Palermo Football Conference L'originale

Palermo Football Conference L'originale Incontri live e/o divulgativi, con i maggiori protagonisti del Calcio professionistico Italiano Il 22/10/2015 PALERMO FOOTBALL CONFERENCE, alla Tonnara Florio.

Con Giorgio PERINETTI, Claudio PASQUALIN, Daniele FAGGIANO (ds Trapani) e Marcello PITINO (ds Catania). VIaggio nel mondo di professionisti di calcio, tra racconti di storie vissute, retroscena di mercato e molto altro...

18 AGOSTO: LA NASCITA DI UN MITO 👟La Gebrüder Dassler Schuhfabrik (Fabbrica di Scarpe Fratelli Dassler) fu creata da Chr...
19/08/2024

18 AGOSTO: LA NASCITA DI UN MITO

👟La Gebrüder Dassler Schuhfabrik (Fabbrica di Scarpe Fratelli Dassler) fu creata da Christoph von Wilhelm Dassler ad Herzogenaurach, in Baviera.

Furono i figli del calzolaio, Adi (Adolfo) e Rudolf, a fondare l'azienda nel 1924 con l'obiettivo lungimirante di creare calzature che migliorassero le prestazioni degli atleti ma anche di far fronte alle esigenze di comodità della nascente comunità di "praticanti sportivi".

🏃‍♀️La rivoluzione industriale stava, infatti, creando una nuova esigenza in risposta alla sedentarietà imposta dai nuovi modelli di lavoro: fare attività fisica.

I corridori Lina Radke (Olimpiadi 1928) ed il celebre Jesse Owens (Olimpiadi 1936) furono i primi "testimonial" ad indossare le loro scarpe.

Dopo la II guerra i due fratelli di Herzogenaurach litigarono sulle strategie da tenere.
Fu così che Rudolf fondo la Puma Schuhfabrik Rudolf Dassler.

Proprio il 18 agosto del 1949, Adolf fondó la AdiDas (dal suo nome Adi Dassler appunto).
⚽️ Solo ai Mondiali di calcio del 1956 a Berna, la sua azienda divenne famosa distribuendo ai calciatori della Germania Ovest le prime scarpette con tacchetti avvitati sotto la suola.
La leggenda sportiva narra che fu grazie a quella innovazione che la Germania Ovest ebbe la meglio sui favoriti della Nazionale Ungherese.

Di certo, da quel momento e dalla competizione commerciale tra i fratelli Dassler nacque la sponsorizzazione sportiva dell'atleta e del club ed il concetto stesso di fornitore tecnico.

🎾Nella foto il prodotto certamente più iconico (e dimenticato) del marchio con le tre strisce: le Adidas Robert Haillet create da Horst Dassler (figlio di Adi) per il tennista omonimo.

🏀Mentre le Original Superstar spopolavano tra i giocatori di basket, Horst ebbe l'idea di realizzare una scarpa in pelle con suola in gomma per il mondo del tennis.
Si legó ad un giocatore dell'epoca e nacquero le scarpe che, solo successivamente, furono modificate e rese celebri dal tennista americano Stan Smith a partire dal 1978 (anche se l'accordo cominciò nel 1971).

🏸Resta celebre la dichiarazione di Stan Smith: "Rimasi ammutolito la prima volta che persi una partita contro qualcuno che stava indossando le mie scarpe”.

Fate il vostro gioco ...

Rico Lewis,1,68 CM. Da due anni e mezzo,Guardiola l’ha messo spesso,più volte di altri Pretoriani il Classe 2004. Ieri c...
19/08/2024

Rico Lewis,
1,68 CM. Da due anni e mezzo,Guardiola l’ha messo spesso,più volte di altri Pretoriani il Classe 2004. Ieri contro il Chelsea alla prima giornata di campionato, Guardiola ha detto di lui
“È forte negli 1vs1”
“Si muove negli spazi come pochi”
“Intelligenza “
A dire ciò è uno se non il migliore Allenatore in circolazione,che punta su un classe 2004( più gli altri prodotti della Academy City ovvero Bobb,McAtee,Oreilly più ovviamente il talento Foden). Come mai tutte queste qualità? Dono divino?, oppure dietro c’è il lavoro chiamato Settore giovanile?. E pensare che da noi un 2004, per giocare ha bisogno che la LND mette il premio per valorizzazione Giovani! E spesso a giocare non è manco chi veramente può fare bene!. Sento e soprattutto leggo di nomi di alcuni prospetti italiani che giocano in C qualcuno a 23/24 anni definito prospetto ! Che non sono nemmeno la metà di questi qui. Ma il problema non è copiare gli allenamenti! Il problema è mettere le persone giuste a formare , mettere le giuste risorse economiche, e poi godere dei benefici. Ma purtroppo è aria fritta .

Nel caso in cui avessi dubbi sulla profondità del mercato negli investimenti sportivi, il calcio europeo da solo è un me...
25/06/2024

Nel caso in cui avessi dubbi sulla profondità del mercato negli investimenti sportivi, il calcio europeo da solo è un mercato da 30 miliardi di euro.

La "Annual Review of Football Finance 2024" di Deloitte è stata pubblicata oggi ed è (se non più) perspicace come sempre.

Ecco alcuni primi punti di vista sul lato delle entrate (condividerò di più sulla redditività operativa e ante imposte nei prossimi giorni):

➡️ La crescita dei ricavi è ancora presente nonostante l'appiattimento dei ricavi dei diritti media

Il mercato europeo del calcio ha registrato una crescita del +16% raggiungendo un nuovo massimo di 35,3 miliardi di euro di fatturato nel 2022/23.

Da notare che il rapporto include anche le entrate provenienti da FIFA, UEFA e Associazioni Nazionali, quindi un aumento delle entrate guidato dal FIFA World Cup Qatar 2022.

Se si considerano i "Big 5" campionati europei, i club hanno generato nel 2022/23 un fatturato aggregato di 19,6 miliardi di euro, in crescita di +2,3 miliardi di euro (+14%) rispetto al 2021/22.

Questa crescita è stata ottenuta nonostante un contesto di appiattimento dei ricavi dei diritti media nazionali con 9,2 miliardi di euro contro gli 8,9 miliardi di euro della stagione precedente, in particolare per Liga e Serie A.

