Meltemi Editore

Meltemi Editore «Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa a quale porto vuol approdare.»
Seneca

Meltemi è il nome di un vento che soffia nel Mediterraneo e la Melusina, la sirena a due code, l’inconfondibile logo della casa editrice. Protagonista di un racconto mitico francese, la sirena simboleggia la volontà dei fondatori di pubblicare libri che orientino e guidino i “naviganti del pensiero”. La storia della Casa editrice inizia nel 1994 con la pubblicazione di alcuni titoli di saggistica

nell’ambito delle scienze umane che ancora oggi rappresentano il fiore all’occhiello del catalogo e che Meltemi ha per prima introdotto in Italia. Antropologia, estetica e culture visuali, sociologia e cultural studies, scienze politiche, studi coloniali e postcoloniali sono le aree privilegiate di un catalogo che consta di circa 800 titoli e di una rete di autori e autrici che conta i più grandi studiosi e le più grandi studiose del pensiero contemporaneo: da Bruno Latour a Tim Ingold; da Ngũgĩ wa Thiong’o a Peter Handke; da Nancy Fraser a bell hooks; da Pierre Bourdieu a Wim Wenders; da Edgar Morin a Marc Augé, da Judith Butler a Nancy Fraser. Rinata nel 2017, la casa editrice ha riportato nelle librerie volumi di grande rilevanza culturale che da alcuni anni mancavano sugli scaffali, affiancati da novità che confermano la volontà di portare avanti la pubblicazione della migliore saggistica sui tanti volti della modernità e dell’attualità. È sulla base di questa missione che sono nate le collane “Atlantide”, “Culture radicali”, “Geoarchivi” e “Visioni eretiche”.

«Nelle società contemporanee, il rapporto e la dinamica fra inclusione ed esclusione è il risultato di una correlazione ...
02/09/2024

«Nelle società contemporanee, il rapporto e la dinamica fra inclusione ed esclusione è il risultato di una correlazione di più fenomeni e modalità in virtù di contingenze storiche e politiche sociali: vi può essere, infatti, esclusione radicale dalla società, segregazione, discriminazione, anche interna, inclusione differenziale dove convivono fattori di esclusione e integrativi. La relazione è disomogenea nell’intensità, nelle procedure e nella diffusione territoriale.

"Le politiche dell’esclusione. Centri accoglienza, ghetti agricoli e campi rom in Italia" di Antonio Ciniero è un abitare il luogo dal quale si parla e si pensa: centri di accoglienza, ghetti agricoli e campi rom, spazi carichi di significati e segni identitari, che, nella reciprocità fra modo di essere e vivere, restituiscono orizzonti di senso alla vita delle persone e concorrono, inevitabilmente, alla definizione del nostro sviluppo umano.»
Vanna D'Ambrosio, Melting Pot Europa

Le politiche dell’esclusione. Centri accoglienza, ghetti agricoli e campi rom in Italia, Antonio Ciniero

Il libro di Antonio Ciniero su centri accoglienza, ghetti agricoli e campi rom in Italia

«D'altra parte capita in poche città che la propria psichiatra si unisca all'utente per un aperitivo, conversando in un ...
29/08/2024

«D'altra parte capita in poche città che la propria psichiatra si unisca all'utente per un aperitivo, conversando in un caffè storico come due vecchie amiche. “Ho potuto essere libera, qui a Trieste, pur essendo matta”, scrive. “Questa è la psichiatria basagliana. Che mi ha aiutato a capire che vivere si può, e bene, nonostante tutto, prendendo per mano la malattia e non lasciarsene schiacciate”.»
Mary Barbaro Tolusso, Il Piccolo

Sono schizofrenica e amo la mia follia, Elena Cerkvenič
Prefazione di Francesca de Carolis
Postfazione di Peppe Dell'Acqua
Collana 180 - Archivio critico della salute mentale

«Molti hanno abbracciato il post-umanesimo, ma non sono d'accordo. E necessario un diverso tipo di umanesimo, che non me...
26/08/2024

