13/12/2024
Spade con una crisi di identità
Makuragami e Sun-nashi
Spade, o più in generale armi, leggendarie, a cui vengono attribuite qualità incredibili, addirittura sovrannaturali o divine, sono presenti in molte culture del mondo, vedasi le nostre Excalibur, Durlindana, Gioiosa, Cortana (no, non "quella" Cortana). Il Giappone non è stato da meno.
Nei post precedenti abbiamo imparato cosa siano le "meitou" (名刀) l'importanza delle loro storie, le loro qualità e i loro fabbri. Nel corso del tempo è inevitabile che per alcuni portenti questi elementi si sublimino fino a creare leggende.
Quella più famosa è sicuramente quella legata a Masamune e Muramasa.
Leggenda questa (probabilmente di origine esotica che aveva come protagoniste le scimitarre di Damasco) che metteva in risalto la buona e la cattiva reputazione delle lame rispettivamente dei due fabbri suddetti.
Immergendo una lama di Muramasa in un ruscello e facendo scorrere una foglia verso di lei, questa veniva tagliata con facilità, mentre ciò non avveniva con la Masamune. Questo perché, si diceva, che nelle Masamune albergasse uno spirito di giustizia, mentre in quelle di Muramasa uno sanguinario. Gli sh**un Tokugawa temevano le Muramasa, accusate di aver più volte fatto scorrere il sangue del loro clan (sin da quando ancora si chiamavano Matsudaira), per questo collezionavano le Masamune, usate come veri e propri talismani contro il male (soprattutto i tantou, che portavano sempre con sé).
Nel post parlo di due lame gemelle appartenute ai Minamoto e del loro singolare destino: il cambio di nome in base a ciò che facevano! E ne hanno viste proprio tante nel corso dei secoli…
Sul finire del decimo secolo, l'imperatore fece dividere una lancia cinese in due parti uguali e ordinò a due fabbri di creare ognuno una spada con quell'acciaio. Uno dei due, di nome Moufusa, ottenne una lama di 3 shaku, mentre l'altro, Munechika, ne ottenne una di 3 shaku (circa 3cm) più corta. Così l'imperatore, sentendosi preso in giro, fece rinchiudere Munechika.
Alla lama più lunga venne dato il nome di "Makuragami" (枕上, "al lato del guanciale", del cuscino), mentre l'altra fu chiamata "Sun-nashi"(寸無, “senza sun”). Pare che alle preghiere di Munechika di ottenere giustizia, la Sun-nashi scivolò sfoderandosi da sola e tagliò la lama della Makuragami, accorciandola di esattamente 3 sun. L'imperatore, sbalordito e commosso, liberò il fabbro e cambiò il nome della lama da Sun-nashi in Tomokiri (友切, lett.“taglia-amico”).
Le spade passarono a Minamoto no Mitsunaka, che testò le lame facendo tameshigiri su un bandito condannato: con la Tomokiri riuscì a decapitare il condannato con un taglio talmente pulito, che riuscì a tagliare anche la barba. Per questo cambiò nome alla Tomokiri chiamandola Higekiri (髭切, taglia-barba). La Makuragami invece tagliò dal collo fino al ginocchio, per questo fu chiamata Hizamaru (膝丸, lett. "ginocchia", o "taglia-ginocchia" con una traduzione più libera).
Mitsunaka cedette le due lame a Raikou, suo figlio (sì, il demon slayer preferito del podcast), che ne cedette una, la Higekiri, a uno dei suoi Sh*tenno, Watanabe no Tsuna, che la userà nel suo celebre scontro contro Ibaraki-douji, tagliandogli un braccio (ma approfondirò in uno special futuro). Alla vista del braccio del demone, Raikou rinominò nuovamente la Higekiri in "Onikiri" (鬼切, taglia-demoni).
Un giorno Raikou aveva la febbre alta e nel delirio, impugnò Hizamaru e iniziò a colpire un'ombra, che sparì. Gli Sh*tenno quando arrivarono nella stanza, videro una scia di sangue che loro, insieme al loro capo, seguirono fino a una tana dove si nascondeva uno Tsuchigumo. Raikou uccise con un taglio netto il ragno e guarì. Per questo, alla spada fu cambiato il nome da Hizamaru a Kumokirimaru (蜘蛛切丸, taglia-ragno).
Raikou cedette le due lame a suo nipote Yoriyoshi (il protagonista della Zenkunen no eki), che poi le cedette a suo figlio Yoshiie (Hachimantarou, protagonista della Gosannen Kassen e "papà" dell'orgoglio come clan dei Minamoto), che infine le cedette a suo figlio Tameyoshi (uno dei protagonisti della Ribellione di Hogen).
Una notte, le spade cominciarono a emettere dei rumori. La Onikiri ruggiva, e per questo le fu cambiato il nome in Shishi no ko (Cucciolo di leone), mentre la Kumokirimaru fu rinominata in Hoemaru (Abbaio). Tameyoshi cedette la Hoemaru a suo genero, per "svegliarlo", dato che pare non fosse proprio un genio con la spada. Inoltre, gli chiese di far forgiare una gemella di Shishi no ko, cosa che fece, ma la lama era 6mm più lunga. Così, la Shishi no ko scivolò, si sguainò e tagliò la lama della nuova spada. L'episodio fece tornare alla mente le origini delle spade, così la Shishi no ko tornò a chiamarsi nuovamente "Tomokiri".
La Tomokiri, dunque, passò a Yosh*tomo (figlio di Tameyoshi, nonché suo killer nella ribellione di Hogen e poi morto in quella di Heiji). Un giorno lanciò dei lamenti verso il dio Hachiman chiedendogli dove fosse la fortuna dei Minamoto, nonostante l'orgoglio del clan avesse portato il suo nome (Yoshiie, Hachimantarou). Quella notte, Hachiman gli apparve in sonno e gli disse che la fortuna era sparita a causa delle spade che avevano perso potere per via dei troppi cambi di nome. Yosh*tomo non p***e tempo e cambiò il nome della Tomokiri nuovamente in Higekiri.
Yoritomo (figlio di Yosh*tomo e futuro primo Sh**un) ereditò la Higekiri, mentre suo fratello Yosh*tsune ottenne la Hoemaru che era rimasta in mano al genero di suo nonno. Yosh*tsune cambiò il nome della Hoemaru in "Usu-midori"(Verde Chiaro), perché il colore della lama gli ricordava quello delle montagne di Kumano.
Quando questi morì, la Usu-midori andò a Yoritomo, che finalmente ebbe le due lame gemelle nuovamente insieme.
La leggenda delle lame gemelle dei Minamoto continua, ma mi fermo qui. Dopo tutti questi nomi, non voglio che venga anche a voi una crisi di identità!
Fuhamaru, la mascotte del podcast, è disegnato da
Fonti:
Christopher Ross - La spada di Mishima
Markus Sesko - Legends and Stories Around the Japanese Sword
https://japaneseswordlegends.wordpress.com/
https://art.thewalters.org/detail/29099/dai-nihon-shiryaku-zukai/
**un **un