La crescita dei ricavi è stata trainata principalmente da (i) una robusta crescita dei ricavi da matchday e (ii) da una crescita dei ricavi commerciali (incl. sponsorizzazioni, accordi di kit, merchandising, utilizzo delle strutture al di fuori delle partite, ricavi da abbonamenti) - i ricavi da sponsorizzazioni e commerciali sono cresciuti di +1,2 miliardi di euro (+19%).

➡️ Un divario crescente tra i "Big 5 leagues" e gli altri campionati europei

Le "Big 5 Leagues" hanno generato un fatturato aggregato di 19,6 miliardi di euro, pari al 56% del fatturato totale europeo.

Quando si considera solo il calcio di campionato (cioè escludendo FIFA, UEFA e Federazioni nazionali):

Ricavi "Big 5 Leagues": 19,6 miliardi di euro
Ricavi dei campionati non "big 5": 6,8 miliardi di euro
Entrate degli altri campionati dei Big 5: 3,2 miliardi di euro
Ricavi da altri campionati non "big 5": 0,8 miliardi di euro

Ciò significa che i "Big 5 campionati" rappresentavano circa il 64% delle entrate totali del campionato di calcio in Europa.

Un rapporto di UEFA di qualche mese fa aveva già evidenziato che i club di EPL/LaLiga/Bundesliga combinati generavano quasi lo stesso fatturato di tutti i club degli ultimi 50 paesi messi insieme.

➡️ La Premier League e il resto

I club inglesi hanno registrato quasi 7 miliardi di euro nel 2022/23, con un fatturato medio del club di 348 milioni di euro.

Ciò si confronta con un totale di 12,6 miliardi di euro per gli altri "Big 5 campionati", con la Bundesliga e LaLiga che rappresentano sostanzialmente la metà delle entrate della Premier League ciascuna.

L'EPL ha rappresentato il 36% delle entrate totali dei "Big 5 leagues" (o 1,8 volte superiore alle entrate medie del campionato).

Complimenti a Timothy Bridge, Paul Rawnsley, Jennifer Haskel e Alex Carr del Deloitte Sports Business Group!

«Nel calcio se le cose sono chiare prima o poi si “arriva”, possono passare due o tre anni, ma i risultati giungono». Ho...
18/06/2024

«Nel calcio se le cose sono chiare prima o poi si “arriva”, possono passare due o tre anni, ma i risultati giungono». Ho deciso di chiudere la parentesi Agente perché ho visto questo mondo cambiare, smarrendo il “made in Italy”. Alla gente piace riscontrare il senso d’appartenenza, la costruzione di un proprio calciatore, perché dà la percezione di guardare al presente ma anche al futuro»

Nell’area scouting dell’Fc tra il 2004 e 2006, da procuratore ha portato vari giocatori all’Acr

Il 23 giugno 2015 alla Tonnara Florio ! Tutto pronto. Per informazioni e accrediti stampa rivolgersi a: palermoconferenc...
12/06/2024

Il 23 giugno 2015 alla Tonnara Florio ! Tutto pronto. Per informazioni e accrediti stampa rivolgersi a: [email protected]

Gruppo molto interessante, elevata intensità e qualità delle giocate. Bravo
30/05/2024

Gruppo molto interessante, elevata intensità e qualità delle giocate. Bravo

Ai primi posti nel range europeo, presentiamo diversi ottimi giocatori.
Era la partita più difficile per qualità tecnica dell'avversario ma soprattutto per fisicità e ritmo.
Nella nazionale inglese ci sono molti elementi che giocano spesso tipo il capitano Rigg ha più di 20 presenze nel Sunderland ( Championship), che Moore e Nwaneri hanno già esordito in Premier con Tottenham e Arsenal, ecco che quella dell'Italia ha i contorni dell'impresa.
Lavoro eccellente del Club Italia ma anche dei club.
Ma allora, cosa manca a questi ragazzi per giocare in A e B rispetto agli stranieri.
C'è li hanno in casa, sono bravi, sono motivati e attaccati alla maglia, non si spendono soldi, non si fanno bonifici all'estero. Perché?
Grandissimi ragazzi, avanti così !

Ai primi posti nel range europeo, presentiamo diversi ottimi giocatori.Era la partita più difficile per qualità tecnica ...
30/05/2024

Ai primi posti nel range europeo, presentiamo diversi ottimi giocatori.
Era la partita più difficile per qualità tecnica dell'avversario ma soprattutto per fisicità e ritmo.
Nella nazionale inglese ci sono molti elementi che giocano spesso tipo il capitano Rigg ha più di 20 presenze nel Sunderland ( Championship), che Moore e Nwaneri hanno già esordito in Premier con Tottenham e Arsenal, ecco che quella dell'Italia ha i contorni dell'impresa.
Lavoro eccellente del Club Italia ma anche dei club.
Ma allora, cosa manca a questi ragazzi per giocare in A e B rispetto agli stranieri.
C'è li hanno in casa, sono bravi, sono motivati e attaccati alla maglia, non si spendono soldi, non si fanno bonifici all'estero. Perché?
Grandissimi ragazzi, avanti così !

Chapeau!
22/05/2024

Chapeau!

Palermo Football Conference: giovani e mercato alla Tonnara Florio
07/05/2024

Palermo Football Conference: giovani e mercato alla Tonnara Florio

Lungo dibattito a Palermo sui giovani e la possibilità di emergere nella realtà del proprio territorio.

I numeri sull’utilizzo dei giovani in Serie A sono sempre più impietosiAtalanta e Frosinone sono due eccezioni, ma per i...
11/04/2024

I numeri sull’utilizzo dei giovani in Serie A sono sempre più impietosi
Atalanta e Frosinone sono due eccezioni, ma per il resto la situazione è piuttosto grigia.
Tanti di voi, non solo gli appassionati di cinema, conosceranno Non è un paese per vecchi, film cult del 2007 diretto dai fratelli Cohen e vincitore del premio Oscar l’anno successivo. Ecco, se volessimo parlare del calcio italiano questo titolo dovrebbe essere esattamente ribaltato: la Serie A, infatti, non è un campionato per giovani. Lo si dice da sempre, e purtroppo non è un luogo comune: è questo dato emerge dall’ultimo report del CIES, che analizza l’utilizzo dei giocatori Under 21, in termini di minutaggio complessivo nel proprio club di appartenenza, in gare di campionato giocate negli ultimi 365 giorni. Se restringiamo il campo di osservazione ai cinque principali campionati europei, Premier, Liga, Serie A, Bundesliga e Ligue 1, scopriamo che quello italiano non è un torneo virtuoso. Oppure, per dirla meglio, lo sapevamo già e i dati l’hanno confermato: l’Atalanta infatti, è la migliore tra le squadre di Serie A e non va oltre il diciannovesimo posto della graduatoria, avendo concesso solo l’8.9% dei minuti complessivi a giocatori Under 21. La società bergamasca è ben al di sotto degli standard espressi dalle squadre ai primi posti di questa speciale: Strasburgo (26.8%), Lione (23.2%) e Barcellona (22.0%).