«Molti hanno abbracciato il post-umanesimo, ma non sono d'accordo. E necessario un diverso tipo di umanesimo, che non metta l'uomo in posizione dominante ma al centro del mondo vivente per poter agire con responsabilità e promuovere il benessere di tutte le forme di vita sul pianeta. Al contrario, nel post-umanesimo l'uomo non avrà alcun ruolo positivo nel determinare il futuro: è come dire che non resta nulla da fare per gli esseri umani, riproducendo così l'alienazione tra uomo e natura che è all'origine dei nostri problemi. Tutto il mondo digitale non è nemmeno lontanamente sostenibile in termini di consumo di energia, materie prime ed effetti inquinanti, e non andrà oltre il secolo odierno. Invece di programmare un futuro con sempre maggiore IA, comunicazione digitale e smartphone, che è profondamente irresponsabile, dovremmo immaginare un futuro al di là del digitale».
La Lettura - Corriere della Sera

Tim Ingold, il 12 settembre a Bologna (Serra Madre). The Rise and Fall of Generation Now, a novembre in casa Meltemi
💚

«A ricostruire il quadro in cui le politiche migratorie hanno creato le condizioni per determinare forme di esclusione d...
08/08/2024

«A ricostruire il quadro in cui le politiche migratorie hanno creato le condizioni per determinare forme di esclusione dalla società dei cittadini stranieri, sia sul piano dei requisiti giuridici di residenza attraverso i processi di clandestinizzazione, sia spingendo i segmenti più poveri della popolazione resi istituzionalmente deboli dai dispositivi normativi verso luoghi marginali, segreganti ed escludenti, come i Cara, gli hotspot, i ghetti agricoli, le baracche e i campi rom, è il sociologo delle migrazioni all’università del Salento e ricercatore Istat, Antonio Ciniero, in “Le politiche dell’esclusione”, Meltemi 2024.»
Gaetano De Monte, Domani

Le politiche dell’esclusione. Centri di accoglienza, ghetti agricoli e campi rom in Italia, Antonio Ciniero

Per il sociologo Antonio Ciniero, autore del libro “Le politiche dell’esclusione” – Meltemi 2024, la prima sperimentazione in chiave repressiva delle politiche per gestire i flussi migratori avvenne in Puglia nel 1991 con lo sbarco dei cittadini albanesi. Tra corsi e ricorsi storici, si arri...

«Siamo di fronte a quello che lo studioso delle migrazioni Abdelmalek Sayad ha definito "l'illusionedel provvisorio", il...
07/08/2024

«Siamo di fronte a quello che lo studioso delle migrazioni Abdelmalek Sayad ha definito "l'illusione
del provvisorio", il fatto di pensare e governare la presenza degli immigrati come una condizione di passaggio, da tollerare perché utile ma che, prima o poi, scomparirà, tornando nei paesi di immigrazione. Questa illusione permette allo Stato e a chi lo governa di evitare politiche di cittadinanza - ad esempio per l'accesso alla casa - proprio perché si tratta di una presenza transitoria. La realtà è, invece, diversa.»
Gennaro Avallone, il manifesto

Le politiche dell'esclusione. Centri di accoglienza, ghetti agricoli e campi rom in Italia, Antonio Ciniero

«Il testo di Colucci e di Di Vittorio è carne viva, pulsa di vicende umane, pulsa di passioni, di frustrazioni, di idee....
01/08/2024

«Il testo di Colucci e di Di Vittorio è carne viva, pulsa di vicende umane, pulsa di passioni, di frustrazioni, di idee. Le pagine prendono corpo e lasciano il segno sul corpo di chi legge. Cerco di raccontare niente che abbia a che fare con la mistica o con la metafisica, ma, al contrario, qualcosa che abbia a che fare con la vita nella sua interezza e concretezza angosciante e bellissima. Il testo riesce nell’impresa di restituire sia la complessità del pensiero di Franco Basaglia che il senso di frenesia indomita, di vita consumata per un’impresa che attraversa tutta la vicenda dello psichiatra veneziano.

Conclusa la lettura ho avuto l’impressione (illusoria, ingenua, sognante) di essere stato per un po’ a Gorizia, a Parma, a Trieste, a Roma, di aver respirato l’aria di una storia rivoluzionaria e probabilmente irripetibile. Il libro tiene il ritmo di questa storia e restituisce, grazie ad una costruzione sapiente dei capitoli, l’energia di quel decennio, l’ottimismo della volontà che animava Basaglia.»
Gianluca D'Amico, Psicologia Fenomenologica

Franco Basaglia. Pensiero, pratiche, politica, Mario Colucci e Pierangelo Di Vittorio
Prefazione di Eugenio Borgna
Collana180 - Archivio critico della salute mentale

