Una regola spietata della società dell'informazione che si ripercuote su tanti temi lasciati nel dimenticatoio: la fame e la povertà, ma anche realtà di speranza, come l'impegno che ognuno può dare per cambiare il mondo. In occasione della Giornata di Preghiera per la Pace nel Mondo, convocata dal beato Giovanni Paolo II, il 21 gennaio 2002 ad Assisi, si incrociano i cammini di vita personali dei
fondatori. Dopo l’incontro, un gruppo di giovani parte per la GMG di Toronto, condivide un’esperienza umana e di fede importante, scopre l’amicizia e un comune interesse per la comunicazione. Internet e nuove tecnologie sembrano essere la soluzione migliore per raggiungere un numero alto di coetanei. Il nome Korazym.org deriva dal nome ebraico Corazim del Monte delle Beatitudini in Terra Santa, il luogo in cui Giovanni Paolo II nel 2000 incontrò migliaia di giovani. Un nome evocativo che richiama l’insegnamento di Gesù, la testimonianza del Papa e l’impegno dei giovani, invitati da Giovanni Paolo II nel 2002 a Toronto a diventare il popolo delle Beatitudini. Nato il 4 aprile 2003, il sito Korazym.org viene inaugurato il 13 aprile 2003, in occasione della GMG. Il quotidiano non profit on line Korazym.org è stato registrato come testata giornalistica il 4 ottobre 2005 presso il Tribunale di Latina, al N. 838 del Registro della Stampa. In questi anni è riuscito a ritagliarsi un proprio ruolo nel panorama dell'informazione religiosa e non solo, diventando un punto di riferimento per la correttezza, la precisione e la tempestività dell’informazione. Nonostante l’esiguità delle risorse economiche investite finora nel progetto, grazie alle qualità e alla disponibilità generosa di lavoro e di tempo dei suoi collaboratori, Korazym.org viene costruito giorno dopo giorno. Dopo un restyling nel 2006, l'esperienza si è conclusa il 22 maggio del 2008: da una parte, problemi legati alla tecnologia obsoleta del sito, dall'altra l'esigenza di una verifica radicale del progetto. È seguita una fase di studio e di progettazione, con l'obiettivo di tornare on line con una nuova proposta agli inizi di luglio, alla vigilia della Giornata Mondiale della Gioventù a Sydney. Dopo 5 anni di presenza on line, sono state almeno tre le esigenze che ci hanno spinto a ripensare la formula del Progetto Korazym. Da una parte, la necessità di aggiornare il sito agli standard tecnologici attuali, dall'altra la volontà di rispondere alle nuove tendenze del giornalismo on line; non da ultimo, l'urgenza di armonizzare il progetto con le effettive disponibilità e risorse umane. L'obiettivo di fondo è stato quello di riposizionarsi in uno scenario caratterizzato non tanto dalla multimedialità, quanto dalla cross-medialità. È la facilità con cui un contenuto, così come lo stesso lettore, passano da un medium all'altro, modellando aspettative diverse a seconda del contesto. Maggiore interazione, dunque, grazie a blog, contenuti video, podcast e interfacce dinamiche, tenendo conto di due tendenza in atto: il "giornalismo diffuso" (il "citizen journalism" statunitense), in base al quale ogni lettore può diventare in teoria editore di se stesso o comunque reporter; e il "giornalismo mobile" ("mobile journalism"), realizzato con gli strumenti tipici della comunicazione in movimento. Cosa può dire tutto questo a Korazym.org? La chiave è l'aspirazione a dare voce alla Chiesa dal basso, alle storie dei fedeli, alle difficoltà, ai dilemmi etici, alle esperienze di fede, ai percorsi personali. In questo modo, Korazym.org rimarrà una fonte autorevole per avere notizie, ma anche uno spazio di interazione per condividere esperienze. Il tutto, senza rinunciare alla nostra linea editoriale sempre valida e messa nero su bianco nella nota programmatica redatta nel 2007. "Fermo restando il rispetto della dottrina e delle verità di fede (non un solo articolo del nostro quotidiano è mai andato contro il Papa o il Magistero della Chiesa), anche la comunità ecclesiale deve accettare e trarre beneficio da un'opinione pubblica interna, che permetta ai giornalisti, ai fedeli e in generale alle numerose istanze presenti di far sentire la propria voce, sempre all'insegna di un confronto sereno che arricchisca la proposta cristiana al mondo di oggi. In sostanza, discutere, dialogare, anche criticare sono elementi necessari per un'informazione rispettosa, ma libera, in grado di proporre analisi e opinioni su cui essere più o meno d'accordo, senza per questo essere tacciati di dietrologia o di spirito antiecclesiale, come se esista un bollino di cattolicità o un approccio alla notizia 'catholic correct'. Crediamo che sia questo il carattere giovanile della comunicazione, che prescinde dall'età: è piuttosto uno stile, una coerenza, uno spirito critico che aiuta a ragionare con la propria testa (anche negli ambienti più familiari), una lucidità che spinge a perseguire nel limite del possibile e della buona fede la verità di una notizia, avendo il coraggio di andare in controtendenza, se necessario. Obiettivo: offrire un'informazione non omologata e libera e di conseguenza fresca e alla portata di tutti, consapevoli che certamente il mondo dell'informazione ha bisogno di uno sguardo di ca**tà in chi vi opera, se comunicare vuol dire autenticamente essere al servizio dell'uomo".