Primavera non bussa

Primavera non bussa Primavera Non Bussa
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"A conclusione del “The Best Of”, tour estivo 2024, voglio dirvi grazie, grazie di cuore per il grande affetto ricevuto,...
11/09/2024

"A conclusione del “The Best Of”, tour estivo 2024, voglio dirvi grazie, grazie di cuore per il grande affetto ricevuto, per le migliaia e migliaia di presenze, per le emozioni sincere condivise insieme.
È stata un estate speciale che resterà nella memoria di ognuno di noi.
Presto usciranno le nuove date del tour invernale, che partirà dalla fine di febbraio 2025.
Non vedo l’ora di rivedervi. Vi voglio bene ❤️
Un forte abbraccio a tutti voi"

Cristiano De André

** foto 1.8.2024 Assisi - Rocca Maggiore **

Grazie Cristiano De André ❣️❣️Ti aspettiamo.
11/09/2024

Grazie Cristiano De André ❣️❣️

Ti aspettiamo.

“Maledetta estate è la chiave della mia visione di questo periodo così spensierato e travolgente per tutti. Uno sguardo ...
10/09/2024

“Maledetta estate è la chiave della mia visione di questo periodo così spensierato e travolgente per tutti.
Uno sguardo distaccato, il mio, che mi porta però a tenere stretti con me i ricordi preziosi di una stagione magica.
Questa canzone parla di distanze e di quanto un brano, a volte, possa diventare un vero collante tra due persone che si sono appena conosciute.
Basta soltanto un attimo per innamorarsi, sorridere, gettare le armi e tuffarsi.
L’estate passa in un attimo, è vero, ma i ricordi no.
In fondo, Cosa ci resta da scegliere, davvero?”.

- Fabrizio Moro -

MALEDETTA ESTATE

Potrei restare qui per ore
Col vento in faccia e le finestre aperte della gente che
Fuma sui balconi
Mentre io e te siamo distanti (ah, ah)
Si infrange un'onda e spinge avanti, come una canzone
Che abbiamo già ascoltato insieme
Mille volte e mille ancora
Perché parlava un po' di noi
Maledetta estate che mi fa pensare a te
Maledetto amore che ho vissuto e ora non c'è
Maledetta estate, sei arrivata e andata via
Soltanto un attimo, ma solo un attimo, uoh-oh
Aprono gli occhi le parole che non t'aspetti
Nelle radice dei pensieri nascono i progetti
Ritroverai la vita fuori dai cassetti
Non sei mai stata libera, libera, libera
Dalla paura che avevi di me
Dalla paura di correre in fretta e lasciarti cadere
Come le stelle sul mare
Maledetta estate che mi fa pensare a te
Maledetto amore che ho vissuto e ora non c'è
Maledetta estate, sei arrivata e andata via
Soltanto un attimo, ma solo un attimo, uoh-oh
Scivola via la paura tua di scegliere
Cosa ci resta poi da scegliere? Uoh-oh-oh
Dove vanno le cose vissute
Soltanto un attimo, ma solo un attimo, uoh-oh
Maledetta estate che mi fa pensare a te
Maledetto amore che ho vissuto e ora non c'è
Maledetta estate, sei arrivata e andata via
Soltanto un attimo, ma solo un attimo
Soltanto un attimo
Pa-pa, pa, pa-pa
Maledetta estate sei arrivata e andata via
Soltanto un attimo, ma solo un attimo, uoh-oh
Soltanto un attimo, ma solo un attimo

https://youtu.be/oNr4FO0aIxw?si=riomnl8ccP4sJe0I

I miei amici veri, purtroppo o per fortunaNon sono vagabondi o abbaialunaPer fortuna o purtroppo ci tengono alla facciaQ...
10/09/2024

I miei amici veri, purtroppo o per fortuna
Non sono vagabondi o abbaialuna
Per fortuna o purtroppo ci tengono alla faccia
Quasi nessuno batte o fa il magnaccia
Non son razza padrona, non sono gente arcigna
Siamo volgari come la gramigna
Non so se è pregio o colpa esser fatti così
C'è gente che è di casa in serie B

Contandoli uno a uno non son certo parecchi
Son come i denti in bocca a certi vecchi
Ma proprio perché pochi son buoni fino in fondo
E sempre pronti a masticare il mondo

Non siam razza d'artista, né maschere da gogna
E chi fa il giornalista si vergogna
Non che il fatto ci importi, chi non ha in qualche posto
Un peccato o un ca****re nascosto?
Non cerchiamo la gloria, ma la nostra ambizione
È invecchiar bene, anzi, direi... benone!
Per quello che ci basta non c'è da andar lontano
E abbiamo fisso in testa un nostro piano

Se e quando moriremo, ma la cosa è insicura
Avremo un paradiso su misura
In tutto somigliante al solito locale
Ma il bere non si paga e non fa male

E ci andremo di forza, senza pagare il fìo
Di coniugare troppo spesso "in Dio"
Non voglio mescolarmi in guai o problemi altrui
Ma a questo mondo c'ha schiaffato Lui

E quindi ci sopporti, ci lasci ai nostri giochi
Cosa che a questo mondo han fatto in pochi
Voglio veder chi sceglie, con tanti pretendenti
Fra santi tristi e noi più divertenti
Veder chi è assunto in cielo, pur con mille ragioni
Fra noi e la massa dei rompico****ni.


