Orthotes Editrice

Orthotes Editrice Casa editrice indipendente, plurale e democratica. Napoli. Orthotes, casa editrice indipendente, plurale e democratica. Questa è l’"e-videnza" dell’ente.

Si occupa prevalentemente di saggistica filosofica, considerando il "filosofico" nella sua accezione più semplice e caratteristica, e cioè come uso del sapere a vantaggio degli esseri umani, donne e uomini. La casa editrice opera nella convinzione che ogni lavoro culturale ben sviluppato e argomentato sia un lavoro filosofico, inerisca esso alle scienze teoretiche (filosofia, critica, analisi), a

quelle pratiche (etica, politica, società), o poietiche (arti musicali, figurative, tecniche). In funzione di questi principi operativi Orthotes definisce il proprio orientamento, indipendente e non programmatico, cercando di volgere lo sguardo verso la "retta direzione" di un sapere che rischiara e illumina perché di se stesso insegna l'uso. Tutto dipende dalla orthotes, dalla correttezza dello sguardo. In virtù di questa correttezza, il vedere e il conoscere diventano retti, cosicché alla fine si rivolgono direttamente all’idea suprema e si fissano in questa "direzione". Così dirigendosi l’apprensione si conforma a ciò che deve essere veduto. Per effetto di questo adeguarsi dell’apprensione in quanto idein all’idea, si costituisce una omoiosis, una concordanza del conoscere con la cosa stessa. In questo modo dal primato dell’idea e dell’idein sull’aletheia nasce un mutamento dell’essenza della verità. Martin Heidegger, Dell'essenza della verità

17/11/2025

Si sente spesso affermare che l’unica passione più crudele dell’odio sia l’indifferenza. Ma perché ciò che potremmo defi...
17/11/2025

Si sente spesso affermare che l’unica passione più crudele dell’odio sia l’indifferenza. Ma perché ciò che potremmo definire il grado zero della passionalità viene percepito come una passione elevata a potenza negativa? Cosa si nasconde di tanto terribile nell’indifferenza? Queste sono solo alcune delle domande a cui il libro tenta di rispondere per mostrare l’intimo legame che unisce la passione all’indifferenza. Poiché diversamente da quanto saremmo portati a credere, l’indifferenza non è solo ciò che si sottrae all’amore né ciò che resta di una passione ormai consunta. Se occupa lo spazio lasciato vacante dall’amore non è per difetto ma per eccesso di passione – una passione di cui è invero la radice più profonda e il segreto più terribile.

Molti economisti ritengono che l’economia sia una “zona franca” dal punto di vista etico, oppure che essa, pur sollevand...
17/11/2025

Molti economisti ritengono che l’economia sia una “zona franca” dal punto di vista etico, oppure che essa, pur sollevando questioni eticamente rilevanti, dovrebbe tenerle al di fuori del proprio ambito di indagine. Il volume intende confutare questa posizione, argomentando la natura comune di etica ed economia e mostrando non solo la fecondità, ma anche la necessità del loro rapporto. A tal fine viene intrapresa una serrata critica dei concetti portanti della teoria economica mainstream e del modello antropologico alla sua base, quello dell'homo oeconomicus, del quale viene mostrato il forte riduzionismo. Per andare oltre l'homo oeconomicus, l'autrice, sviluppando le riflessioni di Amartya Sen e Martha Nussbaum e articolando il sostrato etico-antropologico dell'approccio delle capacità, propone un inedito modello di agente economico, articolato intorno alla nozione di ricchezza antropologica e volto a restituire all'economia il ruolo che le è più proprio, quello di mezzo per la promozione del bene dell’individuo e della collettività.

Che lo si ammetta o lo si neghi, ognuno avverte chiaramente che il futuro della vita terrestre è a repentaglio, e sembra...
17/11/2025

Che lo si ammetta o lo si neghi, ognuno avverte chiaramente che il futuro della vita terrestre è a repentaglio, e sembra sovraccaricarsi sistematicamente di conseguenze molto difficilmente reversibili – se non assolutamente irreversibili.

Questa crisi senza precedenti rivela che il destino umano – che è un destino ineluttabilmente tecnico e tecnologico – è farmacologico nel senso in cui, in greco, il phármakon è al contempo “rimedio” e “veleno”. Il phármakon è ciò che permette di prendersi cura e ciò di cui bisogna prendersi cura – nel senso che bisogna prestargli attenzione – poiché è una potenza che sana e al contempo distrugge. Divenuto tecnologia industriale, il phármakon è oggi egemonicamente controllato dall’economia, cioè dal marketing, e questo stato di cose, che ha instaurato un’economia dell’incuria, rende quella della cura una questione non solo etica ma politica.

