Essere Marlon Brando. L'attore, il divo, il mito
Marlon Brando nacque il 3 aprile del 1924 e morì il 1° luglio del 2004.
Nel 2024 si celebrano quindi i cent'anni dalla sua nascita e i venti dalla sua morte e anche Bietti edizioni omaggia entrambi gli anniversari con il Fotogramma di Alessandro Amato "Essere Marlon Brando. L'attore, il divo, il mito". Lo presentiamo il 23 aprile - nel giorno in cui in Spagna si celebra Sant Jordi scambiandosi libri e rose - alle 18, in diretta Facebook dalla nostra pagina Bietti Edizioni, con l'autore e Alice Rosa.
Studio Ghibli - New Edition
A sette anni dall'ultima riedizione torna in libreria il long-seller di Bietti Cinema "Studio Ghibli. L'animazione utopica e meravigliosa di Miyazaki e Takahata" di Enrico Azzano & Andrea Fontana, con nuovi importanti contributi - tra cui la postfazione di Tomm Moore - e aggiornamenti sui lavori dello studio, che continua a vantare la collaborazione del Maestro Miyazaki nonostante questi anni fa parlasse di andare in pensione...
All'indomani del successo di sala del suo ultimo lungometraggio, "Il ragazzo e l'airone", e dell'arrivo in libreria del nuovo Libro di INLAND, ne parliamo con gli autori.
Il cinema che non c'è
Qualche settimana fa è uscito in sala il "Napoleon" di Ridley Scott, con Joaquin Phoenix nei panni dell'imperatore corso. Ma prima di questo, un altro regista aveva pensato di raccontarne le gesta: un certo Stanley Kubrick... E chissà che film avremmo visto? Questo è solo uno dei tanti progetti cinematografici rimasti irrealizzati: perché accanto alla Storia del cinema fatto, si potrebbe scrivere la Storia del cinema non-fatto. Davide Mazzocco nel Fotogramma "Il cinema che non c'è. Storie di film incompiuti, boicottati o solo sognati" azzarda un excursus che non vuole essere esaustivo, ma di sicuro è incalzante e curioso. Tra fantasie registiche troppo onerose e produttori fantasmatici, interpreti che si ammalano o muoiono e budget o tecnologie inadeguati, è bello perdersi nel dedalo di film che potevano essere e non sono stati, o sono stati in forme diverse da quelle pensate in origine. Con l'autore ne parlano Roberto Della Torre (Cineteca Italiana), professore di Storia del cinema italiano in Cattolica, e Ilaria Floreano (Bietti edizioni)
CinemArcord
Eventi Bietti Edizioni a CINEMARCORD #2023
Incontro con Mirella D'Angelo e Mirella Banti, le dive di
"Tenebre" by Dario Argento
Domenica 10 settembre 2023 al Daste Bergamo
moderano Claudio Bartolini e ANTONIO TENTORI
#INLAND #QuaderniDiCinema #Fotogrammi #DarioArgento #Tenebre
CinemArcord
Eventi Bietti CINEMARCORD #2023
Presentazione "Con la rabbia agli occhi. Itinerari psicologici nel cinema criminale italiano" di Fabrizio Fogliato,
con Ilaria Floreano e Claudio Bartolini
Presentazione in anteprima di
"Pablo Larrain. Il corpo e la storia"
di Emanuele Rauco
in dialogo con Anna Maria Pasetti
@Villa Pedrelli SNCCI Settimana Internazionale della Critica
#Venezia80 #ElConde #larrain
Anteprima veneziana •Pablo Larrain. Il corpo e la storia•
MONDO MUBI - L'esperienza audiovisiva on demand
Tra gli effetti più immediati del lockdown 2020 c’è stata la crescita vertiginosa di abbonamenti streaming e l’estensione dell’esperienza filmica in esperienza audiovisiva on demand. Ma se è vero che il medium è il messaggio, l’ingresso in questa cultura on demand che effetto ha sulla nostra natura di spettatori? Come cambiano i modi di guardare e pensare e gestire storicamente le immagini?
Partendo da queste domande, "La cura del cinema", Fotogramma #28 scritto da Matteo Berardini (autore per Bietti anche di "Strade di fuoco. La città nel cinema americano anni '80") vuole riflettere sullo statuto del cinema e dell’immagine al tempo dello streaming, e lo fa ancorando il ragionamento al caso studio della piattaforma cinefila MUBI. A differenza dei suoi concorrenti, MUBI infatti basa la propria identità sulla gestione curatoriale di un’offerta di cinema d’autore, tra Storia del cinema e sguardi indipendenti, cult e nuove scoperte.
Il cinema è al servizio del cittadino?
Nell’intervista rilasciata a giugno 2022 in esclusiva a Fabrizio Fogliato – autore per Bietti anche di "Con la rabbia agli occhi. Itinerari psicologici nel cinema criminale italiano" (che vanta la prefazione di... Romolo Guerrieri) – il regista novantenne Romolo Guerrieri si racconta e si “riscopre”, attraverso lo sguardo critico di chi ha saputo comprendere per intero le implicazioni umane delle sue storie per immagini.
Proiettili d'Argento
Un libro su Dario Argento? Un altro?
Cosa si può dire sul regista di "Profondo rosso" che non sia già stato detto nelle decine di saggi a lui dedicati o di interviste da lui rilasciate in oltre cinquant’anni di carriera? Ha persino scritto un’autobiografia!
Ebbene, qualche cosa nuova da dire c’è.