💫💫 BuonaScuola💫💫"La bellezza va insegnata subito.Va insegnata ai bambini e ai ragazzi.Non smetterò mai di pensare che qu...
10/09/2024

💫💫 BuonaScuola💫💫
"La bellezza va insegnata subito.
Va insegnata ai bambini e ai ragazzi.
Non smetterò mai di pensare che questo è il compito fondamentale di un educatore.
Perché un ragazzo che possiede dentro di sé il senso del bello avrà sempre difese in tutta la sua vita"

-Roberto Vecchioni -

C'era un tipo che viveva in un abbainoPer avere il cielo sempre vicinoVoleva passare sulla vita come un aeroplanoPerché ...
10/09/2024

C'era un tipo che viveva in un abbaino
Per avere il cielo sempre vicino
Voleva passare sulla vita come un aeroplano
Perché a lui non importava niente
Di quello che faceva la gente
Solo una cosa per lui era importante
E si esercitava continuamente
Per sviluppare quel talento latente
Che è nascosto tra le pieghe della mente
E la notte sdraiato sul letto, guardando le stelle
Dalla finestra nel tetto con un messaggio
Voleva prendere contatto, diceva
"Extraterrestre, portami via
Voglio una stella che sia tutta mia
Extraterrestre, vienimi a pigliare
Voglio un pianeta su cui ricominciare"
Una notte il suo messaggio fu ricevuto
E in un istante è stato trasportato
Senza dolore su un pianeta sconosciuto
Il cielo un po' più viola del normale
Un po' più caldo il sole
Ma nell'aria un buon sapore
Terra da esplorare
E dopo la terra il mare
Un pianeta intero con cui giocare
E lentamente la consapevolezza
Mista ad una dolce sicurezza
"L'universo è la mia fortezza"
"Oh, extraterrestre, portami via
Voglio una stella che sia tutta mia
Extraterrestre, vienimi a cercare
Voglio un pianeta su cui ricominciare"
Ma dopo un po' di tempo la sua sicurezza
Comincia a dare segni di incertezza
Si sente crescere dentro l'amarezza
Perché adesso che il suo scopo è stato realizzato
Si sente ancora vuoto
Si accorge che in lui niente è cambiato
Che le sue paure non se ne sono andate
Anzi che semmai sono aumentate
Dalla solitudine amplificate
E adesso passa la vita a cercare
Ancora di comunicare
Con qualcuno che lo possa far tornare, e dice
"Extraterrestre, portami via
Voglio tornare indietro a casa mia
Extraterrestre, non mi abbandonare
Voglio tornare per ricominciare"
"Oh, extraterrestre, portami via
Voglio tornare indietro a casa mia
Extraterrestre, vienimi a pigliare
Voglio tornare per ricominciare"

Extraterrestre
- Eugenio Finardi -

Festival De André, la quinta edizione è dedicata a «Creuza de mä»Il Mar Mediterraneo e l’album in genovese di Faber sara...
10/09/2024

Festival De André, la quinta edizione è dedicata a «Creuza de mä»

Il Mar Mediterraneo e l’album in genovese di Faber saranno protagonisti del nuovo cartellone della kermesse: si parte il 22 settembre con un caffè letterario all’alba

Il Mediterraneo che dà e toglie. Lo faceva nei racconti di Fabrizio De André, lo fa oggi protagonista – suo malgrado – di migrazioni e guerre. Sarà proprio il «mare nostrum» il filo che legherà gli appuntamenti della quinta edizione del Festival De André ideato e organizzato dall’associazione Cieli Vibranti.

«Creuza de mä»

«Abbiamo scelto l’album “Creuza de mä”, disco rivoluzionario perché scritto interamente in genovese e per la sperimentazione di nuovi mondi sonori – dice il direttore artistico Alessandro Adami – . Sarà un viaggio con le parole di De André e su tematiche ancora molto attuali».
La scelta cade nel 40esimo anniversario della pubblicazione di «Creuza de mä» e nella 25esima ricorrenza della morte del cantautore genovese: «Il patrocinio e il sostegno a questo Festival da parte del comune non può mancare – spiega la sindaca Laura Castelletti –. Il livello della proposta culturale è molto alto, riconosciuto anche da chi arriva da fuori per partecipare ai vari appuntamenti».

Il cartellone
E gli appuntamenti sono molti e variegati: si parte il 22 settembre con «Dalla mia riva» in Cascina Parco Gallo per un caffè letterario all’alba (6.30), poi il 25 settembre nel carcere di Canton Mombello con «Libertà l’ho vista» (non pubblico). Il 28 settembre «E questa è la la mia storia» si terrà nel chiostro della facoltà di Economia in via San Faustino, mentre il 29 «Controsole» sarà sempre in Cascina Parco Gallo.

Novità sarà lo spettacolo teatrale che si terrà l’1 e il 2 ottobre al Teatro Borsoni («Creuza de mä», a pagamento).

Infine, il 5 ottobre durante Librixia ci sarà la presentazione del libro «Ho paura di fare il poeta». Tutte le info complete si trovano su www.festivaldeandre.it.

Francesca Marmaglio per GiornaleDiBresciq

Il Festival Giunto alla quinta edizione, il Festival De André non è ormai più un episodio estemporaneo, ma una solida realtà del panorama culturale. A Brescia, ma non solo: grazie alle sue produzioni e proposte originali, la rassegna è un punto di riferimento per tutti gli appassionati di Fabri...

Appena uscito...a cura di Claudio Chianura.
10/09/2024

Appena uscito...a cura di Claudio Chianura.

