Gli Omega-3 nel controllo dell’infiammazione
Barry Sears, biochimico e ideatore della #DietaZona, ribadisce, in occasione del "#MasterCovid e #LongCovid: #nutrizione, #immunità e #infiammazione", organizzato a Milano da The Inflammation research foundation ed Equipe Enervit, con il patrocinio Sinseb Comunica (Società italiana nutrizione salute e benessere), il ruolo degli #Omega3 nella stimolazione della produzione di resolvine in grado di contrastare lo stato #infiammatorio dell’#organismo.
Guarda la videointervista a Barry Sears, Inflammation research foundation. #nutrientiEsupplementi
Il cibo buono, per la salute e per il pianeta
Il #cibo può essere uno dei più potenti alleati della nostra #salute, fornendoci l’energia e la materia necessarie per costruire il nostro #corpo e mantenerlo sano, permettendoci di combattere infezioni, riparare ferite, rigenerare tessuti. Inoltre, attraverso l’attività della comunità #microbica che vive nel nostro intestino, il cibo può direttamente regolare il #sistemaImmunitario, indirizzandolo verso la giusta strada della #protezione, impedendogli di diventare troppo aggressivo. D’altro canto, è proprio a tavola che iniziano tanti dei nostri problemi! Una #dieta squilibrata è infatti la causa diretta o indiretta di un enorme numero di #malattie tipiche delle società moderne, tra cui #diabete, #obesità, #ipertensione, #ipercolesterolemia, #infiammazione, #cancro. La cosa davvero interessante è che leggendo “Il cibo buono”, scritto a quattro mani da Antonella Viola e Daniele Nucci, si scoprirà che il cibo che fa bene al nostro corpo è anche quello che fa bene al pianeta. Ecco che la chiave di lettura di queste pagine diventa non più la salute del singolo ma quella di tutta l’umanità. Mangiare meno, mangiare sano, riscoprire la vera #dietaMediterranea sono i segreti per combattere l’#infiammazione in noi e nel pianeta Terra.
Guarda la videointervista a Antonella Viola, Immunologa, Università degli Studi di Padova
#nutrientiEsupplementi
Nutraceutici attivi sulla disfunzione endoteliale
La protezione della parete #vasale e il mantenimento della piena funzionalità dell’#endotelio, rappresentano un #unmetMedicalNeed verso il quale si rendono necessarie strategie #terapeutiche e/o #nutraceutiche, capaci sia di prevenire l’instaurarsi di una disfunzione #endoteliale che di supportarne il ripristino, laddove sia già avvenuto il danno. Nel panorama attuale molti #integratori dalle riconosciute proprietà anti-ossidanti e anti-infiammatorie a livello #cardiovascolare sono stati proposti come approccio nutraceutico per arginare e/o risarcire il danno #endoteliale. Sulla base di evidenze cliniche recenti, i #nitrati contenuti in alcuni alimenti come la #barbabietolaRossa, essendo fonti esogene di #NO, o #polifenoli come il #resveratrolo, #amminoacidi come la #LArginina e #vitamine come la #vitaminaD, agendo da promotori della #biosintesi di NO, sembrano avere concrete potenzialità di applicazione in questa condizione patologica.
Guarda la videointervista a Alma Martelli, Dipartimento di Farmacia, Università di Pisa
#nutrientiEsupplementi
Alma Martelli
Astaxantina e le sue proprietà benefiche
L’#astaxantina è uno dei più potenti #antiossidanti al mondo e presenta anche un forte potere #antinfiammatorio. Queste due proprietà le permettono di agire su una vasta gamma di #patologie. Essa, difatti, presenta una notevole efficacia #antitumorale avendo un’azione #antiproliferativa delle #cellule, #apoptotica e #antinvasione e migrazione delle cellule #tumorali interagendo con numerosi bersagli #molecolari. Viene, inoltre, utilizzata nel trattamento e nella prevenzione di patologie #neurologiche e #cardiovascolari e per aumentare e/o mantenere invariate le riserve di glicogeno muscolare durante uno sforzo fisico. Tuttavia, occorrono ulteriori #studi e ricerche tali da fornire risultati e prove concrete più attendibili sull’efficacia di questa molecola.
