21/12/2022
***DA OGGI IN DISTRIBUZIONE IL NUMERO 22***
Le pagine che ci accompagneranno in questo inverno.
IN QUESTO NUMERO:
Sono passati esattamente 150 anni dal primo scavo archeologico a Matera, compiuto da un giovanissimo Domenico Ridola nel 1872 nella grotta dei pipistrelli. In quell’occasione, oltre a altri reperti, furono trovate ossa appartenenti ad animali oggi estinti, che popolavano il nostro territorio. Alla ricca fauna preistorica del materano, sia terrestre che marina, è dedicato un corposo speciale, ricco di illustrazioni a colori degli animali, tabelle sinottiche , foto inedite dei reperti, inquadramento geologico, storia degli studi, segnalazioni inedite.
Recenti invece le scoperte archeologiche da Ferrandina, paese originario del Ridola, dove è stato rinvenuto un santuario lucano.
Sveliamo nuovi e sorprendenti dettagli sull’avventurosa vita del Conte Tramontano, in particolare di quando fu rapito dai francesi, e del rocambolesco modo in cui si liberó, finora ignoto.
I Grimaldi, i cui discendenti reggono oggi il Principato di Monaco, erano un tempo i signori di Irsina, e sveliamo il loro rapporto con il territorio. Di un’altra dinastia egemone, quella dei Sanseverino, riportiamo curiosità storiche, la accattivante conquista del potere, l’araldica e dettagliate tavole genealogiche.
Presentiamo il restauro virtuale degli affreschi della Madonna delle tre porte, analizzandone i contenuti storico-artistici; viene segnalato uno dei più antichi dipinti della Madonna del Rosario, a Castellaneta; si datano e analizzano gli stucchi della bella chiesa madre di Pomarico.
Sono passati 100 anni dalla marcia su Roma: un nostro articolo offre spunti sul fascismo delle origini, quindi si scopre l’ambigua figura del confinato Ezio Taddei, e le vicende che accompagnarono il ritiro delle tessera fascista a Francesco D’Alessio; si puó leggere inoltre quale fosse il menu dei ristoranti materani negli anni Trenta, alla loro prima volta sulla guida Michelin.
Si onora la recente scomparsa di Marisa Antonucci in Genovese con la pubblicazione di alcune delle più belle foto del repertorio.
In copertina, un dettaglio di un’opera del quotato artista spagnolo Pedro Cano, che ha fruttuose frequentazioni di Matera.
Si esplora e rileva professionalmente per la prima volta la grotta dell’istrice, una caverna naturale che sprofonda nelle viscere della murgia. Le pagine naturalistiche rendono omaggio a una delle più grandi querce del territorio, “il grande vecchio” di contrada Le Reni, e si scoprono due sconosciuti boschi del territorio.
Ancora, ci si immerge in quello che fu il Castagneto Manfredi, sacrificato negli ultimi decenni all’espansione della città, con la sua storia e foto d’epoca.
Le pagine di narrativa sono ambientate nei Sassi, con un racconto sull’arte del rammendo, e sul ricordo di uno dei suoi ultimi solitari abitanti.
Si indagano i suoni del dialetto, e trova per la prima volta pubblicazione un manuale per gli studenti liceali materani del 1882, redatto come manoscritto dal prof. Giuseppe Ruggieri, collega di Giovanni Pascoli, per aiutare i suoi allievi a utilizzare il corretto italiano e non le forme dialettali italianizzate. Un prontuario ricco di curiosità, che raffronta su due colonne le voci dialettali e la loro resa in italiano.
Sono passati esattamente 70 anni da quando nel dicembre 1952 Carlo Levi pubblicó il celebre articolo “Tre ore di Matera”, che segnó uno snodo fondamentale per il ricordo dell’eccidio del 21 settembre 1943 (fu qui che per la prima volta Matera fu definita la prima città meridionale a insorgere contro il nazifascismo) e per le successive narrazioni della città (sempre qui la celebre definizione di “dolente bellezza”). Nonostante la sua importanza, il testo (corredato di splendide immagini) era finora di difficile reperibilità: lo pubblichiamo integralmente, in forma anastatica.
Siamo già in tutte le edicole e librerie di Matera, ed entro 7 giorni raggiungeremo tutti i nostri rivenditori delle province di Matera, Potenza, Bari e Taranto. Le copie per i nostri abbonati, in Italia e all'estero, sono appena partite.
W Mathera!