E se qualcuno può dirla è l’autore di questo Fotogramma, quel Claudio Bartolini che da solo ha compilato l’enciclopedia – da molti considerata
definitiva – sul "Cinema giallo-thriller italiano". Grazie alla sua abilità di far emergere elementi degni di attenzione che stanno sotto gli occhi di tutti ma su cui quasi nessuno si sofferma; e di fornire un’analisi filmica partendo dal linguaggio cinematografico insieme a una lettura illuminante.
Ci è riuscito nel 2009 scrivendo "Il gotico padano. Dialogo con Pupi Avati", ci riprova oggi con questi nove “proiettili” dedicati ad altrettante
sequenze di altrettanti film realizzati dal nostro Maestro del terrore (e dell’orrore) nel nuovo millennio, a partire dal 2001 di "Nonhosonno" fino al
2022 di "Occhiali neri". Titoli, come gli altri sette affrontati nel libro, che hanno fatto storcere il naso a tanti. Forse anche a voi.
Niente di nuovo, per il Dario nazionale.
Eppure, bastano pochi minuti sapientemente selezionati da ciascun film per ritrovare movimenti, inquadrature, tagli di montaggio o invenzioni tecniche o con la colonna sonora, insomma ciò che ha reso Argento Argento: un monumento vivente, che non smette di sfidarsi e a volte vince, più spesso perde, sempre si (e ci) diverte.
Marilyn. L'intervista impossibile
Oriana Fallaci ha inseguito Marilyn Monroe a lungo, nonostante non fosse nota per la pazienza.
Ma la sua perseveranza non è stata premiata: Marilyn è rimasta la sua grande intervista mancata. A parziale risarcimento giunge questa intervista impossibile.
Impossibile perché l’intervistata non c’è più da un pezzo –
nata il 1° giugno 1926, Marilyn morì il 5 agosto 1962.
Impossibile perché inventata.
Di Marilyn è stato detto e scritto tantissimo e oggi, sessant’anni esatti dopo la sua morte, che cos’altro si potrebbe raccontare di nuovo? Forse niente, forse tutto. Di certo Bruna Magi, l’intervistatrice impossibile, conosce bene la diva: per anni ha letto biografie, articoli, cronache del tempo e non, romanzi dedicati a lei. Più al suo mito che alla sua persona, però. Per anni ha visto film, documentari, servizi televisivi. E ne ha scritto.
E ora che l’etere e Internet sono “scossi” dalla notizia del primo titolo Netflix “a luci rosse”, guarda caso dedicato alla bionda più esplosiva di sempre – Blonde (come l’omonimo romanzo sconvolgente che Joyce Carol Oates ha dedicato a Norma Jeane Mortenson Baker) con protagonista Ana De Armas, regista Andrew Dominik, così trash da essere stato respinto alla Mostra del Cinema di Venezia 2021, inutilmente aspirante
a Cannes 2022, uscirà forse a settembre 2023 –
Magi ha sentito sgorgare naturalmente le domande che state per leggere, e anche le risposte. E ha voluto imprimerle, per dare voce alla “bambola” scolpita nell’immaginario
e da sempre muta. O meglio zittita.
Come? Con un collegamento fantastico da un Limbo misterioso,
una videochiamata da un mondo parallelo.
Ecco Marilyn: a te la parola, finalmente.
Omaggio a Fassbinder
Esistono film in cui il senso delle cose viene affidato a categorie intimamente musicali, che si incaricano di illuminare la narrazione come fossero una luce dal di dentro. Accade nella maggior parte delle opere di Rainer Werner Fassbinder, genio scomparso troppo presto – a trentasette anni appena compiuti, quarant’anni fa proprio oggi – le cui narrazioni per immagini sfruttano tali categorie con intenzione drammaturgica, politica, polemica: il refrain, che ha la malinconia di qualcosa che ricade sempre nel passato; il dissidio tra tonalità e atonalità come atteggiamento morale; il pastiche musicale e l’overloaded soundtrack in quanto dialettica tra testualità musicali differenti; le canzoni scritte con l’amico Peer Raben e affidate ad attrici-monumento come Hanna Schygulla e Jeanne Moreau, brani pop in disfacimento che son "caramelle al sapore di morte".
Il Fotogramma scritto da Maria Mirani, musicista, artista visuale e cantante del gruppo VIADELLIRONIA, disseziona il linguaggio audiovisivo del regista a caccia di certe verità filosofiche affidate solo a strutture linguistiche a-logiche; svelando la segreta e diafana luce musicale, l’anima del cinema di Rainer Werner Fassbinder.
Le tourbillon de la vie. Il cinema di Valeria Bruni Tedeschi
Valeria Bruni Tedeschi è un personaggio più unico che raro: attrice ma anche regista, aristocratica e popolana, immediata ed ermetica, con quella voce un po' così, con quella faccia un po' così, una delle interpreti più sofisticate e delle autrici più autentiche del panorama cinematografico contemporaneo.
Con "Les Amandiers", il suo quinto lungometraggio, è ora in concorso al Festival di Cannes, per raccontare della scuola di teatro fondata da Patrice Chéreau a Parigi i suoi anni di studio sul palcoscenico.
Ancora una volta parla di sé, sfruttando l'autobiografia per regalare una storia di inadeguatezza, sensibilità e aspirazione alla felicità in cui è difficile non ritrovare almeno un poco di se stessi. Ed è a partire da questa constatazione che l'autrice del Fotogramma #22, Benedetta Pallavidino, offre un resoconto della VBT regista.: un "vortice di vita" fatto di storie, di ricordi, di fantasmi, di musica.