
13/03/2025
Si può dare per assodato: alla moda non interessa la sostenibilità. Proviamo ad andare oltre. Cerchiamo la creatività – sì, con poliuretani, elastici e plastiche – ma cerchiamo una creatività forte, un disegno d’azzardo, un’idea inedita. Qualcosa che stia influenzando tutto il resto così come la moda è chiamata a fare. Non è rassegnazione, ma reazione: è virtù della creatività trovare soluzioni che non sappiamo immaginare, che non sappiamo aspettare.
La creatività si trova da Duran Lantink. Se ne è parlato tanto. I vestiti si staccano dal corpo, inventando volumi, trovando ironia e sprezzatura, raccontando un approccio scultoreo. L’asserzione è la più legittima per la moda: non esiste una bellezza data. I canoni estetici non devono – non avrebbero mai dovuto - essere standardizzati. Bruttezza e bellezza non sono concetti che la moda oggi può veicolare – e questo, le generazioni precedenti e i manager aziendali, devono accettarlo.
In termini di creatività, la citazione di Alaia per Pieter Mulier. Sembra sussista un dialogo tra Duran Lantink e queste evoluzioni volumetriche su Alaia che per tradizione rimaneva aderente al corpo. Ai tempi, Azzedine Alaia usò fibra sintetica ed elastica prodotta in Italia, che a sapeva di innovazione – oggi, queste strutture elastiche esplodono in macro-passamanerie che diventano vesti, scialli, ornamenti, giubbotti sbracciati. Sono vestiti o disegni applicati al corpo femminile. Per questa digressione sui volumi e sulle espansioni catalizzati da Duran Lantink troviamo anche un accenno da Schiapparelli.
Tanto di tutto il resto, di quello che si vede a Parigi, è sviluppo di un brand commerciale – ovvero il regno di Anna Wintour. Una donna che un tempo produceva la sensazione di potere, e che oggi è l’icona del consumismo americano. Professionalmente, Anna Wintour è la sintesi simbolica di ogni ragione a cui è dovuta la crisi che la moda sta attraversando.
Duran Lantink si conferma al centro dell’interesse da parte dell’industria della moda: una sfilata in ufficio, poco budget, che trova l’attenzione per la creatività a Parigi