Una recensione del testo do Mario Colucci e Pierangelo Di Vittorio sul pensiero e la pratica di Franco Basaglia, edito dopo 10 anni dalla sua prima pubblicazione per la collana 180 a cura di Meltemi editore

«Paul Gilroy osserva che laddove in precedenza l’idea di razza veniva prodotta come una serie di caratteristiche anatomi...
31/07/2024

«Paul Gilroy osserva che laddove in precedenza l’idea di razza veniva prodotta come una serie di caratteristiche anatomiche, e dunque si credeva che una sorta di verità certa e necessaria fosse scritta sul corpo, oggi, le tecniche di osservazione e micro-osservazione che fanno parte del regime di descrizione del corpo tramite ciò che si vede (ad esempio la genomica, le ecografie, le tecniche di neuroimaging, la tomografia computerizzata) stanno mettendo a n**o, a livelli sempre più intimi, ciò che prima non era visibile.

La produzione del discorso razziale altamente mediata attraverso il metodo scientifico è stata ulteriormente incrementata da tecnologie che hanno come obiettivo osservare ogni particolare infinitesimale.

[...] queste tecnologie partono dal presupposto che le categorie dell’identità di genere e della razza siano ben definite, e che una macchina possa essere programmata per assegnare categorie di genere o determinare che significati debbano assumere i corpi e le parti del corpo. Tali tecnologie possono poi essere applicate per decidere chi ha accesso alla libertà di circolazione, alla stabilità e ad altri diritti...»
Simone Browne su cheFare
Materie oscure / Dark Matters. Sulla sorveglianza della nerezza, Simone Brown

In Materie oscure / Dark Matters, Simone Browne traccia una genealogia delle tecnologie e delle pratiche di sorveglianza contemporanee, mostrando come queste derivino da una lunga storia di discriminazioni razziali perpetuate dagli oppressori bianchi per controllare la vita e il corpo delle persone....

«Il titolo del memoir, col suo amo la mia follia, suggerisce un'accettazione, ma questa accettazione non è per niente pa...
28/07/2024

«Il titolo del memoir, col suo amo la mia follia, suggerisce un'accettazione, ma questa accettazione non è per niente passiva; è anzi il frutto sudato, distillatissimo, di un lavoro eminentemente attivo, reso possibile da operatori che hanno capito quanto tutto dipenda dal paziente e dalle persone che incontra. Un lavoro che è essenziale mostrare, perché, come scrive Francesca de Carolis nella prefazione, “tutto questo rischia di non essere più”, per via dei colpi inferti da una politica ottusa e da una “psichiatria del farmaco” che va in direzione opposta a quella rivoluzione che portò al centro della cura la persona, restituendo così dignità e una vita possibile - e, aggiungiamo, la possibilità di raccontarla, come ha fatto Elena Cerkvenič - a chi ne era stato espropriato.»
Vanni Santoni, La Lettura - Corriere della Sera

Sono schizofrenica e amo la mia follia, Elena Cerkvenič
Collana 180 - Archivio critico della salute mentale

«“Ma perché vuoi scrivere e rendere pubblico tutto questo? Il racconto della tua vita, della tua malattia…”E col sorriso...
26/07/2024

«“Ma perché vuoi scrivere e rendere pubblico tutto questo? Il racconto della tua vita, della tua malattia…”
E col sorriso timido e dolce con il quale sempre riveste le sue parole, Elena mi ha risposto: “Perché voglio che si sappia che è possibile farcela. Che con la malattia si può convivere, che nonostante tutto si può vivere, e io vivo. Vivo anche una vita normale, e lo voglio far sapere, per aiutare chi magari pensa di non farcela…”
E che stupida mi sono sentita, con quella mia domanda. Ché ancora non avevo capito l’urgenza che era dietro tutto il suo scrivere. Pagine f***e f***e di ricordi e riflessioni e testimonianze e articoli. Alcuni brevi come un appunto, altri lunghi lunghi da togliere il respiro, perché te li immagini scritti tutti d’un fiato.
Di questa urgenza freme tutto il diario che ne è nato, scandito dai giorni del tempo della primavera fino al tempo dell’estate. Che a Elena ogni cosa, ho pensato, sembrava esplodere dentro. Ogni anno della sua vita di donna nella quale, un giorno, all’improvviso, le compare dinanzi la sua follia. Per la precisione “disturbo bipolare e/o schizoaffettivo”, se vogliamo attenerci a quello che dice la diagnosi. Ma la malattia, abbiamo imparato, non è, non può essere solo una diagnosi.»
Dalla prefazione di Francesca De Carolis.

