Tra le tante persone che hanno aiutato Enrico Pieri – e gli altri testimoni sopravvissuti – nell’ostinato lavoro di memoria dell’eccidio di Sant’Anna di Stazzema, una menzione particolare è giusto ritagliarla per 𝐆𝐫𝐚𝐳𝐢𝐚𝐧𝐨 𝐋𝐚𝐳𝐳𝐞𝐫𝐢, attuale segretario dell’Associazione Martiri nonché figlio dei superstiti Adele Pardini e Luciano Lazzeri.
Capelli mossi, barba folta e occhi gentili. Attento ai dettagli e spontaneamente vocato alla narrazione, 𝐆𝐫𝐚𝐳𝐢𝐚𝐧𝐨 𝐜𝐢 𝐡𝐚 𝐫𝐚𝐜𝐜𝐨𝐧𝐭𝐚𝐭𝐨 𝐥𝐚 𝐬𝐮𝐚 𝐩𝐚𝐫𝐭𝐢𝐜𝐨𝐥𝐚𝐫𝐞 𝐬𝐭𝐨𝐫𝐢𝐚 𝐝𝐢 𝐬𝐞𝐜𝐨𝐧𝐝𝐚 𝐠𝐞𝐧𝐞𝐫𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞, cresciuta sotto il peso di una complessa eredità familiare, emotiva, storica. A differenza di altri, lui ha scelto di prendere in mano il testimone e di svolgere un’attività pragmatica di ricordo e divulgazione, con la stessa forza di chi lo ha preceduto ed anche con ferite molto simili.
Certi 𝐭𝐫𝐚𝐮𝐦𝐢, infatti, sono talmente dirompenti e drammatici che generano ferite capaci di 𝐭𝐫𝐚𝐦𝐚𝐧𝐝𝐚𝐫𝐬𝐢 𝐝𝐢 𝐠𝐞𝐧𝐢𝐭𝐨𝐫𝐞 𝐢𝐧 𝐟𝐢𝐠𝐥𝐢𝐨, propagandosi nel tempo e nello spazio. Ma in questa sofferenza che tocca tutti, chiunque si avvicini alle vicende di quel piccolo paesino sulle montagne versiliesi, c’è margine per una forza vitale come l’𝐀𝐬𝐬𝐨𝐜𝐢𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐌𝐚𝐫𝐭𝐢𝐫𝐢, ardente brace che sopravvive sotto la cenere e che porta avanti la memoria.
Ascolta la storia di Graziano Lazzeri nel podcast “Cenere – Le voci dell’eccidio dimenticato di Sant’Anna di Stazzema” cliccando qui: https://linktr.ee/cenere.santanna.di.stazzema
Associazione Martiri Sant'Anna di Stazzema 12 Agosto 1944
Sant'Anna di Stazzema - Parco Nazionale della Pace
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Petra e il Campo della Pace
𝐏𝐞𝐭𝐫𝐚 𝐐𝐮𝐢𝐧𝐭𝐢𝐧𝐢 fa parte di quella parte di opinione pubblica tedesca che rimase spiazzata dall’archiviazione, da parte della Procura di Stoccarda, dei procedimenti a carico dei responsabili dell’eccidio di Sant’Anna di Stazzema. Petra, però, è una donna dall’energia infinita. E sapeva che doveva fare qualcosa di più.
Anni dopo il primo incontro con i superstiti dell’eccidio, è una delle anime di quel 𝐂𝐚𝐦𝐩𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐏𝐚𝐜𝐞 𝐜𝐡𝐞 𝐨𝐠𝐧𝐢 𝐚𝐧𝐧𝐨 𝐩𝐨𝐫𝐭𝐚 𝐠𝐢𝐨𝐯𝐚𝐧𝐢 𝐢𝐭𝐚𝐥𝐢𝐚𝐧𝐢 𝐞 𝐭𝐞𝐝𝐞𝐬𝐜𝐡𝐢 𝐚 𝐢𝐧𝐜𝐨𝐧𝐭𝐫𝐚𝐫𝐬𝐢 𝐩𝐫𝐨𝐩𝐫𝐢𝐨 𝐚 𝐒𝐚𝐧𝐭’𝐀𝐧𝐧𝐚. Per conoscere cosa è successo dalla voce di Mario Marsili, delle sorelle Pardini, da Enio Mancini e gli altri sopravvissuti.