A chi lavora come consulente nella scuola vengono chieste soluzioni pratiche: un bambino con difficoltà di apprendimento...
17/11/2025

A chi lavora come consulente nella scuola vengono chieste soluzioni pratiche: un bambino con difficoltà di apprendimento deve poter imparare, una classe bloccata dai conflitti deve essere rimessa in condizioni di funzionare, un inserimento difficile deve essere facilitato e reso possibile. Se questi problemi vengono affrontati in modo tecnico, mimando la metodologia della scienza, e se le componenti della scuola vengono trattate come variabili di un’equazione, le soluzioni che ne risultano sono in genere inconsistenti. L’esperienza descritta nel libro è quella di uno psicoanalista che porta “l’inconscio in classe”, che fa valere cioè la soggettività delle persone, bambini, insegnanti, genitori, nella complessa rete di relazioni che si creano, che non appaiono mai “in chiaro” e vanno decodificate. Il modo di lavorare adottato in questa singolare esperienza è presentato, insieme alle riflessioni teoriche che se ne possono trarre, in diversi frammenti clinici e di osservazione. Particolare risalto ha l’ampia esposizione del caso con cui il libro si conclude, che dà un significativo contributo all’attuale dibattito sull’autismo: fuori dalla falsa alternativa tra un riduzionismo biologico (causalità genetica) e uno psicologico (madri frigorifero) l’autismo appare come la condizione di un soggetto preso in un intreccio in cui l’Altro perde la propria distanza simbolica traducendosi in un “no” nel reale.

Negli anni Sessanta, quando la musica entrò di nuovo nel dibattito culturale, dal quale pareva fosse stata esclusa per s...
17/11/2025

Negli anni Sessanta, quando la musica entrò di nuovo nel dibattito culturale, dal quale pareva fosse stata esclusa per sempre, il primo a farsi avanti fu Gustav Mahler (1860-1911). La “linea” Mozart-Mahler-Schönberg portava direttamente, anch’essa, alla musica e alla cultura contemporanea. Il pubblico, specie quello giovanile, se ne impadronì. Da allora, Mahler tiene la scena. Sono in molti a conoscere a memoria almeno un motivo di una sinfonia, uno di quei motivi che sembrano facili e, invece, sono tra i più difficili, tanto sono intrisi di aspra ironia e di angoscioso sentimento del nostro tempo.
In questo libro Bruno Walter, grande interprete e amico di Mahler, ricorda l’uomo e il musicista in pagine di rara fattura. «Verrà il mio tempo!» diceva Mahler. Il suo tempo è venuto. Le ragioni della riscoperta mahleriana sono cercate e spiegate nell’introduzione di un altro musicista d’eccezione, Pierre Boulez.

Pierre Bourdieu e Bruno Latour sono due figure di primissimo piano nel panorama della sociologia contemporanea. Entrambi...
17/11/2025

Pierre Bourdieu e Bruno Latour sono due figure di primissimo piano nel panorama della sociologia contemporanea. Entrambi francesi, hanno praticato e coltivato un eclettismo teorico-metodologico che li ha resi un punto di riferimento centrale e una fonte d’ispirazione in grado di attraversare la segmentazione delle frontiere disciplinari. Il loro contributo al rinnovamento delle basi del pensiero sociologico è evidente nella capacità di coniugare tradizioni intellettuali apparentemente inconciliabili, attraverso la messa a punto di due apparati teorico-concettuali che hanno il loro principale punto di forza nella ricerca costante di un’interazione tra il momento (meta-)teorico e quello empirico, pur rimanendo profondamente segnati da una diversa concezione delle possibilità assegnate alla conoscenza sociologica.

Nell’ottica di valorizzare questa forma mentis improntata al dialogo tra teoresi ed empiria, il libro si propone di riflettere criticamente sulla ricezione dei due autori nel campo dei Journalism Studies, interrogandosi sul modo in cui i rispettivi approcci possano concretamente informare e arricchire la comprensione delle dinamiche di produzione e circolazione dell’informazione giornalistica. In questo contesto, il volume esplora la presenza di “giunzioni intellettuali” su tematiche e interessi affini, aprendo la strada a un potenziale arricchimento reciproco tra le prospettive di Bourdieu e Latour.