Sono schizofrenica e amo la mia follia, Elena Cerkvenič
Postfazione di Peppe Dell'Acqua
Collana 180 - Archivio critico della salute mentale

«La vera esplorazione non può che incappare nelle terre magmatiche del Sé profondo, dove ci ritroviamo nudi e crudi con ...
24/07/2024

«La vera esplorazione non può che incappare nelle terre magmatiche del Sé profondo, dove ci ritroviamo nudi e crudi con lo stesso sguardo dell’uomo arcaico. Uno sguardo che apre a singolari forme di consapevolezza in cui natura, vita e destino personale si ritrovano in un comune abbraccio. Considero questo aspetto uno dei punti di contatto con la tradizione sciamanica, che pone l'accento su natura, visionarietà e connessione con l’Universo. In questo senso il Passaggio a Nord-Ovest può rappresentare anche una soglia spirituale dove l’individuo ritrova delle radici risalendo fino a una dimensione cosmica.»

Massimo Maggiari intervistato da Francesca Bianchi
FTNews

Nel cuore del passaggio a Nord-Ovest. Sulle tracce di esploratori e sciamani inuit, Massimo Maggiari

«Oggi […] il tabù della zoofilia deve fare i conti con una pluralità di vissuti che forniscono nuovi elementi al dibatti...
24/07/2024

«Oggi […] il tabù della zoofilia deve fare i conti con una pluralità di vissuti che forniscono nuovi elementi al dibattito, utili se non altro ad allentare la morsa dello stigma, ma niente affatto risolutivi. Amore e sessualità, infatti, non sono riconducibili a un linguaggio unico, quello dell'identità e sulle identità, ed è sempre difficile argomentarne in modo convincente (cioè dimostrativo) e “proprio”: per l'amore e la sessualità non esistono prove.

[…] Una modesta proposta per considerare più da vicino la zoofilia, allora, è smettere di guardare ai termini della relazione e considerare, piuttosto, la relazione che fa i termini. Perché l'identità resta ancora il problema a causa del quale non sappiamo divenire con gli animali senza dominarli.»
Federica Timeto, il manifesto

Amare gli animali. Bestialità, zoofilia e amore postumano, Joanna Bourke

«Voleva essere un poeta. Qualcuno però ha stroncato le sue aspirazioni al tempo dell'università a Mumbai dove, più prosa...
21/07/2024

«Voleva essere un poeta. Qualcuno però ha stroncato le sue aspirazioni al tempo dell'università a Mumbai dove, più prosaicamente, Homi K. Bhabha si è laureato in Letteratura inglese nel 1970.
[…] Il suo sguardo si posa da sempre sui marginali. Che si tratti dei neri, degli esuli, dei migranti, delle donne, dei transgender. Nella sua mente creativa si alternano le immagini di “Cuore di tenebra” di Joseph Conrad e le pagine abrasive dei “Dannati della terra” di Frantz Fanon. I due libri che hanno messo a n**o la crudeltà dell'imperialismo e della colonizzazione: il primo ambientato in Congo, il secondo in Algeria.

Bhabha lavora da sempre a una sfida teorica per allargare lo sguardo delle scienze umane e ripulirne le lenti dagli aloni opachi dell'etnocentrismo. Quelli che consentono la messa a fuoco sempre e solo a partire dallo stesso punto di osservazione, quello dell'Occidente. La summa del suo pensiero è concentrata nel libro “The Location of Culture”, pubblicato trent'anni fa ora riportato in libreria nella traduzione di Antonio Perri, con il titolo “I luoghi della cultura. Postcolonialismo e modernità occidentale”, da Meltemi. Un classico, tradotto in molte lingue, che ha influenzato i saperi umanistici al punto che molti enunciati di questo testo sono diventati discorso pubblico e chiave di lettura per il mondo di oggi, soprattutto negli Stati Uniti e nel Regno Unito. Ma stanno influenzando anche le scienze sociali europee.»

