Taphros Editrice

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19/08/2024
03/05/2024

Il programma degli editori sardi a Torino

Dalla Nuova Sardegna, che ringraziamo:

L’AES porta al Salone del libro di Torino l’editoria sarda
L’Associazione conferma il suo primato con 31 case editrici nel proprio stand
Tra gli ospiti degli eventi il noto scrittore e storico Alessandro Barbero

L’Isola dei libri torna al Salone del libro di Torino sotto le insegne dell’AES, l’Associazione Editori Sardi che raccoglie la grande maggioranza e le principali case editrici regionali per il 37esimo anno consecutivo. Sono 31 gli editori che dal 9 al 13 maggio saranno ospitati nello stand AES e che porteranno al Lingotto 5000 libri, declinando in chiave regionale il tema “Vita immaginaria”, scelto dalla nuova direttrice editoriale di SalTo Annalena Benini, che apre a uno sguardo molteplice che va incontro agli orizzonti e alle comuni speranze insite nei diversi linguaggi della creatività. La Sardegna, “Isola futura”, riflette su ciò che sarà con coraggio e visionarietà grazie all’intreccio delle sue arti millenarie aperte al mondo, in continuità evolutiva con i temi delle due precedenti edizioni: “Isola fuori confini” del 2022 e “Isola allo specchio” dello scorso anno, quando grazie all’impegno di AES la Sardegna venne scelta come regione ospite del Salone. Migliaia di libri ma anche grandi eventi culturali targati AES, 22 in cinque giorni, tra cui spicca venerdì 10 nell’auditorium da 1200 posti, già tutti esauriti, l’incontro “Il Medioevo in Sardegna” con il medievista e divulgatore Alessandro Barbero. «I numeri, la qualità delle proposte editoriali e degli eventi – spiega la presidente AES Simonetta Castia – evidenziano ancora una volta che AES è soggetto titolato a rappresentare l’editoria sarda, l’unico capace di declinare in senso artistico, culturale e professionale l’immagine e la cultura dell’Isola anche sotto il profilo organizzativo. Non possiamo che essere delusi – prosegue la presidente Castia, riferendosi alla mancata assegnazione all’AES della programmazione dello stand istituzionale della Regione Sardegna – che l’assessorato alla Cultura non abbia scelto, com’era logico che fosse, gli editori a occuparsi del proprio comparto, per di più partecipando senza una rappresentanza autorevole di essi nel numero e nella qualità. Ma a Torino non si deve promuovere l’editoria Isolana?». L’AES sarà a Torino con il sostegno determinante della Fondazione di Sardegna.

Salone Internazionale del Libro

08/04/2024

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Ultimo dono di un assassino

05/10/2023

💕🔶Il festival Mediterranea ospite di Book Pride Genova
Venerdì 6 ottobre, alle ore 16.30, per la sezione Boe appuntamento con "Il Mediterraneo nei festival"

Ospiti dell'incontro

🔶 Tomaso Boyer (moderatore) Itinerari paralleli

🔶 Carla Peirolero, Suq Festival

🔶 Maria Pina Usai U-Boot lab/Zones Portuaires

🔶 Simonetta Castia Festival Mediterranea

https://www.bookpride.net/dettaglio-programma?recordId=receoyvQ0jZJiowle

11/09/2023

«Stamattina, a Macomer, nell'area fieristica delle ex Caserme Mura, è stata inaugurata la XIV edizione della Mostra regionale del libro sardo.
Tantissimi i partecipanti. 🙂
Grazie!»

Scrivevamo così il 4 dicembre 2014, anno particolare nel quale partecipammo congiuntamente alla Fiera delle piccola e media editoria di Roma e alla Mostra regionale del libro in Sardegna.
Speriamo di non ripeterci!

24/07/2023
14/06/2023

Il 19 maggio 2023 nella sala Sardegna del Salone internazionale del Libro di Torino, è stato presentato il volume dal titolo "Sulle strade dell'Ogliastra", a...

14/06/2023

TERTENIA, dall'età punica all'età bizantina, lungo la strada costiera orietale: Fusti 'e Carca (da La Nuova Sardegna). Ieri al Centro di restauro di Li Punti il bel libro di Paola Mancini
Siamo su un tratto della strada “A portu Tibulas Caralis”, ovvero l’antenato romano della statale 125 Orientale sarda. C’è un insediamento di oltre mille metri quadri che racconta mille anni storia sconosciuta della Sardegna. Ci sono case, ambienti di ogni tipo, pavimenti, ceramiche comuni e artistiche, altri reperti che indicano con precisione che cosa si coltivava in Ogliastra tra il V e il IV secolo dopo Cristo. E ci sono anche seimila frammenti di ossa di animali, tra le quali ad esempio quelle di un gatto che aveva subito la frattura delle gambe, era stato curato ma era rimasto menomato.

