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Perché il Salone del Mobile, la Biennale di Venezia e il Vinitaly a Verona sono caduti tutti e tre nella stessa settiman...
24/04/2024

Perché il Salone del Mobile, la Biennale di Venezia e il Vinitaly a Verona sono caduti tutti e tre nella stessa settimana di aprile, perdendo occasioni e indotto? Di chi è la colpa?

Milano è una città razionalista. Un’estetica che diventa identità e definizione di Milano e di chi la abita: lo spirito ...
16/04/2024

Milano è una città razionalista. Un’estetica che diventa identità e definizione di Milano e di chi la abita: lo spirito milanese, quella dedizione laboriosa al risultato, all’innovazione, alla concretezza. Razionalismo. Una città borghese che non ha mai accettato lo snobismo legato ad alcuna tradizione. Un’estetica in architettura, matrice di ragionamento intellettuale – distante dal decoro e dal ghirigoro, dal convenevole, dalla chiacchiera, dal pettegolezzo.

Il fascismo fu abbattuto, così come infranto fu il delirio di un’Italia imperiale. L’estetica proletaria russa comunista affascinava chi aveva lottato per la libertà ma si ritrovava senza simpatia per gli americani. Il boom economico – chi poteva sentirsi agiato contava su una ricchezza che aveva superato gli anni della guerra senza esserne scalfitta, oppure elaborava una fortuna che proprio grazie alla guerra si era trasformata in un’attività proficua. Danni permanenti o impianti datati, brutti ricordi o fantasmi nelle stanze – in poche parole: tutti volevano una casa nuova. Una casa nuova, a Milano, che fosse moderna. Piuttosto che continuare a vivere in residenze ottocentesche, con cornicioni alle finestre e sui portali, i nuovi ricchi sognavano edifici in cemento armato.

I figli sembrano screanzati agli occhi dei genitori: com’è possibile? Al salotto affrescato, alle tele neoclassiche, si colonnati e alle scale in pietra – la nuova generazione preferisce i pilastri, pareti di vetro, piani in acciaio e pareti ruvide. L’identità di Milano si andava formando: incontrava il brutalismo internazionale che presto Ricardo Bofill avrebbe sviluppato in Francia come in Messico e allo stesso tempo liquidava le ultime espressioni di decorativismo di Portaluppi e di Gio Ponti. Comprendeva il minimalismo americano di Mies Van De Rohe, e quello che Le Corbusier aveva fatto in Francia.

La storia si ripete oggi, quando un ingegnere di quarant’anni, miglior campione di uno stereotipo milanese di successo, che va a colazione da Cipriani e indossa Audemars Piguet, cresciuto tra boiserie, tappeti persiani e maggiolini da antiquariato di prima scelta – si ritrova ad apprezzare i palazzi moderni degli anni Sessanta piuttosto che gli edifici di fine Ottocento delle zone limitrofe a Via Vincenzo Monti.

Qual è l’identità estetica e architettonica di Milano? Esiste un luogo che sa darne sintesi e racconto – da qui si può comprendere tutto

Erano le sere in cui le finestre rimanevano aperte, quando la luce alle otto di sera ci stupiva dopo i mesi di ora solar...
06/02/2024

Erano le sere in cui le finestre rimanevano aperte, quando la luce alle otto di sera ci stupiva dopo i mesi di ora solare. Le nuove zanzare, il profumo delle rose. Se il Festivalbar apriva l’estate, la primavera era già cominciata in anticipo a fine febbraio, subito dopo Sanremo.

Quando hai vent’anni le canzoni modificano la percezione della realtà, le ascolti a repeat come se potessero non stancare mai. I Millennial ascoltavano Elisa ben prima che arrivassero i ragazzi usciti dai talent. Per i Millennial, i cantanti usciti dai talent televisivi sono l’equivalente degli influencer: in inglese li chiamano wannabe, gente che appare ma che poco sostiene. C’è un’analisi razionale: in un programma televisivo, sia il cantante sia la canzone sono scelti in un’ottica di spettacolo e intrattenimento, non solo per la qualità musicale e discografica.