Segue intervista, Elisabetta Moro - La Lettura - Corriere della Sera

I luoghi della cultura, Homi K. Bhabha
Dal 26 luglio in libreria

«Marx aveva ragione, secondo lei, a denunciare come peggior difetto del capitalismo la degradante divisione tra lavoro m...
18/07/2024

«Marx aveva ragione, secondo lei, a denunciare come peggior difetto del capitalismo la degradante divisione tra lavoro manuale e intellettuale. Si trattava però di una contraddizione intrinseca all’industrializzazione e alla razionalizzazione. In effetti nella fabbrica razionalizzata, foss’anche sovietica, l’esecutore viene privato di ogni iniziativa, intelligenza, conoscenza, metodo. La conseguenza tragica è quella di distruggere tutte le condizioni del benessere materiale e morale dell’individuo, tutte le condizioni dello sviluppo intellettuale e culturale – “una questione di vita e di morte”. […] Il problema centrale da risolvere è quindi di trovare un modo per formare un’organizzazione che non generi burocrazia.»
Raffale Alberto Ventura, Domani

Attenzione e preghiera, Simone Weil

La rivincita di Beckham nella "Finale del secondo millennio" (26 maggio 1999) e la "Remuntada" del Drean Team di Guardio...
17/07/2024

La rivincita di Beckham nella "Finale del secondo millennio" (26 maggio 1999) e la "Remuntada" del Drean Team di Guardiola e Messi (6 marzo 2017)… sono 2 delle 50 partite di cui parleremo in occasione della presentazione del libro:

Leggendarie! La storia del calcio in 50 partite (dal Dopoguerra ai mondiali in Quatar), di Davide Steccanella

📌 Venerdì 19 luglio alle ore 18:00
EST - Enosteria sociale con Terrazza
via Pietro Calvi 31 Milano
In dialogo con l’autore, Martin Hofer

Vi aspettiamo!

«La postura non lascia dubbi: risale alla fine del Paleolitico la più antica raffigurazione rupestre di un rapporto sess...
15/07/2024

«La postura non lascia dubbi: risale alla fine del Paleolitico la più antica raffigurazione rupestre di un rapporto sessuale di un uomo con un animale non umano. Una decina di millenni dopo, il collo fallico del cigno dipinto con gusto rococò da François Boucher fra le gambe estatiche di Leda - è Giove che prende sembianze bestiali per possedere la regina di Sparta - riverbera ancora la primitiva libido dell'amore interspecie attraverso la legittimazione culturale del mito.

Joanna Bourke, storica della Birkbeck University di Londra, con "Amare gli animali" si propone di sfidare ogni residuo di antropocentrismo restituendo all'universo animale quella intima sensibilità emotiva, anzi sentimentale, soggetta a indicibili tabù.»
Pasquale Chessa, Il Messaggero

Amare gli animali. Bestialità, zoofilia e amore postumano, Joanna Bourke

Attraverso cinquanta partite che hanno fatto la storia del calcio, l'autore racconta quanto accaduto in 75 anni nel “gio...
12/07/2024

Attraverso cinquanta partite che hanno fatto la storia del calcio, l'autore racconta quanto accaduto in 75 anni nel “gioco più bello del mondo”, ricorda i campioni che hanno contribuito a creare la sua leggenda, e, nello stesso tempo, ci mostra tantissime immagini, molte delle quali ci evocano un mondo che non c'è più, trasportandoci in un’epoca assai diversa da quella di oggi, in cui tutto sembra trasformarsi in modo sempre più rapido, frenetico e inarrestabile, ma ciò nonostante non hanno perduto un’oncia del loro romantico fascino.

Il racconto di Davide Steccanella parte dal momento di maggiore fulgore del Grande Torino – il primo squadrone moderno che nel 1949 si sarebbe schiantato contro la Basilica di Superga – e si conclude con lo spettacolare confronto/scontro mondiale tra i due giocatori più forti del momento: l’argentino Lionel Messi e il francese Kylian Mbappé.

