IUSVEducation

IUSVEducation “Iusveducation. Rivista interdisciplinare dell’educazione” è espressione dello IUSVE. “IUSVEducation.

Pubblicata con cadenza semestrale la rivista è nata nel 2013 in diretta continuità con il patrimonio editoriale e culturale accumulato dalla “Rivista ISRE” Rivista interdisciplinare dell’educazione” è espressione dello IUSVE, Istituto Universitario Salesiano di Venezia, aggregato all’Università Pontificia Salesiana di Roma e membro dello IUS Education Group (la rete mondiale delle IUS, Istituzioni

Universitarie Salesiane), con corsi di laurea in Psicologia, Pedagogia, Comunicazione. Pubblicata con cadenza semestrale (marzo/aprile e ottobre/novembre), la rivista è nata nel 2013 in diretta continuità con il patrimonio editoriale e culturale accumulato nel ventennio precedente dalla “Rivista ISRE” (le cui pubblicazioni sono cessate nel 2012). Dapprima apparsa in forma digitale nel sito dello Iusve e, almeno per un numero all’anno, anche in forma cartacea, ora si presenta con il proprio sito open access, in una veste che sviluppa la grafica e l’impaginazione con cui è stata pubblicata a partire dal numero 17 del 2021. Se da questo punto di vista c’è discontinuità rispetto al passato, l’identità culturale della rivista resta invece la medesima: educazione e interdisciplinarità sono i suoi assi portanti. L’educazione, e le relative scienze, sono infatti il connettivo fra le tre Aree dello Iusve rispetto alle tre missioni dell’Università: insegnamento, ricerca, connessione con il territorio, nella convinzione che ogni professionista formato è prima di tutto un cittadino e può contribuire con la propria persona e la propria attività (pedagogica, psicologica o comunicativa), con le proprie conoscenze e competenze, a lavorare per il miglioramento della società. Nel contempo è nella natura della rivista, come dello Iusve, l’approccio interdisciplinare ai problemi e all’interpretazione della realtà, in modo che la riflessione pedagogica e i processi educativi ne risultino rafforzati e contaminino ogni area disciplinare. In questa direzione un impulso importante proviene dal progetto Iusve “Ecologia integrale e nuovi stili di vita”, che fa propria l’impostazione epistemologica della enciclica Laudato si’ di Papa Francesco: «Tutto è connesso», sottolinea il Papa, di contro all’iper-specialismo antropocentrico della univoca razionalità tecnico-scientifica. Anche l’apertura alla dimensione internazionale è parte integrante dell’identità di “IUSVEducation”, che ospita studiosi stranieri non solo nel Comitato scientifico, ma anche con i loro stessi contributi, secondo un’impostazione che si potrebbe definire “glocal”, nella misura in cui non assume come ambito di intervento esclusivamente il “territorio” del Nordest d’Italia, ma si propone di incidere positivamente sui propri contesti di esperienza in una prospettiva internazionale.

Titoli: Migrazioni e dinamismo dei confini: alcune riflessioni sociologiche   Autori: Davide Girardi Abstract:In questo ...
16/12/2024

Titoli: Migrazioni e dinamismo dei confini: alcune riflessioni sociologiche
Autori: Davide Girardi

Abstract:
In questo contributo si riflette criticamente sul concetto di confine in relazione ai processi migratori. In particolare, viene tematizzata la tensione tra “confinamento” e “sconfinamento”: osservando come gli immigrati siano spesso confinati in posizioni sociali marginali, ma allo stesso tempo divengano protagonisti di processi di sconfinamento che li portano a mettere in discussione tali limiti. In questa prospettiva, vengono considerate tre dimensioni sociali specifiche: lavoro, scuola e cittadinanza. Nel mondo del lavoro, la segmentazione per cittadinanza resta consistente, ma esistono alcune traiettorie di mobilità sociale che oltrepassano il solo lavoro “delle 3D”. Nella scuola, i figli degli immigrati – pur canalizzati in percorsi formativi di più breve periodo – sperimentano aspettative e pratiche sociali prossime a quelle dei coetanei italiani. Ciò nonostante, la dimensione della cittadinanza rimane un confine simbolico che impedisce ai figli degli immigrati di partecipare pienamente alla società italiana. In questa situazione, il “superamento dei confini sociali” sperimentati dagli immigrati diventa strategico, per costruire una società insieme più inclusiva e all’altezza delle sfide future.