Per i Millennial, i cantanti che esplosero nei loro stessi anni - ovvero fine Novanta inizio Duemila - sono due: Elisa e Tiziano Ferro. Per i Millennial, rimane il rispetto per Battisti, per Celentano, Lucio Dalla – con meno entusiasmo, rimane Ligabue – mentre le pupille si illuminano per le sei dive: il velluto di Mina, Ornella Vanoni, Patty Pravo; il graffio di Mia Martini, Loredana Bertè, Gianna Nannini.

Per noi della Generazione X – e anche per chi prima di noi - non si trattava solo di musiche diverse. A chi piaceva Baglioni non piaceva Vasco. La differenza era simile a quella che Gianni Boncompagni suggeriva ad Ambra tramite l’auricolare: il diavolo sta con Occhetto, Il Padreterno sta con Berlusconi. Ascoltare Baglioni o ascoltare Vasco significava definirsi, se non addirittura schierarsi – tutto questo sparisce per un Millennial: «Tra Baglioni e Vasco?» - gli chiedo. «Baglioni è trascorso» mi risponde, «Vasco, magari, resiste».

(estratto da un articolo molto più esteso online Lampoonl.it)



Testo: Carlo Mazzoni

Una conversazione con chi ha dieci anni meno di me: dal Festivalbar a Sanremo – i millennial, le canzoni per un’estate e le canzoni che rimangono per sempre

Cos’è una tempesta solare e cosa accadrebbe se si verificasse?Anche il Sole ha buoni propositi per il 2024. Ci si aspett...
25/01/2024

Cos’è una tempesta solare e cosa accadrebbe se si verificasse?

Anche il Sole ha buoni propositi per il 2024. Ci si aspetta che le eruzioni solari, le esplosioni sulla superficie del Sole e le macchie solari aumentino e si intensifichino nel corso di quest’anno. La stella gialla entra nel suo periodo di maggiore attività degli ultimi due decenni. Potrebbero verificarsi spettacoli aurorali in molte parti del mondo, ma anche black-out radio e interruzioni satellitari. Come riportato dal Washington Post, Mark Miesch, membro del team di modellazione solare presso il NOAA’s Space Weather Prediction Center, afferma che l’attuale livello di attività solare è il più elevato dal 2003. Gli scienziati prevedono che il picco di attività solare avverrà tra gennaio e ottobre 2024, con un’alta probabilità che l’attività rimanga elevata fino al 2025 o forse al 2026.

Se il Sole ripeterà il suo comportamento del 2003, la Terra potrebbe essere testimone di nuovi fenomeni celesti, ma potrebbero insorgere anche problemi per gli abitanti della Terra. Gli ‘Halloween Storms’ del 2003, sebbene abbiano portato a visioni dell’aurora verde, rossa e viola fino in Australia, hanno causato danni a oltre la metà dei satelliti in orbita intorno alla Terra, con problemi di comunicazione per aerolinee e gruppi di ricerca in Antartide.

Fenomeni come le tempeste solari ricordano la meraviglia e la fragilità della nostra connessione con il cosmo. Gli apparecchi tecnologici su cui abbiamo basato la nostra esistenza potrebbero da un momento all’altro non funzionare più. Con un duplice esito.

Le tempeste solari attese per il 2024 ricordano la meraviglia e la fragilità della nostra connessione con il cosmo – e se gli apparecchi tecnologici su cui abbiamo basato l’esistenza smettessero di funzionare?

«Less is more», il meno e di più, è il concetto a cui il regista Wim Wenders si è ispirato per il film Perfect Days. Nel...
25/01/2024

«Less is more», il meno e di più, è il concetto a cui il regista Wim Wenders si è ispirato per il film Perfect Days. Nella cultura buddista zen esiste un concetto ‘wabi sabi’ che è traducibile con “il limite dell’essenziale”, il concetto zen di vivere in maniera essenziale. Il termine “wabi” e “sabi” erano originariamente due concetti distinti. “Wabi” si riferiva alla solitudine e alla semplicità, mentre “sabi” indicava la bellezza che arriva con l’età. Questo concetto può essere applicato a diverse forme d’arte, design, architettura e anche al modo di vivere. Il ‘wabi-sabi’ abbraccia l’idea della bellezza imperfetta, transitoria e modesta.