Un’indagine sul rapporto tra il soggetto umano e la verità deve riconoscere un posto di rilievo all’atto di assenso e al...
16/11/2025

Un’indagine sul rapporto tra il soggetto umano e la verità deve riconoscere un posto di rilievo all’atto di assenso e allo stato di credenza che ne consegue. Il presente lavoro prende la critica del volontarismo doxastico (cioè della tesi per cui è possibile decidere che cosa credere) come occasione per un’ampia indagine dei rapporti tra credenza, assenso, volontà, responsabilità, ragioni e verità. La prima parte è un’esplorazione fenomenologica che consente di familiarizzare con alcune nozioni e figure differenti: le situazioni di dubbio, la sospensione del giudizio, la struttura della ricerca e i suoi rapporti con i contesti epistemici, gli atteggiamenti affini, ma irriducibili all’assenso (l’assumere, l’ipotizzare, il tenere-come-se-fosse-vero). Qui sono considerati pure il fenomeno dell’autoinganno e dello wishful thinking, oltre che la questione dell’irriducibilità della fede religiosa ad una specie di credenza proposizionale. La seconda parte è un’indagine volta a mostrare l’impossibilità del controllo diretto dei propri atti d’assenso e dunque delle proprie credenze. Naturalmente, viene discusso il celebre argomento di Bernard Williams contro il volontarismo doxastico e ne è proposta una ristrutturazione che lo mette in salvo dalle maggiori obiezioni che gli sono state mosse. Poiché la norma costitutiva della credenza è la norma del vero, allora il credere sta in un rapporto con le considerazioni evidenziali (o ragioni) che rende assurda l’ipotesi di creder vera una proposizione per volontà.

16/11/2025

Voce – L’insegnamento è un’arte proprio perché in esso è possibile, attraverso la voce, dare corpo sessuale anche all’es...
16/11/2025

Voce – L’insegnamento è un’arte proprio perché in esso è possibile, attraverso la voce, dare corpo sessuale anche all’estrema astrazione del pensiero. (Ettore Perrella)

Ipnosi – Singolare è quel punto in cui tutta la veglia o tutto il sonno del mondo precipitano o si sollevano in se stessi, solo così divenendo tutta la veglia del mondo, tutto il sonno del mondo. (Federico Leoni)

Immagine – Solo se sappiamo che quello che vediamo è un’immagine, possiamo provare interesse per lo spettacolo che essa ci offre. (Felice Cimatti)

Saggi di: Matteo Bonazzi, Felice Cimatti, Domenico Cosenza, Elena De Silvestri, Alessandro Foladori, Marcello Ghilardi, Federico Leoni, Riccardo Panattoni, Igor Pelgreffi, Ettore Perrella, Sarantis Thanopulos, Anna Zanon

Addentrarsi nei punti ciechi di una struttura, nei suoi vuoti, sottende un’esigenza reale quanto effimera: indicare quel...
16/11/2025

Addentrarsi nei punti ciechi di una struttura, nei suoi vuoti, sottende un’esigenza reale quanto effimera: indicare quelle intensità sottili che permettono di far respirare la struttura, mantenerla in vita, rinnovare la sua continua insorgenza e con essa i soggetti, gli oggetti, i discorsi e le pratiche culturali che, lì, vi prendono forma. Ogni struttura, individuale, familiare, sociale che sia, sorge a partire dalla composizione dei differenti elementi che le danno corpo, a partire dalla singolarità del loro stesso incontro. Predisporsi all’incontro permette di far esistere e risuonare il piano di co-esistenza, quel campo singolare d’iscrizione comune.

Che cos’è la suspense? Come funziona? A che cosa serve? Si potrebbe sostenere della suspense quello che Agostino diceva ...
16/11/2025

Che cos’è la suspense? Come funziona? A che cosa serve? Si potrebbe sostenere della suspense quello che Agostino diceva a proposito del tempo: “Se nessuno me lo chiede, lo so; se voglio spiegarlo a chi me lo chiede, non lo so più”. Tutti sappiamo a cosa ci si riferisce quando si parla di un film o di un libro di suspense ma, non appena proviamo a spingerci un po’ più in là del suo mero funzionamento tecnico-narrativo (un dispositivo drammaturgico che tiene lo spettatore con il fiato sospeso in attesa che qualcosa di imprevisto si riveli), ci accorgiamo che essa è particolarmente refrattaria all’ingabbiamento concettuale, un meccanismo sfuggente e opaco, privo di chiari appigli teorici. L’idea di Cantone e Tomaselli è che la suspense trovi nel medium audiovisivo (nel cinema, ma anche nella serialità televisiva e nel videogame) il suo terreno più fertile proprio perché l’immagine in movimento la declina in una sua specifica forma storico-ermeneutica, relativa ai diversi ambiti mediatico-culturali nei quali essa si esercita: la suspense si sostanzia più a partire dalla peculiare dimensione esistenziale e storica del soggetto-spettatore che attraverso le tecniche diegetico-narrative utilizzate per metterla in funzione. Nel compiere la loro indagine i due autori hanno considerato un corpus di circa 1000 film di detection, con un ventaglio molto ampio di riferimenti (da Lynch a Cronenberg, da Antonioni a B**g, da Tsukamoto a Carpenter), individuando e analizzando 30 “Stimmung” narrative, figure catalizzatrici e acceleratrici di suspense nella misura in cui riescono a innescare un feedback/transfert esistenziale con lo spettatore.

