella tesi di laurea kojèviana - tra la versione tedesca originaria e raccomandata da Jaspers, (“...il mondo dell’idealismo tedesco, e più precisamente il mondo di Shelling...”) e quella francese successiva - su Solov’ev, ripresa proprio a fine ‘32 e presentata all’École, con le istruzioni ed i suggerimenti di Koyré Directeur d’études della quinta sezione. E qui vi è il rapporto più stretto - direi rintracciabile - con le esplicite note e le implicite vocazioni dell’amico filosofo, Sessa. ..
(Sandro Giovannini)

...Inserisco manualmente il bellissimo testo di Mauro Curcuruto per il caro amico poeta (ex Vertex)  CARMELO CAUSALE, sc...
10/02/2024

...Inserisco manualmente il bellissimo testo di Mauro Curcuruto per il caro amico poeta (ex Vertex) CARMELO CAUSALE, scusandomi per non esser riuscito ad incorporarlo in modo adeguato. Testimonio per Carmelo Causale, mancato da poco, la mia stima intatta e spero di poterlo incontrare ancora in amicizia... là dove non esiste spazio e tempo... (S.G.)
..
"NEL TEMPO DEL SILENZIO"
di
MAURO CURCURUTO
per
Carmelo Causale
(dal Sito: “LestroVerso” del 10.02.2024)
..

(...nella foto di Mauro Curcuruto: Carmelo Causale)..