Subito dopo l’Atalanta c’è il Frosinone, che arriva all’8.9%. C’è da sottolineare, però, che la squadra di Di Francesco sale addirittura al primo posto assoluto – sempre guardando alle cinque leghe top in Europa – per percentuale di minuti giocati concessa ai giocatori Under 23: addirittura il 44%. Tornando agli Under 21, poco sotto il Frosinone ci sono anche il Cagliari (8.6%), l’Empoli (8.1%) e poi la Juventus, con una quota del 7,3%. E le altre italiane? 15 squadre su 20 della Serie A si attestano poco sotto al 5%, e non fanno eccezione nemmeno progetti orientati alla valorizzazione del talento come quelli del Bologna (4.8%), del Milan (3.2%) e del Sassuolo (1.8%). A chiudere la graduatoria, proprio a confermare che i dati sulla Serie A sono davvero impietosi, troviamo il Napoli e la Lazio, in cui il minutaggio concesso agli Under 21 è pari allo 0% – come Arsenal, Nottingham Fores, Ryo Vallecano e Heidenheim.

Anche l’Inter capolista ha un dato a dir poco negativo: 0,1% del minutaggio concesso a calciatori Under 21. E il problema è che tanti altri grandi club di altri Paesi mettono insieme dei dati molto migliori: il Barcellona è terzo nella classifica dei cinque campionati top (22.0%), il Manchester United (11.8%) e il Chelsea (11.1%) occupano rispettivamente l’undicesima e la dodicesima posizione, mentre il Bayern (10.1%) e il Psg (9.9%) sono poco più sotto, rispettivamente al 17esimo e al 18esimo posto.

Pensieri e parole sul momento delle Siciliane!
03/04/2024

Pensieri e parole sul momento delle Siciliane!

TM24 – Calaiò: Esonero Corini? Vi spiego i motivi. Catania? Il mercato non ha dato lo slancio. Trapani? Ormai è Serie C” Abbiamo intervistato in esclusiva per Tuttomercato24.com, Umberto Calaiò, fratello dell’ex attaccante di Napoli e Catania, tra le altre. Figura stimata e poliedrica, un p...

Ariedo Braida sulla Gazzetta dello Sport: «Un algoritmo avrebbe potuto spiegare la personalità di Van Basten o Gullit? Q...
21/03/2024

Ariedo Braida sulla Gazzetta dello Sport: «Un algoritmo avrebbe potuto spiegare la personalità di Van Basten o Gullit? Quelle sono cose che deve valutare l’uomo». Quale il tuo parere?

Un altro esempio emblematico lo fornisce Pep Guardiola che ha saputo combinare una grande organizzazione di squadra basata su distanze ed equilibri rigidi, esaltando al tempo stesso il talento l'intuizione e la creatività: "la mia filosofia è molto semplice, quando hai il pallone devi fare gol, quando non ce l’hai devi impedire all'avversario di segnarne uno”.

Gli algoritmi possono fornire un vantaggio tattico significativo sempre se uniti alla capacità umana di adattarsi, innovare e resistere alla pressione che spesso fa la differenza tra la vittoria e la sconfitta.

Continua Braida «Secondo voi un algoritmo che cosa mi poteva dire di Van Basten, di Gullit, di Rijkaard, di Savicevic, di Shevchenko o di Kakà? Mi diceva quanti tiri in porta aveva fatto, quanti con il destro e quanti con il sinistro, quanti gol aveva realizzato di testa, come si era mosso.
Sì, ma la personalità dove la mettiamo?
E l’atteggiamento verso i compagni?
E il comportamento con l’allenatore? Quelle sono cose che deve valutare l’uomo, il dirigente, il presidente, e non stanno scritte in nessun algoritmo».

Ma chi influisce maggiormente per il raggiungimento della vittoria?
Gli algoritmi con la loro capacità di elaborare enormi quantità di dati in tempo reale, mai come oggi offrono ad allenatori e atleti una vasta scelta di soluzioni per affrontare nel minimo dettaglio le sfide individuali e di squadra.

Attraverso l'analisi delle statistiche, delle abitudini di gioco e dei modelli di movimento, gli algoritmi possono identificare punti di forza e debolezza suggerendo strategie ottimali per massimizzare le probabilità di successo.

Pensiamo tuttavia che nonostante i numeri a disposizione rimane l'uomo il fulcro delle decisioni cruciali. Gli atleti sono esseri complessi capaci di adattarsi istintivamente alle situazioni mutevoli e di trovare soluzioni creative ai problemi che si presentano sul campo.
La prossima sfida da affrontare? La sinergia tra algoritmi e atleti, senza dimenticare il valore dell'ingegno umano, della sua capacità di superare le sfide con determinazione creatività e passione.

Nel mondo dello sport professionistico, la ricerca della vittoria basata solo sulla precisione degli algoritmi senza calcolare stimolare e motivare la forza mentale ed emotiva dell’essere umano, non é il mondo che ci piace e sopratutto produce una ricerca vana.

È vero che l'avvento della tecnologia ha portato con sé una vasta gamma di strumenti per fare analisi e valutazioni di ogni tipo e che saranno preziose, ma l'esperienza e l'istinto umano continuano a svolgere un ruolo cruciale nel determinare il successo sul campo e nella vita.
Come la pensi tu?