Tanti Cari Auguri a Don Luigi Ciotti che oggi compie 79anni."Speranza vuol dire impegno. Speranza è costruire insieme co...
10/09/2024

Tanti Cari Auguri a Don Luigi Ciotti che oggi compie 79anni.

"Speranza vuol dire impegno.
Speranza è costruire insieme condizioni di libertà.
Tutte le canzoni di De André cantano la speranza perché sono attraversate da un grido di libertà, anche nelle più dolci lo puoi sentire, questo grido…
La libertà, con la giustizia, l’amore e la verità sono quattro temi fondamentali che attraversano, con tonalità diverse, le sue canzoni, la sua musica.
Una musica che canta la vita, con le sue speranze e le sue fatiche, le sue sofferenze e le sue rinascite.
Fabrizio ha cantato tutta la vita per creare ponti.
Lui ha cantato la vita, la vita delle persone, ponendoci delle domande, degli interrogativi. Per abbattere le barriere, i pregiudizi.
Per costruire un ponte fra gli inclusi e gli esclusi, tra chi sta dentro e chi sta fuori. Perché solo nella relazione si costruisce la speranza.
Solo mettendosi in gioco."

Don Luigi Ciotti – Ai bordi dell’infinito

𝐄𝐜𝐜𝐨 𝐩𝐞𝐫𝐜𝐡𝐞́ 𝐥𝐚 𝐦𝐮𝐬𝐢𝐜𝐚 𝐩𝐨𝐩 𝐢𝐭𝐚𝐥𝐢𝐚𝐧𝐚 𝐞̀ 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐚 𝐮𝐠𝐮𝐚𝐥𝐞, 𝐨 𝐪𝐮𝐚𝐬𝐢.𝑪'𝒆𝒏𝒕𝒓𝒂𝒏𝒐 𝒈𝒍𝒊 𝒂𝒖𝒕𝒐𝒓𝒊 𝒆 𝒊 𝒑𝒓𝒐𝒅𝒖𝒕𝒕𝒐𝒓𝒊 (𝒔𝒆𝒎𝒑𝒓𝒆 𝒈𝒍𝒊 𝒔𝒕𝒆𝒔𝒔𝒊), 𝒎𝒂...
09/09/2024

𝐄𝐜𝐜𝐨 𝐩𝐞𝐫𝐜𝐡𝐞́ 𝐥𝐚 𝐦𝐮𝐬𝐢𝐜𝐚 𝐩𝐨𝐩 𝐢𝐭𝐚𝐥𝐢𝐚𝐧𝐚 𝐞̀ 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐚 𝐮𝐠𝐮𝐚𝐥𝐞, 𝐨 𝐪𝐮𝐚𝐬𝐢.
𝑪'𝒆𝒏𝒕𝒓𝒂𝒏𝒐 𝒈𝒍𝒊 𝒂𝒖𝒕𝒐𝒓𝒊 𝒆 𝒊 𝒑𝒓𝒐𝒅𝒖𝒕𝒕𝒐𝒓𝒊 (𝒔𝒆𝒎𝒑𝒓𝒆 𝒈𝒍𝒊 𝒔𝒕𝒆𝒔𝒔𝒊), 𝒎𝒂 𝒂𝒏𝒄𝒉𝒆 𝒍'𝒊𝒏𝒅𝒖𝒔𝒕𝒓𝒊𝒂 𝒆 𝒍𝒂 𝒏𝒆𝒄𝒆𝒔𝒔𝒊𝒕𝒂̀ 𝒅𝒊 𝒐𝒎𝒐𝒍𝒐𝒈𝒂𝒓𝒔𝒊. 𝑼𝒏'𝒊𝒏𝒅𝒂𝒈𝒊𝒏𝒆.
𝐷𝑖 𝑃𝑎𝑡𝑟𝑖𝑧𝑖𝑜 𝑅𝑢𝑣𝑖𝑔𝑙𝑖𝑜𝑛𝑖

Se non siete voi a chiedervelo, vi sarà capitato di sentire qualcuno sollevare il dubbio: perché le canzoni italiane si somigliano tutte?
Ok, è vero che veniamo da una stagione tremenda in questo senso – i tormentoni estivi uno standard, un genere a sé in cui tutti i pezzi cercano di percorrere la stessa strada: tropicalismo tanto al chilo, urban, cassa dritta – e che è facile perdersi in discorsi di questo tipo, della serie “signora mia, una volta il pop era un’altra cosa”.
Ma ci sono i numeri: anche se non fosse davvero così (spoiler: in gran parte lo è), la maggioranza dei pezzi che sentiamo in radio sono in mano a pochissimi autori, per scrittura e per produzione; nonostante, insomma, la mole di musica in uscita ogni settimana, le hit portano sempre le stesse firme, anche se cantate da artisti distanti tra loro – di solito collaborano con gli autori, altre volte ci si affidano in toto.

Le canzoni italiane sono tutte uguali?

Per ca**tà, non è niente di nuovo: fin dagli anni sessanta esiste un cerchio magico di addetti, che si rinnova di generazione in generazione; un mostro sacro come Mogol, per dire, ha scritto testi per chiunque, ed è ovvio che questi spesso si somigliassero.
Allo stesso modo, poco tempo fa sembrava non si potesse fare pop senza i suoni di Michele Canova Iorfida, i cui ingredienti segreti, in termini di produzione, sono dietro ai vari Jovanotti, Tiziano Ferro, Eros Ramazzotti. La discografia italiana è un serpente che si morde la coda: più certi autori sono una garanzia e più ci si affida a loro, più ci si mette in fila per lavorarci; e ben venga se i risultati sono – giocoforza, perché poi gli autori in sé sono bravissimi nel loro lavoro – ripetitivi, perché così il successo è in cassaforte (più o meno).