Perché come spiega Petra, e come abbiamo capito durante il lungo lavoro che ha portato a creare il nostro podcast, «𝐜’𝐞̀ 𝐛𝐢𝐬𝐨𝐠𝐧𝐨 𝐝𝐢 𝐝𝐚𝐫𝐞 𝐮𝐧𝐚 𝐯𝐨𝐜𝐞, 𝐮𝐧𝐚 𝐯𝐨𝐜𝐞 𝐩𝐢𝐮̀ 𝐚𝐦𝐩𝐢𝐚, 𝐝𝐢 𝐚𝐦𝐩𝐥𝐢𝐟𝐢𝐜𝐚𝐫𝐥𝐚».
Aiutaci ad amplificare la voce di chi può ancora raccontare cosa è successo ottant’anni fa. Ascolta il podcast “𝐂𝐞𝐧𝐞𝐫𝐞 - 𝐋𝐞 𝐯𝐨𝐜𝐢 𝐝𝐞𝐥𝐥’𝐞𝐜𝐜𝐢𝐝𝐢𝐨 𝐝𝐢𝐦𝐞𝐧𝐭𝐢𝐜𝐚𝐭𝐨 𝐝𝐢 𝐒𝐚𝐧𝐭’𝐀𝐧𝐧𝐚 𝐝𝐢 𝐒𝐭𝐚𝐳𝐳𝐞𝐦𝐚”, lo puoi trovare cliccando qui: https://linktr.ee/cenere.santanna.di.stazzema
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Enrico Pieri
𝐑𝐚𝐜𝐜𝐨𝐧𝐭𝐚𝐫𝐞 l’eccidio di Sant’Anna di Stazzema è stata un’esperienza che ci porteremo dentro per sempre. Enio Mancini, Mario Marsili, Adele e Siria Pardini sono solo alcuni dei tanti testimoni di altissimo valore che abbiamo incontrato, un motivo di grande orgoglio per tutti noi. Percepire il 𝐝𝐨𝐥𝐨𝐫𝐞 nei loro racconti, leggere gli sguardi e centellinare il peso di ogni singola parola, è qualcosa di impossibile da descrivere. Per questo abbiamo ascoltato, in silenzio, cercando di trasmettere nel podcast le 𝐞𝐦𝐨𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢 che ci hanno fatto vibrare l’anima.
Abbiamo soltanto un unico dispiacere: non aver potuto incontrare 𝐄𝐧𝐫𝐢𝐜𝐨 𝐏𝐢𝐞𝐫𝐢, venuto a mancare il 𝟏𝟎 𝐝𝐢𝐜𝐞𝐦𝐛𝐫𝐞 𝟐𝟎𝟐𝟏. Ma il suo 𝐢𝐦𝐩𝐞𝐠𝐧𝐨 𝐭𝐨𝐭𝐚𝐥𝐞 verso i superstiti di Sant’Anna non potrà mai essere dimenticato. Così come il desiderio che suo figlio Massimo imparasse il 𝐭𝐞𝐝𝐞𝐬𝐜𝐨: per abbattere i muri, per costruire una fratellanza europea.
Enrico aveva un sogno, quello di realizzare l’𝐎𝐬𝐭𝐞𝐥𝐥𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐏𝐚𝐜𝐞 per accogliere i giovani visitatori di Sant’Anna: trasformare quella casa che fu teatro di morte, 80 anni fa, in un faro di speranza e pace per il futuro. Un 𝐬𝐨𝐠𝐧𝐨 𝐟𝐢𝐧𝐢𝐭𝐨 𝐧𝐞𝐥 𝐜𝐚𝐬𝐬𝐞𝐭𝐭𝐨, ma che con il rinnovato impegno della famiglia e, nel nostro piccolo, con la spinta del podcast “Cenere”, speriamo arrivi a concretizzarsi quanto prima.
La voce di Enrico Pieri è presente nel nostro podcast, e in questo piccolo estratto ripreso da una vecchia intervista, abbiamo voluto concedere il giusto contributo al ricordo di una persona straordinaria che, seppur convivendo con il dolore, non ha mai perso le speranze di alimentare le braci di una nuova 𝐫𝐢𝐧𝐚𝐬𝐜𝐢𝐭𝐚.