Gli elementi chiave del wabi-sabi includono la semplicità che può riflettersi nella scelta di materiali grezzi, colori naturali e design minimalista; le imperfezioni sono viste come parte integrante della bellezza, come le crepe nella ceramica, rughe nel legno o altre caratteristiche che mostrano l’invecchiamento e l’usura. Il wabi-sabi incoraggia la modestia e la sobrietà, evitando l’eccesso e l’ostentazione. Nel wabi-sabi si ritrova la connessione con la natura, gli elementi naturali, come le pietre, il legno e le foglie, che aiutano a riflettere sulla ciclicità della vita. Soprattutto il wabi-sabi sottolinea l’importanza di apprezzare il momento presente e accettare il fluire naturale del tempo.

Il termine giapponese “Ikigai” combina le parole “iki” (che significa “vita”) e “gai” (che significa “valore” o “merito”). Il concetto dell’Ikigai è spesso descritto come il motivo per cui ci si sveglia al mattino, la ragione per cui si affronta ogni giorno. È diventato popolare come approccio per scoprire e perseguire il proprio scopo di vita. Il nostro scopo è interpretato come il perfetto equilibrio tra ciò che amiamo fare, ciò in cui siamo bravi, ciò di cui il mondo ha bisogno e ciò per cui siamo disposti a essere pagati. Trovare ciò che si trova all’intersezione di queste domande porta ad una vita significativa e appagante.

L’Ikigai è rappresentato come un diagramma a quattro cerchi sovrapposti che rappresentano le seguenti quattro dimensioni: Ciò che ami (la passione), Ciò in cui sei bravo (le competenze), ciò di cui il mondo ha bisogno (la missione), ciò per cui sei disposto a essere pagato (la vocazione). L’intersezione dei quattro cerchi è il proprio ikigai, il punto in cui tutti questi elementi si uniscono. Trovare il proprio Ikigai può aiutare le persone a individuare un senso di scopo e direzione nella vita, promuovendo il benessere e la realizzazione personale.

Testo: Domiziana Montello

Wabi sabi, metodo ikigai e cerimonia del tè, la filosofia giapponese per un'esistenza appagante e felice: da Perfect Day di Wenders ai i libri di Héctor García e Francesc Miralles e Noriko Morish*ta

Tra le cose da non fare a tavola: non commentare, in positivo o in negativo, quel che si sta mangiando. Rimane noioso, c...
30/12/2023

Tra le cose da non fare a tavola: non commentare, in positivo o in negativo, quel che si sta mangiando. Rimane noioso, con buona pace degli chef stellati star mediatiche, disquisire di cotture, ricette, ingredienti

L’ultima imperatrice d’Europa, Elisabetta d’Austria fu assassinata a Ginevra da un anarchico italiano: una donna tanto f...
30/12/2023

L’ultima imperatrice d’Europa, Elisabetta d’Austria fu assassinata a Ginevra da un anarchico italiano: una donna tanto fragile quanto in vista, in un ritratto di Luchino Visconti con Romy Schneider.

L’ultima imperatrice d’Europa, Elisabetta d’Austria fu assassinata a Ginevra da un anarchico italiano: una donna tanto fragile quanto in vista, in un ritratto di Luchino Visconti con Romy Schneider

Usciva nel 1993 il videogioco Doom – trent’anni fa i Millennials erano i primi a sperimentare la fuga della realtà, e an...
30/12/2023

Usciva nel 1993 il videogioco Doom – trent’anni fa i Millennials erano i primi a sperimentare la fuga della realtà, e ancora oggi sono i maggiori fruitori di videogiochi. Sogno a occhi aperti di un passato perduto.