Guarda la videointervista a Sheila Leone, Dip. di Farmacia - Università degli Studi "Gabriele d'Annunzio" Chieti-Pescara.
#nutrientiEsupplementi
Caffè, caffeina e outcome della salute
Recenti evidenze hanno permesso di fugare gran parte dei dubbi che, ancora oggi, insorgono nei clinici quando si tratta di consigliare se e in quale misura permettere il consumo di #caffè come parte integrante di una #alimentazione e di uno stile vita equilibrati, in particolare nei #pazienti affetti da patologie #cardiovascolari. Il vantaggio preventivo del caffè è indipendente dalla presenza di #caffeina e dipende dalla concentrazione di una serie di composti ad attività #antiossidante e in grado di contrastare gli effetti sfavorevoli di numerosi meccanismi capaci di promuovere la #malattia, soprattutto #cardioMetabolica. Una notevole mole di evidenze suggerisce che il consumo abituale di caffè in dosaggi medio-alti (da tre a cinque tazzine), non solo non arreca conseguenze negative alla #salute dei soggetti adulti, ma è anzi in grado di ridurre significativamente l’incidenza e la #mortalità delle malattie #cardiovascolari, nonché la mortalità per tutte le cause.
Guarda la videointervista a Claudio Borghi, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna
#nutrientiEsupplementi
Probiotici, rivoluzione in medicina
Diverse ricerche finora condotte confermano il ruolo che i #probiotici svolgono nel contrastare una serie di #patologie. Tra queste, la sindrome dell'#intestinoIrritabile, la sindrome #metabolica, la #steatosiEpatica non alcolica e le #cardiopatie ischemiche. Degno di nota anche il grande settore degli #psicobiotici, cioè quei probiotici che vengono somministrati per rispondere a patologie del sistema nervoso centrale o malattie psichiatriche. La vera rivoluzione è iniziata quando si è passati dai metodi colturali alla determinazione #genetica, attraverso sistemi di sequenziamento del cosiddetto #metagenoma, cioè il genoma del #microrganismo presente nel nostro corpo. Le ricerche più interessanti scaturiranno dalla combinazione di varie omiche, ovvero le tecniche che possono consentire di definire quali batteri, virus o altri costituenti sono presenti all’interno del nostro #organismo e la loro funzione. Molti studi, in effetti, sono già avviati non soltanto nel riconoscere un’alterazione nella cosiddetta “microbial signature”, cioè nella traccia #microbica presente in una determinata malattia, ma nel comprendere quale è la conseguenza di questa alterazione.
Guarda la videointervista a Fabio Pace, Uoc Gastroenterologia ed Endoscopia digestiva, Osp. Bolognini, Seriate (Bg)
#nutrientiEsupplementi
Microbiota e malattie neurodegenerative: le sfide della ricerca
Nella ricerca delle cause che scatenano le malattie #neurodegenerative, la scienza si interroga sul ruolo che potrebbe svolgere il #microbiota. In questa direzione sono stati condotti diversi studi su come stati di #disbiosi alterino la barriera vascolare #intestinale, consentendo a batteri pericolosi di entrare nel circolo sanguigno e raggiungere il #cervello, superando i controlli predisposti dall’organismo. Una situazione che porta alla chiusura delle barriere encefaliche e all’isolamento del cervello dal resto dell’organismo con generazione di uno stato di #ansia. Resta da valutarsi se tutto questo possa creare un’#infiammazione la cui conseguenza sia il favorire lo sviluppo di uno stato #infiammatorio in grado di scatenare un processo #neurodegenerativo. La sfida sarà comprendere come le due barriere, quella ematoencefalica e quella vascolare intestinale sono connesse e se si regolano reciprocamente. #Dieta, #probiotici e #postbiotici sono sicuramente d’aiuto per mantenere un efficiente stato di #eubiosi.