Ascolta “
𝐋’𝐚𝐫𝐦𝐢𝐬𝐭𝐢𝐳𝐢𝐨 firmato dall’Italia con gli Alleati, rivelato l’8 settembre 1943, ha sfaldato definitivamente un Paese già allo stremo: 𝐥𝐞 𝐩𝐫𝐢𝐧𝐜𝐢𝐩𝐚𝐥𝐢 𝐜𝐚𝐫𝐢𝐜𝐡𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐨 𝐒𝐭𝐚𝐭𝐨 𝐟𝐮𝐠𝐠𝐨𝐧𝐨 senza dare indicazioni e i tedeschi occupano velocemente la pen*sola.
𝐌𝐨𝐥𝐭𝐢𝐬𝐬𝐢𝐦𝐢 𝐠𝐢𝐨𝐯𝐚𝐧𝐢, arruolati dal fascismo per la guerra, tornano a casa per trovarsi l’ex alleato alla porta e decidono di difendere come possono la loro Patria. 𝐈 𝐩𝐚𝐫𝐭𝐢𝐠𝐢𝐚𝐧𝐢 𝐬𝐨𝐧𝐨 𝐩𝐚𝐫𝐭𝐞 𝐢𝐦𝐩𝐨𝐫𝐭𝐚𝐧𝐭𝐞 delle storie dell’estate del 1944, anche quella dell’eccidio di Sant’Anna.
Uno spaccato della vita di quei ragazzi che hanno contribuito a costruire l’Italia così com’è oggi l’ha raccontata 𝐋𝐢𝐯𝐢𝐨 𝐆𝐢𝐚𝐧𝐧𝐨𝐭𝐭𝐢 nel nostro podcast “Cenere - Le voci dell’eccidio dimenticato di Sant’Anna di Stazzema”. Il padre 𝐋𝐮𝐜𝐢𝐚𝐧𝐨 torna a casa dopo l’8 settembre e non sa bene cosa fare, i fratelli sono morti o andati via, ma una cosa la sa benissimo: 𝐜𝐨𝐧 𝐢 𝐭𝐞𝐝𝐞𝐬𝐜𝐡𝐢 𝐧𝐨𝐧 𝐯𝐮𝐨𝐥𝐞 𝐚𝐯𝐞𝐫𝐞 𝐧𝐢𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐚 𝐜𝐡𝐞 𝐟𝐚𝐫𝐞.
Avrà così inizio una storia che sembra tratta da un film. Scoprila ascoltando “Cenere”, lo puoi trovare cliccando su questo link: https://linktr.ee/cenere.santanna.di.stazzema
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Nel 2004, al Tribunale militare di La Spezia, si tiene 𝐢𝐥 𝐩𝐫𝐨𝐜𝐞𝐬𝐬𝐨 𝐚𝐢 𝐫𝐞𝐬𝐩𝐨𝐧𝐬𝐚𝐛𝐢𝐥𝐢 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐬𝐭𝐫𝐚𝐠𝐞 di Sant’Anna di Stazzema. Incalzato dalle domande del procuratore Marco De Paolis c’è 𝐀𝐝𝐨𝐥𝐟 𝐁𝐞𝐜𝐤𝐞𝐫𝐭, ex caporale delle SS. Ha 80 anni quando viene chiamato a deporre la propria testimonianza, ed 𝐞̀ 𝐥'𝐮𝐧𝐢𝐜𝐨 𝐭𝐞𝐝𝐞𝐬𝐜𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐚𝐜𝐜𝐞𝐭𝐭𝐚 𝐝𝐢 𝐫𝐚𝐜𝐜𝐨𝐧𝐭𝐚𝐫𝐞 𝐢 𝐟𝐚𝐭𝐭𝐢 𝐭𝐫𝐚𝐠𝐢𝐜𝐢 avvenuti a Sant'Anna. È un signore distinto, con la mente ancora lucida, e si presenta all’udienza con un abito verde e elegante. Ma dietro alla corazza che potrebbe raffigurare una personalità dura e impenetrabile, in realtà, si nasconde tutta la fragilità di 𝐮𝐧 𝐮𝐨𝐦𝐨 𝐝𝐚𝐥 𝐩𝐚𝐬𝐬𝐚𝐭𝐨 𝐭𝐨𝐫𝐛𝐢𝐝𝐨 𝐞 𝐢𝐧𝐜𝐚𝐧𝐜𝐞𝐥𝐥𝐚𝐛𝐢𝐥𝐞.