Usciva nel 1993 il videogioco Doom – trent’anni fa i Millennials erano i primi a sperimentare la fuga della realtà, e ancora oggi sono i maggiori fruitori di videogiochi. Quel desiderio impossibile di tornare indietro

Simile al cotone, il Crabyon di Pozzi Electa è utilizzato in medicina e nel tessile. Brevettato in Giappone, riconverte ...
30/12/2023

Simile al cotone, il Crabyon di Pozzi Electa è utilizzato in medicina e nel tessile. Brevettato in Giappone, riconverte gli scarti dell’industria alimentare, trattiene l’umidità e aiuta le ferite a cicatrizzare

Simile al cotone, è utilizzato in medicina e nel tessile. Brevettato in Giappone, riconverte gli scarti dell’industria alimentare, trattiene l’umidità e aiuta le ferite a cicatrizzare. Si decompone come una foglia

Il MBEB – Maschio Bianco Etero Basic – ama le automobili. Impara a memoria le targhe di amici e parenti. Tramite lettere...
28/11/2023

Il MBEB – Maschio Bianco Etero Basic – ama le automobili. Impara a memoria le targhe di amici e parenti. Tramite lettere e numeri, è in grado di risalire all’anno di immatricolazione del veicolo. Meno di 2000 di cilindrata e 150 cavalli sei uno sfigato. I cerchi in lega, da 18. Nella maggior parte dei casi possiede una BMW berlina, dalla serie 3 in su. Se giovane, una serie 1. L’utilitaria la utilizza la moglie, per i giri in città. Se la moglie è pretenziosa, le sarà affidato un SUV compatto. Il È contrario all’elettrico e a favore della benzina – perché la macchina è più scattante. Il diesel? Andrà bene per chi di lavoro fa il rappresentante e deve percorrere chilometri lungo lo stivale.

Prima delle automobili, c’è il calcio. Il calcio segna la sua appartenenza alla comunità MBEB. Anche laddove faccia fatica a sbarcare il lunario, paga il suo abbonamento alla pay tv per vedere Udinese-Sampdoria il martedì sera. Al Maschio Bianco Etero Basic non interessa che la domenica faccia bel tempo: nessuna attività (gite all’aperto, musei, teatro) è preferibile a vedere la partita, dal divano o allo stadio munito di sciarpetta. Scommette al fantacalcio: disponendo di 500 fantasoldi, ne spenderà 200 per Vlahovic e 300 per Lautaro. Se costretto dalla fidanzata/moglie a uscire fuori a cena quando c’è la partita, il sceglierà il ristorante in base alla presenza del televisore. In alternativa, in barba a ogni etichetta, estrarrà il suo smartphone – probabilmente Android – e lo adagerà in orizzontale contro la bottiglia di Tvllia per lo streaming.

Il Maschio Bianco Etero Basic non ama i centri commerciali – e su questo ci troviamo d’accordo.

Non ci sono espressioni corrispettive nella cultura occidentale, – il neologismo MBEB è un orgoglio italiano: chi è e come si comporta il Maschio Bianco Etero Basic dello stivale?

Oggi, Piazza San Babila segna l’imbarazzo, per molti addirittura la vergogna, dei Milanesi. Nessuno voleva né vorrebbe c...
28/11/2023

Oggi, Piazza San Babila segna l’imbarazzo, per molti addirittura la vergogna, dei Milanesi. Nessuno voleva né vorrebbe credere: tolti i cantieri all’inizio della scorsa estate, è rimasta una spianata di pietre e cemento. Una piazza di questa dimensione, nel 2023, senza alberi, neanche piccoli arbusti, nessuna aiuola. Nonostante gli alberi vivano anche nei balconi stretti del Bosco Verticale – in piazza San Babila non si è trovato spazio per nessuna radice. Si dovrebbe trattare di rigenerazione urbana – ma può esistere in questo tempo attuale una qualsiasi rigenerazione urbana che non preveda una sostanziale piantumazione di alberi? I passaggi della M1 sono appena sotto il suolo – vero – ma sarebbe bastata un’aiuola con piante basse – per mitigare il senso di desolazione e vecchiaia urbanistica che assale ogni milanese e ogni visitatore straniero arrivando nel centro di Milano. La distesa è talmente ampia che a Natale 2023 si dispone sia una pista per pattinaggio sul ghiaccio, sia un ennesimo abete decennale, sradicato dalle Alpi.