Caro Carmelo, ti scrivo questa lettera per dirti. Per farti sapere, vale appello per chi può e ne ha titolo, affinché la tua figura e la tua opera trovino lo spazio e i lettori che meriti. .."Furono un viaggio verso / il silenzio dell’unico colore / respiro vasto di onde.".....
Giacché 'sei venuto a mancare', ti scrivo anche per dirti il bene, il dispiacere e il sogno – ora che appartieni all’amara schiera dei per sempre – vorrei che tutti sapessero che figura e che nobile spirito sei stato, per Catania – città di cui conoscevi vizi, vezzi e virtù (e tutte le viuzze, ogni pietra, ogni pertuso, ogni bellezza) – e per chiunque ancora non sa (come potrebbe?) quale impronta hai lasciato in una vita di dedizione politica e culturale. Avevi la tua visione del mondo, dell’arte, della poesia e delle cose. Una dialettica limpida, critica, nutrita di letture approfondite e studi assidui. Tu sei l’esempio di quel "pensare greco, agire romano" che tanto ci appassiona. ..
"Nel sole / ritrovo ogni giorno / ciò che la sera ho perso / Sul tavolo / i dadi mirano un destino / che so scritto / e trame intreccio plurime."..
Intellettuale irreprensibile, aperto e insieme intransigente, onesto e generoso, dotato di un acume e di slanci fuori dall’ordinario. Eri uno che indossava con eleganza e per intero le sue idee, quelle idee frutto di una sartoria interiore incessante e rigorosa a cui era inevitabile far corrispondere delle azioni, pagandone poi lo scotto come si conviene a uomini del tuo calibro. Tanto nella sfera privata che in quella pubblica e specialmente in quella culturale. ..
"Ho perso una stagione / per capire che l’essere / è / un luogo comune / se poi non diviene."..
Sei stato un erudito filologo dell’animo umano e del linguaggio poetico. Amavi la bellezza, i libri, le idee, la Politica e la vita vissuta pienamente. E quante volte, rapito, ti ho ascoltato discutere tra amici? La tua mimica aggiungeva fascino al fascino, con quel tuo modo conserto e rispettoso di ascoltare, seduto di tre quarti e con le gambe accavallate mentre, braccia poggiate sulla coscia, con le dita di entrambe le mani ripassavi i contorni di una sigaretta. Tenevi le labbra strette per imprimere silenzio all’attenzione prestata, seguivi la discussione con lo sguardo pacato di chi già intuiva dove si andasse a parare; di tanto in tanto, l’intercalare dei tuoi sì? di pesata riluttanza conferivano al viso un’espressione di aggrottato disappunto. Quindi prendevi fiato in modo repentino, su da una narice soltanto e infine controbattevi. Alla voce posata accompagnavi la grazia rotonda di gesti gentili; intervenivi puntualmente e con chiarezza, intanto che l’indice della tua mano ippocratica schermava l’aria, per dare il ritmo alle ragioni che portavi alla discussione. Emergeva così, da questa sopraffina arte dialettica, un sapere sconfinato di cose sublimi. Ma più di tutto, a restarmi impressa è stata la tua capacità di leggere e interpretare il presente...
Sei stato così tante cose, studioso serio di filosofia e politica, di questioni letterarie, scrittore di teatro, traduttore, editore per molti e mai per piaggeria, scopritore di talenti. Poeta scrupoloso nella lingua e nel ritmo, amavi il cesello e le belle immagini...
"Lì nell’abitudine / che si dilata nel numero / infinito di strade ponti / e crocevia." ..
Tu eri un intellettuale completo, non allineato, un agitatore culturale. E per me un modello assoluto, e un caro amico.
“Prezioso amico”, così mi hai salutato per email quel venerdì 17 novembre, un po’ per celia, viste le mie insistenze nel tentativo di esserti utile a ogni costo con servigi da garzone informatico, un po’ per uno… slancio di benemerenza, perché servirà sempre un appiglio d’addio, un pegno, per chi si lascia a questo mondo e non saprà mai come farsene ragione dell’assenza. Accadeva qualche giorno prima della tua 'prematura scomparsa', già, come se ci fossero scomparse tempestive, o addirittura tardive! Si è che te ne sei dovuto andare, restituirti al Tempo, insemprarti! E lo hai fatto come eri abituato a fare ogni cosa, con discrezione e in silenzio...
Due settimane prima mi avevi telefonato per chiedermi di recuperare i tuoi vecchi file con le poesie, i saggi, le traduzioni delle lettere di Artaud e dei versi di Rupert Brooke che avevi messo da parte e mai pubblicato. Avevi usato un programma tanto desueto da non essere più riconosciuto da nessuno dei moderni software di videoscrittura. Durante la telefonata, mi aveva colpito il tono rauco e flebile della tua voce mentre mi dicevi di non stare bene, che stavi cercando di uscirne, e al riguardo non una parola di più. Chiudemmo quella telefonata con la promessa che avrei recuperato i tuoi file, e con una tua precisa richiesta: “Ah, Mauro, tienitelo per te”. Così ho fatto, Carmelo, nella stupida speranza che osservare quel precetto potesse risanarti, restituirti al tuo vigore...
"Un poema ho visto grande
cresceva l’oggi
e dalle vene
risaliva tutte
fino al centro le vie.
Lontano io
come un Budda birmano
sotto l’albero."..
(Momento propizio, da Corale effimera – ed. Res in Artibus)
..