Guarda la videointervista a Maria Rescigno, Laboratorio di Immunologia delle mucose e microbiota HUMANITAS Research Hospital
#nutrientiEsupplementi
Dall'asse intestino-cervello al microbiota: evoluzione delle conoscenze sull'intestino irritabile
L'#intestinoIrritabile è, com'è noto, una patologia molto comune: si stima che ne soffra dal 4 al 10% della popolazione globale. #Dolore addominale, #gonfiore, #stipsi e/o #diarrea ne sono i sintomi più noti, ma non bisogna dimenticare anche la possibile sintomatologia extra-intestinale, che comprende #fibromialgia, #cefalea, #dispareunia. Attualmente non si parla più di malattia funzionale, quanto piuttosto di #disordini dell'asse intestino-cervello, e si è passati dal concetto di malattia psicosomatica a quello di malattia organica, con l'individuazione di alterazioni dell'#intestino misurabili. Tra queste, di particolare interesse, sono quelle che riguardano il #microbiota, grazie anche alla possibilità di modularlo, influendo sia sulle funzioni #intestinali che su quelle del sistema #nervoso centrale.
Guarda la videointervista a Giovanni Barbara, Professore associato Medicina interna Alma Mater Studiorum - Università di Bologna
#nutrientiEsupplementi
Ca colon-rettale, vantaggi del pesce in scatola
In uno studio condotto dall’Istituto di Ricerche Farmacologiche Istituto Mario Negri IRCCS di Milano, è stato esaminato, per la prima volta, l’effetto del consumo di #pesce in scatola separatamente da quello di pesce fresco sul rischio di #tumore al #colon-retto. Lo studio è stato condotto nell’ambito delle attività dell’Italian Institute for Planetary Health (IIPH), in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano. I risultati ottenuti hanno messo in evidenza una riduzione del 34% circa del rischio di insorgenza di questo tipo di tumore nei soggetti che consumavano almeno due porzioni alla settimana di pesce in scatola sott’olio (pari a 80 grammi ciascuna). Il pesce è già noto abbia effetti favorevoli contro il cancro colo-rettale, ma il possibile ruolo del pesce in scatola non era chiarito. La ricerca ha analizzato i dati di due studi caso-controllo che, grazie al sostegno di AIRC - Fondazione AIRC per la Ricerca sul Cancro, sono stati condotti tra il 1992 e il 2010 in diverse aree italiane, coinvolgendo un totale di 2.419 pazienti con diagnosi di tumore al colon-retto e 4.723 controlli non affetti dal tumore. Il pesce in scatola è stato analizzato in base alla frequenza settimanale di consumo.
Guarda la videointervista a Carlo La Vecchia, Docente di Epidemiologia Università degli Studi di Milano
#nutrientiEsupplementi
Vitamina D e calcio: ruolo nel Covid–19
Il gruppo dell’Istituto di Scienze endocrine e metaboliche dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano è stato pioniere nell’identificare il cosiddetto fenotipo #osteo-#metabolico del #Covi19, (recentemente descritto su Nature reviews endocrinology), di cui oltre alle già citate #fratture vertebrali fanno parte l’#ipovitaminosiD e l’#ipocalcemia. La #vitaminaD è coinvolta attivamente nella #prevenzione delle #infezioni acute del tratto #respiratorio e, in particolare, di quella da Covid-19 attraverso la sua azione #antimicrobica. È, inoltre, capace di diminuire il rischio di malattia grave, grazie alla sua azione di riduzione della risposta #infiammatoria. I Paesi dove il tasso di mortalità per Covid-19 è più alto, sono gli stessi in cui i livelli di vitamina D nella popolazione sono più bassi, e gli stessi soggetti ospedalizzati con forma severa di malattia, nella maggior parte dei casi, presentano una carenza dei livelli di vitamina D circolanti. Inoltre, le evidenze sottolineano come i pazienti positivi al Covid-19 presentino bassi livelli di #calcio ionizzato, sia all’ingresso in reparto che durante la degenza. È dunque possibile che il fenotipo #osteometabolico condizioni l’andamento della malattia e che rappresenti un utile target per il monitoraggio e la terapia del Covid-19.