Al di là della sua storia, è la bellezza di piazza San Babila a non essere compresa. Le linee architettoniche razionaliste, le curve tra gli edifici, i corrimani della M1 disegnati da Noorda e Albini. Dall’alto, sopra i cornicioni dei palazzi, ci sono cartelloni pubblicitari al neon. I cartelloni al neon, negli anni Ottanta, erano anche di fronte al Duomo – poi furono tolti per decoro. In piazza San Babila ci sono ancora. Su piazza San Babila affaccia l’attico che fu un tempo di Maurizio Gucci, una delle abitazioni a compravendita più alta al mondo: un giardino con alberi nell’attico, e tra le fronde uno spazio pubblicitario.

Come è stato possibile portare a termine una rigenerazione urbana di così scarsa qualità progettuale? All’angolo con Corso Europa, le due uscite della metropolitana si affiancano: quella storica di Noorda e Albini e quella appena consegnata. Era davvero necessario affiancarle? La sovrintendenza ha lavorato come avrebbe dovuto? Oggi solo in piazza San Babila ci sono almeno otto uscite della M1: un tempo, la piazza era un frastaglio di semafori e attraversamenti tra auto in doppio o triplo senso, e le uscite permettevano una viabilità alternativa. In questa nuova distesa di cemento per pedoni, otto uscite – sono ancora necessarie? Non si potevano toccare per testimonianza storica – questa la riposta – così che potessero essere affiancate da manufatti firmati da un geometra d’ufficio? Il portale della Basilica di San Babila non ha una prospettiva perché una delle otto uscite della M1 è posizionata trasversale, davanti al suo asse.

Text: Carlo Mazzoni

Dove sono gli alberi di Milano? Affissioni, sponsor per gli abeti di Natale: piazza San Babila è una vergogna per chi ama Milano, e per chi non ne dimentica la bellezza

Oggi Via Montenapoleone produce, da sola, il 12% dell’intero PIL della città di Milano. Il quadrilatero della moda milan...
24/11/2023

Oggi Via Montenapoleone produce, da sola, il 12% dell’intero PIL della città di Milano. Il quadrilatero della moda milanese supera Londra e Parigi e sale al terzo gradino del podio Fifth Avenue di New York e Tsim Sha Tsui di Hong Kong. Via Monte Napoleone è diventata la terza strada commerciale più costosa al mondo e la prima in Europa. A renderla tale non sono solo i listini dei negozi, ma anche i canoni di locazione pagati dai brand ai proprietari degli immobili. Il costo medio nel quadrilatero è di 14.547 euro al metro quadro l’anno. La classifica è contenuta nel report Main Streets Across the Word, della società immobiliare americana Cushman & Wakefield, che monitora le principali vie del retail in 92 città in base al valore degli affitti.

Via Monte Napoleone, a livello globale, è terza dietro la Fifth Avenue di New York (21.076 euro/mq) e la Tsim Sha Tsui di Hong Kong (15.134 euro/mq); in Europa è diventata più costosa della New Bond Street di Londra e dell’Avenue des Champs-Élysées, i viali di Parigi. Già nel 2018 Via Montenapoleone aveva lo scontrino medio più alto d’Europa, 1800 euro. La via principale del Quadrilatero, prende il 36% di tutta la città per quanto riguarda gli acquisti “tax free” operati dai turisti in visita a Milano.