Beckert è presente a Sant’Anna il 12 agosto 1944 e assiste con i propri occhi alla fucilazione di donne, vecchi e bambini che avviene sul sagrato della chiesa. 𝐋𝐚 𝐬𝐮𝐚 𝐭𝐞𝐬𝐭𝐢𝐦𝐨𝐧𝐢𝐚𝐧𝐳𝐚 𝐚𝐥 𝐩𝐫𝐨𝐜𝐞𝐬𝐬𝐨 𝐞̀ 𝐢𝐦𝐩𝐨𝐫𝐭𝐚𝐧𝐭𝐢𝐬𝐬𝐢𝐦𝐚, 𝐩𝐚𝐫𝐥𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐯𝐢𝐭𝐭𝐢𝐦𝐞. Arriva persino a commuoversi. Ma non ammette di ricordare il nome di chi avesse ordinato di eseguire la strage. Anche se, appena cinque mesi prima, aveva indicato alla polizia tedesca il nome dell’ufficiale Gerhard Sommer, sottotenente delle SS.
Con le parole di Adolf Beckert inizia il nostro 𝐩𝐨𝐝𝐜𝐚𝐬𝐭, è il primo passaggio di una storia che non può e non deve essere dimenticata. Per mantenere vivo il ricordo e la memoria di questa vicenda, ascolta “𝐂𝐞𝐧𝐞𝐫𝐞
Dopo la strage ci fu un silenzio assordante. Nessuno, a Sant’Anna, aveva il coraggio di raccontare le atrocità subìte. È un silenzio che fa male, perché si deposita nell’animo dei superstiti e annebbia i sentimenti delle vittime innocenti che dovranno attendere tanti, troppi anni, prima di iniziare a parlare di quanto accadde il 12 agosto 1944.
Tra la metà degli anni ’90 e gli inizi del 2000, grazie a un’inchiesta giornalistica e alla scoperta del cosiddetto “Armadio della vergogna” comincia finalmente a muoversi qualcosa. Ad occuparsi di questo caso è Marco De Paolis, all’epoca procuratore militare del Tribunale di La Spezia.
Durante le registrazioni del podcast, siamo stati nel suo ufficio a Palazzo Cesi-Gaddi, nel cuore della Capitale, per raccogliere la testimonianza diretta di chi, ligio al suo dovere e tenace nei confronti della giustizia, si è fatto carico di guidare il processo che ha portato alla condanna all’ergastolo per dieci soldati delle SS. Nel passaggio che riprende uno stralcio della nostra intervista, De Paolis rilascia una definizione che fotografa perfettamente i colpevoli del massacro.
Ascolta questo e gli altri interventi del procuratore Marco De Paolis, contenuti nella 5a puntata del podcast “Cenere” cliccando qui: https://tinyurl.com/425ark8r
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La mattina del 12 agosto 1944 𝐀𝐝𝐞𝐥𝐞 𝐏𝐚𝐫𝐝𝐢𝐧𝐢 era con la mamma e le sorelle a fare colazione, prima dell’arrivo dei soldati tedeschi a 𝐒𝐚𝐧𝐭’𝐀𝐧𝐧𝐚 𝐝𝐢 𝐒𝐭𝐚𝐳𝐳𝐞𝐦𝐚. Assiste con i suoi occhi da bimba di 4 anni alla crudele uccisione della madre, delle sorelle e di tante altre persone che vivevano nel borgo di Coletti.