L'Italia è uno dei paesi più sedentari d'Europa❗ La conferma arriva dal Rapporto Sport 2023 di Ics e Sport e Salute, da ...
18/03/2024

L'Italia è uno dei paesi più sedentari d'Europa
❗ La conferma arriva dal Rapporto Sport 2023 di Ics e Sport e Salute, da cui si evince che un italiano su 3 non pratica nessuna attività fisica
👇 Ciò è dovuto non solo ad uno stile di vita sregolato, ma anche e soprattutto dalle disparità socio economiche, che ancora oggi non rendono lo sport accessibile a tutti

Per chi vuole seguirci domani sera il Palermo F.C.  contro il U.S. Catanzaro 1929  per l'anticipo della 22^ giornata di ...
25/01/2024

Per chi vuole seguirci domani sera il Palermo F.C. contro il U.S. Catanzaro 1929 per l'anticipo della 22^ giornata di Lega B vi aspettano Calaiò a Tgs Tele Giornale di Sicilia canale 12 del dgt a partira dalle ore 20.00.

Per chi vuole seguire con noi la partita!  Lega B Palermo F.C. Tgs A.S. Cittadella
12/01/2024

Per chi vuole seguire con noi la partita! Lega B Palermo F.C. Tgs A.S. Cittadella

LE LISTE UEFA POTREBBERO CAMBIARE PER SEMPREChi gioca a Football Manager, e allena dei club qualificati alle coppe europ...
11/01/2024

LE LISTE UEFA POTREBBERO CAMBIARE PER SEMPRE

Chi gioca a Football Manager, e allena dei club qualificati alle coppe europee, sa benissimo che la compilazione delle liste Uefa assomiglia a una tortura. Tra qualche tempo, però, le cose potrebbero cambiare per sempre: nello stesso giorno in cui si è espressa sulla Superlega, la Corte di Giustizia UE ha detto che uno dei parametri imposti dall’Uefa non è conforme alle regole della concorrenza e delle libertà di movimento all’interno dell'Unione. Per la precisione, si tratta dell'obbligo, da parte dei club, di iscrivere almeno quattro giocatori formati in un vivaio nazionale, ovvero che hanno militato almeno per tre stagioni, tra i 15 e i 21 anni, tra le giovanili e la prima squadra in qualsiasi società dello stesso Paese, indipendentemente dalla loro nazionalità. Ecco, dopo il pronunciamento della Corte, il Tribunale belga – a cui è stata demandata la decisione finale, visto che il ricorso originario è stato presentato dall’Anversa – potrebbe obbligare l’Uefa a cancellare questa restrizione. Si tratterebbe di una trasformazione enorme per il calcio europeo, visto che permetterebbe ai presidenti e i direttori sportivi di costruire le loro rose con meno limiti rispetto al passato, quindi con più margini di manovra sui mercati stranieri.

Le top 10 Academy più redditizie al mondo.
10/01/2024

Le top 10 Academy più redditizie al mondo.

Live dalle 17.30.
26/12/2023

Live dalle 17.30.

Auguro    buon Natale e un 2024 di soddisfazioni umane e professionali, in cui sappiate costruire nuove strade, per ragg...
24/12/2023

Auguro buon Natale e un 2024 di soddisfazioni umane e professionali, in cui sappiate costruire nuove strade, per raggiungere con tenacia e determinazione, tutte le mete che vi siete prefissati"

A - 3 gare dalla sosta, per il Palermo arriva il momento di cambiare passo al Barbera. Ci vediamo a Tgs dalle 15.45 per ...
16/12/2023

A - 3 gare dalla sosta, per il Palermo arriva il momento di cambiare passo al Barbera. Ci vediamo a Tgs dalle 15.45 per commentare insieme Palermo F.C. Pisa Sporting Club valevole per la 17' del campionato di Lega B. Buon divertimento!

⚽️ POTERE DELLA MAGLIA ...Due ingegnose dimostrazioni del valore mediatico che un club (e una maglia di calcio) può aver...
21/10/2023

⚽️ POTERE DELLA MAGLIA ...
Due ingegnose dimostrazioni del valore mediatico che un club (e una maglia di calcio) può avere:

🟦🟥 utilizza il logo dei per la maglia del contro il , sostituendo il logo del che promuove il lancio del nuovo disco

🟥🟦 il e presentano una maglia speciale per sensibilizzare il pubblico sulla prevenzione del cancro al seno: con il disegno del seno e di una cicatrice post operatoria.

In entrambi i casi, le maglie indossate saranno messe all'asta (per i collezionisti o per scopi benefici).

Superficialità, stupidità, presunzione, incoscienza? Quanto sta accadendo e coinvolgendo alcuni calciatori come Fagioli,...
14/10/2023

Superficialità, stupidità, presunzione, incoscienza?
Quanto sta accadendo e coinvolgendo alcuni calciatori come Fagioli, Tonali, Zaniolo ed altri che via via si aggiungeranno nelle prossime ore è un problema molto più grande e serio: si chiama ludopatia. Un disturbo patologico da gioco d'azzardo in cui, come dichiarano psichiatri e psicologi, a farla da padrone non è il tentativo di vincere ma tutto il contrario, ossia quello di perdere per poter continuare a scommettere. É una dipendenza vera e propria e come tutte le dipendenze ha a che fare con il delicato equilibrio emotivo di giovani vulnerabili. E' sulla solitudine, sulla depressione, sul vuoto e sul malessere dei ragazzi, anche di chi come i calciatori sembrano avere tutto, fama e soldi, che dobbiamo riflettere e interrogarci.
Ma si è parlato di patologia e quindi di disturbi, malattie, dipendenze dal gioco, ma credo che prima di parlare di ludopatia, come prima causa, sia indispensabile l'attestazione di uno psichiatra, senza la diagnosi di uno psichiatra ha più senso parlare di immaturità sociale e professionale.
Io penso che più che di patologie, dovremmo parlare di responsabilità di chi li ha cresciuti umanamente, sportivamente e professionalmente!
Se non passano valori educativi di impegno, responsabilità, disponibilità, studio, crescita, apertura mentale, come possiamo pensare poi che ci sia un freno.

I calciatori, sono dei ragazzi privilegiati e con grande responsabilità verso i più piccoli che li vedono come dei modelli da emulare, ma spesso le società, l'entourage, la famiglia, gli amici, pur sapendo l’importanza che rivestono, cosa hanno fatto per dissuaderli o ammonirli? Sarà interessante vedere le posizioni che assumeranno i club, se chiederanno i danni o si assumeranno la propria parte di responsabilità, magari lavorando sulla prevenzione, sapendo i rischi che questi ragazzi corrono durante i loro lunghi periodi di solitudine nel loro percorso?