Alta gioielleria, orologeria e moda nella nuova twin boutique Chanel in Montenapoleone. La via del Quadrilatero resta la terza più costosa al mondo e produce il 12% del PIL della città di Milano

Più di altri autori, Ozpetek dichiara i suoi feticci – dalla prima musa, l’attrice turca Serra Yilmaz – a Mina, nelle ca...
21/11/2023

Più di altri autori, Ozpetek dichiara i suoi feticci – dalla prima musa, l’attrice turca Serra Yilmaz – a Mina, nelle canzoni e nel trucco di Luisa Ranieri. Prima dei caratteri e dei suoni, come fossero immagini a ritmo pulsante mentale o battito di un cuore – in ogni film di Ozpetek ci sono le terrazze.

Non solo a Roma – in Napoli Velata la terrazza è il luogo della tragedia, la Certosa di San Martino è una bisca di carte. Per La Dea Fortuna, la terrazza di Bagheria. In Mine Vaganti, un patio per la colazione e per l’aperitivo, il gradiscono un bicchiere di champagne di una cameriera infastidita, un abito di provincia di Alberta Ferretti. Se ne potrebbe fare un libro, sulla ricerca di location che Ozpetek richiede, tale è la cura. In Nuovo Olimpo, la terrazza non è solo scenografia ma parte della sceneggiatura: non avendo più l’amore che lo aveva posseduto, Enea vuole il luogo che tale amore aveva dato. La nostalgia. Se vedessi le foto di un’estate di un amore che si è spento, o che mai forse è nato, mi sgretolerei. Su questa nostalgia, Ozpetek costruisce i suoi film.

Una volta c’era la nebbia e c’era il freddo – a Milano le famiglie se ne stavano chiuse dentro. Le finestre potevano aprirsi a un metro dal pavimento. Adesso, dati immobiliari, vogliamo un terrazzo. Le finestre sono porte a vetri che possano permettere un passo all’aperto – se non è un terrazzo sia un balcone alla peggio. Oggi, i terrazzi sono come gli alberi e come la pasta in tavola – dove ci sono, c’è casa. Il terrazzo è il luogo di una famiglia allargata e diversa – per Ozpetek – una famiglia che diventa una comunità.

In tutti i film di Ozpetek, c’è una terrazza: a Roma come a Napoli – per Nuovo Olimpo non è solo scenografia, ma sceneggiatura: i personaggi sono dèi, le famiglie sono comunità

Alle persone che lavorano è dedicato questo numero di Lampoon che titoliamo The Working Issue. Il lavoro è impegno, prim...
08/11/2023

Alle persone che lavorano è dedicato questo numero di Lampoon che titoliamo The Working Issue. Il lavoro è impegno, prima che risultato. Il lavoro è fatica, dedizione e serietà – prima che successo e guadagno. Questo numero è dedicato a chi ha voluto raccontare in queste pagine come si evolve la sua concentrazione. James Norton era sul palco a Londra, per A Little Life – deve tenere a bada gli sbalzi di glicemia – come devo fare anche io – e regolare zucchero nel sangue iniettandosi insulina o buttandosi in bocca uno shot di glucosio. La stanchezza, la fragilità e la malattia. La malattia è la prima maestra di vita. Hai bisogno di qualche vuoto, se questa vita vuoi riempirla con il futuro. I vuoti non vanno nascosti. Le pause servono a dare il ritmo. Hai bisogno di silenzio per sentire la musica, per accorgerti di un ritmo.

Lavoriamo per persone che trovano calma, pace in quello che fanno ogni giorno; esseri umani che riescono a esprimersi rimanendo sinceri; persone che sono disposte, anzi, che sono pronte a cambiare le loro abitudini – perché il senso di ogni lavoro, oggi, dovrebbe essere dedicato a cambiare sia le nostre abitudini, sia le abitudini degli altri. Per conseguenza, il nostro lavoro su Lampoon non è dedicato a quelli che trovano soddisfazione nella vanità o nell’autocompiacimento, che suscitano invidia per comunicare, che spargono fastidio e odio in un cinguettio.