[...] Oltre vent’anni fa, gli immigrati che contribuivano allo sviluppo economico del Paese vennero definiti come “utili invasori” (Ambrosini 1999). Era un modo, questo, per evidenziare in modo lampante come già allora le retoriche della difesa dei confini nulla potessero contro la considerazione fattuale secondo cui le aziende italiane avevano e tuttora hanno necessità di lavoratori immigrati a copertura di una domanda di lavoro altrimenti inevasa dalla componente dei lavoratori italiani. Il sistema d’impiego italiano, infatti, vede ancora una forte segmentazione tra lavoratori italiani e lavoratori immigrati, senza che sussista una effettiva concorrenza tra i primi e i secondi (Cingano, Rosolia 2010).

Tutti gli articoli sono disponibili online e scaricabili in formato pdf al sito iusveducation.it



Titoli: Migrazioni e dinamismo dei confini: alcune riflessioni sociologiche Tipo di pubblicazione: articolo Anno di pubblicazione: 2024 Autori: Davide Girardi Rivista: IUSVEducation Supplemento al n. #24 Pagina: 50-61 Data di pubblicazione: novembre 2024 Editore: IUSVE – Istituto Universitario Sal...

Titoli: La Persona e il Viaggio. Ricerca sui processi narrativi dei richiedenti asilo nei cas e l’ipotesi dell’“io migra...
15/12/2024

Titoli: La Persona e il Viaggio. Ricerca sui processi narrativi dei richiedenti asilo nei cas e l’ipotesi dell’“io migrante”
Autori: Luca Cremasco

Abstract:
È necessario imparare a distogliere lo sguardo da sé stessi,
per vedere molto: anche di questa durezza hanno bisogno
tutti coloro che salgono le montagne.
Ma colui che ha occhi indiscreti, come uomo della conoscenza,
come potrebbe vedere qualcosa di più
dei motivi esteriori di tutte le cose?
(Nietzsche 1986: 178)

L’epoca che viviamo è contraddistinta dal fatto che la formazione dell’identità non è più stabile e definita, ma al contrario è considerata fluida, in fieri e instabile. Di questo ormai ci parla da tempo la filosofia, e alle stesse conclusioni arrivano la psicologia, l’antropologia e le altre discipline che studiano l’umano. La figura del migrante è uno dei luoghi emblematici in cui si manifesta questa crisi dell’identità. Nel narrarsi, la persona migrante cerca di ricostruire un senso di identità. Questa narrazione però non è scontata, perché cela il rischio di rinchiudere (e rinchiudersi) nella forma della vittima. La ricerca qui condotta ha voluto indagare se esista la possibilità nell’intervista con i richiedenti asilo di far emergere le qualità positive che il migrante sviluppa durante il viaggio. L’analisi delle interviste ha fatto emergere come ci sia una discreta facilità nella condivisione dell’esperienza del viaggio, mentre una notevole difficoltà nell’elaborazione e condivisione dei vissuti interiori. Questo ha portato ad ipotizzare la possibilità, da indagare più approfonditamente, che il migrante sviluppi una sorta di ‘Io’ migrante di matrice occidentale attraverso il quale elaborare e condividere le esperienze fatte prima o durante il viaggio.

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https://www.iusveducation.it/la-persona-e-il-viaggio-ricerca-sui-processi-narrativi-dei-richiedenti-asilo-nei-cas-e-lipotesi-dellio-migrante/

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Titoli: La Persona e il Viaggio. Ricerca sui processi narrativi dei richiedenti asilo nei cas e l’ipotesi dell’“io migrante” Tipo di pubblicazione: articolo Anno di pubblicazione: 2024 Autori: Luca Cremasco Rivista: IUSVEducation Supplemento al n. #24 Pagina: 30-49 Data di pubblicazione: nov...

Titoli: Il viaggio del migranteAutori: Lorenzo Biagi Abstract:Sui migranti ormai ne sentiamo di tutti i colori. Da ultim...
14/12/2024

Titoli: Il viaggio del migrante
Autori: Lorenzo Biagi

Abstract:
Sui migranti ormai ne sentiamo di tutti i colori. Da ultimo anche sui “viaggi”. Per qualcuno “questi sono viaggi organizzati”. Per qualcun altro “questi viaggi mettono in pericolo i nostri confini”. Che vanno difesi, mentre le vite che spariscono inghiottite dal Mediterraneo sono meno importanti dei confini. Questo contributo prova ad entrare dentro il vissuto personale ed esistenziale della persona che oggi intraprende il migrare, lacerata da quello che cerca di fuggire e rapita da quello che desidera raggiungere, focalizzando lo sguardo su quello che si mette in mezzo tra la prima (la lacerazione) e il secondo (il desiderio). La tesi è che per il migrante il viaggio non rappresenti soltanto un trauma, ma che sia anche, e forse più, un’occasione di apprendimento trasformativo, come diversi migranti intervistati hanno fatto capire.

[...] Provare ad entrare dentro “il vissuto” personale ed esistenziale della persona che oggi intraprende il migrare, lacerata da quello che cerca di fuggire e rapita da quello che desidera raggiungere, focalizzando lo sguardo su “quello che si mette in mezzo” tra la prima (la lacerazione) e il secondo (il desiderio), è nelle intenzioni della ricerca qui presentata. Ciò che sta in mezzo fa la differenza da ogni punto di vista. Ciò che sta in mezzo è veramente il dato che segna la persona migrante: prima la sconcerta e poi la atterrisce, la delude e la disorienta fino all’imponderabile, la ferisce e spesso la lacera a morte – morte fisica, morte morale e morte spirituale, là dove per spirituale si intende antropologicamente l’intero dell’essere umano.

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Titoli: Il viaggio del migrante Tipo di pubblicazione: articolo Anno di pubblicazione: 2024 Autori: Lorenzo Biagi Rivista: IUSVEducation Supplemento al n. #24 Pagina: 10-29 Data di pubblicazione: novembre 2024 Editore: IUSVE – Istituto Universitario Salesiano ISSN: 2283-642X Come citare: Biagi, L....

Titolo: MigroAutore: Lorenzo BiagiIntroduzioneSecondo il consolidato stile dialogico di Iusveducation questo numero spec...
01/12/2024

Titolo: Migro
Autore: Lorenzo Biagi

Introduzione
Secondo il consolidato stile dialogico di Iusveducation questo numero speciale propone al lettore di entrare in dialogo anzitutto con una realtà tragica dei nostri giorni com’è quella del viaggio del migrante. In secondo luogo ci invita a lasciarci coinvolgere nel dialogo che una rappresentazione artistica provoca con la sorte di chi intraprende l’attraversamento del mare: un dialogo con delle presenze che fanno segno, ma soprattutto un dialogo con delle assenze. Tutto da avviare in una meditazione personale. Infine, ci immerge nel dialogo interdisciplinare tra saperi e conoscenze antropologiche, psicologiche e sociologiche, per immaginare le assenze cui alludono le opere d’arte che intervallano i saggi. Assenze che diventano presenze di volti, storie, linguaggi, confidenze, percorsi pieni di violenze che il migrante sicuramente racconta controvoglia.

In realtà, tutto il numero è già graficamente disposto in modo da richiamare costantemente la disposizione al dialogo. La lettura dei diversi contributi scientifici, infatti, si alterna alla sosta per la visione di dieci opere alle quali l’artista Daniele Pinni ha dato il titolo complessivo di Migro e il cui impatto è ogni volta un richiamo al lettore per interrogarsi sulla fine che ha fatto il migrante rispetto alla sciagura rappresentata dal moto travolgente delle onde marine e dal vento che le agita. Le dieci rappresentazioni sono state create valorizzando il colore giallo-oro delle coperte isotermiche date ai migranti quando vengono raccolti dalle imbarcazioni delle Ong e quando sbarcano sulle sponde italiane. Da notare che le prime tre rappresentazioni sono state incorniciate con le cornici di tre quadri recuperate significativamente da un’antica Via crucis…

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Titolo: Migro Tipo di pubblicazione: articolo Anno di pubblicazione: 2024 Autore: Lorenzo Biagi Rivista: IUSVEducation Supplemento al n. #24 Pagina: 6-9 Data di pubblicazione: novembre 2024 Editore: IUSVE – Istituto Universitario Salesiano ISSN: 2283-642X Come citare: Biagi, L. (2024). Migro. IUSV...

CALL FOR PAPERSIUSVEducation. Rivista interdisciplinare dell’educazione invita docenti universitari, ricercatori, insegn...
29/11/2024

CALL FOR PAPERS

IUSVEducation. Rivista interdisciplinare dell’educazione invita docenti universitari, ricercatori, insegnanti e professionisti a inviare contributi alla Call dedicata a

LE TRASFORMAZIONI DELLE PRATICHE NEI SETTORI FILOSOFICO, GIURIDICO, PSICOSOCIALE ANTROPOLOGICO ED EDUCATIVO, ALLA LUCE DELL’INTEGRAZIONE DELLE TECNOLOGIE DI INTELLIGENZA ARTIFICIALE GENERATIVA.

Questo numero speciale intende esplorare l’evoluzione delle dinamiche sociali, dei paradigmi etici, dei contesti educativi e normativi che emergono in risposta alla crescente diffusione di sistemi di IA generativa avanzati nei vari settori della società, sia in termini di opportunità che di criticità.
Saranno presi in considerazione contributi empirici, studi di caso, racconti di buone pratiche, revisioni della letteratura e analisi teoriche che offrano un contributo originale all’interno dell’ampio dibattito scientifico a partire dalla specificità disciplinare di ciascun autore.
Gli articoli saranno valutati per la loro rilevanza, originalità e rigore metodologico. Particolare attenzione sarà riservata ai contributi che adottano un approccio interdisciplinare e che propongono nuove prospettive sull’interazione tra IA e società.

https://www.iusveducation.it/call-for-papers-22-2024/

    Titolo: Call for papers #22 – 2024Tipo di pubblicazione: rubrica Anno di pubblicazione: 2024 Autore: Redazione Rivista: IUSVEducation Data di pubblicazione: novembre 2024 Editore: IUSVE – Istituto Universitario Salesiano ISSN: 2283-642X Come citare: Redazione (2024). Call for papers #22 .....

Titolo: EditorialeAutore: Michele MarchettoNella logica del dialogo interdisciplinare che è nella natura di Iusveducatio...
29/11/2024

Titolo: Editoriale
Autore: Michele Marchetto

Nella logica del dialogo interdisciplinare che è nella natura di Iusveducation, questo special issue, intitolato Migro, presenta una ricerca dal carattere composito: antropologico-culturale, etno-psicologico, sociologico, statistico, estetico. A queste caratteristiche corrispondono le discipline raccolte intorno al tema dei migranti, dei quali vengono indagate le esperienze del viaggio e dell’eventuale inserimento nel mondo “nuovo” cui approdano dopo drammatiche vicissitudini.

Il tema del viaggio costituisce il trait d’union dei diversi contributi, rappresentato dalla forza espressiva delle opere dell’artista Daniele Pinni. Distribuite lungo tutto questo numero, fra un articolo e l’altro, sono da “osservare” quali sono: opere d’arte che attestano la presenza dolorosa e sofferta di un’assenza, di chi nell’opera non si vede, ma si sente, col cuore e nell’anima. L’assenza, che è inaggirabile presenza, delle persone dei migranti, sopraffatti dagli elementi naturali e da quelli dis-umani: il mare in tempesta, il cielo minaccioso, il ruggire dei venti, la violenza delle onde, l’acqua che inghiotte, buia e gelata, stupri, percosse, privazioni, ferite nel corpo e nell’anima. L’energia perturbante della rappresentazione evoca le violenze subite prima di salpare e le difficoltà di un destino incerto per chi riesce a sopravvivere.

L’antropologia culturale, l’etno-psicologia, la sociologia, con l’ausilio della registrazione qualitativa e quantitativa dell’oggetto dell’indagine, danno corpo a ciò che lo sguardo estetico apre all’immaginazione: l’umano che riconosco nell’altro che mi si para dinanzi, ma che prima di tutto io stesso sono. Come a dire che «l’estraneo comincia in noi stessi e non fuori di noi», «un’estraneità intrapersonale» (Waldenfels 2008: 139-142), a svuotare l’io dell’auto-referenzialità individualistica ed ego-centrata, posto com’è, per sua natura, di fronte all’altro che egli stesso è a se stesso. Non potrà allora ignorare lo straniero, l’estraneo che incontra all’esterno, proprio perché vive l’esperienza dell’alterità fin dall’inizio della sua condizione umana, dentro di sé. Come respingerlo se anch’io sono estraneo a me stesso?

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Nella logica del dialogo interdisciplinare che è nella natura di Iusveducation, questo special issue, intitolato Migro, presenta una ricerca dal carattere composito: antropologico-culturale, etno-psicologico, sociologico, statistico, estetico. A queste caratteristiche corrispondono le discipline ra...

E’ online il Supplemento al numero  #24 di IUSVEducation - Rivista interdisciplinare dell'educazione, espressione dello ...
26/11/2024

E’ online il Supplemento al numero #24 di IUSVEducation - Rivista interdisciplinare dell'educazione, espressione dello IUSVE - Istituto Universitario Salesiano Venezia

Nella logica del dialogo interdisciplinare che è nella natura di Iusveducation, questo special issue, intitolato Migro, presenta una ricerca dal carattere composito: antropologico-culturale, etno-psicologico, sociologico, statistico, estetico. A queste caratteristiche corrispondono le discipline raccolte intorno al tema dei migranti, dei quali vengono indagate le esperienze del viaggio e dell’eventuale inserimento nel mondo “nuovo” cui approdano dopo drammatiche vicissitudini...

EDITORIALE
Michele Marchetto

MIGRO
Lorenzo Biagi

Il viaggio del migrante
Lorenzo Biagi

La Persona e il Viaggio. Ricerca sui processi narrativi dei richiedenti asilo nei cas e l’ipotesi dell’“io migrante”
Luca Cremasco

Migrazioni e dinamismo dei confini: alcune riflessioni sociologiche
Davide Girardi

Narrazioni migratorie: un’indagine qualitativa supportata dall’intelligenza artificiale
Marco Zuin

La misura mediterranea dell’umano
Cristian Vecchiet

“Riattivare una memoria feconda”
Claudio Monge

Quale misura dell’umano racconta il Mediterraneo?
Giuseppina De Simone

Per una teologia del Mediterraneo
Marco Dal Corso

NORME REDAZIONALI

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Rivista completa in formato PDF: IUSVEducation_ .pdf   EDITORIALEMichele Marchetto(p. 4) MIGROLorenzo Biagi(pp. 6-9) Il viaggio del migranteLorenzo Biagi(pp. 10-29) La Persona e il Viaggio. Ricerca sui processi narrativi dei richiedenti asilo nei cas e l’ipotesi dell’“io migrant...

Titolo: Il senso della sofferenza Autore: Remo StraforiniAbstract:In questa tarda modernità, di fatto caratterizzata dal...
24/11/2024

Titolo: Il senso della sofferenza
Autore: Remo Straforini

Abstract:
In questa tarda modernità, di fatto caratterizzata dal progressivo affermarsi di nuove tecniche di contrasto, annullamento ed espulsione del dolore e della sofferenza dall’ampio spettro della vita, pare vada affermandosi una singolare idea di uomo, di persona: fragile, malata, disturbata e al contempo incapace di riconoscere un senso al patire. Il decadimento della vita e il suo inevitabile epilogo direbbe Scheler, sono sempre state ragioni sufficienti per dar corso ad un processo di civilizzazione che nel tempo ha prodotto «sofferenze maggiori e più profonde di quanto non le abbia ridotte per mezzo di una lotta costante e sempre più capace contro le loro cause». A partire da questa premessa, il presente articolo desidera offrire una lettura dell’opera Il senso della sofferenza di Max Scheler, allo scopo di individuare e porre in evidenza nelle conclusioni, la portata e la valenza pedagogico-educativa di una riflessione profondamente ancorata alla dottrina cristiana della sofferenza e per certi versi ancora molto attuale.

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Senescenza e morte, sono biologicamente le tappe fondamentali del processo di accrescimento al quale è soggetto il vivente, parafrasando Minot, ogni forma di vita generatasi per effetto di un processo di differenziazione, avrà da fare i conti, presto o tardi, con un progressivo decadimento e con la «morte» (Minot 1908: 215); pertanto, come egli seguiterebbe a dire, la morte di un essere vivente, di un “tutto” «ha le sue strane complicazioni» (ibi: 213)...
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Titolo: Il senso della sofferenza Tipo di pubblicazione: articolo Anno di pubblicazione: 2024 Autore: Remo Straforini Rivista: IUSVEducation #24 Pagine: 72-83 Data di pubblicazione: ottobre 2024 Editore: IUSVE – Istituto Universitario Salesiano ISSN: 2283-642X Come citare: Straforini, R. (2024). I...

Titolo: Conflitti di pace. Riflessioni psicoanalitiche sul tema del lutto e della guerraAutore: Giulia Rossetto  Abstrac...
22/11/2024

Titolo: Conflitti di pace. Riflessioni psicoanalitiche sul tema del lutto e della guerra
Autore: Giulia Rossetto

Abstract:
Il presente lavoro si pone come obiettivo quello di attraversare il pensiero psicoanalitico sul fenomeno della guerra, arrivando a delineare in che modo l’elaborazione paranoica del lutto, secondo la tesi di Franco Fornari, possa descriverne l’eziologia. Rispetto ad ogni ipotesi demografica, economica, o sociale, infatti, questa accezione risulta essere più trasversale e consente di approfondire ulteriormente non solo le conseguenze, ma anche le cause del fenomeno bellico. Il gruppo risulta essere il contenitore sociale attraverso cui gli effetti di tale elaborazione possono esistere e diventare reali, in quanto consente ai propri membri, attraverso l’adesione alla sua mentalità, di far esperire vissuti psicotici paragonabili a quelli che esperisce il bambino nella posizione schizo-paranoide. Da questa prospettiva i vissuti di ansia e angoscia che dominano inconsciamente il mondo interno dell’individuo incapace di una elaborazione normale del lutto, assumono nel contesto sociale una dimensione paranoica tale da rendere conto della dinamica della guerra.

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Lutto e guerra sono due parole facilmente accostabili. Pensando ai campi di battaglia dell’antichità o agli attacchi sempre più tecnologicamente intelligenti dei nostri giorni è impossibile non fare i conti con il sentimento di sgomento e mancanza che i corpi senza vita dei combattenti e dei civili ci impongono. Parlare però di guerra e lutto da una prospettiva squisitamente psicoanalitica significa andare oltre il manifesto e fare i conti con i significati latenti che quei morti in realtà hanno...
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Titolo: Conflitti di pace. Riflessioni psicoanalitiche sul tema del lutto e della guerra Tipo di pubblicazione: articolo Anno di pubblicazione: 2024 Autore: Giulia Rossetto Rivista: IUSVEducation #24 Pagine: 60-71 Data di pubblicazione: ottobre 2024 Editore: IUSVE – Istituto Universitario Salesian...

Titolo: Ri-abitare il Lutto   Autore: Giovanna Borsetto  Abstract:La riflessione presentata in questo contributo concern...
20/11/2024

Titolo: Ri-abitare il Lutto
Autore: Giovanna Borsetto

Abstract:
La riflessione presentata in questo contributo concerne il lavoro psichico del lutto e le difficoltà che si presentano quando la mente non è in grado di farvi fronte. Carenze nella capacità di mentalizzazione, campi familiari di stampo narcisistico e aspetti transgenerazionali ostacolano l’elaborazione del trauma generando forme psicopatologiche che si esprimono nella clinica dell’adolescenza con forme distruttive di attacco al corpo e al legame.
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..La riflessione sui risultati di questo studio sembra suggerire che si stia trasmettendo alle nuove generazioni l’idea che il dolore non debba esistere e che non ci sia la necessità di potenziare le risorse emotive per affrontare tale vissuto: negando la morte viene precluso l’accesso all’esplorazione del dolore umano...
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Titolo: Ri-abitare il Lutto Tipo di pubblicazione: articolo Anno di pubblicazione: 2024 Autore: Giovanna Borsetto Rivista: IUSVEducation #24 Pagine: 48-59 Data di pubblicazione: ottobre 2024 Editore: IUSVE – Istituto Universitario Salesiano ISSN: 2283-642X Come citare: Borsetto, G. (2024). Ri-abit...

19/11/2024

Questo numero di IUSVEducation si presenta con un profilo particolare: la prima parte è dedicata al tema del lutto, secondo un’articolazione interdisciplinare che integra prospettive filosofiche, psicologiche, psicoanalitiche ed educative che pongono interrogativi in merito alle angosce ancestrali dell’essere umano, mentre la seconda parte guarda al futuro attraverso dei contributi che riflettono sulle prospettive futurologiche con le annesse implicazioni tecnologiche che non ci lasciano privi di incognite o che forse non permettono non troppe rassicurazioni.
Sembra che le due sezioni del numero siano distanti tra loro ma hanno l’obiettivo di poter favorire delle riflessioni che permettano di provare a tenere assieme la complessità della realtà contemporanea declinandola tra interno ed esterno, tra passato, presente e futuro. Nel proporre il tema del lutto, come Redazione, ci siamo interrogati sul bisogno di fermarci a pensare, di recuperare un tempo che possa permettere di trovare una dimensione di senso per essere meno impreparati di fronte alle contemporaneità e ai drammi attuali che fanno eco a traumi soggettivi e privati.
Appena superata la crisi pandemica che ha messo in pausa e in crisi la vita di tutti noi, ci troviamo invasi da immagini di guerra e di conflitti politici che attivano fantasmi catastrofici, chissà se solo immaginari, relativi anche all’eventualità di una guerra nucleare. Questo scenario mondiale ci richiede di avere degli strumenti di comprensione e di digestione di una realtà sempre più perturbante che mette in campo l’elaborazione di continui lutti, che hanno a che fare non solo con aspetti concreti, ma anche con il tramontare dell’illusione di un mondo governato dalla pace e lontano dai temi della morte. A questo fine, non solo il soggetto ma il gruppo, inteso anche come società, ha la necessità di rimodellare il suo funzionamento per poter effettuare il lavoro del lutto poiché i traumi collettivi che stiamo vivendo innescano una oscillazione continua tra depressione melanconica e ricerca rabbiosa e rivendicativa di un capro espiatorio che potrebbe esitare in continue guerre violente. Giulia Rossetto ci racconta del pensiero psicoanalitico sulla guerra, arrivando a delineare in che modo l’elaborazione paranoica del lutto possa descriverne l’eziologia.
Ma per entrare nel vivo di questa sessione, faccio un brevissimo sunto di come è articolato il numero che si apre con il contributo di Francesco Bellusci che ci accompagna in un excursus magistrale che affronta filosoficamente il tema freudiano della natura del lutto tenendo una prospettiva fenomenologica ed esistenziale. Per transitare poi, grazie alla domanda di Penzo Doria “La vita aspira al senso?” ad un’indagine antropologica e antropoanalitica sulla natura dell’esistenza umana e la sua ricerca di senso e sull’impatto che l’iper-modernità ha sul desiderio umano. Infatti una riflessione più approfondita sul nostro tempo moderno sembra suggerire che la società stia trasmettendo alle nuove generazioni l’idea che il dolore non debba esistere e che non ci sia la necessità di potenziare le risorse emotive per affrontare tale vissuto: negando la morte viene precluso l’accesso all’esplorazione del dolore umano. Remo Straforini nel suo contributo ci aiuta a riflettere sul senso della sofferenza umana e Giuseppe Bon prende in esame alcune forme della sofferenza mettendo un accento particolare sul tema della terminalità della vita e sulla dimensione etica e bioetica delle pratiche di cura e di assistenza. In questo lavoro viene preso in esame il processo del morire, del congedo dalla vita, ossia di quel periodo che viene di solito denominato terminalità. La terminalità e il fine vita vengono anche narrate nell’articolo delle colleghe psicologhe del Servizio Pediatrico Regionale del Veneto di cure palliative. Il lavoro esplora il complesso processo di lutto che coinvolge le famiglie di bambini con malattie inguaribili, all’interno del contesto delle cure palliative pediatriche fino ad approdare con il contributo di Davide Vaccarin nel territorio delle esperienze di premorte (NDE).
Il numero si chiude con la conversazione di Arianna Novaga con Andres Serrano, artista americano, sulla serie fotografica The Morgue del 1992, scattata in un obitorio americano che apre interrogativi sulla raffigurabilità non solo concreta ma anche psichica della morte.
Per concludere, dico qualcosa di quello che sostengo nel mio contributo presente nel numero e cioè che abbiamo bisogno di un apparato psichico che sia in grado di svolgere il lavoro del lutto inteso come quell’attività che consente di dare significato alle vicende dell’esistenza, in particolare alle vicende connesse ai traumi, interni ed esterni che siano. È il lavoro del lutto, inteso come un processo psichico universale, fondamentale e intrinseco allo sviluppo che, permettendo di fare i conti con la realtà, produce l’elaborazione di rappresentazioni psichiche che consentono di far procedere oltre al trauma e di non restarvi ancorati per l’intera esistenza e per poter guardare al futuro.
Buona lettura.
prof.ssa Giovanna Borsetto
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La rivista IUSVEducation è open access, on line, accessibile a tutti al sito iusveducation.it
IUSVE - Istituto Universitario Salesiano Venezia IUSVE - Istituto Universitario Salesiano

Questo numero di IUSVEducation si presenta con un profilo particolare: la prima parte è dedicata al tema del lutto, seco...
19/11/2024

Questo numero di IUSVEducation si presenta con un profilo particolare: la prima parte è dedicata al tema del lutto, secondo un’articolazione interdisciplinare che integra prospettive filosofiche, psicologiche, psicoanalitiche ed educative che pongono interrogativi in merito alle angosce ancestrali dell’essere umano, mentre la seconda parte guarda al futuro attraverso dei contributi che riflettono sulle prospettive futurologiche con le annesse implicazioni tecnologiche che non ci lasciano privi di incognite o che forse non permettono non troppe rassicurazioni.