Guarda la videointervista ad Andrea Giustina, Istituto di Scienze endocrine e metaboliche Università Vita-Salute San Raffaele
#nutrientiEsupplementi
Integrazione in caso di dieta chetogenica
Nel corso di un protocollo #chetogenico è importante affiancare alla #dieta una strategia di #integrazione. Indispensabili sono i sali di #magnesio e #potassio, perché durante la #chetosi si verifica uno sbilanciamento dell’equilibrio acido-base che può portare a crampi, cefalee, dolori muscolari fino, nei casi più gravi, ad arresto cardiaco. Altre sostanze da integrare, gli acidi grassi polinsaturi, #Omega3 e #Omega6. In caso di chetosi, inoltre, possono manifestarsi problemi a pelle, unghie e capelli. Utile, perciò, una supplementazione con #vitamine del gruppo B, in particolare B6 e B12. Indicati anche ceppi #probiotici ad hoc che vadano a sopperire alla deplezione di alcune colonie simbiontiche dell’intestino, in particolare i bifidi e, se necessario, polveri di #fibre, possibilmente solubili, vuoi per l’azione #prebiotica, vuoi per favorire la regolarità #intestinale.
Guarda la videointervista a Livia Galletti, Scuola di nutraceutica applicata SINut news (Società italiana di nutraceutica)
#nutrientiEsupplementi
Obesità, che fare?
L’#obesità non è riconducibile semplicemente a uno stile di vita scorretto e per curarla non bastano impegno e forza di volontà: è una malattia #cronica e come tale va trattata. Bisogna aiutare le persone con obesità nelle difficoltà quotidiane, sostenendo chi ne è affetto e stimolandolo a rivolgersi al medico, ma soprattutto è necessario combattere l’informazione scorretta e molto diffusa sul tema, spesso ridotto a un semplice problema di #alimentazione o a una questione di mancanza di forza di volontà. Si tratta di una malattia cronica multifattoriale molto complessa che dipende da diversi fattori genetici, ambientali e psicologici ed è associata allo sviluppo di malattie croniche non trasmissibili come #diabete di tipo 2, malattie #cardiovascolari, #ipertensione, malattie del #fegato e almeno 12 tipi di #tumori. Per la cura e il trattamento richiede il coinvolgimento di molteplici figure sanitarie specializzate.
Guarda la videointervista a Giuseppe Fatati, Presidente Fondazione ADI - Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica.
#nutrientiEsupplementi
Etichette front-of-pack: a che punto siamo?
Tra i temi in discussione nel corso del 42.mo congresso SINU - Società Italiana di Nutrizione Umana svoltosi di recente a Napoli, molto interesse ha suscitato quello legato alle #etichette Front of pack, ovvero strumenti in grado di supportare il #consumatore negli acquisti sulla base di criteri #nutrizionali. Due i sistemi al centro del dibattito: #Nutriscore e #NutrinformBattery. Criticato il primo, per indicazioni basate sul consumo di 100 g di prodotto e non sulle porzioni consumate, come invece suggerisce il secondo. Sinu ha messo a punto un position paper che mette a confronto pro e contro dei due metodi, sottolineando come però sia sempre necessario valutare la combinazione degli #alimenti nel piatto e non gli stessi presi singolarmente.
Guarda la videointervista a Nicoletta Pellegrini, Università degli Studi di Udine
#nutrientiEsupplementi
Target di riferimento per il contenuto di sale degli alimenti
Nel corso del 42.mo Congresso SINU - Società Italiana di Nutrizione Umana tenutosi di recente a Napoli, è emersa in maniera inequivocabile la necessità di incidere sull’attuale contenuto di #sale degli #alimenti trasformati e confezionati, tenendo conto dei benchmark proposti dalla direttiva 2021 dell’Oms. In Italia, per esempio, il progetto "Flip" del Gruppo giovani Sinu evidenzia come per il #pane e suoi sostituti (grissini, taralli) i prodotti oggi in commercio eccedono le quantità di sale previste dall’Oms. Fondamentale, infine, favorire l’educazione del consumatore che deve essere correttamente informato per fare scelte consapevoli, obiettivo del programma "Guadagnare Salute" del ministro Roberto Speranza.
Guarda la videointervista a Paolo Simonetti, Università degli Studi di Milano.
#nutrientiEsupplementi
I diversi aspetti della nutrizione personalizzata
Al 42° Congresso nazionale della Società italiana di nutrizione umana (Sinu) tenutosi di recente a Napoli, si è affrontato il tema dei fattori che possono influire sulla risposta al cibo da parte di ciascun individuo. Da una parte, vi è un effetto legato al patrimonio genetico, ovvero “come il cibo parla ai nostri geni”, tra nutrigenetica e nutrigenomica. Da non trascurare, poi, l’effetto del timing di assunzione del cibo sulla risposta: consumare lo stesso pasto di sera o di mattina può fare la differenza a seconda del cronotipo serale o mattutino di ciascuno. Infine, uno degli aspetti più interessanti ed emergenti nelle ricerche di questi ultimi anni, ovvero la possibilità da avere indicazioni alimentari sulla base del microbiota intestinale, modulabile a secondo dei nutrienti introdotti e i cui prodotti metabolici influiscono notevolmente sullo stato di salute.
