MILANO CORTINA 2026
Piazza Duomo sabato mattina, fortunatamente leggermente piovoso, per cui con poca gente in giro per la piazza è a passarmi davanti mentre registro.
Installazione Enel con schermi ad effetto tridimensionale, si fa sicuramente notare e tra qualche giorno inizia la Fashion Week, timing perfetto.
#milanocortina2026 #ideedimarketing #comunicazione #hypemarketing
SICUREZZA STRADALE
Tradizionalmente le campagne per la sicurezza stradale realizzate dal Ministero dei Trasporti sono a dir poco imbarazzanti, lo erano anche prima di Salvini.
Il problema è sempre lo stesso, puntano a parlare ai giovani, ma lo fanno con un tono paternalistico e con un approccio "anziano", nella migliore delle ipotesi i giovani lo ignorano oppure lo deridono.
Lo so che non è facile parlare di sicurezza stradale, ma si può fare qualcosa di meglio e ogni volta mi torna in mente questa campagna realizzata ad Honk Kong in collaborazione con VolksWagen.
L'esperimento è stato molto semplice, prima di entrare a vedere lo spettacolo ai ragazzi è stato chiesto di lasciare il numero di telefono per una promozione.
Quando si sono accomodati in sala è partito un video e al momento opportuno a tutti i telefoni è stata inviata una notifica, nessuna retorica o paternalismo, solo un messaggio secco brutale che arriva e non si dimentica.
Fare meglio su può.
FOOD FIGHTERS DA MATTEL
Nel 1988 Mattel lanciò una nuova linea di giocattoli, i Food Fighters, che in italia vennero soprannominati in maniera imbarazzante "i guerrieri della tavola calda", l'inglese era ancora una lingua ignota e anche "food fighters" per molti era difficile da comprendere.
Ancor più complicato da capire, almeno pet me, è come qualcuno alla mattel abbia potuto pensare che bambini e ragazzi avrebbero desiderato giocare con hamburger, hotdog o cimabelle guerriere, che si sfidavano con friggitrici volanti.
Non vi sorprenderà scoprire che i "Food Fighetrs" ballarono una sola estate e che la produzione dell'intera linea venne interrotta già nel 1989, altrettando poco sorprendente è scoprire che oggi quei personaggi siano ambitissimi dai collezionisti.
#giochianni80 #fallimentimarketing #spotanni80
L'OMBRA DEL VAMPIRO
Nel 2020 la BBC ha prodotto la miniserie televisiva Dracula, un personaggio portato in scena migliaia di volte e in mille modi diversi, tanto che risulta difficile trovare una nuova strategia per promuoverlo.
Chi ha seguito la creatività per il lancio della serie del 2020, però, ci è riuscito, realizzando dei manifesti che erano tra l'interattivo e il guerrilla marketing.
Una comunicazione geniale, quasi perfetta, perché non solo colpisce, ma trasmette anche quella sensazione di minaccia, di inquietudine, di angoscia che sono ideali per promuovere una serie TV su Dracula.
#bbc #dracula #serieTV
ARTE DEL SEDERE
Ovvero quella volta che senza motivo gli artigiani della qualità scelsero uno strano cambio di registro per le loro comunicazioni, con il risultato di apparire al pubblico quasi degli erotomani.
Lo spot del 2020 di "Poltrone e Sofà" spiazzò completamente la clientela, abituata da anni ad uno storytelling elegante e rilassato, decisamente in contrasto con questo umorismo vogarotto.
Fra l'altro lo spot sembrava soffrire di schizofrenia, mostrando un netto contrasto tra le immagini e il parlato e anche tra l'inizio e la fine dello spot.
La pubblicità, infatti, inizia sfruttando una banale battutaccia da osteria, ma poi torna sui registri della comunicazione classica e riprende le immagini lente e patinate tipiche della loro vecchia comunicazione, insomma un vero casino.
