Nusoundgate

15/11/2024

25/10/2024

Listen to Mental S*x Tra Sogno E Realtà by D.Maurice J..

18/10/2024

new release

19 videos - Watch awesome short videos created with ♬ American Coffee

01/10/2024

VINYL PASSION...

Sul perché sia appassionato (per non dire fedele) di (ai) vinili al punto da scriverci due (o forse tre?) romanzi sopra, beh, direi che, vedendo questa immagine, dovrebbe risultare chiaro.

Già, il piccoletto in foto sono io e, a quanto sostengono i miei genitori, per i primi tre anni di vita non ho chiuso occhio, intendo di notte.

Però, se c'era un modo per alleviare le pene familiari, era ricorrere alla musica.

Mio babbo racconta che una notte, erano le due o le tre non ricordo, dopo aver tentato senza successo il celeberrimo giro in macchina che, di tanto in tanto, sortiva un qualche effetto soporifero, preso dalla disperazione (e costretto a dover scegliere tra gettarsi [o gettarmi] dalla finestra o rassegnarsi all'ennesima nottata in bianco), mi aveva piazzato sulle orecchie un paio di cuffie e aveva messo sul piatto un disco dei Beatles, credo che fosse "Beatles for Sale".

Di certo non il migliore dei Fab Four. Tuttavia, per chissà quale motivo, le voci di John e Paul avevano compiuto il miracolo.

Il piccolo Casalini si era assopito.
E anche il babbo.

Forse è nata così la mia passione per la musica e i vinili.
Chissà.

Quello che so, è che con mia figlia Giulia il colpo non fa funzionato.
Per un anno e spiccioli ho vissuto in un limbo fatto di sporadici pisolini, un dormiveglia che, con il protrarsi dei mesi, hanno in qualche modo velocizzato il processo di invecchiamento.

Per farla breve, dopo la nascita della mia seconda figlia alla "veneranda età" di 40, mi sono ritrovato di colpo a ridosso dei 50.
Che fregatura!

01/10/2024

Con Alessandro Casalini Scrittore – Ho ottenuto un posto nella sua lista delle interazioni settimanali perché sono tra le persone con più interazioni! 🎉leggi questo Art/icolo

GREEN JAZZ...

Ascoltavo jazz bevendo tè verde.
Rigorosamente in vinile, rigorosamente senza zucchero né limone.

Lui passava tutto il suo tempo a scrivere il romanzo che non avrebbe finito mai, un mattone che aveva superato le mille pagine e che diceva tutto e niente.

Ero gelosa dei suoi personaggi, sia uomini che donne, perché sembrava che lui avesse occhi e orecchie solo per loro.
"Jane ha detto questo", "Mark ha fatto quest'altro", e "John ha pensato che..."

Insomma, il suo mondo era fatto di pagine bianche da riempire con ciò che Jane, Mark, John e tutti gli altri dovevano o volevano fare.
E a me non rimaneva che il silenzio, un nulla armonico che avevo riempito con Chet Baker, John Coltrane, Benny Goodman, Miles Davis, Duke Ellington e via via tutti gli altri.

Jazz e tè verde, un binomio "anti solitudine" ma "pro divorzio".
Già, ci stavo pensando.

Che senso aveva passare il mio tempo così?

Aveva preteso che non lavorassi e che non avessimo figli.
Aveva preteso di fare tutto lui, scrivere e insegnare, provvedere a noi due come si faceva una volta, quando la donna "non doveva fare altro" che tenere in piedi la casa e crescere i figli, anche se a me, la seconda, non era stata concessa e non lo sarebbe mai stata, almeno fino a quando... beh... ci siamo capiti.

Misi sul piatto un album di Chet Baker e recuperai la tazza di tè ancora fumante, ne bevvi un sorso e chiusi gli occhi.
Quando li riaprii il braccetto del giradischi era tornato al suo posto e il tè era finito.

Sentii chiamare il nome dalla stanza accanto.
Mi tirai su e bussai alla porta dello studio, e quando entrai lo vidi tutto sorridente, sul monitor del computer una pagina bianca con un'unica parola scritta al centro.

- E' finito - disse, raggiante, come non lo vedevo da tempo.

Scossi la testa e lui aggrottò la fronte. - Che c'è?

- E' finita - lo corressi.

Ciò che fino a un attimo prima era un sorriso al di sopra delle sue possibilità, si tramutò in una smorfia tipica dei giorni da blocco dello scrittore.

- Mi dispiace - aggiunsi.

Tutto ciò che dicemmo dopo - non so quanto durò, non me lo ricordo - non fece che convincermi ancora di più della mia scelta.
E quando uscii da quella casa senza girarmi indietro, le uniche cose che misi in valigia furono la mia musica jazz e il mio tè verde.

Rigorosamente in vinile, rigorosamente senza zucchero né limone.

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