Raffiche di vento di 100 km/h hanno ribaltato un tir che viaggiava sulla A1 in Scozia. Si tratta di uno dei diversi incidenti causati in questi giorni dal passaggio della tempesta Eowyn in tutta la Gran Bretagna. Come mostrano le immagini, le raffiche hanno fatto pericolosamente oscillare il mezzo una prima volta, ma una sterzata del conducente ha evitato il peggio. Poco più avanti, però, le raffiche sono diventate troppo forti e il mezzo è stato rovesciato, finendo fuori strada.
(✏️ Tommaso Nicolò) Nel 1957 l’Unione Sovietica lanciava in orbita il primo satellite della storia, lo Sputnik 1, aprendo, in piena guerra fredda, quella che sarebbe passata alla storia come la stagione della corsa allo spazio. Sono passati più di sessant’anni da quella data storica, anni in cui il numero degli oggetti in orbita introno al nostro pianeta è andato via via aumentando, portando allo sviluppo di un ecosistema quantomai complesso, variegato e perciò anche ricco di pericoli. Se, infatti, il numero dei satelliti attivi attualmente in orbita si attesta a circa 4000, ben diverso è il discorso dei rifiuti spaziali, l’insieme di detriti prodotti dalla distruzione o dalla dismissione di satelliti, che con dimensioni che oscillano dal millimetro a più di dieci centimetri arrivano a quasi 130 milioni, un numero che desta sempre più preoccupazione tra gli esperti che temono possa verificarsi la cosiddetta sindrome di Kessler. Per capire cosa sia la sindrome di Kessler e perché gli scienziati sono così preoccupati è necessario fare un passo indietro.
Nel 1978 l’astrofisico americano Donald Kessler ipotizzò uno scenario in cui il crescente numero di detriti cosmici innesca una reazione a catena: un piccolo oggetto ne colpisce un altro frammentandolo e portando alla formazione di nuovi detriti che a loro volta collidono con altri corpi in un effetto domino catastrofico, a quel punto l’orbita terrestre sarà così tanto intasata da impedire il funzionamento anche del più piccolo satellite e bloccando in modo brusco l’esplorazione spaziale. 👉 L'articolo prosegue sul sito del Corriere
(✏️ Marco Calabresi) La cura del dettaglio, per Jannik Sinner e per le telecamere della Rod Laver Arena. Pickle Juice, succo di cetriolini: tra i rimedi usati in questi giorni di fatiche in Australia, c'è anche una bevanda verde che non sarà il massimo della dolcezza e del gusto ma che ha effetti benefici. Non è la prima volta che il succo di cetriolini si vede sulle panchine dei templi del tennis, e non è neanche la prima volta che Sinner la beve: accadde anche al Roland Garros, durante la battaglia persa contro Carlos Alcaraz nel torneo che gli diede la certezza di diventare il numero uno del mondo. Si è rivista a Melbourne contro Shelton, e chissà se succederà anche domani mattina nella finale contro Zverev.
Ma quali sono i superpoteri del succo di cetriolini? L'ex tennista australiano Sam Groth a Channel 9 (la stessa emittente del caso Djokovic) li ha spiegati in maniera dettagliata: «Colpisce il riflesso orofaringeo, che impedisce ai nervi di infiammarsi prevenendo così i crampi. Il sodio all’interno riesce a bloccare il riflesso nervoso che provoca i crampi ai muscoli». Effetti di cui Sinner ha enorme bisogno in questi giorni di sofferenza fisica e mentale. Medvedev, eliminato prematuramente da questa edizione dell'Australian Open, è stato quello più esplicito di tutti a proposito: «Serve contro i crampi, ma è disgustoso». 👉 L'articolo prosegue sul sito del Corriere
Le quattro soldate liberate da Hamas dopo 477 giorni di prigionia hanno abbracciato i loro genitori nella base militare di Reem. Sono Karina Ariev, 20 anni, Daniella Gilboa, 20 anni, Naama Levy, 20 anni, e Liri Albag, 19 anni. Le loro condizioni di salute sono buone, come riferito dall'Idf poco dopo il rilascio. La famiglia di Liri Albag, la più giovane del gruppo, ha condiviso la gioia e il sollievo: «Abbiamo finalmente potuto vedere Liri, abbracciarla e sapere che è con noi, al sicuro e circondata dall'amore della sua famiglia. Ha mostrato una forza sovrumana e ha attraversato l'inferno»
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha visitato l'area devastata dall'incendio di Palisades, in California, dove ha stretto la mano ai vigili del fuoco e ad alcuni residenti. «Non credo che ci si riesca a rendere conto di cosa sia una simile devastazione finché non la vedi. È incredibile. È veramente un deserto di cenere», ha commentato Trump, incontrando poi a Los Angeles alcune autorità locali insieme alla First Lady Melania. «Dobbiamo lavorare insieme perché se ne esca veramente», ha detto il presidente, citato dal Los Angeles Times. Al suo arrivo in California, Donald e Melania sono stati accolti all'aeroporto di Los Angeles dal governatore dem Gavin Newsom, che ha ringraziato. «Ringrazio il governatore per essere venuto», ha detto Trump, che solitamente bersaglia il governatore senza pietà. «Sono io a ringraziare il presidente. Avremo bisogno del suo sostegno. Non vedo l'ora di metterci a lavorare insieme», ha risposto Newsom.