E fin qui, tutto regolare. Cos’è cambiato negli ultimi dieci anni?
È cambiato l’approccio culturale, il fatto che molti nomi che provengono da ambienti storicamente più disinteressati al mainstream – l’indie, ma anche il rap – abbiano adesso tra le prerogative quella di diventare, certo a modo loro, “pop”.
Prima, in parte, l’approccio era diverso.
Ma ora questo ha fatto sì che i Re Mida abbiano più potere, si moltiplichino e che in generale s’impongano come un passaggio irrinunciabile, per tanti.

I nomi li ascoltiamo quando a Sanremo annunciano la lista degli autori, anche se non compaiono in pubblico sono a loro modo delle star. È il momento d’oro della categoria.
Su tutti c’è Davide Petrella, che nel 2024 ha firmato le hit di Rose Villain, The Kolors e Geolier, mentre a Sanremo 2023 aveva co-scritto Due vite di Marco Mengoni e Cenere di Lazza. Lo stesso Lazza, in conferenza stampa, aveva ironizzato su quanto la fosse presente tra i pezzi in gara (per cui, s’intende, su quanto avrebbe guadagnato di lì a poco).

Tra gli altri, ci sono Davide Simonetta (con alle spalle tutti i successi recenti di Annalisa e Tananai, e ovviamente la joint-venture Storie brevi), Federica Abbate (quest’anno Melodrama di Angelina Mango e Sexy Shop di Fedez ed Emis Killa) e Jacopo Ettorre (Paprika di Ghali, Tuta gold di Mahmood). A volte collaborano, per esempio Ettorre e Abbate quest’estate condividono Malavita dei Coma_Cose e Black Nirvana di Elodie, per non farci mancare niente. E non è, neanche qui, che siano scarsi. È che giocoforza ci si ripete, non ci si può reinventare all’infinito, a maggior ragione perché artisti ed etichette discografiche si rivolgono a un certo autore proprio per avere quel tipo di suono.

Vale lo stesso per le produzioni, dove il gotha da anni è Dardust, che nel 2024 è dietro La noia, nel 2023 ha benedetto la stessa Cenere e poi ancora Elodie, la Madame di Voce, La Rappresentante di Lista a Sanremo, il Mahmood del 2021. Ora si è un po’ defilato, conscio del gioco a ribasso che si è scatenato, ed è indicativo. Restano richiestissimi Takagi & Ketra e Drillionaire (esploso con Lazza, poi dappertutto), mentre Zef, ancor più in ascesa, sta dietro ai pezzi di Marracash come a quelli che hanno appena segnato il rilancio dei Ricchi e Poveri, oltre che a Sesso e samba – che tra gli autori, indovinate un po’, conta Petrella. Perfino l’indie, a suo modo, è omologato alla regia di Federico Nardelli, al fianco di Tommaso Paradiso, Gazzelle, perfino di Ultimo e Colapesce e Dimartino. Questa trasversalità di generi – c’è chi viene dall’hip hop e passa al pop, chi fa il percorso inverso: vale per i producer, per i musicisti e per i parolieri – segue percorsi diversi, in base all’artista in questione, ma spesso ha un minimo comun denominatore: la scelta di giocarsela nel campo del pop, inteso non come genere ma come musica popolare in senso ampio; e qui, di nuovo, i paletti stilistici sono chiari, bisogna passare per i soliti nomi.
Succede per i grandi della musica leggera, certo, che siano in cerca della pietra filosofale (Annalisa e Tananai, di nuovo) o di un aggiornamento (Elisa), ma anche ai rapper, che spesso non hanno un background melodico e se vogliono passare in radio (leggi: devono azzeccare il ritornello) ed essere facilmente "catalogabili" per essere inseriti nelle playlist di grido hanno bisogno di una mano. Lazza e Geolier, di nuovo, per lo sbarco a Sanremo, quindi presso il grande pubblico, hanno scelto Petrella e Simonetta.
Perfino i Club Dogo, abituati da sempre a fare tutto da soli, nell’ultimo album si sono affidati a Petrella. Che, per numeri e risultati, è oggettivamente un fuoriclasse del settore, così come lo è tutta questa generazione di autori e produttori che si è presa uno spazio che prima, semplicemente, non era così ampio.
Colpa del braccio corto di discografici e artisti? Magari sì.
Però, ecco, intanto non stupiamoci se poi le canzoni non sono "troppo diverse, come sesso e samba".

L’uomo che tu diventeraiNon sarà mai più grande dell’amore che dai.- Ermal Meta, Vietato morire.
09/09/2024

L’uomo che tu diventerai
Non sarà mai più grande dell’amore che dai.

- Ermal Meta, Vietato morire.

Si dovrebbe, almeno ogni giorno, ascoltare qualche canzone, leggere una bella poesia, vedere un bel quadro, e, se possib...
09/09/2024

Si dovrebbe, almeno ogni giorno, ascoltare qualche canzone, leggere una bella poesia, vedere un bel quadro, e, se possibile, dire qualche parola ragionevole.
- J. W. Goethe

Grazie davvero!Nulla a che vedere con le pagine più blasonate...certo💁‍♂️Ma Voi siete Belli...e Partecipativi!Grazie anc...
09/09/2024

Grazie davvero!
Nulla a che vedere con le pagine più blasonate...certo💁‍♂️
Ma Voi siete Belli...e Partecipativi!
Grazie ancora.