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Da Parris Goebel per le coreografie di Rihanna a James Norton, ai ragazzi italiani che quadrano i conti con le entrate di Onlyfans: il lavoro è la prima espressione di dignità umana

L’azoto in Italia è classificato come gas inerte. In Germania, è chiamato stickoff, ovvero gas soffocante. Se una person...
06/11/2023

L’azoto in Italia è classificato come gas inerte. In Germania, è chiamato stickoff, ovvero gas soffocante. Se una persona entra in atmosfera ricca di azoto può perdere conoscenza in alcune decine di secondi, senza avvertire alcun sintomo o malessere. Dopo alcuni minuti insorge la morte. La persona cade a terra come fosse stata colpita al capo. I sensi umani non rilevano la diminuzione della concentrazione d ossigeno. Manca la percezione della rapidità con la quale le condizioni di asfissia possono condurre alla morte. L’inalazione di azoto puro è mortale.

L’azoto puro inibirà completamente l’anidride carbonica e l’ossigeno dai polmoni facendo arrestare immediatamente la respirazione. L’esecuzione mediante inalazione di azoto puro è stata valutata e approvata, a partire dal 2015, da tre stati: Alabama, Mississippi e Oklahoma, come possibile alternativa alle iniezioni letali. Il caso Smith sarebbe la prima volta che viene applicato.

Al condannato viene fatta indossare una maschera, inizialmente collegata a tubi di gas respirabile. Dopo l’ultima dichiarazione del detenuto, il gas respirabile verrà sostituito con azoto puro. La durata del procedimento potrebbe variare tra i cinque e i quindici minuti.

L'uso strumentale della pena di morte ai fini della propaganda politica e religiosa: differenze tra Occidente e Oriente quando si parla di rispetto umano - e il ruolo delle case farmaceutiche

L’inquinamento globale è causato per il 10% dal settore della moda: una delle percentuali più alte, dopo il settore petr...
03/11/2023

L’inquinamento globale è causato per il 10% dal settore della moda: una delle percentuali più alte, dopo il settore petrolifero: interviene Alessandro Lovisetto per ARTKNIT STUDIOS.

L’abbigliamento rappresenta il 10% dell’inquinamento globale: è la percentuale più alta dopo il settore petrolifero. Un’economia basata sul consumo, sia nel lusso sia nella moda veloce. Negli ultimi due anni le abitudini dei consumatori sono cambiate, tanto che alcune multinazionali stanno cercando di allinearsi e di implementare strategie concrete.
«Bisogna avere un controllo totale e valorizzare le materie con cui si lavora. Abbiamo detto di no a ogni tipologia di composizione che non fosse naturale. Il 35% dell’inquinamento oceanico è dovuto dal rilascio delle microplastiche. Portiamo avanti un tema di slow production, quindi anche il Made To Order, nonché la possibilità di testare dei prodotti tramite i servizi di produzione fatti su richiesta; evitando di eccedere nella produzione e creare sprechi di magazzino», prosegue Alessandro Lovisetto.
Il cambiamento deve avvenire a partire degli stakeholder, i quali devono riappropriarsi del proprio ruolo di guida, abbandonando la posizione di porgitori di prodotto al pubblico. Le Maison, ma allo stesso modo anche le multinazionali, nell’ultimo decennio hanno risposto alle richieste di mercato, trasformandosi in seguaci della propria clientela.

Text: Noemi Soloperto

L’inquinamento globale è causato per il 10% dal settore della moda: una delle percentuali più alte, dopo il settore petrolifero: interviene Alessandro Lovisetto per Artknit Studios

Può un festival riaccendere i riflettori su una città? Quattro giorni di musica riportano Torino al centro della cartina...
02/11/2023

Può un festival riaccendere i riflettori su una città? Quattro giorni di musica riportano Torino al centro della cartina culturale d’Europa – la musica de Il Mondo tra società e politica.