Adele ha raccontato cosa ha vissuto quella terribile mattina anche il 10 agosto 2024, quando è venuta insieme al figlio Graziano alla sede centrale de Il Tirreno per la presentazione del nostro podcast “𝐂𝐞𝐧𝐞𝐫𝐞 - 𝐋𝐞 𝐯𝐨𝐜𝐢 𝐝𝐞𝐥𝐥’𝐞𝐜𝐜𝐢𝐝𝐢𝐨 𝐝𝐢𝐦𝐞𝐧𝐭𝐢𝐜𝐚𝐭𝐨 𝐝𝐢 𝐒𝐚𝐧𝐭’𝐀𝐧𝐧𝐚 𝐝𝐢 𝐒𝐭𝐚𝐳𝐳𝐞𝐦𝐚”.
La storia della sua famiglia e di come alcuni suoi componenti si sono salvate dall’eccidio costituisce una delle fondamenta del nostro lavoro. Ascolta la sua voce, e quella di altri superstiti, raccontare la strage avvenuta il 12 agosto 1944 in “Cenere”. Puoi trovarlo a questo link: https://linktr.ee/cenere.santanna.di.stazzema
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In questo viaggio lungo un anno abbiamo sempre avuto la consapevolezza di lavorare a un progetto tanto ambizioso quanto importante. Non ci siamo mai discostati dalla ferma convinzione di avere tra le mani un prodotto significativo, un messaggio, una speranza per il futuro, qualcosa in grado di raccogliere 𝐥𝐞 𝐭𝐞𝐬𝐭𝐢𝐦𝐨𝐧𝐢𝐚𝐧𝐳𝐞 dei superstiti rimasti per fermare il tempo e lasciare che le nuove generazioni possano ricevere questo racconto direttamente dalle voci di chi era presente quel maledetto 12 agosto 1944.
La voce che sentite è quella di Andrea Volpi, che ringraziamo ancora una volta per averci accompagnato in un momento 𝐟𝐨𝐧𝐝𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐚𝐥𝐞 del nostro lavoro, ma le parole che legge per noi arrivano direttamente dall’Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica.
Dopo aver ricevuto il nostro messaggio, è esattamente con queste parole che il Presidente 𝐒𝐞𝐫𝐠𝐢𝐨 𝐌𝐚𝐭𝐭𝐚𝐫𝐞𝐥𝐥𝐚 ha voluto ringraziarci, tramite il suo ufficio, per aver contribuito a mantenere viva la memoria, per aver soffiato via la cenere e alimentato le braci di una nuova speranza di rinascita.
Le immagini sono della visita a Sant’Anna di Stazzema di Mattarella a febbraio 2020. Qui incontrò molti dei superstiti e nel video che mostriamo si possono notare, tra gli altri, Adele e Siria Pardini, Enio Mancini, Mario Marsili ed Enrico Pieri. Le cui voci e storie rappresentano per noi le vere 𝐜𝐨𝐥𝐨𝐧𝐧𝐞 𝐩𝐨𝐫𝐭𝐚𝐧𝐭𝐢 del nostro podcast.
Per ascoltare il podcast “Cenere” clicca su questo link: https://tinyurl.com/5xtydete
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Fonte video: canale YouTube della Presidenza della Repubblica Italiana
PhotoCredit: Simona Marzi
Quando incontrammo Mario Marsili, in Piazza del Duomo a Pietrasanta, ci sembrava impossibile immaginare le atrocità subìte quando era solo un bambino. Ci fece strada e ci accompagnò alla sede della sezione versiliese dell’Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi di Guerra, di cui lui è il presidente. Una volta seduto dietro alla scrivania iniziammo l’intervista e Mario ripercorse, per l’ennesima volta, tutto il suo dolore: il nascondiglio in cui sua madre gli disse di non muoversi, l’ingresso dei soldati, il gesto eroico e disperato della madre, la morte e poi il silenzio. Durato per troppi anni.
Durante l’incontro al Circolo Arci Valdicastello, abbiamo avuto il privilegio di avere Mario al nostro fianco, gli abbiamo fatto ascoltare un piccolo estratto del podcast, il passaggio in cui racconta l’episodio che ha segnato per sempre la sua vita. Ci siamo emozionati ancora una volta, ma stavolta insieme a lui che, commosso, ha ribadito con forza quanto sia fondamentale mantenere viva la memoria.
