02/03/2022
In questi giorni drammatici non possiamo non pensare alla nostra scrittrice georgiana Ruska Jorjoliani e al suo romanzo, diventato tragicamente attuale in modi che non credevamo più possibili.
"La tua presenza è come una città" ha vinto Librinfestival 2018 e ha ricevuto la menzione d'onore al Premio Hermann Geiger 2016.
"La campana se ne partiva per la fabbrica di Tula, dove si sarebbe trasformata in un cannone. (...) Vicino al bordo, all'interno, almeno cinque secoli prima, qualcuno aveva scritto: "Se esisti, sentirai la mia voce. Se non esisti, saranno le bestie a sentirmi. Ti prego, esisti."
Viktor e Dimitri si conoscono a Miroslav da bambini, crescono insieme, poi frequentano l’università a Mosca. Dimitri diventa professore di letteratura, Viktor ingegnere. Dimitri non crede nella causa sovietica. Un giorno hanno una discussione e le loro divergenze di pensiero si manifestano aspramente. Dimitri, amareggiato, entra nella sua classe e davanti agli alunni fa volare dalla finestra il ritratto di Lenin. Viene arrestato. Viktor, interrogato, ammette che Dimitri non ha mai creduto nella rivoluzione; Dimitri è quindi spedito in Siberia ai lavori forzati. In seguito, Viktor, sposato e con un figlio, Saša, prende in casa Šošanna e Kirill, la moglie e il figlio dell’amico. I due bambini vivranno nella stessa casa, cresceranno come fratelli. Saša diventerà bibliotecario e scriverà lettere a Kirill, anche lui come il padre mandato al confino in Siberia.
Saša è la voce narrante del libro. La voce di un bibliotecario riecheggia delle mille voci custodite tra le pareti di libri, geni nelle lampade. La voce di Saša comporrà puzzle. Sarà il filo d'oro che unisce i due corsi della narrazione, tre generazioni. E tante russie. Una mappa della Russia fatta di pezzi di numerose mappe della Russia, con le cuciture ben visibili; il nome della Russia che per non morire si diffrange nei nomi di poeti russi, di posti russi, di oggetti russi. Saša fa elenchi. Redige l'inventario di una privatissima iconoteca russa. Dentro una Russia storpiata e collassata inventa a modo suo dimore più maestose. Proprio come si costruisce una campana che sia in grado di abbattere le torri in cui è rinchiusa - di questo, Tarkovskij con il suo Andrej Rubliov ci riempie gli occhi.
Il titolo del romanzo discende da un verso di B. Pasternak. Pensiamo al finale di Citizen Kane di O. Welles: la macchina da presa che si alza in volo dentro al magazzino della reggia di Kane e trasforma così un coacervo di oggetti di diseguale valore in una lussureggiante metropoli. Il compito di Saša, senza che Saša lo sappia, è di trattare le memorie, quelle onorevoli e quelle vergognose come cose salde. Esaudendo un desiderio di O. Mandel'štam: "Scoli via la fanghiglia dell'istante: rimarrà il caro disegno, intatto".
Ruska Jorjoliani è nata a Mestia, nelle montagne del Caucaso, nel 1985, quando sul mappamondo esisteva ancora un enorme paese chiamato Unione Sovietica. Nel 2007 si è trasferita a Palermo, dove due anni dopo ha vinto il suo primo premio letterario "Mondello giovani" con dei versi dedicati a Dino Campana. A Palermo si è laureata in filosofia e qui vive e studia tuttora. Nel 2020 ha pubblicato il suo secondo romanzo "Tre vivi, tre morti".