«Storie che commuovono, esaltano o fanno arrabbiare, anche a distanza di anni, come la finale persa dal Milan a Istanbul ai rigori nel 2005, poi vendicata dai rossoneri due anni dopo, ad Atene.
Sempre a patto che si ami il calcio a sufficienza da farsi emozionare.
Come in ogni contratto che si rispetti, infatti, la premessa di questo libro è parte integrante dell’accordo. E la premessa che Davide chiede al suo lettore di condividere è eloquente:
"Questo è un omaggio al “gioco più bello del mondo”. Chi pensa che il calcio sia soltanto ventidue uomini che rincorrono in mutande una palla farà bene ad astenersi dal leggerlo".»
Dalla prefazione di Franco Vanni

Leggendarie! La storia del calcio in 50 partite (dal Dopoguerra ai Mondiali in Qatar), Davide Steccanella

12/07/2024

Pubblichiamo la recensione di Silvia Zanelli a "Mantenere insieme. Strategie del sistema nella Francia post-strutturalista" di Emilia Marra, edito da Meltemi Editore.
La trovate sul nostro sito ⬇⬇⬇⬇⬇
https://philosophykitchen.com/2024/07/mantenere-insieme-strategie-del-sistema-nella-francia-post-strutturalista/

Il “mantenere insieme” evoca un’immagine che parla di un gesto che accoglie il disparato e la molteplicità. Non si tratta più di fare capo ad un io soggettivo che fonda un sistema impermeabile al Fuori. Il cardine mobile di questa nuova figura del sistema è al contrario una rete complessa attraverso cui il soggetto si muove e viene definito. In ultima analisi le coordinate risemantizzate del sistema risiedono in un «io dissolto che si oppone ad ogni forma di ego cogito».

11/07/2024

L'abbiamo annunciata ed eccola in azione! Il primo fischio di Josie è per Angela Balzano e la sua Eva virale, Meltemi 2024. Si chiama Endemia, e non vede l'ora di contagiare i suoi ascoltatori. Ricordiamo che Josefine è una rubrica aperta, collettiva e mobile, che incoraggia chi legge a contribuire, riscrivere, proporsi. Per info, scrivere a ladeleuziana.

http://www.ladeleuziana.org/2024/07/09/recensioni/

«Un po' ovunque si parla di guerre culturali, mentre la lotta di classe sembra essere sparita dall'orizzonte, sia come p...
10/07/2024

«Un po' ovunque si parla di guerre culturali, mentre la lotta di classe sembra essere sparita dall'orizzonte, sia come principio analitico sia come criterio politico. Ed è proprio su questo nodo che insiste "A ciascuno il suo Marx. Le disavventure della dialettica". Il testo, agile e brillante, può essere letto inizialmente come un romanzo di formazione che ricostruisce le vicende di un giovane militante e aspirante antropologo nella Francia degli anni Sessanta e Settanta, fra le iniziative che si agitano a sinistra del Partito comunista, l'influenza magnetica di Sartre, la ricerca di una propria prospettiva di ricerca all'interno di un campo in cui emergono figure come Claude Levi-Strauss, George Balandier, Maurice Godelier, Claude Meillassoux.

Il libro, tuttavia non è solo un'autobiografia intellettuale. Diversamente, il ritorno sulle vicende del passato è funzionale all'aggressione delle impasse politiche del presente avvertite da chi, come Amselle, continua a dichiararsi di estrema sinistra.»
Massimiliano Guareschi, il manifesto

A ciascuno il suo Marx. Le disavventure della dialettica, Jean-Loup Amselle

📣 Solo sul sito Meltemi: ogni due libri acquistati, una borsa in regalo 💝© L. Frank, IndianoAutodefinitasi "decolonialis...
10/07/2024

📣 Solo sul sito Meltemi: ogni due libri acquistati, una borsa in regalo 💝

© L. Frank, Indiano
Autodefinitasi "decolonialista", L. Frank rintraccia la sua discendenza tra le tribù Ajachmen/Tongva della California meridionale. Collabora attivamente con organizzazioni impegnate a preservare e rinnovare le culture indigene della California.
Come Coyote, L. Frank a volte scrive al contrario.

L'illustrazione è presente nel libro
Ritorni. Diventare indigeni nel XXI secolo, James Clifford


«I popoli indigeni sono emersi dalla zona d'ombra della storia. In ogni continente, i sopravvissuti alle invasioni coloniali e all'assimilazione forzata rinnovano il proprio patrimonio culturale, si ricongiungono alle terre perdute e lottano all'interno di sistemi dominanti che continuano a sminuirli e non comprenderli. La loro stessa sopravvivenza è una forma di resistenza.»
James Clifford

«Oggi prevale "una narrazione paternalistica degli 'invisibili' [...] la cui voce è semplicemente ignorata e attutita da...
08/07/2024

«Oggi prevale "una narrazione paternalistica degli 'invisibili' [...] la cui voce è semplicemente ignorata e attutita dal sottofondo che li considera persone a metà", e gli invisibili sono i protagonisti del saggio di Antonello Mangano, fondatore di terrelibere.org, "La Spoon River dei braccianti", Non è casuale il riferimento alla raccolta poetica di Edgar Lee Masters (1915), caposaldo della narrazione libertaria nel suo adottare lo sguardo degli sconfitti, in questo caso i braccianti.