𝐋𝐮𝐜𝐚 𝐂𝐚𝐫𝐛𝐨𝐧𝐢: «𝐈𝐥 𝐭𝐮𝐦𝐨𝐫𝐞 𝐚𝐥 𝐩𝐨𝐥𝐦𝐨𝐧𝐞 𝐠𝐫𝐚𝐧𝐝𝐞 𝐞 𝐝𝐢𝐟𝐟𝐢𝐜𝐢𝐥𝐞 𝐝𝐚 𝐨𝐩𝐞𝐫𝐚𝐫𝐞, 𝐥𝐨 𝐜𝐡𝐨𝐜, 𝐢𝐥 𝐛𝐢𝐬𝐨𝐠𝐧𝐨 𝐝𝐢 𝐬𝐩𝐚𝐫𝐢𝐫𝐞: 𝐞𝐫𝐨 𝐦𝐚𝐥𝐚𝐭𝐨, 𝐨𝐫𝐚 𝐩𝐨𝐬𝐬𝐨...
08/09/2024

𝐋𝐮𝐜𝐚 𝐂𝐚𝐫𝐛𝐨𝐧𝐢: «𝐈𝐥 𝐭𝐮𝐦𝐨𝐫𝐞 𝐚𝐥 𝐩𝐨𝐥𝐦𝐨𝐧𝐞 𝐠𝐫𝐚𝐧𝐝𝐞 𝐞 𝐝𝐢𝐟𝐟𝐢𝐜𝐢𝐥𝐞 𝐝𝐚 𝐨𝐩𝐞𝐫𝐚𝐫𝐞, 𝐥𝐨 𝐜𝐡𝐨𝐜, 𝐢𝐥 𝐛𝐢𝐬𝐨𝐠𝐧𝐨 𝐝𝐢 𝐬𝐩𝐚𝐫𝐢𝐫𝐞: 𝐞𝐫𝐨 𝐦𝐚𝐥𝐚𝐭𝐨, 𝐨𝐫𝐚 𝐩𝐨𝐬𝐬𝐨 𝐬𝐩𝐞𝐫𝐚𝐫𝐞»

𝑰𝒍 𝒄𝒂𝒏𝒕𝒂𝒖𝒕𝒐𝒓𝒆: «𝑺𝒐𝒏𝒐 𝒊𝒏 𝒄𝒓𝒆𝒅𝒊𝒕𝒐 𝒄𝒐𝒏 𝒍𝒂 𝒗𝒊𝒕𝒂. 𝑫𝒆𝒗𝒐 𝒊𝒍 𝒎𝒊𝒐 𝒔𝒖𝒄𝒄𝒆𝒔𝒔𝒐 𝒂𝒏𝒄𝒉𝒆 𝒂𝒍𝒍𝒂 𝒈𝒆𝒏𝒆𝒓𝒐𝒔𝒊𝒕𝒂̀ 𝒅𝒊 𝑫𝒂𝒍𝒍𝒂». 𝑳𝒂 𝒎𝒖𝒔𝒊𝒄𝒂: «𝑶𝒓𝒂 𝒉𝒐 𝒕𝒂𝒏𝒕𝒂 𝒗𝒐𝒈𝒍𝒊𝒂 𝒅𝒊 𝒓𝒊𝒕𝒓𝒐𝒗𝒂𝒓𝒎𝒊 𝒊𝒏 𝒎𝒆𝒛𝒛𝒐 𝒂𝒍𝒍𝒆 𝒑𝒆𝒓𝒔𝒐𝒏𝒆. 𝑪𝒊 𝒔𝒂𝒓𝒂̀ 𝒖𝒏𝒂 𝒎𝒐𝒔𝒕𝒓𝒂 𝒄𝒐𝒏 𝒊 𝒎𝒊𝒆𝒊 𝒒𝒖𝒂𝒅𝒓𝒊»

Luca Carboni si è sottratto, per due anni, a tutti i riflettori. Lo ha fatto per affrontare un male, il tumore, che oggi sente di poter raccontare.
«Viviamo in un mondo in cui tutto è comunicato, sempre. Io invece ho seguito il mio istinto, il mio carattere. Mi sono messo da parte, ho staccato ogni contatto con i social, mi sono concentrato su quello che mi stava succedendo. A marzo del 2022 mi è stato diagnosticato un tumore al polmone. Un po’ di tosse che non passava, la decisione di fare una lastra. Uno choc. Sono rimasto senza parole, quella malattia sta nella nostra vita, ma pensi che a te non toccherà mai. Improvvisamente tutto è cambiato».

«Stavo registrando un album nuovo, avevo già definito dieci pezzi tra cui il singolo “Il pallone” e un altro che sarebbe dovuto uscire quell’estate, una canzone, a cui tengo moltissimo, che avevo scritto nel 1986 per proporla a Vasco e che poi avevo deciso di incidere personalmente: ”Rimini d’estate”.
Avevo previsto l’album e poi il tour. Invece, in pochi minuti, tutto è cambiato. Dalla scelta dei brani sono passato alla scelta delle terapie per sopravvivere. Il tumore era grande, difficile da operare».

