
16/02/2025
Dal 1998 Nicholas Dames insegna literature humanities, il corso obbligatorio della Columbia university dedicato ai grandi classici. Ama il suo lavoro, che tuttavia è cambiato. Negli ultimi dieci anni gli studenti hanno cominciato a soffrire la quantità di letture assegnate. Non che prima leggessero tutto quello che gli era dato, ovviamente, ma non si tratta solo di questo. Oggi molti studenti sembrano spaesati di fronte all’idea di leggere più libri ogni semestre. I colleghi di Dames hanno notato lo stesso problema. Molti studenti arrivano all’università, anche università molto selettive e considerate d’élite, senza più la capacità di leggere libri.
Dames non ha saputo spiegarsi il motivo di questo cambiamento fino a quando, nel primo semestre del 2022, una studente del primo anno ha bussato alla sua porta per confidargli quanto avesse trovato difficile rispettare le prime consegne. Non è raro che il corso richieda agli studenti di leggere interi libri, spesso testi lunghi e complessi, nell’arco di una o due settimane. Ma la studente ha raccontato a Dames che al liceo non le era mai stato chiesto di leggere un libro per intero. Aveva affrontato estratti, poesie e articoli di giornale, ma mai un libro dalla prima all’ultima pagina. “Sono rimasto senza parole”, ha ammesso Dames. Ma l’aneddoto lo ha aiutato a capire il mutamento che vedeva nei suoi studenti: il problema non è che non vogliono leggere, ma che non sanno come farlo. Alle scuole medie e superiori hanno smesso di chiederglielo.
Un articolo molto interessante di Rose Horowitch, per The Atlantic, uscito su Internazionale, su un problema che riguarda anche noi. Trovate il link nei commenti.