28/11/2025
Anoressia nervosa, bulimia nervosa e obesità da iperalimentazione incontrollata costituiscono la seconda causa di mortalità tra i ragazzi. In molti dalla Sicilia vanno a curarsi al Nord. Perché? Ne parlo nell'intervista con l'assessore regionale alla salute, Daniela Faraoni.
Con il più alto tasso di mortalità d’Italia legato ai disturbi del comportamento alimentare (DCA), e ben 247 persone decedute per patologie ad esso correlate, la Sicilia nel 2022 ha raggiunto un triste primato.
Oggi i DCA (in prevalenza anoressia nervosa, bulimia nervosa e obesità da iperalimentazione incontrollata) costituiscono la seconda causa di mortalità tra i ragazzi. Secondo il Ministero della Salute nel 2023 circa 3 milioni di italiani ne sono risultati affetti. Un trend in netta crescita.
Le statistiche dimostrano che il tasso di mortalità risulta maggiore nelle aree più carenti di strutture di cura idonee, e la regione in coda, nella classifica dell’offerta di cure assistenziali, è la Sicilia. Al momento nell’isola ci sono sette centri ambulatoriali dedicati ai DCA, tra Enna, Messina, Catania, Palermo e Agrigento, tre day-hospital, ma non è presente neanche una struttura residenziale, capace, cioè, di offrire un percorso terapeutico multidisciplinare e l’opportunità di un reale reinserimento sociale per i pazienti e le loro famiglie. Qui la degenza può durare da poche settimane ad alcuni mesi.
“Il problema delle patologie legate ai disturbi dell’alimentazione è da tempo sotto i nostri riflettori - spiega Daniela Faraoni, assessore regionale alla Salute -. Queste fragilità riguardano i giovani, ma anche pazienti, come quelli oncologici, affetti da altre patologie molto gravi”.
Secondo il Ministero della Salute e l’istituto superiore di Sanità la Sicilia nel 2023 presentava circa 4.500 pazienti con diagnosi DCA seguiti dal SSN, su circa 30.000 casi reali, inclusi i non diagnosticati. I dati mostrano che di anoressia e bulimia non si muore, ma si muore per non aver avuto accesso alle cure.
“Dall’anno scorso c’è un progetto di riqualificazione di una struttura da 14/20 posti letto all’interno del PTA Enrico Albanese. Locali bellissimi, con una immensa terrazza sul mare, perché è necessario accogliere i pazienti in un ambiente stimolante. Dovrebbe essere operativa entro il 2026. Entro quest’anno potrebbe essere operativa una residenza ad Agrigento, che può accogliere fino a 14 pazienti. Invece a breve potrebbe sorgere una struttura privata convenzionata ad Enna. Piccole realtà per un numero non elevato di soggetti, che necessitano dell’intervento personalizzato di una equipe, costituita da psichiatra, psicologo, nutrizionista, dietista, riabilitatore psichiatrico, educatore. Il ricovero inoltre riguarda la fase acuta, che si deve superare nel più breve tempo possibile”.
Intanto, nel 2023, 400 pazienti siciliani che necessitavano di ricoveri sono stati costretti a dover andare fuori regione, soprattutto verso Lazio, Toscana e Lombardia.
“È un numero allarmante, che si ridurrà con l’istituzione della rete interna. Ma c’è da dire che abbiamo già alcuni servizi territoriali molto efficienti, che hanno preso in carico diversi pazienti che poi non hanno avuto bisogno di recarsi fuori dall’isola”.
La Lombardia, per sostenere il progetto, ha previsto, a partire da gennaio 2026, un investimento annuale di 5,72 milioni di euro, per assistere chiunque ne abbia bisogno. Qual è il budget destinato dalla regione Sicilia?
“La regione Lombardia non è in piano di rientro. Noi lo siamo e quindi possiamo utilizzare solamente le risorse del fondo sanitario regionale. Ed è quello che stiamo facendo perché questo servizio deve essere assicurato al cittadino con una rete che stiamo cercando di sviluppare”.
A luglio 2022, un decreto dell’assessore alla Salute della regione siciliana, Ruggero Razza, stabiliva i criteri di accesso per i soggetti privati ai posti previsti per l’attivazione dei centri residenziali riabilitativi per soggetti con DCA.
“Io sono in carica da 9 mesi. Sono partita da zero. Pur dando spazio al privato, voglio assicurare che questo servizio venga garantito al cittadino soprattutto nell’ambito della sanità pubblica”.
Luigi Massimo Gullo