Guarda la videointervista a Daniela Erba, Università degli Studi di Milano.
#nutrientiEsupplementi
Alimenti di origine animale, tra miti e realtà
Nel corso del 42° Congresso nazionale della Società italiana di #nutrizione umana (Sinu), è stato organizzato un simposio per discutere di quanto le alternative alla #carne possano rappresentare una scelta valida e sensata per chi vuole o deve sostituire le fonti di origine #animale con altre di origine #vegetale. L’analisi dei contenuti #nutrizionali di prodotti alternativi alla carne rivela risultati tutt’altro che scontati, giacché le opzioni a disposizioni spesso contengono insidie nascoste come, per esempio, maggiore contenuto di #sale. Quindi è bene fare scelte molto oculate. Sul fronte #pesce, si suggerisce sempre quello grasso rispetto a quello magro per quanto riguarda la prevenzione delle malattie #cardiovascolari. Infine, si è ribadito come modelli di diete #vegetariani/#vegani si rivelino una scelta interessante per la riduzione delle malattie cardiovascolari e la mortalità di qualsiasi origine. Anche tra gli alimenti di origine vegetale vi sono però tranelli nascosti come bevande zuccherate, piuttosto che cibi particolarmente raffinati. Di riferimento rimane sempre la dieta mediterranea, di ispirazione #vegetariana ma capace di integrare anche alimenti di origine animale.
Guarda la videointervista a Marialaura Bonaccio, Irccs Neuromed, Pozzilli, Isernia.
#nutrientiEsupplementi
Il dietista nella gestione della policistosi ovarica
La Sindrome dell'#ovaio #policistico (#Pcos) è una condizione estremamente eterogenea che richiede un approccio multidisciplinare. Sicuramente è di pertinenza di #ginecologi, #endocrinologi, #medici di Medicina generale ed esperti in #salute mentale. Fondamentale, però, anche il ruolo del #dietista, il cui coinvolgimento nella pratica clinica rimane, purtroppo, sporadico. Una figura chiave in tre fasi cruciali: nell’inquadramento diagnostico, nella fase di intervento per correggere gli stili di vita e nel follow-up. I consigli #nutrizionali devono essere volti, in particolare, a perdere peso e a contrastare la resistenza #insulinica.
Guarda la videointervista a Simona Frontoni, Università di Roma Tor Vergata.
#nutrientiEsupplementi
Nutraceutici e controllo delle allergie pediatriche
Le #terapie #naturali potrebbero contribuire al controllo delle malattie #allergiche, in particolare della #rinite allergica. Alcuni studi clinici, infatti, dimostrano come grazie all'utilizzo di #nutraceutici in bambini con rinite allergica è possibile ridurre l’uso di #steroide nasale e di #antistaminico. In una delle ricerche realizzate presso la Fondazione Ircc Policlinico San Matteo di Pavia, 63 bambini con rinite allergica sono stati divisi in due gruppi: nel primo i bambini hanno ricevuto un #integratore contenente estratto secco di #Perilla, #Quercetina e #VitaminaD3 accanto alla normale terapia #antiallergica. Nel secondo gruppo la terapia standard veniva associata a un placebo. Il numero di giorni in cui i bambini hanno dovuto assumere la terapia #antistaminica è stato significativamente inferiore di quelli del secondo gruppo (rispettivamente 15 e 30 giorni). Si tratta, a detta degli Autori, di #antistaminici naturali dall’attività #terapeutica simile ai farmaci, ma senza particolari effetti collaterali, come per esempio la sonnolenza, e che possono essere usati in maniera integrata nella cura permettendo un risparmio di farmaci standard.
Guarda la videointervista a Gianluigi Marseglia, Presidente SIAIP - Società Italiana di Allergologia e Immunologia Pediatrica.
#nutrientiEsupplementi