«Lo staff di oncologia del Sant’ Orsola- guidato dal Primario Prof. Andrea Ardizzoni, con la collaborazione dello pneumologo Piero Candoli e del chirurgo Piergiorgio Solli- ha avviato subito una massiccia cura di chemioterapia. Il tumore si è ridotto molto e ad agosto ha consentito l’operazione per asportarlo. Per fortuna non c’erano metastasi e dopo l’intervento abbiamo continuato con l’immunoterapia. Dopo due anni posso dire di essere tecnicamente guarito anche se, con questo tipo di malattia, questa parola ha un significato fragile. Questa esperienza mi ha messo in contatto con tante persone. Ho frequentato oncologia, ho vissuto le storie di tanti malati. Il tumore non è un’esperienza individuale, ma collettiva.
Non puoi sentirti guarito se non è guarito l’altro, la persona che avevi a fianco mentre facevi le flebo. In questi anni ho pregato per me, ma anche per chi condivideva il mio stesso percorso. Come un mio amico dell’isola d’Elba, che ha scoperto il mio stesso male ma non ce l’ha fatta».

«Io vengo da una famiglia cattolica che mi ha educato a tenere sempre aperta la finestra sul divino. Poi, per un certo periodo, ho chiuso quella finestra che poi si era di nuovo spalancata da adulto, ben prima della malattia. Questa esperienza ha rafforzato la mia convinzione spirituale».

«Quando tornerò sul palco, la prima canzone che farò sarà “Primavera”. È la canzone di una stagione attesa, che torna ogni volta diversa. Mi piacerebbe che la prima data fosse a Bologna, la mia città. Bologna non è solo una città, è un modo di essere, la tua educazione, i tuoi tempi, il tuo modo di guardare il mondo. Bologna è una regola ma, soprattutto, è un’occasione».

«Mi chiedi se ho mai pianto, in questi due anni. No, mai. Ma succederà presto. E sarò felice di farlo».

Quando "Il mondo" di Jimmy Fontana esplose nell'universo della canzone italiana- Francesco Troncarelli per "il Mattino" ...
08/09/2024

Quando "Il mondo" di Jimmy Fontana esplose nell'universo della canzone italiana

- Francesco Troncarelli per "il Mattino" -

8 settembre del 1965 Jimmy Fontana era primo in classifica con "Il mondo" uno dei brani entrati di diritto nella storia del nostro pop.

La canzone è entrata a far parte della cultura popolare, al punto da essere inclusa nella colonna sonora del film del 1965 "L'ombrellone" con Enrico Maria Salerno e Sandra Milo e in quella del film del 2013 "Questione di tempo".

L'idea della canzone fu di Gianni Boncompagni che prese lo spunto da una filastrocca musicale svedese che parlava del mondo che girava e che aveva ascoltato quando viveva nel paese scandinavo.
Ne parlò in RCA e Jimmy Fontana si mise all'opera con Lilli Greco e il chitarrista Carlo Pes per comporre la musica.
Al testo ci pensò Gianni Meccia l'autore del "Pullover" e de "Il barattolo".
L'arrangiamento fu opera del grande Ennio Morricone che diede al nascente brano quel tocco di "vastità" che richiamava lo spazio citato nel testo. E fu subito capolavoro. Jimmy Fontana, che ne è l'interprete, partecipò a Un disco per l'estate 1965 e si classificò al quinto posto. Tuttavia, tra le canzoni presentate la sua fu quella che riscosse il maggiore successo di vendita, arrivando in vetta alla classifica.
Riscosse un notevole successo anche all'estero: in particolare in Spagna, dove Fontana aveva realizzato una versione in castigliano che raggiunse il secondo posto, stesso risultato a Rio De Janeiro.
Ѐ stata collocata al terzo posto nella lista delle 250 migliori canzoni taliane di sempre.

«I figli vanno amati: soltanto questo. E amare significa imparare a lasciar andare. Chi crede che essere genitore sia un...
07/09/2024

«I figli vanno amati: soltanto questo. E amare significa imparare a lasciar andare. Chi crede che essere genitore sia un diritto, e non un dovere, finisce per indottrinare i propri figli anziché educarli. I nostri figli però – come scriveva Khalil Gibran – non sono nostri, non vengono da noi ma attraverso di noi, non bisogna considerarli di nostra proprietà: non devono essere costretti a pensarla come noi, a fare la nostra stessa vita, perché hanno i loro pensieri, che possono essere simili ai nostri, o a volte contrari, e in ogni caso è bene che li abbiano e che se li tengano stretti.

I tuoi figli non sono figli tuoi. Sono i figli e le figlie della vita stessa. Tante volte ho sentito dire da un genitore: io devo sistemare mio figlio. “Sistemare”. Come un vaso cinese. Hai messo al mondo un oggetto o hai messo al mondo un’anima? Se hai messo al mondo un’anima non la devi sistemare, l’anima va dove deve andare. Che messaggio diamo altrimenti? Siccome tu non ce la fai, ci pensa papà. Un genitore è un istruttore di volo, deve insegnarti a volare. Non è uno che spera che devi restare a casa fino a sessant’anni, così diventi una specie di badante.
Questo è egoismo, non c’entra niente con l’amore.
L’amore è vederli volare…»

Franco Battiato

E non si è soli quando un altro ti ha lasciatoSi è soli se qualcunoNon è mai venutoPerò scendendo perdo i pezzi sulle sc...
07/09/2024

E non si è soli quando un altro ti ha lasciato
Si è soli se qualcuno
Non è mai venuto
Però scendendo perdo i pezzi sulle scale
E chi ci passa su
Non sa di farmi male
E non venite a dirmi adesso lascia stare
Che c'è la lotta e poi bisogna continuare
Perché se questa storia fosse una canzone
Con una fine mia
Tu non andresti via
Tu non andresti via...

