16/11/2024
Piccolo (ma succulento!) libro.
Francesco Federico Mancini
Perugino giovane a Deruta
L’affresco della Pinacoteca Comunale
L’affresco della Pinacoteca Comunale di Deruta è senz’altro singolare, vista la rarità della sua iconografia. E non si tratta della rappresentazione di san Rocco, spesso raffigurato in contesti devozionali contra pestem; ma piuttosto di Romano, da identificare con Romano il Melode, il presbitero vissuto a Costantinopoli al tempo di Anastasio I. Il dipinto di Deruta raffigura il momento in cui l’Eterno, che vigila sul mondo, sta concedendo la sua misericordia ai derutesi attraverso il gesto della benedizione. I santi intercessori si frappongono tra costui e il paese, meticolosamente descritto. L’attribuzione a Pietro Perugino è frutto di studi recenti. Anteriormente lo si riteneva di Fiorenzo di Lorenzo e il primo a fare il nome di questo artista fu Luigi Carattoli (1855), seguito da Giovanni Battista Cavalcaselle (1858). Qualche anno più tardi la paternità di Fiorenzo venne confermata da Jean Carlyle Graham (1903), da Siegfried David Friedrich Weber (1904), da Adolfo Venturi (1913) e da Umberto Gnoli (1923). Con il forte ridimensionamento della figura di Fiorenzo dovuto agli studi di Federico Zeri (1953), si aprì la strada per una nuova attribuzione che Pietro Scarpellini (1984) formulò a favore di Pietro Perugino. Francesco Federico Mancini indaga con acutezza l’affresco e ne ripercorre la storia critica e conservativa, sottolineando il ruolo che il dipinto occupa – soprattutto in virtù della sua data precoce (1476) – nella ricostruzione, assai problematica, degli esordi di Pietro Perugino.