Accostando l’argomento alle scelte che i Club fanno quando scelgono per acquisire le prestazioni dei calciatori posso evidenziare come l'esperienza mi ha portato a maturare una convinzione: nel mondo del calcio moderno, nonostante sia un mondo che rispetto a quando mi sono innamorato di questo sport è (re)progredito moltissimo e sotto tantissimi punti di vista, si tiene ancora poco conto dell'importanza della “testa”.
Questo, a mio avviso, sotto due punti di vista: sia quella relativa al “carattere” che quella relativa alla “intelligenza”, la quale è ancora più importante di quella tecnica, tattica e/o atletica.
Da più di un decennio è risaputo che a questo mondo servono calciatori più intelligenti, più preparati culturalmente, più sani e forti moralmente ed eticamente, per poter reggere pressioni, controllare istinti e misurarsi con persone che parlano di Business, Media, Marketing, azienda insomma, piuttosto che di calcio giocato. Ecco anche il “sistema” ha prodotto tutto questo ed è altrettanto responsabile.

AZ Alkmaar: modello unico.Anche se non viene citata quasi mai negli elenchi delle squadre che hanno rivoluzionato o stan...
11/10/2023

AZ Alkmaar: modello unico.
Anche se non viene citata quasi mai negli elenchi delle squadre che hanno rivoluzionato o stanno rivoluzionando il gioco, l’AZ Alkmaar è un membro di questo gruppo di società visionarie che hanno un approccio al calcio visionario, non convenzionale, si potrebbe dire anche fantascientifico. È da anni, infatti, che il club olandese ha ideato – e attua – un modello unico al mondo, soprattutto per quanto riguarda la gestione, lo sviluppo e la valorizzazione dei giovani talenti. I risultati sono enormi, e vanno oltre l’Under 19 campione in carica della Youth League, la Champions League di categoria: anche la prima squadra ne sta traendo enormi benefici,
infatti da sei anni non scende sotto il quinto posto in Eredivisie, ha partecipato ai preliminari di Champions nel 2020 e un anno fa ha raggiunto le semifinali di Conference League.
Ma cos’hanno inventato, di preciso, ad Alkmaar? Cosa rende l’AZ un club così peculiare? The Athletic ha scritto un lungo reportage partendo ovviamente dai successi delle giovanili, fino ad arrivare alla squadra senior, che anche quest’anno è impegnata in Conference League è inserita nello stesso gruppo di Aston Villa, Zrjnjski e Legia Varsavia. Nell’articolo ci sono anche le dichiarazioni di Paul Brandenburg, direttore dell’Academy del club. Ed è proprio da qui che bisogna partire per raccontare la rivoluzione dell’AZ: «È davvero emozionante vedere quanto possiamo ottenere con i giocatori che sono cresciuti nel nostro vivaio». E che, bisogna
aggiungere, vivono una routine quotidiana molto diversa dai loro coetanei. Perché i metodi utilizzati ad Alkmaar sono davvero particolarissimi: i ragazzi delle giovanili, infatti, vengono
allevati attraverso il supporto della tecnologia neuroscientifica, partendo da dati fisici e tecnici registrati e processati in tempo reale, attuando un modello di tipo biobanding – per cui i
calciatori sono divisi non in base alla loro età biologica, ma al loro sviluppo fisico – e senza lavorare sulla tattica fino ai 16 anni.
Quest’ultimo aspetto, soprattutto per noi italiani, sembra completamente fuori dal mondo. E invece ha un senso, quantomeno all’interno dei processi formativi seguiti dai coach dell’AZ: tra i 11 e i 13 anni, l’approccio è essenzialmente tecnico, si potrebbe definire olistico, in pratica gli aspiranti calciatori imparano a stare in campo e a trattare la palla; nei due anni successivi, tra
i 14 e i 16 anni, si inizia a lavorare in modo sommario sui principi di gioco. Solo dopo si passa allo studio approfondito dei meccanismi tattici: «La tattica è importante alla fine del percorso
universitario», ha spiegato Marijn Beuker, ex direttore dello sviluppo sportivo dell’AZ. «A Alkmaar iniziamo a lavorare su questi aspetti quando i giocatori devono vincere le partite. Prima non
lo facciamo, perché è l’opposto della creatività». Proprio questa tendenza alla creatività si riverbera anche nei metodi con cui si svolgono le sedute quotidiane. Un esempio è quello delle
palline da tennis, utilizzate come strumento di insegnamento implicito: i difensori le tengono in mano mentre si allenano per evitare che possano trattenere gli avversari per la maglia. E
poi, come confessa Brandenburg, «ci piace cambiare la superficie del campo da gioco, infatti abbiamo campi di sabbia e di asfalto. Inoltre variamo anche la dimensione della palla, in modo
da allenare la tecnica in situazioni diverse». All’interno dell’Academy, questi stravolgimenti strutturali vengono definiti interruzioni pianificate, e permettono ai calciatori di sperimentare
«delle situazioni di merda». Queste parole sono di Beuker, che poi ha chiarito meglio il concetto:
«In certi momenti, capiamo chi sono i ragazzi davvero disposti a imparare e a soffrire».
Questo lavoro così estroso e anti-convenzionale ha portato e sta portando i suoi frutti: negli ultimi anni, l’AZ ha formato e poi ceduto giocatori come Koopmeiners, Stengs, Wijndal, Boadu,
Reijnders – in realtà il centrocampista del Milan ha iniziato il suo percorso di formazione nel PEC Zwolle e nel Twente, ma poi si è trasferito ad Alkmaar quando aveva 19 anni. Nella stagione
2019/20, i calciatori cresciuti nel vivaio del club hanno giocato il 46,9% dei minuti totali della prima squadra; la rosa gestita oggi da Pascal Jensen, assunto a dicembre 2020, ha un’età media inferiore a 25 anni, ed è composta da otto prodotti delle giovanili che hanno già esordito in Eredivisie. L’obiettivo dichiarato, però, è ancora più ambizioso: avere una squadra composta al 50% da giocatori allevato in casa. Dal punto di vista tattico, lo stile dell’AZ – intendiamo la prima squadra – è coerente con tutto ciò che si fa dietro le quinte e nel contesto dell’Academy:
«Le mie idee», ha raccontato il tecnico Jensen, «sono perfettamente collegate con il modello dell’AZ: pressiamo in modo intenso, vogliamo essere dominanti, tatticamente disciplinati ma
anche creativi». Servono giocatori giovani e di talento per fare un calcio di questo tipo, ed è un materiale che all’AZ sanno individuare e valorizzare. A modo loro, certo, ma è un modo che funziona.