Per ascoltare il racconto di Mario, nel podcast “Cenere”, clicca qui e ascolta la 4a puntata: https://tinyurl.com/2x84tz2z
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"𝐶𝑜𝑛 𝑙'𝑜𝑑𝑖𝑜 𝑛𝑜𝑛 𝑠𝑖 𝑣𝑎 𝑑𝑎 𝑛𝑒𝑠𝑠𝑢𝑛𝑎 𝑝𝑎𝑟𝑡𝑒". Parole, queste, pronunciate da 𝐄𝐧𝐢𝐨 𝐌𝐚𝐧𝐜𝐢𝐧𝐢, superstite dell'eccidio di 𝐒𝐚𝐧𝐭'𝐀𝐧𝐧𝐚 𝐝𝐢 𝐒𝐭𝐚𝐳𝐳𝐞𝐦𝐚. Dunque, ancor più pesanti e dense di significato. Noi le abbiamo scolpite nel nostro cuore. Ma non siamo i soli.
Enio ha coltivato per tutta la vita obiettivi altissimi, di interesse generale. Ma non ha mai rinunciato a portare avanti anche la ricerca del giovane soldato tedesco che scelse di risparmiargli la vita, il 12 agosto 1944.
Sono 80 anni che il gesto di 𝐮𝐦𝐚𝐧𝐢𝐭𝐚̀ di quel ragazzo non smette di convivere nei pensieri di Enio. Avrebbe voluto incontrarlo, stringergli la mano, e dirgli semplicemente grazie. Un incontro che sogna da sempre, e che forse non avverrà mai.
La 𝐬𝐩𝐞𝐫𝐚𝐧𝐳𝐚, però, è un seme lento, che cresce nel tempo, persona dopo persona, e si infila nelle parole, nei momenti di condivisione che, una volta soffiata via la cenere, devono alimentare le braci di una nuova 𝐫𝐢𝐧𝐚𝐬𝐜𝐢𝐭𝐚 che non lasci spazio all'odio.
Durante il primo incontro che abbiamo avuto a casa sua, un anno fa, Enio ci ha passato 𝐮𝐧𝐚 𝐥𝐞𝐭𝐭𝐞𝐫𝐚, 𝐬𝐜𝐫𝐢𝐭𝐭𝐚 𝐞 𝐢𝐧𝐯𝐢𝐚𝐭𝐚 𝐝𝐚 𝐮𝐧 𝐭𝐞𝐝𝐞𝐬𝐜𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐞𝐫𝐚 𝐬𝐭𝐚𝐭𝐨 𝐚 𝐒𝐚𝐧𝐭’𝐀𝐧𝐧𝐚 poco tempo prima. Parole intense, che abbiamo deciso di riportare nel nostro podcast.
Ieri, nell’incontro al Circolo Arci Valdicastello, Enio ha potuto finalmente riascoltarla, e non è riuscito a trattenere l’emozione. Nel video potete vedere un piccolo estratto.
Per ascoltare l’intera lettera ricevuta da Enio, nel podcast “Cenere”, clicca qui e ascolta la 7a puntata: https://tinyurl.com/3h4c8tud
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Oggi è il compleanno di una persona molto importante per noi.
Mario Marsili ci ha aiutato, come gli altri superstiti che abbiamo conosciuto durante il cammino, a conoscere la storia dell’eccidio e ci ha permesso di raccontarla usando la sua testimonianza diretta, una fonte preziosissima per il nostro lavoro.
Ci ha raccontato di come la sua mamma gli salvò la vita.
Ci ha spiegato come si sopravvive a una strage e come si curano le ferite del corpo e dell’anima.
Tanti auguri di cuore Mario!
Ascolta la testimonianza di Mario nel podcast "Cenere" cliccando su questo link: https://linktr.ee/cenere.santanna.di.stazzema
“Cenere” è il titolo che abbiamo scelto per il nostro podcast. Una parola, semplice e diretta, intrisa della sofferenza di una comunità che non potrà mai dimenticare le violenze subìte, ma allo stesso tempo aperta ad una nuova possibilità di rinascita. Dalle braci di ciò che rimase di Sant’Anna di Stazzema dopo i fatti tragici di quel maledetto 12 agosto 1944, alla speranza quasi nascosta, che si rivela una volta che la cenere viene soffiata via del suo dolore.