L'ultimo spettacolo - Vecchioni 🎵

“C’è una canzone, Nessuno vuol essere Robin, per la quale ho rischiato la vita , come mi disse lo psichiatra: una pallot...
07/09/2024

“C’è una canzone, Nessuno vuol essere Robin, per la quale ho rischiato la vita , come mi disse lo psichiatra: una pallottola mi ha sfiorato. Perché andai dallo psichiatra? Per accompagnare un’altra persona. Poi gli raccontai di me, di quel che provavo. I sintomi crescenti: la sensazione fisica di avere dentro di me una figura estranea. Quasi ogni giorno, sempre più spesso, sentivo un mostro premere contro il petto, salire alla gola. Mi pareva quasi di vederlo. E lo psichiatra me lo fece vedere. L’immagine si trova anche su Internet. ‘È questo?’, mi chiese. Era quello”. Cremonini ha descritto anche come era fatto questo mostro: “Braccia corte e appuntite, gambe ruvide e pelose. La diagnosi era: schizofrenia. Percepita dalla vittima come un’allucinazione che viene dall’interno. Un essere deforme che si aggira nel subconscio come se fosse casa sua. Venivo da due anni di ossessione feroce per la musica, sempre chiuso in studio, anche la domenica. Smisi di tagliarmi la barba e i capelli”. “Come ho fatto ad uscirne? Non è stato semplice ma anche stavolta con l’aiuto dello psichiatra ce l’ho fatta”.
“Mi chiese cosa mi faceva sentire meglio. Risposi: camminare. Non lavorare, quello era la causa. La cura era camminare. Ho preso anche farmaci, cose leggere, di cui non parlo per rispetto a chi ha dovuto fare cure farmacologiche pesanti. Ho camminato per centinaia di chilometri e mi sono ribellato all’eccesso di attenzione per tutto quel che proviamo”.
Cesare Cremonini

«Sei tu –  l’ho scritta per una persona che in questo momento così surreale e complicato, mi ha salvato dalla parte più ...
07/09/2024

«Sei tu – l’ho scritta per una persona che in questo momento così surreale e complicato, mi ha salvato dalla parte più br**ta di me stesso, dai mostri della depressione. L’amore è l’unica via d’uscita, sempre, per tutti …. È l’unica via d’uscita da questo vuoto Interiore creato dalla mancanza di certezze, dalla mancanza di abbracci, dal dubbio del domani, dalla mancanza di lavoro, dalla pandemia, dalla rabbia sociale, dall’angoscia che ci viene a bussare alle 5.00 del mattino…. l’amore è l’unica via d’uscita, è inutile girarci intorno.

Fabrizio Moro

SERGIO ENDRIGO, molto più grande di come viene ricordato. Ci lasciava il 7 settembre 2005."...non siamo assolutamente ni...
07/09/2024

SERGIO ENDRIGO, molto più grande di come viene ricordato. Ci lasciava il 7 settembre 2005.

"...non siamo assolutamente niente.
Noi possiamo scrivere Madame Butterfly, l’Aida o quello che vogliamo, ma è la casa discografica che decide il si o il no.
Però negli anni ’60 i discografici conoscevano un po’ di canzoni, di musica, di parole e di poesia. Oggi è tutto cambiato.
Oggi i consigli di amministrazione sono composti da tutta gente che proviene da tutt’altri settori, da aziende che vendono, che so, pomodori in scatola, detersivi o altre cose e che non hanno niente a che vedere con la musica.
Lo dico senza nessun livore, perché io sono grato alla discografia che è stata la mia fortuna ma ti ripeto che era molto diversa da quella di oggi..."
- Sergio Endrigo - intervista 16.01.2002

Alice:" Lasciai una cassettina a Battiato e lui volle fare un disco con me"La cantautrice che trionfò a Sanremo nel 1981...
07/09/2024

Alice:" Lasciai una cassettina a Battiato e lui volle fare un disco con me"

La cantautrice che trionfò a Sanremo nel 1981 con Per Elisa, per i 70 anni si è regalata un’autobiografia, "L’unica via d’uscita è dentro" scritta per Rizzoli Lizard con Francesco Messina, da 40 anni compagno di vita e nelle arti.

La prima volta che incontrò Battiato?

«Nel 1979. Era seduto su un divano con il cappotto nero e un colbacco di astrakan, portava gli occhiali scuri. Gli dissi il necessario: desideravo un suo giudizio, se aveva senso che continuassi o no. Gli lasciai una cassettina che avevo registrato, disse che ci saremmo visti dopo una settimana. Quel giorno mi comunicò: “Tra un anno faremo un disco insieme”. Così fu».

Com’era Battiato?

«Un vulcano di energie, un magnete straordinario, aveva senso dell’umorismo e profondità, intelligenza, gioia di vivere, ma anche questo senso di fanciullezza. Era molto serio, ma non serioso. E amava i dolci: prendeva lo zucchero con il caffè, non il contrario; poi passò al tè, stessa cosa».

Quando lo ha incontrato l’ultima volta?

«Nel 2020. Era già molto in difficoltà, parlava poco. Però esprimeva la sua pienezza in un modo straordinario. Siamo stati insieme in silenzio. C’è una canzone di Françoise Hardy che ho cantato in italiano con il testo tradotto da Franco, Tante belle cose. Contiene una frase potente: l’amore è più forte della morte».