C'è una differenza tra “precocità” e “prospettiva”.Nessuno matura in maniera uniforme, inoltre resta normale lo si facci...
02/10/2023

C'è una differenza tra “precocità” e “prospettiva”.

Nessuno matura in maniera uniforme, inoltre resta normale lo si faccia con tempi diversi.
Ci sono 15enni alti quasi due metri che magari pesano venti chili, altri muscolarmente già molto avanti, altri ancora “bambini” fisicamente ma avanti da un punto di vista della maturazione caratteriale ed emotiva, ecc.

C'è chi matura presto e poi comunque “arriva”, chi invece lo fa e poi interrompe lì il proprio percorso di crescita.
Studiando a fondo la questione si possono trovare dei “pattern” che possono aiutare nell'orientarsi nell'analisi dei calciatori – e del resto è quello che cerca di fare uno scout – ma resta sbagliato pensare di derubricare facilmente una situazione in paragone ad un'altra.

Ad esempio, in questi ultimi mesi sta parlando molto di Francesco Camarda.
Il commento più ricorrente nei miei post suona più o meno così: “state zitti, evitate di parlarne perché altrimenti lo fate finire come Mastour”.

Il che palesa da una parte la totale non-conoscenza della questione in termini diciamo specifici (è un paragone totalmente improprio, e non tanto e non solo perché i due sono calciatori molto diversi tra loro) della questione, ma appunto anche un bug di ragionamento di fondo.
Mastour è un caso notissimo e posso capire che torni alla mente subito, ma non è certo il primo ragazzo su cui fu messa addosso grossa attenzione mediatica fin da tenerissima età.

Quindi, sebbene il discorso riguardante le “pressioni” sia assolutamente corretto e se ne può discutere, non è buttando lì un paragone/riferimento a caso che si introduce l'argomento in maniera corretta.
Il percorso compiuto da Hachim è evidente a chiunque ne conosca la storia, partendo dal presupposto che se non lo si vide giocare all'epoca diventa difficile poterne parlare in senso compiuto.

Questa mala costruzione di una analisi è emersa anche in relazione all'esordio del 2008 Hall in MLS.
Si sono subito sprecati riferimenti a Freddy Adu.

Ma il punto è proprio che un 2008 che esordisce in prima squadra non deve per forza essere/diventare un fenomeno in quanto tale, può anche “semplicemente” essere un fenomeno di precocità.
E che gli atleti precoci esistano è un dato di fatto, che è vero anche in più o meno tutti gli sport.

Nadia Comaneci fece un “10 perfetto” alle parallele a 14 anni.
Rivera a 16 era titolare all'Alessandria.

Ieri il Real di basket ha vinto il Clasico lanciando titolare un 16enne, Ismaila Diagne.
De Silvestri esordì alla Lazio in età da u17, compiendo poi una carriera di alto livello (è alla 20° stagione in A) ma senza per questo diventare un fenomeno assoluto e globale.

Ed i riferimenti potrebbero essere moltissimi altri.
Però così come non avrebbe senso richiamare a prescindere Rivera o Donovan con Camarda o Landon Donovan, sarebbe meglio evitare di citare a caso anche Mastour ed Adu, questo anche perché sono storie che hanno delle peculiarità che, banalmente, non si riscontrano con Francesco e Julian...

Il 20 settembre 2023 è destinata a rimanere una data importante per lo sport italiano per aver visto  la conclusione  de...
30/09/2023

Il 20 settembre 2023 è destinata a rimanere una data importante per lo sport italiano per aver visto la conclusione del processo che, dopo un iter lungo 14 anni, ha introdotto lo sport nella nostra carta costituzionale.

Con 312 voti favorevoli su 312, l’Aula della Camera ha approvato la proposta di modifica di legge costituzionale atta a modificare (rectius, integrare) il dettato dell’art 33 inserendo un nuovo comma che così recita: “La Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva in tutte le sue forme”.

Con queste parole si è finalmente inteso conferire valore alla pratica sportiva, colmando (tardivamente) un vuoto costituzionale frutto di un’opinione pubblica che, da sempre, tende a relegare lo sport ai margini delle “cose fondamentali di cui occuparsi”, ignara dell’importanza dello sport in relazione agli aspetti motori, salutari, culturali e sociali.

Nessuno si illuda che l’inserimento del comma di cui sopra possa migliorare la concezione dello sport in Italia. Per far sì che non rimanga un mero esercizio di stile, ovvero un auspicio fine a se stesso, sarà necessario che alle parole seguano i fatti. Una cosa però è certa: da adesso in poi, le rimostranze di chi sottolinea lo scarso interesse istituzionale nei confronti del mondo sportivo non potranno più essere derubricate alla voce “se ne riparla in altro momento, ora vi sono altre priorità”.

Il valore costituzionale attribuito farà sì che le vicende di natura sportiva andranno considerate alle stregua di contesti ritenuti imprescindibili a livello sociale ed antropologico.

Il che significa non solo sviluppare e promuoverne la pratica ma anche riconoscere a tutti il diritto di svolgere l’attività ritenuta più consona.

Tra tutti i commenti succedutesi all’approvazione della modifica costituzionale (per la quale mai finiremmo di ringraziare l’ex CT della nazionale di pallavolo, oggi deputato, Mauro Berruto senza la cui abnegazione ed il cui impegno l’iter non avrebbe avuto corso) degno di nota è risultato quello del Presidente del Comitato Italiano Paraolimpico, Luca Pancalli.

Quest’ultimo, nel sottolineare come la modifica costituzionale sia stata un’autentica conquista e non, come avrebbe dovuto rappresentare, un naturale sbocco, non ha mancato di auspicare “una nuova stagione di diritti, con al centro lo sport”.

Sport non più da intendersi come realtà ludico-motoria per chi lo pratica, ovvero quale matrice di svago e divertimento per appassionati e tifosi, bensì come centro di interessi giuridici, anche di rango costituzionale, da esprimersi nella reale ed effettiva tutela dei diritti di chi si avvia alla pratica.