Grazie alle voci di superstiti come Enio Mancini, Mario Marsili e le sorelle Pardini, ai contributi fondamentali dello storico Paolo Pezzino, del magistrato Marco De Paolis, e di tante altre figure, abbiamo cercato di soffiare via quella cenere. Quella patina di dolore che avvolge il paesino versiliese ormai da 80 anni.
“Cenere – Le voci dell’eccidio dimenticato di Sant’Anna di Stazzema”, è un podcast raccontato dalle voci narranti di @anna_dainelli e @lorenzobacci81. Dal 9 agosto sarà disponibile su tutte le piattaforme audio. Preparate le cuffie. La Storia vi attende.
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𝐀𝐜𝐜𝐚𝐝𝐞𝐦𝐢𝐚 𝐌𝐮𝐬𝐢𝐜𝐚𝐥𝐞 𝐀𝐥𝐭𝐚 𝐕𝐚𝐥𝐝𝐞𝐫𝐚
I 𝐫𝐢𝐧𝐠𝐫𝐚𝐳𝐢𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐢 che dobbiamo fare per la buona riuscita di questo 𝐩𝐨𝐝𝐜𝐚𝐬𝐭 sono davvero tanti.
Vogliamo partire dall’ Accademia Musicale Alta Valdera del Comune di Peccioli che ha ospitato le nostre prime 𝐫𝐞𝐠𝐢𝐬𝐭𝐫𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢, regalandoci un ambiente comodo e accogliente, dove abbiamo iniziato a prendere confidenza con 𝐜𝐨𝐩𝐢𝐨𝐧𝐞 e 𝐦𝐢𝐜𝐫𝐨𝐟𝐨𝐧𝐨.
I 𝐩𝐫𝐢𝐦𝐢 𝐩𝐚𝐬𝐬𝐢 sono sempre quelli più impegnativi, ma è qui che abbiamo imparato a 𝐜𝐚𝐦𝐦𝐢𝐧𝐚𝐫𝐞. Ce lo ricorderemo a lungo.
Grazie di cuore!
Una delle pagine più tragiche della storia d'Italia. Un crimine di guerra. A 𝐒𝐚𝐧𝐭'𝐀𝐧𝐧𝐚 𝐝𝐢 𝐒𝐭𝐚𝐳𝐳𝐞𝐦𝐚 tutti furono trucidati con ferocia. Senza alcun riguardo per donne, bambini e anziani.
E poi il fuoco. Per distruggere tutto, per cancellare anche la più piccola traccia di vita. 𝐂𝐞𝐧𝐞𝐫𝐞, dalla quale è rinata, però, la speranza dei sopravvissuti. Che adesso, a 𝟖𝟎 𝐚𝐧𝐧𝐢 di distanza, raccontano direttamente la più terribile esperienza che la vita potesse riservargli.
Una speranza alla quale abbiamo voluto dare voce. Per far sì che il passato, anche se nascosto, insabbiato e nascosto negli archivi della memoria, anche se soffocato nel rimorso e taciuto nell’𝐢𝐧𝐝𝐢𝐟𝐟𝐞𝐫𝐞𝐧𝐳𝐚, non possa mai più tornare.
Ancora pochi giorni, e il nostro lavoro sarà sulle principali piattaforme di ascolto. La Storia vi attende. Preparate le cuffie.
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Un’idea che dà forma a un’𝐞𝐦𝐨𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞. Una passione condivisa che diventa un obiettivo comune. Una 𝐬𝐭𝐨𝐫𝐢𝐚 da raccontare con la nostra voce, attraverso gli occhi e il cuore di chi l’ha vissuta.
Luoghi, oggetti e sensazioni. Di un 𝐟𝐮𝐨𝐜𝐨 acceso, che con ferocia e indifferenza ha spento sogni innocenti e anime semplici. Rendendole 𝐜𝐞𝐧𝐞𝐫𝐞.
𝐍𝐨𝐧 𝐝𝐢𝐦𝐞𝐧𝐭𝐢𝐜𝐚𝐫𝐞. È un monito per il futuro al quale intendiamo contribuire, nel nostro piccolo, per far sì che il passare del tempo non oscuri mai il 𝐫𝐢𝐜𝐨𝐫𝐝𝐨.
In viaggio lungo dieci anni.... Ancora tutto da scrivere..