20/01/2025
Igor Scalisi Palminteri, lo street artist che dà voce alle periferie.
Igor Scalisi Palminteri, palermitano e diplomato in Pittura all'Accademia di Belle Arti, è diventato noto a Palermo e non solo per i suoi murales che colorano le zone più difficili della città. La sua arte ha un forte valore sociale: in luoghi fragili, le sue opere si intrecciano con la realtà che le circonda, raccontando, attraverso il muro, le storie e le persone di quei quartieri.
Intervista a Igor Scalisi Palminteri.
Igor Scalisi, ti definisci pittore di quartiere: da quali radici nasce la visione della tua arte?
I.S.: Nasce dal fatto che da sempre ho lavorato in quartieri fragili, anche quando ero ragazzo e ci occupavamo di minori a rischio di esclusione sociale alla Zisa. Così ho cominciato a dipingere per strada con i bambini e le bambine del mio quartiere. Da lì, a un certo punto, ho cominciato a farlo da solo su superfici più grandi, ma il legame che è rimasto con quello che ci sta attorno, un muro con le bambine e i bambini, le persone che vivono quel luogo, è sempre forte. Quindi, tutt'ora, amo definirmi pittore di quartiere, perché grazie ai quartieri, alla vita che c'è in questi posti, la mia pittura ha un senso.
Oggi, all'Oratorio San Vincenzo De' Paoli, l'inaugurazione della tua nuova opera intitolata "Fragile". Perché "Fragile"?
I.S.: Questa parola mi ricorda quello che c'è dentro di me. Innanzitutto, la mia fragilità. In qualche modo, il ritratto di questa bambina è il mio autoritratto, quando ho scoperto che la fragilità che esiste in me, in realtà, riconoscerla è un punto di forza. Riconoscerla negli altri è necessario ed è uno degli aspetti della nostra vita, come la gioia o la forza. Allora si è aperta una riflessione importante: a volte, sotto le maschere di chi si dimostra forte o arrogante, c'è una fragilità importante che va vista e presa in considerazione.
Il murales "Rusulia" allo Sperone è tra le 50 migliori opere di street art al mondo. Che significato artistico assume? Qual è il messaggio?
Dentro quel ritratto di Santa Rosalia, per me ci sono tutte le donne che ogni giorno affrontano i pregiudizi della società contemporanea. Dentro l'emancipazione di "Rusulia", che rifiuta il matrimonio combinato con un destino preconfezionato da qualcun altro, c'è la storia delle donne che si ribellano a tutto ciò che qualcun altro gli obbliga a fare. Allora, dove le donne sono emancipate, sono libere di vestirsi come vogliono, di andare dove vogliono, di parlare, pensare e dire la loro opinione. Dentro quel murales c'è quella storia, c'è quel volto. Nel murales di "Rusulia" c'è il volto delle donne libere.
Oggi, a questa inaugurazione, le parole ridondanti sono state: "Imparare dal passato, costruire il presente, immaginare il futuro". Come lo immagini il tuo futuro?
I.S.: Il mio futuro prossimo lo immagino dedicato al quartiere Sperone, dove sono già stati realizzati 14 murales con la collaborazione di altri artisti. Ma il mio vero obiettivo è arrivare a 50 murales, perché il mio sogno è che per lo Sperone si parli del colore, della fantasia, della bellezza che si trova camminando per le strade. Questa cosa per noi può essere importante, per cambiare la nomea del quartiere Sperone, e forse, finalmente, sentire dire: "Siamo allo Sperone, questo è il quartiere dei colori."
Vittoria Di Bella
Le foto sono scattate da Claudio Pezzillo