17/01/2022
Novità editoriali
Carmelo De Marco - Parole, suoni, silenzi
Non ti ho goduto, vero, nuova vita,
non è colpa del mare cui ho voluto bene
e che amerò in eterno, sto costruendo
le ali che attaccherò all’anima,
volerà appena sopra la tua spuma
un’anima e due ali
erranti verso lidi sconosciuti
dove si scrollano le umane sofferenze
nel baluginio di una luce di quiete.
La poesia di Carmelo De Marco si rispecchia benissimo nel mare, da lui così amato: elemento che ricorre con assiduità in questo libro, presentandosi ora come sfondo realistico ora come referente
allegorico e immaginifico, ma sempre danzante nella mente e nell’anima secondo un ritmico gonfiarsi e quietarsi, frangersi e placarsi, avvolgere e ritrarsi. Ne deriva un intreccio polifonico e polimorfico di parole, suoni, silenzi dove il tempo è arbitro di emozioni e memorie, di ricordi e presenze, tra momenti legati alla caducità dell’istante e altri proiettati su di un orizzonte duraturo o addirittura
eterno. Un tempo che per alcuni aspetti divora ma per altri invece rallenta, riavvolge, cristallizza e infine si dissolve sotto il potere della poesia:che consiste nel decodificare la realtà tramite “il filtro dei
sensi”, cercando “il senso da dare alle cose”.
Su tutto regna una sconfinata fede nell’amore, colto nelle sue molteplici configurazioni: attitudine dello spirito, espressione intima, risorsa universale, abbandono carnale (come si legge nell’ultima sezione-appendice). Una poesia “del cuore che corre”, semplice e diretta nella sua forma esteriore, concisa e sintetica, ma efficace e ricca di sfumature, dettagli, anfratti nei quali immergersi, orientarsi, disorientarsi e infine ritrovare la via, immedesimandosi nei dolori vissuti e nei dubbi dell’autore, ma anche nella sua fiducia in una possibile gioia. La nitidezza del pensiero, oltre che del sentimento, guida un discorso coerente nella cui trama le occasioni di sconforto, legate alle delusioni subite e alla condizione del mondo odierno (tra solitudine, smarrimento e naufragio) lasciano spazio alla riconquista
di una possibile luce di quiete tanto per sé come individuo, quanto per l’umanità nel suo insieme, nella quale il lettore potrà riconoscersi.
Stefano Valentini