04/12/2015
La Monaca di Monza è sicuramente uno dei personaggi che più permangono nella memoria di chi si cimenti nella lettura de "I Promessi Sposi" di Alessandro Manzoni.
Ma quello che più sorprende è che non si tratta di una vicenda inventata, bensì rivisitata.
Suor Virginia Maria, nata il 4 dicembre 1575, era una monaca dell'Ordine di San Benedetto.
A fare scalpore fu la sua relazione (durata dal 1598 al 1608) con un uomo, il conte Gian Paolo Osio, dalla quale nacquero almeno due figli, un maschio nato morto - o deceduto durante il parto - ed una bambina, che Osio riconobbe.
Quest'ultimo, che già in precedenza era stato condannato per omicidio, uccise tre persone per nascondere la tresca, ma fu scoperto, condannato a morte in contumacia e poi assassinato il giorno prima della sua condanna da un uomo ritenuto suo amico.
L'arcivescovo Federico Borromeo, messo al corrente della vicenda, ordinò poi un processo canonico nei confronti della "Signora": al termine del procedimento la religiosa fu condannata a essere "murata viva" nel Ritiro di Santa Valeria, dove trascorse 21 anni chiusa in una stanzetta angusta 1,50 x 2,50) priva di qualsiasi contatto con l'esterno, ad eccezione di una feritoia che permetteva il ricambio di aria e la consegna dei viveri indispensabili.
Sopravvissuta alla pena, scelse di rimanere a Santa Valeria fino alla morte. Quando si dice che la realtà è più f***e della fiction!