Industriale, anarchica, esoterica. Sfarzosa e decadente. Alpina e multietnica. La città più francese d’Italia – la bollinatura ufficiale è arrivata lo scorso anno da François Revardeaux, ai tempi console generale di Francia – e la prima capitale di quello che fu il Regno. L’ascesa e il presente più incerto. Ci sono mille modi per provare a raccontare Torino. Uscendo dalla narrazione convenzionale, una città si può capire meglio anche attraverso le iniziative che partorisce. Se bisogna sceglierne una, da un po’ di tempo a questa parte, per Torino quell’iniziativa si chiama C2C.
Molto è cambiato dal 2002, quando C2C nasceva come Club to Club. L’idea era quella di mappare la città attraverso i suoi club. Torino come un unico dancefloor. Un biglietto e si entrava ovunque. Il 15 marzo di quell’anno si saltava dal Jammin’ al BarBar e al Notorius. Suonavano Youngsters, Ralph Lawson e Michael Mayer. Il 6 dicembre nuovo giro. BarBar, Barcode, Hiroshima Mon Amour. Jeff Mills, FC Kahuna, Ellen Allien. Non ci si sarebbe più fermati. Dietro all’idea c’era Xplosiva, associazione culturale che ancora oggi firma C2C. «Negli anni 2000 il festival era molto libero perché così era la città. Era un periodo di rinascita culturale, si arrivava dalla crisi della FIAT», racconta Sergio Ricciardone, presidente di Xplosiva tra i fondatori e direttori creativi di C2C. Torinese di nascita, ai tempi faceva avanti indietro tra Berlino e Londra. Già da un po’ lavorava nel mondo della musica. Decise di tornare a casa.

Text: Giacomo Cadeddu

Può un festival riaccendere i riflettori su una città? Quattro giorni di musica riportano Torino al centro della cartina culturale d’Europa – la musica de Il Mondo tra società e politica

Il potenziale mercato globale dell’abbigliamento adattivo arriverà ai 350 miliardi di dollari entro fine anno – Cosa sig...
01/11/2023

Il potenziale mercato globale dell’abbigliamento adattivo arriverà ai 350 miliardi di dollari entro fine anno – Cosa significa adaptive fashion? Inclusione sociale e diversità umana nel manifesto di Elisa Fulco

1997. Nick Knight e Alexander McQueen avviano la loro prima collaborazione. Una fotografia di Devon Aoki in abiti McQueen presenta un effetto straniante, dovuto a una post-produzione che trascende il realismo. La giovane appare come una geisha bionica, con un occhio velato di blu e uno squarcio sulla fronte tenuto insieme da una spilla da balia da cui germogliano fiori di ciliegio. L’anno successivo il duo sfida nuovamente il canone del tradizionalmente bello con la curatela del magazine Dazed and confused, cui McQueen si presta come Guest editor. Il numero si chiama Fashion Able? e i soggetti dell’editoriale sono persone disabili. Tra questi, il ballerino David Toole, la cui malformazione alle gambe aveva costretto i medici all’amputazione quando aveva solo diciotto anni, e l’atleta paralimpica Aimee Mullins. Ad accompagnare le immagini, quattordici pagine dal titolo Access-Able descrivono un ambiente, quello della moda, che lasciava svestiti i corpi non mainstream tramandando un ideale di bellezza irreale. L’obiettivo di McQueen era di dar vita ad un progetto corale, che facesse della moda uno spazio di inclusione e baluardo della diversità umana.

Text: Stella Manferdini

Il potenziale mercato globale dell’abbigliamento adattivo arriverà ai 350 miliardi di dollari entro fine anno – Cosa significa adaptive fashion? Inclusione sociale e diversità umana nel manifesto di Elisa Fulco

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20121

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Lampoon Magazine – Craftsmanship is a mindset

An intellectual collision of the speculative research for fine craftsmanship. Above the highest. Chronicles and imagery featuring sophisticated contexts and storytelling on luxury.

«I found the word Lampoon while reading a book by Orson Welles. There was a talk of The Harvard Lampoon, a magazine edited by college students, a voice of the erce, fast, Ivy League young people. In the American vernacular, Lampoon means magazine — an ironic magazine. Stinging. A world of brains, sweat, and love — so in my notes I wrote: The Fashionable Lampoon». Carlo Mazzoni, Editor in Chief

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