17/07/2023
IL MITO, LA SIMBOLOGIA, L'ARTE DEL PRESEPE.
💥Pillole di storia napoletana💥
💢Perché la grotta della Natività è rappresentata sotto le rovine di un tempio in decadenza💢.
Il tempio con le colonne rotte rappresenta il passaggio dal paganesimo al cristianesimo, la nascita della nuova religione che affonda però le radici in culti molto più antichi, il presepe napoletano trasforma l'evento della nativita in una occasione di trasmissione, immortalando riti e spaccati di vita quotidiana di una Napoli settecentesca che però nascondono un valore o un insegnamento spirituale non visibile ma interpretabile.
La stessa simbologia della grotta, che significa il grembo materno, è legato, ai culti precristiani, all’idea della rinascita e del trionfo sulla morte.
Rappresenta un confine tra la luce e tenebre che Napoli meglio di qualnque altro posto può rappresentare. Infatti la grotta simbolo del luogo magico ci ricorda che (una grotta era anche la porta d’accesso all’Ade, il mondo degli inferi per la mitologia greca e romana, altro esempio, una grotta era il luogo dove si trovava la Sibilla cumana e una grotta era quella creata dal poeta Virgilio, nelle sue vesti di mago, in una sola notte per mettere in collegamento Pozzuoli con i paesi vicini).
Tuttavia, l'immagine della grotta è un ricorrente simbolo mistico e religioso per molti popoli soprattutto anche in medioriente. Ad esempio nel culto di Mitra, divinità persiana venerata anche tra i soldati romani, fosse nato da una pietra. La grotta è un antichissimo simbolo cosmico.
Scrive Porfirio: "Gli antichi consacravano davvero opportunamente antri e caverne al cosmo, considerato nella sua totalità o nelle sue parti". La grotta è il luogo dove si trovano le acque primordiali che provocano la nascita e rinascita ad una nuova vita.
Per comprendere la tradizione e la genesi del moderno presepe, alcuni hanno tentato anche di trovare le radici nel culto dei Llari (lares familiares).
I lari erano gli antenati defunti che, secondo le tradizioni romane, vegliavano sul buon andamento della famiglia. Ogni antenato veniva rappresentato con una statuetta, di terracotta o di cera, chiamata sigillum (da signum = segno, effigie, immagine).
Le statuette venivano collocate in apposite nicchie e, in particolari occasioni, onorate con l'accensione di una fiammella. In prossimità del solstizio d'inverno si svolgeva la festa detta Sigillaria (20 dicembre), durante la quale i parenti si scambiavano in dono i sigilla dei familiari defunti durante l'anno.
In attesa della festa, il compito dei bimbi delle famiglie riunite nella casa patriarcale, era di lucidare le statuette e disporle, secondo la loro fantasia, in un piccolo recinto nel quale si rappresentava un ambiente bucolico in miniatura. Nella vigilia della festa, dinnanzi a tale recinto, la famiglia si riuniva per invocare la protezione degli avi e lasciare ciotole con cibo e vino. Il mattino seguente, al posto delle ciotole, i bambini trovavano giocattoli e dolci, "portati" dai loro trapassati nonni e bisnonni.