Dire che le scoperte degli archeologi a Fusti ’e Carca, nel territorio di Tertenia, sono eccezionali non rende abbastanza l’idea. Capita raramente agli studiosi di imbattersi in un sito antico di quelle dimensioni e per di più ben conservato. Un sito che ha restituito una mole enorme di informazioni che, di fatto, riscrivono una parte della storia dell’isola. Ora, a raccontare la storia di Fusti ’e Carca c’è un libro, firmato da Paola Mancini, l’archeologa gallurese che ha progettato, coordinato e diretto le ricerche in continuo confronto con la Soprintendenza archeologica di Sassari e Nuoro, e pubblicato da Taphros con il sostegno dell’Anas e della stessa Soprintendenza. Diversi i contributi dell’équipe internazionale di studiosi che hanno collaborato con lei. Il volume è stato presentato da Paola Mancini, dal soprintendente Bruno Billeci e dal responsabile Anas Sardegna Francesco Ruocco, per la prima volta al Salone del libro di Torino.

Oggi alle 17,30 “ Sulle strade d’Ogliastra. Il complesso tardoantico e altomedievale di Fusti ’e Carca a Tertenia” sarà presentato dagli stessi protagonisti e dall’archeologo Rubens D’Oriano nella sala conferenze del Centro di restauro della Soprintendenza a Sassari, alla presenza di tutti gli autori dei contributi presenti nel volume.

La scoperta del sito è avvenuta durante i lavori di costruzione della nuova statale 125, nel tratto Tertenia-San Priamo di Osini. Lavori e pubblicazione sono stati finanziati dall’Anas e sono, dicono gli archeologi, «frutto di una collaborazione eccezionale». È cominciata perché in superficie – spiega Paola Mancini – si vedevano alcuni frammenti ceramici di età romana e si pensava che fossero presenti i resti di un piccolo insediamento, forse una fattoria distrutta. Era il 2017, mese di maggio. La Soprintendenza decise di prescrivere alcuni saggi di scavo esplorativi. Presto saltarono fuori le murature che indicavano la presenza di un insediamento molto più vasto e importante di quanto si pensasse. Saggio dopo saggio, è stata così scavata integralmente un’area di oltre 1.300 metri quadri, tutta quella che sarebbe stata interessata dal tracciato stradale. Che a quel punto è stato spostato di circa un chilometro più a valle, mentre il sito è stato riportato alla luce, restaurato e tutelato.
Il volume ripercorre la scoperta che ha consentito di individuare una frequentazione del sito da IV secolo a.C. all’abbandono nel VI d.C. Tra le scoperte di grande importanza, il rinvenimento di un tratto di una delle più importanti strade romane della Sardegna, quella che collegava il nord e il sud dell’isola. Oppure il complesso produttivo di oltre 40 ambienti, costruito intorno al 450 d.C. e incendiato due volte quando la Sardegna romana fu preda dei popoli germanici. Il primo incendio, hanno ricostruito gli archeologi, in occasione della guerra tra i Vandali e i Bizantini dell'Impero Romano d'Oriente che intorno al 530 si riappropriano dell'Isola. Il secondo, durante la guerra tra gli Ostrogoti e i Bizantini, segna la fine del complesso poco dopo il 550.
Molti reperti ritrovati e restaurati nel Centro di restauro della Soprintendenza – spiega Paola Mancini – sono di grande importanza perché consentono di comprendere finalmente fasi e cronologia sinora molto nebulose di questi periodi della storia della Sardegna: lucerne, anfore, un piatto con una scena di Bacco che dà da bere a una pantera e altri. Ma anche le ossa di animali, resti di attività di macellazione. Oltre allo scheletro del gatto domestico rimasto menomato su cui sono state fatte le analisi del Dna. E ancora, grazie allo studio dei legni, la scoperta che a Fusti ’e Carca venivano coltivati la vite, il melo, il pesco, il sorbo e altre piante da frutto. Una mole inattesa e imprevista di informazioni che consentono di ricostruire la vita di un pezzo di Sardegna in epoche lontane. Grazie alla scoperta iniziale di pochi cocci in superficie, alla scelta di andare a vedere che cosa c’era sotto e alla non scontata collaborazione tra archeologi, enti e impresa.

Indirizzo

Via Antonelli 15
Olbia
07026

Orario di apertura

Lunedì 09:00 - 13:00
16:00 - 19:00
Martedì 09:00 - 13:00
16:00 - 19:00
Mercoledì 09:00 - 13:00
16:00 - 19:00
Giovedì 09:00 - 13:00
16:00 - 19:00
Venerdì 09:00 - 13:00
16:00 - 19:00

Telefono

+39078951785

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