27/01/2023
Il 27 gennaio è il Giorno della Memoria, commemorazione istituita dall'ONU nel 2005 per ricordare tutte le vittime della Shoah, il massacro condotto dalla Germania nazista durante la Seconda Guerra Mondiale.
Vittime di questo massacro furono circa 15-17 milioni di persone, non solo ebrei - per come siamo abituati a pensare - ma anche slavi, prigionieri di guerra, oppositori politici, persone appartenenti a varie minoranze etniche, omosessuali, persone disabili (fisicamente o mentalmente), testimoni di Geova: furono tutti deportati per volere di Adolf Hi**er nei campi di lavoro o di sterminio diffusi in varie parti dell'Europa, vittime di discriminazioni.
Ancora oggi, il nazifascismo non è del tutto sconfitto: sono fin troppo frequenti gli episodi di antisemitismo (e discriminazioni in generale) che continuano a rappresentare un cancro della nostra società. Basti pensare allo scorso agosto, quando a Torino venne imbrattata con una svastica la lapide in memoria della partigiana Tina Anselmi, a riprova del fatto che l'ideologia nazista continua ad essere presente.
La Scuola dev'essere la prima istituzione a educare al rispetto delle differenze, alla legalità, alla non discriminazione, e rappresenta per noi lo strumento più importante per costruire un futuro (e, prima ancora, un presente) in cui eventi del genere non si ripetano più. Pilastro fondamentale di questa struttura è la Memoria, che va coltivata giorno per giorno, nei cervelli e nei cuori di ognun* di noi.
«Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate: anche le nostre» diceva Primo Levi, chimico e scrittore che provò sulla propria pelle gli orrori della Shoah in quanto ebreo e, dopo essere sopravvissuto ai campi di concentramento, si tolse la vita per l'insostenibile ricordo.
La Memoria è un dovere nei confronti di chi è morto, di chi è vivo e di chi vivrà.
La nostra radio riprenderà le trasmissioni la settimana prossima, per parlare ancora una volta degli orrori della Shoah.