Indirizzo

Naples
80122

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La nostra storia

Orthotes è una casa editrice indipendente, plurale e democratica. Si occupa prevalentemente di saggistica filosofica, considerando il "filosofico" nella sua accezione più semplice e caratteristica, e cioè come uso del sapere a vantaggio degli esseri umani, donne e uomini. La casa editrice opera nella convinzione che ogni lavoro culturale ben sviluppato e argomentato sia un lavoro filosofico, inerisca esso alle scienze teoretiche (filosofia, critica, analisi), a quelle pratiche (etica, politica, società), o poietiche (arti musicali, figurative, tecniche). In funzione di questi principi operativi Orthotes definisce il proprio orientamento, indipendente e non programmatico, cercando di volgere lo sguardo verso la "retta direzione" di un sapere che rischiara e illumina perché di se stesso insegna l'uso. Orthotes nasce come idea nel 2010. La casa editrice è stata l’approdo, per certi versi la soluzione, a cui ha portato il dialogo tra un gruppo di studiosi di filosofia, poi amici, che si sono incontrati per la prima volta a Torino nel marzo del 2010. Quelle discussioni ruotavano attorno ad alcune questioni poste dal pensiero di Severino, di Lacan, di Žižek e Stiegler, e in genere alle direzioni tracciate dalla filosofia contemporanea. Ci accorgemmo però quasi subito che prepotente tornava in superficie un’esigenza, poi convertita in desiderio: quello di capire se ci fosse, e se sì quale fosse, il luogo ideale per fare filosofia, considerandola come sapere irriducibile alle quattro mura dell’accademia, o a una necessaria individuazione geografica e strumentale (come il laboratorio per lo scienziato, o il tribunale per l’avvocato). Eravamo quindi alla ricerca di uno spazio topologico, che potesse funzionare come luogo (al tempo lo definimmo virtuale) altro dall’Università, in cui il sapere filosofico potesse muoversi con maggiore libertà, non informato e intossicato cioè dalle istanze del potere politico ed economico (ci parve un dato di fatto sommamente criticabile perché ineludibile).

Convergemmo infine (eravamo alla fine del 2010) che lo spazio di cui andavamo alla ricerca non era già presente e da occupare, ma che avremmo dovuto crearlo noi. Una casa editrice (non stavamo ancora considerando gli aspetti operativi, il lavoro era tutto da fare) era il luogo che avrebbe potuto costituire una stazione meteorologica di analisi del sapere filosofico – e più in generale della cultura contemporanea (storiche rimangono nella mia mente le ore passate a parlare del ruolo del capitalismo o della democrazia a partire da film come RoboCop e 300 o della musica di Cage e delle avanguaride).

Il passaggio fu repentino: individuata la casa editrice come base del nostro comune lavoro di ricerca sullo statuto del sapere, e poi facendo di essa la traccia silenziosa della nostra frequentazione, delle letture, delle proposte, fummo in grado di trasformare questo sapere (di cui la casa editrice era il luogo d’origine e di emanazione) in un saper fare qualcosa (di questo sapere).

A inizio 2011 Luisa Muraro accettò di lasciarci pubblicare un suo libro (che aveva visto la luce molti anni prima e solo come dispensa), e stampammo in una micro tiratura di sole 50 copie Tre lezioni sulla differenza sessuale (il primo libro pubblicato da Orthotes). Era un libro ancora solo per noi e pochi altri. Un tentativo di orientamento. In breve seguì una ristampa di 300 copie. E di lì a qualche mese vennero le prime traduzioni (Il resto indivisibile di Žižek e Emancipazione/i di Laclau). Poi nel febbraio 2012, soddisfatti di quanto stavamo facendo, Orthotes venne ufficialmente fondata. Da quei primi anni a oggi il passo è stato breve. Ci siamo semplicemente lasciati trascinare dall’onda su cui eravamo saliti. Quella che continua a srotolarsi potente sotto di noi.