22/09/2024
Chiara Valerio () ha detto: “In Italia la cucina è cultura, siamo tutti immersi in una pratica quotidiana e profonda del cibo. C’è ossessione, precisione, ricerca, collaborazione e cooperazione. La cultura infatti non è uno stato da raggiungere, è un processo una pratica”.
A (a Matino e Salento fino al 3 novembre) il cibo è un processo, una pratica quotidiana, perché attraverso i nostri piatti riflette su come quello che consumiamo ogni giorno produce enormi impatti a livello climatico, culturale, economico e sociale.
Quindici progetti fotografici, con artisti e fotografi da tutto il mondo, che riflettono e spingono a interrogarci sul consumo consapevole del cibo. Il fotografo documentarista Pablo Ernesto Piovano () con The Human Cost denuncia le gravi conseguenze sulla salute umana dovute all’uso degli agrofarmaci, come il glifosato.
The Forrest Knows di Nicoló Lanfranchi ( ) celebra la resistenza indigena alla devastazione dell’ecosistema dell’Amazzonia. Carolina Arantes ( ) con Holy Cow racconta come viene prodotta la carne che mangiamo oggi nel mondo, e da chi, e tutte le sue conseguenze sulla crisi climatica.
Il cibo è anche uno sguardo sulla vita del monastero, dove le giornate scorrono tra “morte e lamponi”, come raccontano le foto poetiche di .
Il cibo è tradizione, che si può raccontare con umorismo e letteralmente tanto colore, con i bellissimi scatti di Kateřina Sýsová in Kukbuk ( ).
“Se parlassimo di diritti civili, politici, climatici, come parliamo di cibo saremo un’utopia realizzata” ci ricorda Chiara Valerio.
Yeast Photo Festival prova a cucinare questa utopia.
📸 Kateřina Sýsová