02/12/2019
I Termovalorizzatori bruciano rifiuti e producono energia. Ma, negli ultimi anni in Italia, hanno prodotto soprattutto polemiche.
Una grossa parte dell’opinione pubblica, coadiuvata da alcune componenti della politica nazionale, ritiene che i termo-valorizzatori siano vecchi, inefficienti, pericolosi per l’ambiente e per la salute umana.
Ma è davvero cosi?
In Italia nel 2018 sono state destinate alla termovalorizzazione circa 6 milioni di tonnellate di rifiuti, pari al 18% per cento della produzione di rifiuti urbani nazionale , distribuite nei 45 impianti operativi presenti nel nostro paese.
Una percentuale importante, percentuale che addirittura aumenta sensibilmente se si prendono in considerazione paesi come la Germania e la Danimarca, noti tra le altre cose per la loro sensibilità alle questioni ambientali.
L’EPA (l’agenzia per la protezione dell’ambiente statunitense ) ha definito la gerarchia delle modalità di smaltimento dei rifiuti, ponendo al primo posto il riciclo e stabilendo che la termo-valorizzazione sia preferibile solamente allo stoccaggio in discarica. Notiamo che sfortunatamente non tutti i rifiuti sono riciclabili, fatto che pone la necessità di smaltire questa enorme quantità di rifiuti non designabili alla filiera del riciclo.
Una buona parte dell’opinione pubblica del nostro paese è avversa alla termovalorizzazione ; spesso questa avversità si declina nell’atteggiamento del “non nel mio cortile”, ma questo è un altro discorso.
Le critiche vertono essenzialmente sull’inquinamento atmosferico prodotto dagli impianti e dagli effetti di quest’ultimo sulla salute delle persone.
Stando ai dati presenti nel report sull’attività del termovalorizzatore di Brescia , il più grande in Italia e tra i più grandi in Europa, l’impatto dell’impianto relativo a tutte le diversi componenti dell’inquinamento atmosferico ( monossido di carbonio, metalli pesanti, diossine, biossido di zolfo et cetera) è minimo, ben al di sotto dei livelli massimi consentiti dalla legge. Notiamo inoltre che considerando le determinanti dell’inquinamento atmosferico del comune di Brescia suddiviso nelle suddette componenti, l’attività di termovalorizzazione è responsabile al massimo del 5 % delle emissioni.
Riguardo alle conseguenze sulla salute umana delle emissioni degli impianti, il tema è dibattuto e controverso. I risultati degli studi epidemiologici sono vari e contrastanti. Probabilmente è ancora presto per stimare con accuratezza l’effetto delle emissioni sulla incidenza di determinate patologie.
Se l’argomento vi interessa e la lettura vi ha un po’ annoiato, valorizzate il vostro tempo e ascoltate il podcast!
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