JAPP ENERGY CHOCCOLATE
Le pubblicità anni 90 della barretta di cioccolato energetica Japp, prodotta dalla norvegese Freia, erano belle, divertentissime e perfettamente in linea con la comunicazione e l'identità del brand, che aveva un target molto giovane.
La campagna, ideata dall'Agenzia pubblicitaria Leo Burnett, ebbe talmente tanto successo, che venne letteralmente avviata una serie di spot, sempre con gli stessi protagonisti e trame più o meno identiche, che si concludevano sempre in modo inaspettato.
A me hanno sempre ricordato il format alla "Willy il Coyote e Beep Beep", come tali le guardavi, perché erano divertenti e intanto il nome della barretta ti restava in testa e provavi simpatia per il marchio.
#funnycommercial #marketing
GENIALE MANIFESTO WONDERBRA
Senza inutil esaltazioni, questo manifesto Wonderbra rientra tra le idee creative più belle mai concepite.
Non servono parole, non serve uno slogan, non serve un payoff e nemmeno un claim, in sintesi non ha bisogno di inutili parole.
Dopo aver discusso della genesi del Viagra, mi sembrava giusto e inclusivo dare spazio anche a un prodotto rosa.
Vedo nei commenti che non per tutti il gioco/messaggio/riferimento è immediato, per cui provo ad agevolarvi: "pensa tridimensionalmente"
#spotdivertenti #wonderbra #funny
LAMBORGHI CURA DEL CLIENTE
Con decenni di anticipo su motli competitor e con una chiarezza imbarazzante, Ferruccio Lamborghini spiega in trenta secondi l'importanza di una buona politica di customer care, parolone che gli altri imprenditori hanno iniziato ad usare solo negli anni 2000.
Calmo, senza inutile enfasi, il discorso di Lamborghini è una narrazione perfetta, perché non eccede, non calca la mano, non va sopra le righe, dopotutto non servirebbe, il racconto non ha bisogno di essere urlato, è già abbastanza potente così com'è.
Sintetico, ma evocativo è un discorso perfetto, meglio di così non è possibile descrivere l'importanza di un buon customer care.
Lamborghini
#FerruccioLamborghini #customercare
GET A MAC
La campagna Get a Mac di Apple (2006-2009) è stata un esempio perfetto di campagna intelligente, semplice, quasi essenziale, solo due attori, davanti a un fondale bianco, battute affilate come un MacBook appena scartato.
Da una parte, Justin Long: giovane, rilassato, potremmo dire cool, che intermpreta Mac, dall’altra, John Hodgman: goffo, ingessato, impacciato, che ovviamente interpreta il PC.
Questa è una delle mie preferite, dove ovviamente il povero PC continua a bloccarsi e riavviarsi senza una ragione e che ribadiva uno dei punti di forza del sistema operativo di Apple, l'incrdibile stabilità.
Nienti aridi numeri di gigabyte o inutili schede tecniche, il confronto tra i due prodotti viene fatto sul modi di essere, perché Apple non vendeva solo un computer, ma un’identità.
Get a Mac fu un successo perché non diceva al pubblico "compra un Mac", ma più che altro gli insinuava il dubbio "ma sei sicuro di voler essere come lui?" e la risposta era ovvia.
Microsoft provò anche a rispondere, ma di questo magari ne parliamo un'altra volta.
#funnyadvertising #pubblicitàdivertenti #pubblicitàbelle #Apple #funnycommercial
"WILL IT BLEND?"
Ovvero come tritare la concorrenza
I video della campagna Blendtec del 2006 non si possono certo definire banali spot di prodotto e la strategia di comunicazione che li generò fu davvero poco ortodossa e molto controversa.
“Will It Blend?” è stata la campagna che ha trasformato un semplice frullatore in una leggenda di YouTube, grazie a un’idea nata dalla mente (e dalle mani) di Tom Dickson, CEO di Blendtec, tanto semplice quanto geniale.
