17/12/2024
Sono gli schiavi moderni, i giornalisti freelance. Come gli operai del tardo Ottocento, battono il ferro (dell'informazione) avvolti da catene invisibili: precarietà, sfruttamento, invisibilità contrattuale. Senza tutele, senza diritti, sempre più sottopagati, costretti a inseguire un pezzo dopo l’altro non per ambizione, ma per sopravvivere.
L’assenza di un contratto non è libertà, ma condanna.
Un articolo consegnato non garantisce il prossimo.
Un incarico che inizia oggi può terminare domani.
Una collaborazione che dura anni può spezzarsi da un giorno con l'altro senza un avviso. Indennità, disoccupazione, preavviso sono concetti sconosciuti.
I freelance non scioperano, non gridano, non rilasciano interviste: sono voci solitarie p***e nel caos digitale. Competono al ribasso, ingoiati da un mercato che divora chi non si piega. Ingranaggi sacrificabili di una macchina che produce informazione in serie: senza volto, senza nome, senza protezioni. Con Nicole Cavazzuti Stefano Fossati Volevo fare il giornalista