L’ultima volta che ci siamo visti era giugno e non mi ero accorto di niente. Eri sempre tu, col tuo fascino bianco e ancora somigliavi a William Butler Yeats. Avevi invitato Cettina e me – c’era anche tua moglie Assunta, che piacere rivederla dopo così tanto tempo – nella tua casa di campagna, il tuo buen retiro. Un fazzoletto di terra acquistata al rientro da Asmara, in una zona poco fuori Piedimonte Etneo, dal nome poco felice: Loco morto. Un vecchio palmento fatto di pietre, legno e tempo. Un saloncino con un camino, che mi era sembrato grande rispetto alla stanza, un cucinino, un bagno e una camera da letto; e poi una cantina, che però non ho visto. E mi pare giusto così. Chi ha vissuto una vita avventurosa come la tua, da combattente in prima linea e da eterno ribelle, proprio come hai fatto tu, ha per certo una cantina, un buio tutto suo, dove far decantare quelle parti di sé ormai dismesse, cui guardare di tanto in tanto – con goliardia e serenità – per ricordarsi chi si è stati, cosa si è imparato, quanto si è donato e ricevuto, cosa si è preferito lasciare andare per accogliere un sé più grande e maturo, con la voglia di guardare verso cose più alte, lontane, infinite, tralasciando le infime e senza per questo rinnegare alcunché. Un buio che non aggiunge valore all’uomo, né potrebbe sottrarne alla sua opera. C’era, insomma, lo stretto necessario, e due cani fedeli per statuto e dalle movenze placide, e mi sembrò che ti somigliassero persino nello sguardo disincantato e quieto che posavi sulle cose. Fuori un patio e un giardino: a sinistra alberi di limoni e aranci, un grande noce pecan, degli ulivi; a destra un orto, sì, quel posto è un vero e proprio hortus conclusus, il tuo. Scusa per questa digressione agreste che rischia di fare torto alla tua attività di intellettuale impegnato. Eppure, dopo tanto tempo dedicato al mondo e alle sue stramberie, ti sei ritirato in una condizione di aurea mediocritas, lontano dal caos, dalla gente, ma non da quell’altro mondo fatto di persone e personaggi, ideali, di idee e parole che ti appassionavano e ti rendevano così vivo, lucente...
Carmelo, come avresti potuto? tu che come il tuo Pound non volevi essere un testimone del tuo tempo, tu volevi essere parte del processo, tu (lo sto dicendo con parole tue) ti preferivi 'imputato'...
"Goccia sono/ di una pioggia che bagna / la terra."..
Poco lontano dal palmento c’era questa casupola di pietra, una specie di capanno per gli attrezzi: una porta, una finestra e tre pareti, lì ci hai fatto il tuo altro studiolo, coi ferri del mestiere che preferivi: i libri. Un infinito di libri in ogni dove, sulla piccola scrivania posta davanti alla finestra da cui soffiava una luce calda e tenue, sulle mensole di assi accomodate, nella vetrinetta squinternata e colma di volumi di ogni misura e dominio. ..
"Fiume sono / e mare e marinaio / e una nave / e un timoniere / infine / arso dal sole / che fiuta il vento."..
Anche in quell’occasione non mancasti di spiegarmi quello che pensavo (rido), disquisendo di cose umane che trattavi col tuo solito modo saldo, pacato e morbido, dalle questioni più attuali della politica a quelle più eterne della letteratura e della poesia. Con Cettina vi siete confrontati su Pirandello, De Roberto, V***a, Hugo… discusso intorno alla tua idea di città e di come fosse importante rileggerla, riviverla, riappropriarsene in senso profondo, greco. Mancano queste cose, sai? e credo mancheranno per un tempo lunghissimo, un tempo che adesso ti somiglia. ..
"Translucente nel regno delle cose vive, / quello che scorre / quello che splende."..
Prima di salutarci ci mostrasti meglio l’interno della casa, alcuni dettagli mi avevano appassionato, mi erano piaciute quelle grosse viti da torchio di rovere che ora facevano da elementi d’arredo, e quelle assi così possenti, salde e scavate dal tempo e quei chiodi antichi, quelli in ferro battuto a mano, ne avevi di ogni sorta, grandi e piccoli, quadrati e appuntiti con una testa generosa. Mi dicesti che avevi chiesto ai muratori di recuperare tutti quelli che trovavano durante i lavori di ristrutturazione. Me ne regalasti tre. Li guardo spesso da allora, sai?..
E non mi dimentico, caro Carmelo, le cose che abbiamo fatto insieme né quelle che hai fatto per me.
Ma io sono qui per salutare il mio Carmelo, non per lodarlo. Perché se io fossi Bruto, e Bruto Antonio qui ora ci sarebbero schiere di intellettuali pronti a donare una voce così potente a ogni tua parola da spingere fin le pietre di Via Etnea a sollevarsi, a rivoltarsi! E la tua opera avrebbe già trovato posto in edizioni di pregio, i tuoi drammi sarebbero rappresentati in teatro in luogo delle solite martogliaggini di quart’ordine, e i tuoi versi, i tuoi bei versi, oggi offuscherebbero gran parte di quella (tanta, troppa!) poesiucola da mezza lira (e pure stonata) che si arrovella su cose ombelicali. ..
"Inchiodàti in favole / il senso rinnovato dell’infanzia / non vince il fastidio dell’età / Di ripiego si sceglie l’ironia."..
Carmelo, mio adorato maestro, rimane l’assoluta gratitudine per averti avuto nella mia vita, per aver goduto della tua amicizia e ancora rimane il dramma di saperti eterno. Mi manchi. ..
"Lasciatelo vagare / e se ne andrà per luoghi / dove la metafora è possibile."

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Pesaro
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Venerdì 09:00 - 17:00

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La nostra storia

Dal 1985, sulla base di precedenti esperienze editoriali, organizza edizioni di particolare pregio sullo stile greco/romano, (Volumina, Tabulae, Pagillares, e tante altre idee... anche per studio, promozionale, regalistica...) con una sezione principale dedicata al PARAEDITORIALE ed una, secondaria, all'EDITORIALE, con libri "normali".

Ultimamente, accanto alle rubriche editoriali, che si leggono sulla schermata primaria a destra, sulla sinistra appaiono (in ordine di novità) articoli, saggi o segnalazioni pertinenti alla “Rivista online Heliopolis”. Procedendo all’interno della quale si delineano 2 sezioni: 1) “Scuola Romana di Filosofia politica” e 2) “Altri scritti di Autori indipendenti dalla ‘Scuola Romana’”.

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