11/12/2024
Paul McCartney dal vivo a Parigi: ingannare il tempo a 82 anni
L’ex Beatle, davanti a 40mila persone incantate, sembra eterno: suona per quasi 3 ore. Il racconto.
Si avvicina al piano e inizia a suonare e a cantare da solo “Let it be”. Tra il pubblico alcuni si abbracciano. Altri si commuovono già al suono delle prime note, altri ancora trattengono a lungo il fiato e poi tirano fuori la voce, strozzata, per cantare. Tutte le 40mila persone della Défense Arena di Parigi, per incanto, sembrano aggrappate a una stessa emozione. Su “I've got a feeling”, prima canzone del bis, va in scena un duetto virtuale, grazie a un mega schermo, con John Lennon. E il tempo, ancora una volta, anche se solo per un paio di minuti, appare sconfitto. Su “Something”, altro brano dei Beatles, composto da George Harrison nel 1969, sui ledwall scorrono vecchie istantanee, e anche l’impeccabile Sir Paul pare emozionato. Su “Love me do”, che sbuca dopo “In spite of all the danger”, “un pezzo scritto da alcuni ragazzi”, il riferimento è alla band incubatrice dei Beatles, i Quarrymen, si agitano le famiglie, le bambine, i bambini. Si raggiunge la certezza di essere circondati da un pubblico intergenerazionale che si trasmette le canzoni proprio come fossero valori. Forse lo sono.
Articolo di Rockol.Paul McCartney dal vivo a Parigi: ingannare il tempo a 82 anni
L’ex Beatle, davanti a 40mila persone incantate, sembra eterno: suona per quasi 3 ore. Il racconto.
Si avvicina al piano e inizia a suonare e a cantare da solo “Let it be”. Tra il pubblico alcuni si abbracciano. Altri si commuovono già al suono delle prime note, altri ancora trattengono a lungo il fiato e poi tirano fuori la voce, strozzata, per cantare. Tutte le 40mila persone della Défense Arena di Parigi, per incanto, sembrano aggrappate a una stessa emozione. Su “I've got a feeling”, prima canzone del bis, va in scena un duetto virtuale, grazie a un mega schermo, con John Lennon. E il tempo, ancora una volta, anche se solo per un paio di minuti, appare sconfitto. Su “Something”, altro brano dei Beatles, composto da George Harrison nel 1969, sui ledwall scorrono vecchie istantanee, e anche l’impeccabile Sir Paul pare emozionato. Su “Love me do”, che sbuca dopo “In spite of all the danger”, “un pezzo scritto da alcuni ragazzi”, il riferimento è alla band incubatrice dei Beatles, i Quarrymen, si agitano le famiglie, le bambine, i bambini. Si raggiunge la certezza di essere circondati da un pubblico intergenerazionale che si trasmette le canzoni proprio come fossero valori. Forse lo sono.
Articolo di Rockol.