Una novità, questa, che sopraggiunge in un momento storico in cui, anche a causa dell’entrata in vigore della recente riforma, è difficile per numerose bambine e numerosi bambini, per tante ragazze e tanti ragazzi, accedere a detta pratica.

L’inserimento nella carta costituzionale, al netto dell’importanza del voto unanime, non rappresenta un punto d’arrivo bensì un punto di partenza con un aggravio di responsabilità per le forze politiche.

Votando a favore della modifica dell’art. 33 Cost., i parlamentari italiani si sono assunti la responsabilità di rispettarne il dettato.

Perché questo accada, andranno considerati i valori che la pratica sportiva sottende in relazione al benessere psicofisico a cui deve mirare.

Seguendo la nuova formulazione del dettato costituzionale si dovrà riconoscere all’attività sportiva il valore educativo, sociale e psicofisico. Che tradotto significa trasformare detti valori astratti in diritti fattuali.

Per quanto concerne lo sport agonistico, l’aspetto educativo, peraltro già presente in tutte le carte federali, dovrà intendersi non solo quale diritto di frequentare ambienti e persone atte a migliorare i comportamenti e le caratteristiche dei tesserati ma anche a prevedere adeguate competenze e strutture, nell’ottica di una complessità di situazioni, proprie di ogni singola disciplina sportiva, da trattarsi non separatamente ma come unicum. Solo in tal modo sarà possibile formare le menti dei praticanti di pari passo con le conoscenze tecniche e le prestazioni atletiche.

Nel caso dei settori giovanili, i tesserati avranno diritto ad un’educazione “complessa” che preveda anche la chiamata in causa dei genitori, spesso tacciati di eccessivo protagonismo in occasione della gare dei figli.

Come possiamo immaginare di incontrare genitori collaborativi, in linea con i principi alla base del lavoro dei responsabili dei settori giovanili, se non sono posti a conoscenza degli intendimenti delle società?

In seno all’aspetto educativo deve rientrare anche un coinvolgimento dei genitori dal punto di vista “tecnico”. Andranno, cioè, illustrate loro le linee guida del percorso che viene proposto ai figli. Ciò al fine di evitare che, in occasione delle competizioni, i primi non si trovino a dare consigli o a intimare soluzioni di gioco che cozzino con quanto viene insegnato ai figli nel corso degli allenamenti settimanali.

Educazione comportamentale ed educazione “tecnica” devono essere proposte contestualmente e promulgate in modo che a beneficiarne siano tutte le risorse umane facenti riferimento ad una realtà sportiva.

Dal punto di vista sociale, merita un approfondimento quanto affermato dal Ministro dello Sport Andrea Abodi che, all’esito dell’approvazione della modifica costituzionale, ha fatto riferimento ai concetti di socializzazione e divertimento, inclusione e coesione, benessere e rispetto.

Socializzazione e divertimento sono due aspetti che in seno allo sport agonistico (in particolare il calcio) non sempre vanno di pari passo e, proprio per questo, meritano un approfondimento.

Non è raro ascoltare opinioni il cui senso, nell’intento di lasciare i giovani calciatori “liberi di divertirsi”, si può riassumere con il classico “lasciate i ragazzini liberi di giocare, non imprigionateli in schemi o teorie sul possesso”.

E’ nostra opinione che se si lasciano dei bambini “liberi di divertirsi”, in assenza di qualsivoglia indicazione, a divertirsi saranno solo i più bravi che scorrazzeranno per il campo palla al piede inebriandosi di dribbling mentre i meno dotati difficilmente si divertiranno.

Divertimento si, quindi, ma non anarchia. E non solo per una questione morale ma anche in ossequio ad un processo di formazione.

Vedasi sul punto alcune riflessioni già esposte in questo blog in occasione della pubblicazione di un pezzo in tre parti sulla qualità del calcio: “Risulta, viceversa, errata l’inveterata abitudine di lasciare ai giocatori maggiormente dotati, in grado di determinare l’esito delle competizioni giovanili, “campo libero” per permettere di sfoggiare la loro bravura e rimpinguare il tabellino personale con numeri e statistiche roboanti. Una gestione di questo tipo non porta alcun incremento qualitativo. Né in favore del singolo, che crescendo rischierà di incrociare avversari più forti senza avere le conoscenze per affrontarli. Né a vantaggio della squadra che, al netto delle prodezze del giovane fenomeno, non avrà avuto l’opportunità di sviluppare un adeguato e credibile processo di connotazione valoriale”.

Il talento come valore da formare, educare, esaltare nel rispetto della socializzazione non quale aspetto che esce dal gruppo.

Senza dimenticare come il diritto al divertimento, che è elemento imprescindibile, vada sempre rapportato all’età, alle condizioni e alla collettività dei tesserati onde evitare che il divertimento di uno sia causa della mancanza di divertimento dell’altro.

Per quanto concerne l’inclusione e la coesione, i contesti sportivi dovranno essere parte attiva nei confronti della lotta al bullismo ed alle molestie.

Soprattutto nelle realtà minori, non sempre è possibile prevenire situazioni di questo tipo per un oggettiva carenza di mezzi e di competenze.

Ecco perché diviene fondamentale l’operato delle procure federali che, in passato, troppo spesso hanno chiuso gli occhi a fronte di situazioni punibili e di condotte illecite anche dal punto di vista penale.

Atteggiamento, quello di cui sopra, assolutamente da contrastare, divenuto purtroppo frequente in considerazione dello stretto rapporto tra procuratori federali e presidenti di federazione. Con i primi nominati direttamente da questi ultimi che tendono a non perseguire le condotte di cui sopra al mero fine di non veder infangata la federazione di riferimento.

Specificato una volta di più come qualsiasi diritto non sia tale sin tanto che non vi è un’autorità giudiziaria in grado di garantirne l’esercizio, il CONI ha di recente siglato un protocollo di linee guida, ideato e voluto dell’associazione Change The Game, con la Procura di Milano al fine di implementare la lotta a queste tipologie di fenomeni.

L’aver concesso a soggetti già condannati in ambito penale per molestie e abusi di continuare ad esercitare la loro attività in seno alle società sportive è qualcosa di imperdonabile che non dovrà più accadere.

Ma anche tralasciando le situazioni più scabrose, l’inclusione e la coesione andranno promosse garantendo a tutti la possibilità di praticare sport.