Dickson si è limitato a prendere uno dei loro frullatori e a usarlo per polverizzare gli oggetti più assurdi, riprendendo il tutto per poi caricarlo sul canale YouTube dell'Azienda ed è bastato un solo video perché il format esplodesse.
Smartphone, biglie d’acciaio, action figure, accendini: tutto finiva in una nuvola di polvere, con il rassicurante sorriso di Dickson a chiudere ogni episodio con il tormentone “Will it blend? That is the question!”.
Il risultato sono stati milioni di visualizzazioni, solo il video dove viene triturato un iPhone ne conta 17, così con pochissima spesa un brand, fino ad allora sconosciuto, è riuscito a diventare virale e le vendite sono schizzate alle stelle.
Dopotutto se il tuo frullatore riesce a polverizzare un iPhone in diretta il successo è assicurato.
#WillItBlend #ideedimarketing #funnyadvertising
EFFICACE O CREATIVO
IL FALLIMENTO DELLO SPOT YOMO
Gli anni ’80 sono stati un periodo d’oro per la pubblicità e hanno prodotto capolavori come la pluripremiata pubblicità telepatica di Beppe Grillo per Yomo, ma anche pubblicità più stupide e meno gradevoli come quella di Bracardi per le pizzette Catarì.
La pubblicità di Grillo era divertentissima, tutti negli anni ’80 l’avevano vista e ne parlavano, mentre quella di Barcardi era sciocca e alla gente non diceva nulla, peccati che ci sia un però, bello grosso anche.
Perché i risultati di questi due spot furono totalmente a favore della pubblicità di Bracardi.
Può sembrare strano, una pubblicità così stupida, senza nessuna intuizione, senza nessuna fantasia, priva di una vera creatività, non può essere migliore.
Eppure i risultati in termini di vendite diedero ampiamente ragione a chi aveva curato la pubblicità Catarì, mentre Yomo non aumentò minimamente le proprie vendite, nonostante una pubblicità tanto divertente, originale e di successo.
Il problema fu che i creativi di Yomo, forse troppo innamorati della loro idea, si erano dimenticati della prima legge del Marketing: la creatività è al servizio del prodotto e non in contrario.
La Yomo sorpresa dal fallimento della campagna fece fare un'indagine, dalla quale risultò che gli intervistati amavano la pubblicità, la ricordavano bene, ma non ricordavano quale fosse il prodotto protagonista, perché il nome compariva solo negli ultimi secondi e l’immagine del prodotto mai.
Nell’altra pubblicità Catarì, invece, Bracardi ripeteva allo sfinimento il nome del prodotto e le pizzette erano inquadrate per tutta la durata dello spot.
A volte un’idea geniale è troppo geniale per funzionare, meglio essere un po’ meno intelligenti, ma comunicare correttamente.
#spotanni80 #pizza
NON ESISTE IL MIGLIOR RISTORANTE DI LONDRA
FINTO RISTORANTE 1° SU TRIPADVISOR
C'è chi ancora si chiede se la comunicazione Web sia effettivamente rilevante, se essere presenti e attivi sui Social sia davvero così importante, beh "date un'occhiata a questo video"
Con una geniale intuizione e pochi mesi di lavoro, l'inglese Oobah Butler è riuscito a far raggiungere il primo posto in classifica, su Tripadvisor, ad un ristorante di Londra che in realtà non esiste.
La cosa è preoccupante, assolutamente si! Ma dovrebbe preoccupare soprattutto chi ancora pensa di poter portare avanti la propria attività senza servirsi correttamente dei social media.
Perché è gravissimo che Tripadvisor permetta che succedano cose simili ed è uno dei motivi per cui ha perso molta della propria rilevanza, ma le telefonate e le richieste di prenotazione arrivavano davvero.
Inesistente o meno, il ristorante era subissato di prenotazioni e ignorare le potenzialità di questo canale di comunicazione diretto con il pubblico è ancora più grave.
#1restaurant #tripadvisorfakereviews