24/11/2025
Titolo: Non ce la farò mai! L’impresa della tenera accettazione di se stessi, tra fede e analisi esistenziale
Autore: Gabriele Quinzi
Rivista: IUSVEducation #27
Chi si giudica, si incolpa e si squalifica, e necessariamente trasmette le stesse cose: giudizio, colpa e svalutazione. La colpa in quanto ospita il rifiuto, che è componente del perfezionismo, è una forma di disprezzo del proprio senso di sé. Un impegno importante, allora, di cui dobbiamo aver cura per tutta la vita e che necessita di essere appreso, è farci carico dell’amore verso noi stessi. Iniziare a voler bene a me stesso non si ripercuote solo nella mia vita ma anche in quella degli altri.
Abstract
Questo contributo ha come scopo quello di introdurre il lettore ad una verità esistenziale tanto tragica quanto “salvifica” per ognuno di noi: ci ritroveremo, prima o poi, denudati nella nostra debolezza (e ciò ci parrà una terribile umiliazione che vorremmo evitare ad ogni costo) e faremo i conti con il fatto che non diventeremo mai perfetti! E per un essere umano questa può essere una sfida giornaliera e anche molto angosciante. Eppure, in psicologia e come accade sempre nella sorprendente logica evangelica, in questo scenario, che ci espone veritativamente alla debolezza, si potrebbe aprire uno spiraglio per addentrarsi nel nucleo più autentico della natura umana, per scorgere una inaspettata forza che, proprio poggiandosi sulle fondamenta della nostra fragilità, ci permetta di edificare una fede genuina e ci aprirci alla grazia salvifica di Dio. Paradossalmente, accettare l’impossibilità dell’essere perfetti ci avvicinerebbe alla possibilità decisiva di divenire veramente umani. Infatti, tale impossibilità è fonte di pace, ci rende più inclini a perdonare noi stessi, ci permette di essere misericordiosi con il prossimo, di accogliere noi e gli altri con tenerezza e compassione.
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I’ll never manage it! The challenge of tender self-acceptance, between faith and existential analysis
Abstract
The purpose of this contribution is to introduce the reader to an existential truth that is as tragic as it is “salvific” for each of us: sooner or later, we will find ourselves stripped bare in our weakness (and this will seem like a terrible humiliation that we would like to avoid at all costs) and we will have to come to terms with the fact that we will never be perfect! For a human being, this can be a daily and even very distressing challenge. Yet, in psychology and as always happens in the surprising logic of the Gospel, in this scenario, which truthfully exposes us to weakness, a window of opportunity could open up to delve into the most authentic core of human nature, to glimpse an unexpected strength that, precisely by resting on the foundations of our fragility, allows us to build genuine faith and open ourselves to God’s saving grace. Paradoxically, accepting the impossibility of being perfect would bring us closer to the decisive possibility of becoming truly human. In fact, this impossibility is a source of peace, it makes us more inclined to forgive ourselves, it allows us to be merciful to our neighbours, to welcome ourselves and others with tenderness and compassion.
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Titolo: Non ce la farò mai! L’impresa della tenera accettazione di se stessi, tra fede e analisi esistenziale Tipo di pubblicazione: