02/11/2024
Se anche tu come me oggi 2 Novembre stai pensando alle persone a te care che non sono più su questa terra e che vorresti rivedere, riabbracciare, con cui vorresti comunicare ancora una volta... ti invito a leggere questi brani tratti dagli scritti di Paramahansa Yogananda:
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Sebbene gli uomini pensino alla morte con paura e tristezza, coloro che hanno già lasciato la terra sanno invece che la morte è una meravigliosa esperienza di pace e di libertà.
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Al momento della morte dimenticate tutte le limitazioni del corpo fisico e vi rendete conto di quanto siete liberi. Nei primi istanti provate una sensazione di paura dell’ignoto o di qualcosa che la coscienza non conosce. Ma in seguito subentra una grande realizzazione: l’anima prova un gioioso senso di sollievo e di libertà. Sapete di esistere a prescindere dal corpo mortale.
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Ciascuno di noi un giorno morirà, perciò non c’è motivo di temere la morte. Voi non provate una sensazione di infelicità al pensiero di non essere più coscienti del corpo quando vi addormentate; al contrario, accettate il sonno come un gradevole stato di libertà. Così è la morte: uno stato di quiete, un meritato riposo. Non c’è nulla da temere. Ridete della morte quando arriverà; è soltanto un’esperienza grazie alla quale potrete imparare una grande lezione: voi non potete morire.
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Il nostro vero Sé, l’anima, è immortale. Possiamo dormire per un breve periodo di tempo nello stato che chiamiamo morte, ma non possiamo mai essere distrutti. Esistiamo e l’esistenza è eterna. L’onda raggiunge la riva e poi ritorna nel mare; non scompare. Diventa una cosa sola con il mare, o ritorna assumendo la forma di un’altra onda. Il corpo si è materializzato e scomparirà, ma l’essenza spirituale che racchiude non cesserà mai di esistere. Nulla può mettere fine a questa eterna coscienza.
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Perfino una particella di materia o un’onda di energia sono indistruttibili, come ha dimostrato la scienza; anche l’anima, l’essenza spirituale dell’uomo, è indistruttibile. La materia è soggetta al cambiamento e l’anima a esperienze mutevoli. Il mutamento radicale viene chiamato morte, ma la morte, ossia il cambiamento della forma, non muta né distrugge l’essenza spirituale.
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Il corpo è solo un abito. Quante volte nella vita avete cambiato i vostri abiti, ma nonostante questo non direste mai che voi siete cambiati. Allo stesso modo, quando al momento della morte abbandonate l’abito corporeo, non cambiate. Siete sempre gli stessi, anime immortali, figli di Dio.
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La parola "morte" è un termine decisamente improprio, perché la morte non esiste; quando siete stanchi della vita, vi togliete semplicemente l’abito corporeo e ritornate nel mondo astrale.
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La Bhagavad Gita parla in modo meraviglioso e confortante dell’immortalità dell’anima:
"Mai lo spirito nacque, né mai cesserà di esistere;
Mai ci fu un tempo in cui non era; principio e fine sono sogni!
Senza nascita, immortale e immutabile lo spirito permane in eterno;
La morte non lo ha colpito, anche se morta sembra essere la sua dimora."
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La morte non è la fine; è una liberazione temporanea che vi è concessa quando il karma, la legge della giustizia, decide che il vostro corpo e il vostro ambiente hanno assolto il loro compito, o quando siete troppo stanchi e sfiniti dalla sofferenza, per sopportare più a lungo il peso dell’esistenza fisica. Per coloro che soffrono, la morte rappresenta la risurrezione dai dolorosi tormenti della carne alla pace e alla quiete che finalmente si sono ridestate. Per gli anziani, costituisce la "pensione" che hanno meritato dopo aver combattuto per una vita intera. Per tutti è un gradito riposo.
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Il disegno di Dio sembra molto crudele quando vi soffermate sul pensiero che il mondo è preda della morte e che anche voi dovrete abbandonare il corpo. Non riuscite a credere che Dio sia misericordioso.
Ma se guardate la morte con gli occhi della saggezza, vedrete che in ultima analisi è soltanto un pensiero di Dio che attraversa un incubo di cambiamento per tornare ancora una volta nella beata libertà in Lui. Dopo la morte, sia al santo sia al peccatore è concessa la libertà a un livello più o meno alto, a seconda dei loro meriti. Nel mondo astrale di sogno del Signore (la regione dove vanno le anime dopo la morte) essi godono di una libertà mai conosciuta durante la vita terrena.
Cosi, non provate compassione per colui che sta attraversando l’illusione della morte, perché presto sarà libero. Quando sfuggirà a questa illusione, si accorgerà che la morte non era poi cosi br**ta. Si renderà conto che aveva solo sognato di essere una creatura mortale e si rallegrerà che ora il fuoco non può bruciarlo né l’acqua annegarlo; è libero e salvo.
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La coscienza del morente si sente improvvisamente liberata dal peso del corpo, dalla necessità di respirare e da qualsiasi dolore fisico. L’anima prova allora l’impressione di librarsi in volo attraverso una galleria illuminata da una luce molto rasserenante, soffusa e tenue. Quindi l’anima scivola in un sonno inconsapevole, infinitamente più profondo e piacevole del sonno più profondo che abbia mai sperimentato nel corpo fisico.
Lo stato che segue la morte è diverso per ciascun essere umano, a seconda del modo in cui ha vissuto sulla terra. Così come la durata e la profondità del sonno sono diverse per ciascun individuo, analogamente sono diverse le rispettive esperienze nello stato che segue la morte. I buoni, che hanno lavorato seriamente nella fabbrica della vita, sprofondano per un breve periodo di tempo in un inconsapevole sonno ristoratore. Quindi si risvegliano in una delle regioni del mondo astrale: “Nella casa del Padre Mio ci sono molte dimore”.
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Nella regione astrale le anime sono rivestite di un sottile velo di luce. Non sono rinchiuse in un involucro di ossa ricoperto di carne. Non sono avvolte da strutture pesanti e fragili che urtandosi con altri corpi solidi si spezzano. Perciò nel mondo astrale non esistono confitti fra il corpo umano e i solidi, gli oceani, i fulmini o le malattie. Non si verificano incidenti, perché tutte le cose coesistono aiutandosi reciprocamente, senza contrasti. Ogni forma vibratoria opera in armonia con le altre. Tutte le forze vivono in pace e si aiutano coscientemente a vicenda. Le anime, i raggi sui quali si muovono e i raggi arancione di cui si dissetano e si nutrono, sono fatti di luce viva. Le anime vivono in un reciproco stato di comprensione e di cooperazione e non respirano l’ossigeno, ma la gioia dello Spirito.
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“Gli amici di altre vite si riconoscono senza difficoltà nel mondo astrale” diceva Sri Yukteswar. “Rallegrandosi per l’immortalità dell’amicizia, comprendono l’indistruttibilità dell’amore, spesso messa in dubbio al momento del triste e illusorio distacco dalla vita terrena”.
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Com’è stupenda la vita dopo la morte! Non dovrete più trascinare questo vecchio fardello di ossa, con tutti i suoi problemi. Sarete liberi nel cielo astrale dove le limitazioni fisiche non vi ostacoleranno più.
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Quando muore una persona cara, invece di addolorarvi irragionevolmente, cercate di comprendere che è ascesa a un piano più elevato per volere di Dio, e che Dio sa qual è la cosa migliore per lei. Rallegratevi, perché adesso è libera. Pregate affinché il vostro amore e la vostra comprensione la incoraggino a proseguire sulla via dell’evoluzione. Questo atteggiamento è molto più utile. Naturalmente, non saremmo umani se non sentissimo la mancanza di coloro che amiamo; ma, pur provando un senso di solitudine perché ci hanno lasciati, non vogliamo che il nostro egoistico attaccamento li tenga legati alla terra. L’estremo dolore impedisce all'anima dei cari scomparsi di raggiungere una pace più profonda e una maggiore libertà.
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Per comunicare con i vostri cari scomparsi, raccoglietevi in silenzio e meditate su Dio. Quando sentirete la Sua pace dentro di voi, concentratevi profondamente sul centro cristico, il centro della volontà situato tra le sopracciglia, e inviate il vostro amore ai cari scomparsi.
Visualizzate nel centro cristico la persona con cui volete comunicare. Mandate alla sua anima le vostre vibrazioni di amore, di forza e di coraggio.
Se lo farete senza interruzione, e se il vostro affetto nei confronti della persona cara non diminuirà, la sua anima riceverà certamente le vostre vibrazioni, che le daranno un senso di benessere e le faranno sentire di essere amata. I vostri cari non vi hanno dimenticato, proprio come non lo avete fatto voi.
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Inviate ai vostri cari pensieri di amore e di comprensione quando ne sentite il desiderio, ma fatelo almeno una volta l’anno, ad esempio in occasione di qualche ricorrenza speciale. Dite mentalmente: “Un giorno ci incontreremo ancora e continueremo a rafforzare il nostro amore divino e la nostra amicizia”. Se continuate a inviare loro pensieri di amore, certamente un giorno li incontrerete ancora. Saprete che questa vita non è la fine, ma soltanto un anello dell’eterna catena che vi lega ai vostri cari.
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Paramahansa Yogananda
Jay Guru✨🙏✨💖