Il che non significa che, a livello agonistico, tutti abbiano diritto a scendere in campo perché una selezione dev’esserci e chi non trova conforto in una disciplina è probabilmente destinato ad eccellere in un’altra.

Significa che le istituzioni hanno l’obbligo di rimuovere gli ostacoli che si frappongono nel percorso di chi ambisce alla pratica sportiva. Siano essi di natura istituzionale, logistica, strutturale e comportamentale.

La scuola, quale istituzione di rango primario, non dovrà più esternare un atteggiamento ostracista nei confronti degli alunni “sportivi” e dello sport in generale. Sarà tenuta, viceversa, a sostituire le ore di educazione fisica con un’attività più specificatamente tesa allo sport vero e proprio, in modo da offrire agli studenti una serie completa di opzioni in merito alla disciplina che meglio si completa con le loro inclinazioni.

Ma ciò non basta. Vi è un altro passo in avanti da compiere ovvero far sì che lo sport trovi posto all’interno dei programmi formativi, quale vera e propria materia di studio, in quanto elemento acceleratore degli eventi storico-culturali nonché aspetto essenziale nella storia contemporanea del paese.

In relazione ai concetti di benessere e rispetto, il primo di essi è insito nella pratica stessa considerato come la si consideri propedeutica al benessere fisico e psichico oltre che risultare un ottimo antidoto contro la sedentarietà.

Ma c’è anche un altra tipologia di benessere che la rimodulata carta costituzionale è chiamata a garantire ovvero quello a cui si ha diritto mentre svolgiamo la nostra attività.

Garantire il benessere di chi fa sport significa, tra le altre cose, garantire delle strutture all’altezza oltre che fruibili a costi accettabili.

Sul punto è doveroso fare uno distinguo tra i vari contesti sportivi: professionistico, dilettantistico, amatoriale e ludico.

A livello professionistico (o dilettantistico ma professionistico di fatto) riteniamo che la gestione delle strutture di riferimento (centri sportivi, stadi, campi di allenamento) non debba gravare sulle tasche dei cittadini. Andrà pertanto accelerato il processo di privatizzazione degli stadi e di costruzione dei centri sportivi da parte delle singole società.

Si potranno, questo sì, prevedere degli incentivi, dei sistemi di defiscalizzazione e delle convenzioni tra club e comuni nell’interesse reciproco ma l’onere di adeguarsi con strutture sufficientemente all’altezza deve gravare sui club che dovranno essere chiamati ad investimenti virtuosi magari a costo di qualche colpo di mercato roboante in meno.

Per quanto concerne il mondo dei dilettanti, la concertazione tra comuni e società dovrà essere più presente e più proficua di quanto lo sia attualmente. La riforma dello sport, da poco entrata in vigore, ha appesantito le condizioni economiche dei club dilettantistici, già compromesse dalla pandemia, il che rende davvero dispendiosa l’attività delle stesse.

Non è più procrastinabile un’inversione di rotta che dovrà portare ad un maggiore interesse delle amministrazioni comunali in relazione ai “luoghi dello sport”, permettendo alle società di usufruire anche delle strutture scolastiche (palestre in primis) nell’ottica di una collaborazione atta a migliorare le condizioni dei contesti in cui i nostri ragazzi si trovano a trascorrere parte del loro tempo.
Lo stesso dicasi per i mezzi di trasporto che, come noto, sono fonte di spesa per le società ma che risultano del tutto imprescindibili al fine di permettere ai ragazzi che risiedono in luoghi lontani dai campi di allenamento di accedervi.

Tra la voce “luoghi dello sport” devono considerarsi anche le situazioni in cui ci si diletta nella pratica a titolo amatoriale e ludico. Ecco, pertanto, che il diritto di cui sopra dovrà essere garantito anche in relazione alla manutenzione dei parchi ove la gente pratica lo jogging, dei percorsi ciclabili per le mountain bike, dei fiumi o laghi in cui si pratica canottaggio, canoa, surf ed altro. Trattasi di luoghi che, pur non rivestendo la qualità di impianti sportivi, rappresentano delle sedi di allenamento per tantissime persone e che, spesso, scontano problematiche dovute alla manutenzione, alla carenza di illuminazione, alle condizioni di sicurezza ed altro.

Negli ultimi anni c’è stato un aumento dei cosidetti playground urbani presso i quali i ragazzi possono svolgere alcune attività all’aperto in ambienti “sani” e gradevoli da un punto di vista estetico. E’ auspicabile che questa tipologia di spazi aumenti sempre più come è auspicabile che vengano recuperati e riqualificati alcune strutture degli oratori (i cosidetti “campetti”) che secondo alcuni tecnici tanto mancano alla formazione dei calciatori e dei cestisti di oggi.

Gli argomenti sviluppati ci impongono una riflessione importante sulle difficoltà, in particolar modo economiche che mineranno l’effettiva attuazione del nuovo dettato dell’art 33 Cost.

Per rendere l’offerta sportiva migliore e accessibile saranno necessarie decisioni forti dal punto di vista politico.

Da anni si dibatte se siano i risultati dello sport d’elite a trascinare con profitto la base dei praticanti o se sia quest’ultima che debba esser presa quale fucina dei futuri campioni.

E’ nostra opinione che questo dibattito sia assolutamente fuorviante in considerazione del fatto che un movimento sportivo d’avanguardia necessita di una continua corrispondenza biunivoca tra la base e l’espressione apicale, pur con le diverse peculiarità e le differenti articolazioni.

Al fine di tenere alta l’attenzione delle istituzioni, a cui spetterà il compito di far sì che il nuovo articolo 33 non rimanga un mero elenco di intenzioni, è necessario che tutte le componenti sportive si mostrino coese e che, al netto del differente status di professionisti, dilettanti o amatori, collaborino perché i principi enunciati generino i diritti a loro sottesi.

E’ auspicabile che in Parlamento trovino posto altre figure dal passato sportivo.

Come anticipato, senza l’impegno di Mauro Berruto, difficilmente l’iter della modifica costituzionale avrebbe avuto corso. E’ la riprova che gli sportivi servono alla politica. Per troppi anni la politica si è servita di loro sfruttandone i grandi nomi a fini elettorali senza consentire a questi di esercitare un’attività parlamentare in favore del mondo da cui provenivano.

Ma ora che lo sport è entrato nella Costituzione a maggior ragione deve entrare in Parlamento con la forza delle idee.

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