[...] Mangano propone in chiusura possibili soluzioni allo sfruttamento (salario minimo, riforma dell'indennità di disoccupazione...), consapevole che "il grande capolavoro del capitalismo contemporaneo" si trova nello scontro tra uomo consumatore e uomo lavoratore.»
Andrea Radaelli, La Lettura - Corriere della Sera

La Spoon River del braccianti, Antonello Mangano

A partire da un corpus di romanzi, memoir, scritti autobiografici, film e documentari prodotti dal 2010 a oggi, Ramona O...
27/06/2024

A partire da un corpus di romanzi, memoir, scritti autobiografici, film e documentari prodotti dal 2010 a oggi, Ramona Onnis esplora gli aspetti politici e sociali del desiderio e della rinuncia alla maternità attraverso la prospettiva travagliata, talvolta inconfessabile, del racconto personale. Ciò dando spazio anche alla vergogna, alla rabbia e al dolore, che spesso si affiancano all’ostinazione e al coraggio, necessari per affrontare il difficile percorso della Procreazione medicalmente assistita (Pma).

Ribadendo la continuità tra politico e privato, il saggio offre un contributo al dibattito politico-sociale e all’analisi del racconto esperienziale sul tema della Pma, esplorando il lavoro artistico- letterario di alcune talentuose scrittrici dell’ultimo decennio.

In viaggio verso un figlio. Raccontare la procreazione assistita, Ramona Onnis

Si tratta di un'imprenditoria fuori controllo. Noi abbiamo un immaginario per cui il caporale è il problema e l'imprendi...
26/06/2024

Si tratta di un'imprenditoria fuori controllo. Noi abbiamo un immaginario per cui il caporale è il problema e l'imprenditore è la vittima.

Tutte le sentenze dicono: il lavoratore era ricattabile, quasi sempre per il permesso di soggiorno. C'è bisogno di tutele legali.

Antonello Mangano (dal min. 17:40), "La Spoon River dei braccianti"
Radio Anch'io, Giorgio Zanchini Radio1 Rai

Agro Pontino, le proteste contro il caporalato. PNRR, l'Italia chiede una nuova rata - Radio anch'io - Con Giorgio Zanchini. Le proteste dei lavoratori indiani nell'Agro Pontino contro il fenomeno del caporalato, poi l'economia, l'Italia si prepara a chiedere una nuova rata del PNRR. Tra gli ospiti:...

«Satnam come Gurjant. Stesso cognome (Singh), stessa provenienza (il Punjab, nel profondo nord dell'India). Stesso desti...
23/06/2024

«Satnam come Gurjant. Stesso cognome (Singh), stessa provenienza (il Punjab, nel profondo nord dell'India). Stesso destino, uccisi entrambi dal lavoro irregolare nei campi della provincia di Latina. Certo, il datore di lavoro di Gurjant, caduto da una serra a San Felice Circeo nel settembre 2020, fu meno spietato rispetto a quello di Satnam: lo portò in ospedale in macchina (invece di chiamare l'ambulanza), senza però potergli salvare la vita.

La storia di Gurjant Singh è tra quelle raccontate nel libro “La Spoon River dei braccianti” (Meltemi Editore, 2023) di Antonello Mangano. Storie di vittime di e sul lavoro, certo, ma anche sindacalisti e persone che semplicemente avevano alzato la testa e si stavano ribellando a un sistema malato.»
Il Fatto Quotidiano

La Spoon River dei braccianti, Antonello Mangano

Indirizzo

Piazza Don Mapelli 75
Milan
20099

Notifiche

Lasciando la tua email puoi essere il primo a sapere quando Meltemi Editore pubblica notizie e promozioni. Il tuo indirizzo email non verrà utilizzato per nessun altro scopo e potrai annullare l'iscrizione in qualsiasi momento.

Contatta L'azienda

Invia un messaggio a Meltemi Editore:

Video

Condividi

Digitare


Altro Editori Milan

Vedi Tutte

Potrebbe piacerti anche