20/02/2024
Dov'è finita la Grande Madre Russia?
Mi meraviglio. Di chi si meraviglia della Russia di Putin che avrebbe eliminato il dissidente Navalny. Da sempre la Russia, attraverso chi l’ha comandata, agisce così con i dissidenti. Stalin ha fatto scuola, iniziando con il massacro dei kulaki, contadini, appunto dissidenti del regime (due milioni e mezzo furono internati nei gulag e 600mila sono stati uccisi dal 1930 al 1933) per continuare con le “purghe” che hanno visto morire in Siberia centinaia di migliaia di russi contrari al regime. Scomparso Stalin, cacciato - dopo morto - dal Cremlino, sono venuti altri capi ma i sistemi non sono cambiati. Ce lo ricorda il più celebre tra i dissidenti, Solzenicyn nelle vesti autobiografiche di “Una giornata di Ivan Denisovic” o in “Arcipelago Gulag”, descrive il terrore dei campi di rieducazione siberiani. Fuori casa i russi si sono distinti in Ungheria, Cecoslovacchia, Afganistan, Cecenia… Ma per decenni la grande madre Russia non sbagliava mai. Anzi, di certi sistemi che facevano invidia ad Hi**er non si doveva parlare. Non va dimenticato, a proposito del capo nazista che la Russia aveva un patto di non belligeranza con la Germania. E che, in quel periodo, fu proprio Stalin a dare una mano a Hi**er nella conquista e nella spartizione della Polonia con buonapace degli Alleati. I gerarchi nazisti, come si è visto di recente in un documentario di Rai Storia, addirittura fecero un viaggio di istruzione nei gulag russi per capire come realizzare i famigerati lager. Ora si scopre tutto. O meglio tutto viene alla luce e non dagli eredi di chi si tatuava il Duce sui bicipiti ma da chi, sui bicipiti, si faceva incidere Stalin. Il buffo è che la cosiddetta destra è accusata di avere una alleanza con Putin mentre la sinistra lo attacca ferocemente in quanto il peggiore degli uomini a capo del peggiore dei regimi. Che poi è il solito regime dai tempi della rivoluzione di ottobre. Così va spesso il mondo, come diceva Manzoni.