Orthotes Editrice

Orthotes Editrice Casa editrice indipendente, plurale e democratica. Napoli. Orthotes, casa editrice indipendente, plurale e democratica. Questa è l’"e-videnza" dell’ente.

Si occupa prevalentemente di saggistica filosofica, considerando il "filosofico" nella sua accezione più semplice e caratteristica, e cioè come uso del sapere a vantaggio degli esseri umani, donne e uomini. La casa editrice opera nella convinzione che ogni lavoro culturale ben sviluppato e argomentato sia un lavoro filosofico, inerisca esso alle scienze teoretiche (filosofia, critica, analisi), a

quelle pratiche (etica, politica, società), o poietiche (arti musicali, figurative, tecniche). In funzione di questi principi operativi Orthotes definisce il proprio orientamento, indipendente e non programmatico, cercando di volgere lo sguardo verso la "retta direzione" di un sapere che rischiara e illumina perché di se stesso insegna l'uso. Tutto dipende dalla orthotes, dalla correttezza dello sguardo. In virtù di questa correttezza, il vedere e il conoscere diventano retti, cosicché alla fine si rivolgono direttamente all’idea suprema e si fissano in questa "direzione". Così dirigendosi l’apprensione si conforma a ciò che deve essere veduto. Per effetto di questo adeguarsi dell’apprensione in quanto idein all’idea, si costituisce una omoiosis, una concordanza del conoscere con la cosa stessa. In questo modo dal primato dell’idea e dell’idein sull’aletheia nasce un mutamento dell’essenza della verità. Martin Heidegger, Dell'essenza della verità

La logica aristotelica presuppone necessariamente che in ogni atto concreto del pensiero e in ogni situazione teorica po...
21/01/2025

La logica aristotelica presuppone necessariamente che in ogni atto concreto del pensiero e in ogni situazione teorica possibile in qualsiasi momento si possa distinguere chiaramente tra il pensare come processo soggettivo e il pensato come suo mero contenuto. Questa inversione primordiale di interiorità ed esteriorità, di spiritualità e materialità, rappresenta lo schema metafisico della nostra logica classica, che è quindi essenzialmente bivalente. Ai suoi due valori, che nel linguaggio riflessivo vengono indicati come “positivo” e “negativo” e nella terminologia non riflessiva come “vero” e “falso”, corrisponde una struttura razionale di esperienza e coscienza, in cui un Io in assoluto si trova improvvisamente contrapposto a un qualcosa in assoluto. Essere e pensare in questo schema rappresentano dimensioni di realtà proto-metafisiche rigorosamente distinte, per quanto, seguendo il modello di Hegel, possiamo equiparare il valore positivo con l’essere, la realtà o l’oggettività, e il valore negativo invece con la riflessione, la soggettività e la non oggettività. Ma questo schema bivalente, su cui si basano tutta la nostra tradizione, la struttura della nostra cultura, la classificazione delle nostre scienze e la piena entità della tecnica occidentale, sta per crollare.


https://www.orthotes.com/prodotto/coscienza-delle-macchine/

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Naples
80122

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La nostra storia

Orthotes è una casa editrice indipendente, plurale e democratica. Si occupa prevalentemente di saggistica filosofica, considerando il "filosofico" nella sua accezione più semplice e caratteristica, e cioè come uso del sapere a vantaggio degli esseri umani, donne e uomini. La casa editrice opera nella convinzione che ogni lavoro culturale ben sviluppato e argomentato sia un lavoro filosofico, inerisca esso alle scienze teoretiche (filosofia, critica, analisi), a quelle pratiche (etica, politica, società), o poietiche (arti musicali, figurative, tecniche). In funzione di questi principi operativi Orthotes definisce il proprio orientamento, indipendente e non programmatico, cercando di volgere lo sguardo verso la "retta direzione" di un sapere che rischiara e illumina perché di se stesso insegna l'uso. Orthotes nasce come idea nel 2010. La casa editrice è stata l’approdo, per certi versi la soluzione, a cui ha portato il dialogo tra un gruppo di studiosi di filosofia, poi amici, che si sono incontrati per la prima volta a Torino nel marzo del 2010. Quelle discussioni ruotavano attorno ad alcune questioni poste dal pensiero di Severino, di Lacan, di Žižek e Stiegler, e in genere alle direzioni tracciate dalla filosofia contemporanea. Ci accorgemmo però quasi subito che prepotente tornava in superficie un’esigenza, poi convertita in desiderio: quello di capire se ci fosse, e se sì quale fosse, il luogo ideale per fare filosofia, considerandola come sapere irriducibile alle quattro mura dell’accademia, o a una necessaria individuazione geografica e strumentale (come il laboratorio per lo scienziato, o il tribunale per l’avvocato). Eravamo quindi alla ricerca di uno spazio topologico, che potesse funzionare come luogo (al tempo lo definimmo virtuale) altro dall’Università, in cui il sapere filosofico potesse muoversi con maggiore libertà, non informato e intossicato cioè dalle istanze del potere politico ed economico (ci parve un dato di fatto sommamente criticabile perché ineludibile).

Convergemmo infine (eravamo alla fine del 2010) che lo spazio di cui andavamo alla ricerca non era già presente e da occupare, ma che avremmo dovuto crearlo noi. Una casa editrice (non stavamo ancora considerando gli aspetti operativi, il lavoro era tutto da fare) era il luogo che avrebbe potuto costituire una stazione meteorologica di analisi del sapere filosofico – e più in generale della cultura contemporanea (storiche rimangono nella mia mente le ore passate a parlare del ruolo del capitalismo o della democrazia a partire da film come RoboCop e 300 o della musica di Cage e delle avanguaride).

Il passaggio fu repentino: individuata la casa editrice come base del nostro comune lavoro di ricerca sullo statuto del sapere, e poi facendo di essa la traccia silenziosa della nostra frequentazione, delle letture, delle proposte, fummo in grado di trasformare questo sapere (di cui la casa editrice era il luogo d’origine e di emanazione) in un saper fare qualcosa (di questo sapere).

A inizio 2011 Luisa Muraro accettò di lasciarci pubblicare un suo libro (che aveva visto la luce molti anni prima e solo come dispensa), e stampammo in una micro tiratura di sole 50 copie Tre lezioni sulla differenza sessuale (il primo libro pubblicato da Orthotes). Era un libro ancora solo per noi e pochi altri. Un tentativo di orientamento. In breve seguì una ristampa di 300 copie. E di lì a qualche mese vennero le prime traduzioni (Il resto indivisibile di Žižek e Emancipazione/i di Laclau). Poi nel febbraio 2012, soddisfatti di quanto stavamo facendo, Orthotes venne ufficialmente fondata. Da quei primi anni a oggi il passo è stato breve. Ci siamo semplicemente lasciati trascinare dall’onda su cui eravamo saliti. Quella che continua a srotolarsi potente sotto di noi.