Sembra che le due sezioni del numero siano distanti tra loro ma hanno l’obiettivo di poter favorire delle riflessioni che permettano di provare a tenere assieme la complessità della realtà contemporanea declinandola tra interno ed esterno, tra passato, presente e futuro. Nel proporre il tema del lutto, come Redazione, ci siamo interrogati sul bisogno di fermarci a pensare, di recuperare un tempo che possa permettere di trovare una dimensione di senso per essere meno impreparati di fronte alle contemporaneità e ai drammi attuali che fanno eco a traumi soggettivi e privati.

Appena superata la crisi pandemica che ha messo in pausa e in crisi la vita di tutti noi, ci troviamo invasi da immagini di guerra e di conflitti politici che attivano fantasmi catastrofici, chissà se solo immaginari, relativi anche all’eventualità di una guerra nucleare. Questo scenario mondiale ci richiede di avere degli strumenti di comprensione e di digestione di una realtà sempre più perturbante che mette in campo l’elaborazione di continui lutti, che hanno a che fare non solo con aspetti concreti, ma anche con il tramontare dell’illusione di un mondo governato dalla pace e lontano dai temi della morte. A questo fine, non solo il soggetto ma il gruppo, inteso anche come società, ha la necessità di rimodellare il suo funzionamento per poter effettuare il lavoro del lutto poiché i traumi collettivi che stiamo vivendo innescano una oscillazione continua tra depressione melanconica e ricerca rabbiosa e rivendicativa di un capro espiatorio che potrebbe esitare in continue guerre violente. Giulia Rossetto ci racconta del pensiero psicoanalitico sulla guerra, arrivando a delineare in che modo l’elaborazione paranoica del lutto possa descriverne l’eziologia.

Ma per entrare nel vivo di questa sessione, faccio un brevissimo sunto di come è articolato il numero che si apre con il contributo di Francesco Bellusci che ci accompagna in un excursus magistrale che affronta filosoficamente il tema freudiano della natura del lutto tenendo una prospettiva fenomenologica ed esistenziale. Per transitare poi, grazie alla domanda di Penzo Doria “La vita aspira al senso?” ad un’indagine antropologica e antropoanalitica sulla natura dell’esistenza umana e la sua ricerca di senso e sull’impatto che l’iper-modernità ha sul desiderio umano. Infatti una riflessione più approfondita sul nostro tempo moderno sembra suggerire che la società stia trasmettendo alle nuove generazioni l’idea che il dolore non debba esistere e che non ci sia la necessità di potenziare le risorse emotive per affrontare tale vissuto: negando la morte viene precluso l’accesso all’esplorazione del dolore umano. Remo Straforini nel suo contributo ci aiuta a riflettere sul senso della sofferenza umana e Giuseppe Bon prende in esame alcune forme della sofferenza mettendo un accento particolare sul tema della terminalità della vita e sulla dimensione etica e bioetica delle pratiche di cura e di assistenza. In questo lavoro viene preso in esame il processo del morire, del congedo dalla vita, ossia di quel periodo che viene di solito denominato terminalità. La terminalità e il fine vita vengono anche narrate nell’articolo delle colleghe psicologhe del Servizio Pediatrico Regionale del Veneto di cure palliative. Il lavoro esplora il complesso processo di lutto che coinvolge le famiglie di bambini con malattie inguaribili, all’interno del contesto delle cure palliative pediatriche fino ad approdare con il contributo di Davide Vaccarin nel territorio delle esperienze di premorte (NDE).

Il numero si chiude con la conversazione di Arianna Novaga con Andres Serrano, artista americano, sulla serie fotografica The Morgue del 1992, scattata in un obitorio americano che apre interrogativi sulla raffigurabilità non solo concreta ma anche psichica della morte.

Per concludere, dico qualcosa di quello che sostengo nel mio contributo presente nel numero e cioè che abbiamo bisogno di un apparato psichico che sia in grado di svolgere il lavoro del lutto inteso come quell’attività che consente di dare significato alle vicende dell’esistenza, in particolare alle vicende connesse ai traumi, interni ed esterni che siano. È il lavoro del lutto, inteso come un processo psichico universale, fondamentale e intrinseco allo sviluppo che, permettendo di fare i conti con la realtà, produce l’elaborazione di rappresentazioni psichiche che consentono di far procedere oltre al trauma e di non restarvi ancorati per l’intera esistenza e per poter guardare al futuro.

Buona lettura.
prof.ssa Giovanna Borsetto

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Questo numero di Iusveducation si presenta con un profilo particolare: la prima parte è dedicata al tema del lutto, secondo un’articolazione interdisciplinare che integra prospettive filosofiche, psicologiche, psicoanalitiche ed educative che pongono interrogativi in merito alle angosce ancestral...

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