Le quattro soldate liberate da Hamas dopo 477 giorni di prigionia hanno abbracciato i loro genitori nella base militare di Reem: le giovani sono state rilasciate nella mattina di sabato 25 gennaio, come parte dell'accordo per la tregua tra Hamas e Israele. Gli operatori della Croce Rossa - che ha materialmente portato le donne da Gaza in Israele - ha informato l'Idf che le condizioni delle quattro militari rilasciate sono buone, ma le ragazze saranno sottoposte a una prima valutazione medica da parte di una unità specializzata dell'esercito.
La Costituzione in mano, una coccarda tricolore sulla toga. In tutti i tribunali d'Italia, nel giorno dell'inaugurazione dell'anno giudiziario, va in scena la protesta dei magistrati contro la separazione delle carriere. A Napoli c'è il ministro Nordio, principale promotore della riforma: le toghe lasciano l'aula appena il gurdasigilli prende la parola.
Manifestazioni per la Palestina
Manifestazioni per la Palestina
De Rossi proprietario dell'As Ostiamare
De Rossi proprietario dell'As Ostiamare
(✏️ Vera Mantengoli) O si vende il vetro di Murano o si chiude il negozio. Non usa mezzi termini l’assessore al Commercio del Comune di Venezia, Sebastiano Costalonga, quando spiega in cosa consisterà la proposta che presenterà il 5 febbraio alle categorie. Nonostante il provvedimento sull’anti-paccottiglia abbia dato e continui a dare risultati, allo scadere dei tre anni di sperimentazione Costalonga chiederà che entri nel Regolamento comunale, ma con un’aggiunta specifica. «Ci sono dei professionisti veneziani che, pur di fare soldi, si prestano a rovinare la città nella quale loro stessi vivono — dice l’assessore nella speranza che le sue parole arrivino ai diretti interessati —. In una decina di casi sono stati infatti presentati dei negozi che avrebbero dovuto vendere prodotti in vetro di Murano, ma che poi all’apertura si sono rivelati botteghe di paccottiglia».
L’assessorato si è sentito preso in giro e, nella futura proposta, si stringeranno le maglie a chi vuole vendere vetro. «La delibera che proporremmo sarà molto restrittiva — prosegue Costalonga —. Introdurremo una serie di indicazioni dove chi vorrà aprire negozi di vetro potrà farlo solo e soltanto se è di Promovetro o di maestri artigiani riconosciuti dalla Regione Veneto dopo un iter specifico». 👉 Leggi l'articolo completo sul Corriere
(✏️ Alessandro Vinci) Fumare non nuoce solo alla salute, ma anche al portafoglio. È quanto emerge da uno studio condotto a partire dal 2001 da un team di ricercatori della Jyväskylä University School of Business and Economics, in Finlandia, e i cui risultati sono stati pubblicati la scorsa settimana sulla rivista specializzata Nicotine & Tobacco Research. Questo perché gli autori del documento, dopo aver incrociato i dati sanitari del progetto Cardiovascular Risk in Young Finns (analisi longitudinale su 3.596 connazionali nati tra il 1962 e il 1977) con quelli relativi al mercato del lavoro di Statistics Finland e con le informazioni di background familiare del Longitudinal Population Census, hanno effettivamente rilevato che sì: esiste una correlazione tra il numero di sigarette fumate e i guadagni conseguiti nel corso della carriera professionale.
Più nello specifico, per quantificare con adeguata precisione l’abitudine al fumo dei componenti del campione gli studiosi hanno utilizzato l’unità di misura del «pack-year» (pacchetto-anno), ricavabile moltiplicando gli anni della persona di turno per la media delle sigarette da questa consumate giornalmente e poi sottraendo alla cifra risultante l’età del soggetto quando aveva iniziato a fumare. Giusto per fare un esempio, presentare un valore di 10 pack-year significava quindi aver consumato mediamente un pacchetto al giorno per un totale di 10 anni. Ebbene, a quel punto i ricercatori hanno scoperto che a ogni pack-year in più era associata una diminuzione dell'1,8% dello stipendio percepito. Di conseguenza, calcolatrice alla mano, ridurre i propri pack-year di cinque unità potrebbe portare a un aumento dei guadagni del 9%: decisamente niente male. 👉 L'articolo prosegue sul sito del Corriere
Nelle fumarole della solfatara dei Campi Flegrei è stato rilevato, a partire dalla fine del 2018, un aumento nelle concentrazioni di zolfo dovute ai gas prodotti dal magma in risalita nella crosta terrestre, tra i 9 e i 6 chilometri di profondità. Lo indica la ricerca condotta dall'Osservatorio Vesuviano dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e pubblicata sulla rivista Nature Geoscience. I risultati dello studio, al quale ha contribuito l'Università di Palermo, «non implicano un'eruzione vulcanica imminente», rileva l'Ingv in un comunicato, ma «sottolineano l'importanza di un monitoraggio continuo dell'area». Gli autori della ricerca, guidati da Stefano Caliro, osservano che «un crescente rilascio di zolfo dalle fumarole è tipico dei vulcani quiescenti che attraversano una fase di possibile e graduale riattivazione».
La ricerca si è batata sulla raccolta sistematica di campioni e su analisi chimiche dei gas emessi dalle fumarole. I dati indicano che il crescente contenuto di zolfo si deve alla risalita del magma, che riscalda il sistema idrotermale superficiale e libera questo elemento intrappolato nei minerali. Il meccanismo, inoltre, è una delle cause della sismicità osservata nei Campi Flegrei negli ultimi anni. «Il crescente contributo magmatico nei gas - dice Giovanni Chiodini dell'Ingv di Bologna, tra gli autori dello studio - suggerisce una importante evoluzione nella dinamica del sistema vulcanico flegreo dal 2018». 👉 L'articolo prosegue sul sito del Corriere