
24/04/2025
Achille Lauro, Roma è amor letto al contrario
Abbiamo parlato del nuovo album "Comuni mortali" e dell’intenso rapporto con la sua città
Per Achille Lauro (nome d’arte di Lauro De Marinis) Roma non è solo la città che lo ha accolto e cresciuto. È anche «un’amica e una nemica. Un’amante fedele e una traditrice. Un luogo che ti fa sentire unico ma anche solo.
https://girovagandonews.eu/music/search/albums/AchilleLauro
Insomma, Roma è un paradosso». A dirlo è l’artista stesso, che abbiamo intervistato dopo lo spettacolo a sorpresa che ha tenuto il 14 aprile in una piazza di Spagna affollatissima di fan accorsi proprio per la speciale occasione.
Uno spettacolo in cui ha presentato “Comuni mortali”, il suo nuovo album, il settimo, disponibile dal 18 aprile. Ad anticipare il disco sono stati, nei mesi scorsi, due singoli che oggi conosciamo molto bene: “Amore disperato” e “Incoscienti giovani”, brano che si è classificato al settimo posto al Festival di Sanremo 2025
Lauro, partiamo dall’album. Come è nato?
«Ero negli Stati Uniti, in particolare ho trascorso tanto tempo a Los Angeles e New York. Lontano dall’Italia e da casa ho avuto l’opportunità di analizzare me stesso dall’esterno. Così ho deciso di dar vita a un nuovo disco, ponendomi un unico obiettivo: doveva essere davvero sincero, cioè doveva “rubare” dalla realtà e raccontare storie vere».
Che cosa vuol dire essere un “comune mortale”?
«Sbagliare, essere umani e avere fragilità».
A chi è dedicato l’album?
«Ai miei amici, alla mia famiglia, alle persone che mi vogliono bene e soprattutto a Roma».
Che cosa rappresenta per lei questa città?
«Tutto! Sono cresciuto qui (Lauro è nato a Verona e poi si è trasferito a Roma, ndr) e ci vivo ancora, anche se faccio avanti e indietro da Milano per lavoro».
Il disco contiene il brano “Amor”, anagramma di Roma.
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«Sì, è il motore di tutto quello che ho fatto fino a ora, sia nella vita privata che nella mia carriera».
Un luogo a cui è molto affezionato?
«Monte Sacro perché mi ricorda la mia infanzia».
Se Roma fosse un’immagine quale sarebbe?
«Una foto di piazza di Spagna con al centro un pianoforte bianco che brilla».
Un film?
«“La dolce vita” di Federico Fellini».
Un detto popolare che la rappresenta?
«Direi “Troppi galli a canta’, nun se fa mai giorno”».
Che cosa vuol dire?
«Quando troppi galli cantano non arriva mai il giorno. Cioè è difficile portare a termine un compito se si intromettono troppe persone. Io sono molto pragmatico e concreto».
Le va di fare insieme un semplice gioco?
«Certo, sono pronto!».
Iniziamo col calcio. Tifa Roma o Lazio?
«Nessuna delle due, al contrario di ciò che si dice in giro (sorride, ndr). Tifo per i campioni».
Preferisce gli spaghetti cacio e pepe o alla carbonara?
«Impossibile rispondere!».
Così però non vale! Proviamo con altro: supplì o fiori di zucca?
«Questa è facile: supplì».
Maritozzo con la panna o crostata di ricotta e visciole?
«La seconda».
Proviamo ora a convincere un turista a visitare la Capitale.
«È magica. Permette a tutti di sentirsi liberi e di esprimere la propria personalità senza essere giudicati. Per esempio, se una persona si veste in modo bizzarro, nessuno le dirà che è vestito male. Roma accoglie, non critica».
A proposito di vestiti, lei è un grande appassionato di moda.
«Sì, la moda è un mezzo di comunicazione speciale che permette di dire al mondo intero chi sei senza mai aprire bocca».
Sul palco sfoggia spesso look stravaganti.
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«Cambio in base al messaggio che voglio trasmettere. E pensi che invece nella vita di tutti i giorni indosso spesso una maglia bianca e un paio di semplici pantaloni».
Il 29 giugno e il 1° luglio sarà al Circo Massimo. E nel 2026 in tour nei palasport italiani. Pronto?
«Pronto e felicissimo. Ma questo è solo l’inizio: fino a oggi abbiamo scaldato i motori e adesso è arrivato il momento di partire».
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