"L’unica cosa per cui si può avvertire nostalgia sono i paradisi perduti. Gli angeli nascosti. Ciò che di meraviglioso, ...
06/09/2024

"L’unica cosa per cui si può avvertire nostalgia sono i paradisi perduti. Gli angeli nascosti.
Ciò che di meraviglioso, magari fugacemente, abbiamo incontrato.
Se c’è una cosa bella dell’età che avanza, è in questo miracolo: saper riconoscere la bellezza.
Quando mi passa davanti, adesso, la colgo".

- Franco Battiato -

Il ministro dei temporali in un tripudio di tromboni auspicava democrazia con la tovaglia sulle mani e le mani sui co***...
06/09/2024

Il ministro dei temporali
in un tripudio di tromboni
auspicava democrazia
con la tovaglia sulle mani e le mani sui co****ni.

- Fabrizio De André, La domenica delle salme.

...è cosa datata...si.Ma, ogni volta che capita davanti...fa tanto ridere🤷‍♂️🤷‍♂️🤣
06/09/2024

...è cosa datata...si.
Ma, ogni volta che capita davanti...fa tanto ridere🤷‍♂️🤷‍♂️🤣

«Finiamo a interagire solo con quelli che la pensano come noi: lo puoi fare solo in questa scatoletta con cui noi stiamo...
06/09/2024

«Finiamo a interagire solo con quelli che la pensano come noi: lo puoi fare solo in questa scatoletta con cui noi stiamo dialogando ora. Nella vita non funziona così.
Quindi trovo sia diseducativo.
A me hanno insegnato che chi ha un pensiero diverso può correggere il mio.
E se il tuo pensiero ha punti deboli si può arricchire grazie al mio.
Invece viviamo una fase di torpore, le coscienze sono addormentate e sempre le une contro le altre»

- Carmen Consoli -

Vinicio Capossela: nuovo album poi il tour.Partirà il 26 ottobre il tour di presentazione di "Conciati per le feste".Dat...
06/09/2024

Vinicio Capossela: nuovo album poi il tour.
Partirà il 26 ottobre il tour di presentazione di "Conciati per le feste".
Date in Italia ed Europa.

Un repertorio e uno spettacolo strabordante (in linea con il suo protagonista), affinato in venti anni di pratica di concerti per le feste, che celebrano la festa e la realizzano.

Questo il calendario:

26 ottobre 2024 Aosta, Saison Culturelle, Teatro Splendor, ore 20.30 – anteprima nazionale
2 novembre 2024 Cesena, Teatro Verdi, ore 21.15
8 novembre 2024 Firenze, Teatro Cartiere Carrara, ore 21.00
15 novembre 2024 Bologna, Estragon, ore 21.00
17 novembre 2024 Molfetta, Eremo, ore 21.00
19 novembre 2024 Napoli, Casa della Musica Federico I, ore 21.30
24 novembre 2024 Bruxelles, La Madeleine, ore 20.00
26 novembre 2024 Londra, Union Chapel, ore 20.00
28 novembre 2024 Barcellona, La Paloma, ore 21.00
29 novembre 2024 Madrid, Sala Villanos, ore 22.00
4 dicembre 2024 Padova, Gran Teatro Geox, ore 21.15
8 dicembre 2024 Berlino, Kesselhaus, ore 20.00
11 dicembre 2024 Karlsruhe, Tollhaus, ore 20.00
13 e 14 dicembre 2024 Milano, Carroponte Sesto S.G (Chapiteau delle Meraviglie), ore 21.00
18 dicembre 2024 Roma, Atlantico, ore 21.00
21 dicembre 2024 Venaria Reale (To), Teatro Concordia, ore 21.00
22 dicembre 2024 Mantova, Teatro PalaUnical, ore 21.00
25 e 26 dicembre 2024 Taneto Di Gattatico (Re), Fuori Orario, ore 22.00
11 febbraio 2025 Zurigo, Kaufleuten Zürich, ore 20.00

"Per le donne succede così: più vai avanti con l'età e più hai voglia di giocare. Quando avevo trent'anni e cantavo test...
05/09/2024

"Per le donne succede così: più vai avanti con l'età e più hai voglia di giocare.
Quando avevo trent'anni e cantavo testi importanti, pensavo di dover dare di me un'immagine seria, ero una specie di suora laica. Mi dicevo: e se pensano che sono più bella che intelligente? Oggi ditemi che sono bella, va benissimo.
Alla mia età la mia unica paura è annoiarmi. Non credo all'età: la vecchiaia non esiste. Il corpo, certo, cambia, ma se hai la salute vai dove vuoi."

Fiorella Mannoia

Indirizzo

Vicolo Della Vite 1
Monte San Giusto
62015

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Canzone d’Autore nella “Città del Sorriso”

Dalle parole di “Un Chimico” di Fabrizio De Andrè, brano contenuto nel suo album “Non al Denaro non all’Amore né al Cielo” e tratto dall’Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters, prende il nome la rassegna della Canzone d’Autore che viene proposta nei giorni 13 e 14 aprile a Monte San Giusto, conosciuta anche come la “Città del Sorriso” grazie al Clown&Clown Festival ed ai progetti ad esso collegati. Un omaggio a “Faber” che a 20 anni dalla sua scomparsa continua a far emozionare e riflettere vecchie e nuove generazioni. Concerti,presentazioni di nuovi album e spettacoli teatral-musicali. Concorso fotografico “Scattiamo la Canzone” ed esposizione fotografica. Chiusura della rassegna e premiazione concorso foto nel pomeriggio di Domenica 14 Aprile.

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